L’arrivo a scuola dei due insegnanti, Marco Riccitelli e Alessandro Acqua che hanno festeggiato il compleanno con gli studenti
di Leonardo Giorgi
Compleanno con polemica alla scuola media dell’ istituto Enrico Mestica di Cingoli. Due professori, Alessandro Acqua e Marco Riccitelli, durante le loro ore libere, hanno deciso di festeggiare il loro compleanno in modo spiritoso e decisamente originale: indossando cappelli colorati e indumenti carnevaleschi, hanno effettuato un giro in moto attorno la scuola salutando i loro studenti, i quali sono stati accompagnati per qualche minuto dai professori ad un rinfresco che i due festeggiati avevano organizzato per i loro colleghi nella sala docenti. A scatenare la polemica sarebbe stato un presunto matrimonio celebrato per scherzo tra i due colleghi durante appunto questi istanti di festa. Questa simpatica “funzione” ha provocato lo sconcerto di alcuni genitori e di diversi cingolani che, venendo a sapere di questo breve svago che ha interessato gli alunni dell’istituto, hanno comunicato sui social network la loro preoccupazione per l’esempio che i professori hanno dato mostrando, secondo loro, valori non compatibili con l’insegnamento scolastico.
Uno dei due insegnanti Marco Riccitelli con la dirigente dell’istituto Mestica Emanuela Tarascio e alcuni studenti
L’episodio non è piaciuto al sindaco Filippo Saltamartini che ha inviato alla dirigente scolastica Emanuela Tarascio una comunicazione poi pubblicata anche online. Nella lettera, si fa riferimento anche alla teoria del gender che, secondo alcune personalità di spicco della chiesa cattolica come il cardinale Angelo Bagnasco e associazioni come ProVita Onlus, è un’emergenza educativa da allontanare a tutti i costi dalla realtà della scuola italiana poiché indottrinerebbe lo studente «all’equiparazione di ogni forma di unione e di famiglia e la normalizzazione di quasi ogni comportamento sessuale”.
Scrive infatti Saltamartini: «Si è appreso anche da notizie e immagini apparse sui social network che alcuni docenti, alla presenza degli studenti, abbiano imitato una specie di “matrimonio” in cui anche la dirigente scolastica avrebbe partecipato al rito. Alla sceneggiata i docenti avrebbero partecipato travestiti, indossando abiti e simulando atteggiamenti e comportamenti che appaiono rivendicare l’adesione alla teoria del gender». Il comunicato prosegue poi chiedendo alla dirigente se questi fatti corrispondono al vero e «se la direzione scolastica non ritenga abnorme un procedimento di insegnamento di programmi scolastici con docenti o persone “mascherate o travestite in luogo pubblico”.
Le parole di risposta della dirigente Tarascio non si fanno attendere: «I docenti festeggiavano il loro compleanno nella loro ora libera e la sottoscritta ha partecipato alla festa di compleanno, senza violare alcuna normativa. Quello che gli studenti hanno visto è stato il giro in moto dei due professori intorno alla scuola indossando cappelli colorati. A tutt’oggi nessun alunno o genitore si è lamentato con la dirigenza a proposito dell’evento in questione, inoltre nessuno dei commenti sui social network ha fatto riferimento alla cosiddetta “teoria del gender” né ha criticato l’evento: al contrario, i commenti hanno espresso affetto e simpatia nei confronti degli insegnanti.”
Tarascio conclude poi chiedendo all’amministrazione comunale cosa si stia facendo rispetto alle vere esigenze scolastiche del territorio cingolano citando «il problema di una tettoia alla scuola media per riparare dal maltempo i numerosi studenti che giungono a scuola prima dell’inizio delle lezioni, l’emergenza degli alunni della scuola elementare della frazione di Grottaccia che sono costretti ad usare una palestra senza bagni e staccata dall’edificio scolastico, il potenziamento dello sportello d’ascolto per contrastare disagio giovanile, bullismo e violenza, il fatto che i nostri edifici scolastici abbiano a disposizione un auditorium per contenere poco più di 100 persone mentre gli alunni sono più di 900″.
Da parte sua Marco Riccitelli, uno dei prof, è lapidario: «Ho solo voluto portare un po’ di colore alla scuola, spero di non avere offeso nessuno».
La maggior parte dei genitori, secondo quanto raccontato da Tarascio, è dalla parte dei due professori che si sono visti trasformare la festa di compleanno in un presunto manifesto della teoria del gender. Una mamma, che vuole rimanere anonima per tutelare la figlia scrive: “Prima di scrivere certe cose bisognerebbe capire. I due professori, inattaccabili dal punto di vista professionale, hanno deciso di festeggiare, a loro modo, i loro compleanni che si accavallano. Semplice giretto in moto e rinfresco con i colleghi. Nessun alunno turbato da chi sa quale teoria. E’ stato proprio un grave errore attaccarli su intenti neanche lontanamente programmati. Come genitore li difendo a spada tratta”.
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Non riesco a comprendere il nesso tra lo stato degli edifici scolastici e il richiamo a una serietà consona al ruolo di educatore.
Festeggiano il compleanno a squola nella sala docenti, nell’ora libera, facendo anche brevemente interrompere le lezioni….
Interessante il regolamento dell’Istituo che permette questo…..
Ma certo che lo permette!
Pensa che lo fanno, a turno, tutti gli insegnanti, i collaboratori scolastici ( bidelli) e il personale amministrativo.
Sindaco invece di badare alle cazzate si dia da fare per la centrale a biomassa del Botontano
Per NON farla fare ovviamente. Meglio essere precisi no?!
Scuola e non sqola caro Cerasi.Capisco che molti non vedano di buon occhio chi lavora nel pubblico ma il nesso tra lo stato degli edifici scolastici e la serietà professionale che emerge in questo articolo è molto chiaro:i due prof fanno il loro lavoro,il sindaco evidentemente no visto che nessuno si è lamentato per l’educazione dei figli mentre le scuole sono malridotte come tutti ben sappiamo.Non so se è il caso per una semplice goliardata tirare in ballo chissà quali manipolazioni genetiche o comportamentali che possano influenzare i nostri ragazzi i quali vivono in un periodo in cui l’informazione non è più un tabù e possono fare autonomamente mle loro scelte.
@ Alberto Poloni
Se durante l’orario di lezìone, queste vengono sospese in questa squolae, per festeggiare dei privati compleanni dei docenti in un luogo pubblico credo sia evidente che hanno un regolamento di Istituto “particolare”.
Sul resto del contenuto dell’articolo non ho detto nulla, sebbene le squole da decenni e decenni sono sempre in condizioni pessime, e dq decenni e decenni (in tutta Italia) gli studenti si lamentano…
La “novità” è forse che adesso anche i docenti dicono (anche loro) qualcosa mentre prima, per decenni e decenni, hanno detto ben poco???
Sig. CERASI a parte la piccola correzione tecnica,il resto del mio commento era in contrapposizione aquello del Franceschetti in effetti.
«Che poi quanto vidi all’abbazia (e di cui dirò dopo) mi ha fatto pensare che spesso sono gli inquisitori a creare gli eretici. E non solo nel senso che se li figurano quando non ci sono, ma che reprimono con tanta violenza la tabe eretica da spingere molti a rendersene partecipi in odio a loro.»
(da Il Nome della Rosa di Umberto Eco)
E l’insegnante si scusa pure invece di inc***arsi!!!??
In un Paese medio-occidentale qualsiasi, una notizia del genere sarebbe stata messa tra le curiosità di costume e si sarebbe pensato che il Sindaco avesse voluto fare uno scherzo di carnevale tra le risate generali. Invece è roba seria!!
Noto con sommo piacere che la nuova paranoia cattolica del “gender” sta mietendo sempre più vittime illustri: a quando l’introduzione anche in Italia del reato di “propaganda dell’omosessualità” come nella democraticissima e libertaria Russia di Putin? E, dato che ci siamo, perché non introdurre nel nostro Codice Penale anche una norma come quella del Paragrafo 175 del Codice Prussiano (reato di omosessualità, per intenderci) o la castrazione chimica per i pederasti colti in atti osceni come prevedeva il Codice Penale inglese fino a che c’è stata la Thatcher? Avrei persino una proposta più radicale: perché non adottiamo direttamente i metodi dell’ISIS per sconfiggere l’omosessualità e chi la propaganda: defenestrazione pubblica o lancio dai tetti dei pubblici peccatori?… :O :O :O
Tornando seri, meditiamo molto sulla frase di Umberto Eco giustamente riportata da Massimo Giorgi. E, visto che parliamo di “Nome della Rosa”: ricordate con quale motivazione il frate assassino mieteva le sue vittime?
Giusto per non fare polemica: mentre la Scuola Pubblica va letteralmente a pezzi e mentre le scuole confessionali (che in Italia al 95% sono cattoliche) ottengono da anni (da destra come da sinistra) finanziamenti e facilitazioni fiscali in palese violazione/raggiro dell’art.33 3°comma Cost., gruppi cattolici ufficialmente minoritari dettano legge sulle scelte educative ministeriali e si adoperano attivamente pure per interpretare in maniera univoca l’art.29 contro le persone non eterosessuali e quelle eterosessuali conviventi ma non sposate!! Ma questa non è (era) una Repubblica laica!?
Vien proprio da dire: da quali pulpiti arriva la predica! O citare il celeberrimo passo evangelico della pagliuzza e della trave.
sig. Perilli,
ignorando la presunta gogliardata, sperando sia stata tale e senza doppi sensi, io sono laico, contrario al finanziamento pubblico delle scuole private, ed auspico che per l’educazione di mio figlio in una scuola pubblica non ci siano nè preti, nè rappresentanti LGBT che colloquino in orario di lezioni in materia di sessualità.
chiedo troppo?
scusate l’errore, intendevo scrivere “goliardata”.
Politici incapaci di incidere o mettere la faccia su cose serie, cercano facili consensi tra gli ignoranti, i bigotti ed esaltati in genere.
Signor Pantò, la realtà va conosciuta tutta, compresa quella che ci fa meno comodo. E possibilmente va raccontata da chi la vive sulla sua pelle e non da chi la descrive dall’esterno. L’omosessualità è una di queste realtà scomode che riguardano molti ragazzi e molte ragazze che in quell’età spesso finiscono vittime di bullismo e di gesti di autolesionismo, anche estremi: il tasso di suicidi tra adolescenti LGBT è triplo rispetto ai loro coetanei etero. Inoltre c’è un’oggettivo sentimento diffuso di pesante razzismo e discriminazione da parte di noi adulti, atteggiamento spesso più o meno indirettamente avallato dai vari credo religiosi e politici.
In altri Paesi hanno preso di petto questa realtà cercando di creare una società più aperta attraverso programmi scolastici anche precoci di educazione alle sessualità (tutti studiati da Enti scientificamente riconosciuti, spesso con l’avallo di Istituzioni Internazionali) e attraverso il contestuale riconoscimento più o meno pieno di altre forme familiari oltre alla tradizionale. Da noi c’è un muro apparentemente invalicabile, eretto affinché questa realtà non si esca mai allo scoperto. Riusciranno quelle società a migliorare le cose? Non lo so, se guardiamo alle statistiche familiari sembrerebbe che le cose vadano ben meglio che da noi (in Francia, per esempio, hanno una media di 2,7-2,9 bambini per famiglia; dall’anno di approvazione dei PaCS il numero di matrimoni tradizionali è aumentato e quello dei divorzi è molto diminuito), so solo che coltivare non-conoscenza, paura, distanza, pregiudizio e odio non ha mai portato a nulla di buono: come dice il vecchio adagio “Chi semina vento…”.
egr. Perilli,
la realtà è complessa e vasta.
e lei non può assurgersene a detentore solo perchè omosessuale.
se occorre delegare la scuola pubblica per la tutela di TUTTE le minoranze e per la trattazione di qualsiasi altro tema oggetto di possibili discriminazioni nel nostro paese allora dovremmo farlo anche per evitare discriminazioni nei confronti dei down, autistici, paraplegici, psicolabili, induisti, musulmani, testimoni di geova, evangelici, ipersensibili, asociali, schizofrenici, disturbi di personalità multipla, orfani, dissociati, logorroici, cardiopatici, diabetici, cinesi, arabi, albanesi, rumeni, rom, anziani, e via discorrendo.
è sufficiente che la scuola pubblica si assuma l’incarico di insegnare ed instillare il rispetto del diverso (omosessuale, eterosessuale, magrebino, italiano, ecc.), la fantasia, la creatività, il dubbio e non l’omologazione globalista e violenta del “normale”.
ne conviene?