“Stop gender nelle scuole”
Raccolta firme nei Comuni
Duello ideologico sui social

MACERATA - La campagna contro il ddl Fedeli arriva anche nel capoluogo dove è possibile sottoscrivere il referendum abrogativo. Il dibattito finisce su Facebook dove favorevoli e contrari si danno battaglia. L'ex consigliere Francesca D'Alessandro: "Non si giudica l'omosessualità ma il metodo didattico"

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di Claudio Ricci

Una firma contro il disegno di legge sull’educazione di genere previsto dalla riforma sulla scuola. La campagna anti-gender arriva anche al comune di Macerata dove da alcuni giorni è possibile sottoscrivere il referendum abrogativo del ddl proposto dalla vice presidente del Senato Valeria Fedeli e da altri 40 senatori per «L’introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università». La contro campagna, promossa a livello nazionale dal comitato Leadership alla Scuola è rimasta in sordina nel capoluogo fino ad oggi quando un post condiviso da Francesca Camarri ha scatenato l’arena social sul tema. «Per chi non lo sapesse e per chi fosse interessato al comune di Macerata, nell’ufficio anagrafe, si può lasciare la propria firma contro la legge gender – scrive Camarri – Io l’ ho fatto per il futuro dei nostri bimbi». Da alcuni giorni e fino al 25 settembre sarà dunque possibile firmare la proposta abrogativa.

Alcuni libri considerati gender

Alcuni libri considerati gender

Nella pagina “Sei di Macerata se…” il duello sulla legittimità e l’opportunità del referendum si traduce in un botta e risposta tra le due fazioni: da una parte, i sostenitori dell’esistenza di un “innesto gender” nella riforma della scuola e dall’altra i detrattori, convinti piuttosto di una manipolazione ideologica da parte di alcuni gruppi di genitori e famiglie. Il post di Camarri restituisce una foto dell’infervorato dibattito nazionale. «Non esiste nessuna legge gender» scrive ad immediata risposta Fiorella Prenna subito supportata dal commento di Pier F. Ciccarelli: «La legge gender, ma perché la notte non dormite». Insomma basta accennare alla questione di genere che i guelfi e i ghibellini del gender sono pronti a darsi battaglia. Soprattutto sul terreno dei social dove le campagne dell’una e dell’altra fazione sono nate e hanno preso piede nel corso del tempo. Il dibattito giunto fino a Macerata sembra essere partito da una catena che si è diffusa su Whatsapp riguardante il ddl Fedeli sulla riforma scolastica durante i giorni del Family Day. A Macerata la questione si era accesa in occasione al convegno tenuto del cinema Excelsior dall’avvocato Gianfranco Amato dal titolo “Educati da chi?”che aveva scatenato centinaia di commenti (leggi l’articolo), così come negli altri servizi sul tema pubblicati da Cronache Maceratesi.

gender 8«No. Non è omofobia – si legge nel messaggio –  E’ qualcosa che sta alla base dell’umanità, a prescindere dalla tua religione, a prescindere dalla tua cultura, a prescindere dal tuo orientamento sessuale: giù le mani dai nostri bambini. Il nostro Stato vuole approvare la teoria del gender (che tradotto dall’inglese vuol dire genere). Sai cos’è? Questa teoria sostiene senza termini difficili nè ulteriori giri di parole, la non-esistenza di una differenza biologica tra uomini e donne, che detto così potrebbe sembrare quasi una cosa bella e soprattutto giusta. Purtroppo non è così. In questi giorni i piani alti vogliono approvare una legge che prevede l’inizio da settembre dei corsi gender nelle scuole dei nostri bambini».

Con il disegno di legge proposto da Fedeli ci si vorrebbe in realtà adeguare alla normativa europea in materia di lotta alla discriminazione e al bullismo in ambito scolastico. Un terreno che secondo alcuni si può prestare però a interpretazioni ambigue dei contenuti e dei metodi didattici sfociando in derive sessuologiche pericolose.

 

 

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Il referendum depositato a Tolentino dal comitato Leadership alla Scuola

 

Sulla questione, sollevata in provincia dal consigliere di Fratelli d’Italia di Tolentino, Francesco Colosi che ha postato la propria firma al referendum, interviene l’ex consigliere comunale di Macerata nel Cuore Francesca D’Alessandro: «Questa proposta di referendum abrogativa del ddl sulla scuola sta avvenendo un po’ in tutti i comuni d’Italia, affinché si fermi l’introduzione nei programmi didattici dell’ideologia gender. Il dato rilevante è che esiste un numero crescente di genitori e famiglie che stanno prendendo coscienza del tema e si stanno attivando contro un’idea di apparente apertura contro le discriminazioni. Il dato reale è diverso: con questa proposta si vuole prospettare in ambito educativo una gamma di situazioni che i nostri figli non vedono nella normalità. Questi contenuti possono essere trasmessi nella sfera familiare dove ognuno è libero di insegnare ciò che vuole ma non in un contesto scolastico. Tra l’altro l’imposizione di questi messaggi viene dal governo, in una logica verticistica ed entra in conflitto con l’articolo 30 della Costituzione che sancisce il diritto dovere dei genitori di educare i figli.

 

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L’ex consigliere comunale Francesca D’Alessandro

Quindi il commento sulla situazione maceratese: «Purtroppo ci si muove in terreno sfumato in cui si vuol fare passare la logica negazionista che sostiene la montatura del ramo cattolico a discapito di questa legge. A Macerata ad esempio mi fa specie che un’associazione come “Nati per leggere”, a cui non farò più avvicinare i miei figli, proponga determinate letture alla Bottega del Libro (leggi l’articolo). Qui non si giudica l’omossessualità o la diversità. Siamo tutti diversi rispetto all’altro è il principio della vita, come lo è la dualità. Senza la notte non ci sarebbe il giorno ad esempio. Purtroppo è in atto un tentativo di destrutturazione di centinaia di anni di antropologia».

 



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