Incontro sull’affettività e sull’identità di genere in programma mercoledì sera nei giardini nord del Lido Cluana. «Ma non è una risposta al convegno sul gender di Amato» precisano le associazioni che organizzano l’evento. Si parlerà di affettività, diritti, opportunità e differenze nell’appuntamento in programma il 22 luglio e che vede come relatori psicologi, giornalisti e blogger e anche esponenti del mondo evangelico. «E’ un evento rivolto soprattutto a insegnanti, famiglie, genitori, formatori. Vogliamo che si faccia chiarezza su quanto è emerso in questo periodo, per capire e confrontarci» – spiegano le organizzatrici. Il convegno del giurista Amato (leggi l’articolo) aveva infatti diviso le opinioni della comunità e l’incontro di mercoledì è un modo per ampliare il dibattito. «E’ completamente finanziato dalle associazioni che si sono accollate i costi per i relatori e i trasferimenti, il Comune ha concesso il patrocinio, lo spazio ed il service audio». Nel corso dell’incontro al centro del tema ci saranno le direttive dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità in materia di educazione sessuale nelle scuole e si cercherà di fare chiarezza su cosa si intende per educazione di genere. «Si è creata una gran confusione e paura appositamente – sostengono le attiviste, anzitutto il ddl prevede l’obbligo, solo per docenti e personale scolastico e non per gli allievi, di formazione con insegnamenti di genere finalizzato alla crescita educativa, culturale ed emotiva dei ragazzi e non impone pratiche né ideologie, come paventato da recenti campagne di irresponsabile allarmismo». Questo il programma della serata: alle 19 lettura per bambini e adulti delle fiabe “censurate” dal sindaco di Venezia in collaborazione con Bottega del Libro Macerata e a seguire performance dell’artista Milagros Pardo. Alle 21 conferenza dibattito “Educare all’affettività nelle scuole: le linee guida dell’OMS Organizzazione Mondiale della sanità come strumento di prevenzione della violenza e della discriminazione di genere”. Intervengono Silvana Zechini, psicologa e referente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche su “Perché i corpi fanno paura?”, Monica Lanfranco, giornalista e blogger formatrice su conflitto di genere. “La Bibbia non dice così” con Greetje Van Der Veer, responsabile della chiesa evangelica metodista delle Marche, membro della tavola valdese. Interverranno anche il sindaco di Civitanova Tommaso Claudio Corvatta; l’assessore alle Pari Opportunità Cristiana Cecchetti e Maria Cristina Mochi di Agedo. Moderano l’incontro Maria Grazia Baiocco e Romina Antonelli. L’evento è patrocinato dal comune di Civitanova e dall’ ordine degli psicologi delle Marche, ideato e promosso da Chegender rete di associazioni formata da Donne di Mondo, Dirittoforte e Las Safinas.
Sul convegno si scaglia contro la civica di destra Vince Civitanova e inizia una campagna pubblicitaria di manifesti a sostegno della famiglia tradizionale nella quale si vedono le sagome prestanti di un uomo e una donna e due bambini: «Vince Civitanova, parte da oggi con una campagna di manifesti a sostegno e difesa della famiglia naturale e del diritto del bambino di crescere con mamma e papà – scrivono gli esponenti della lista – e non con il genitore 1 e il genitore 2, e per dire no all’ideologia gender nelle scuole. Per noi la famiglia è il fondamento della società, è una risorsa e non un ostacolo alla modernizzazione».
(l.b.)
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Nessuno contesta l’affettività tra persone dello stesso sesso. La contestazione riguarda il Gender nelle scuole. Non ce n’è bisogno. Non esiste un grosso problema di omofobia. Sono le donne ad essere giornalmente sfruttate, seviziate, malmenate, violentate e assassinate. IL rispetto versi tutti si deve insegnare in famiglia e nella scuola, ma non con la tecnica ideologica del gender nella scuola, voluta dalla Sinistra. Leggete, per favore, le linee guida dell’OMS, che forniscono una sessualità aberrata ai bimbi, ai bambini, ai ragazzi, agli adolescenti, eccetera. Sembra che la ideologizzazione alla sessualità sia diventato il primo problema al mondo. Smettiamola con queste pagliacciate. Non abbiamo avuto bisogno di informazioni ideologiche per avere i nostri primi approcci di tipo etero ed omosessuale.
Attenzione, che state scatenando una vera omofobia con questo atteggiamento totalitario col Gender e con la legge Scalfarotto contro ,un’omofobia che non c’è.
Bravo Rapanelli e bravo anche Gualtiero Ceresani, che avete colto nel segno , ovvero: se finora tutti eravamo indifferenti ai gusti e le preferenze sessuali di chicchessia, con questa subdola propaganda al gender , e questa insistenza assurda sulla discriminazione che verrebbe perpretata ai danni degli omosessuali , quando episodi di violenza verso questi non si registrano in nessun modo in numero rilevante anzi, mi pare che siano più presenzialisti e rispettati di chiunque altri anche in TV, si rischia di fomentare una vera e propria omofobia . Così come , le politiche buoniste della sinistra sull’accoglienza agli immigrati, e la Ministra per l’integrazione Kyenge con le sue idee balorde su genitore 1 e il genitore 2 , e sulle ” NON politiche” di integrazione, quando il massimo fatto per l’integrazione è stato sbattere due realtà simili nello stesso posto, poveri contro poveri nelle periferie già degradate delle metropoli, ci sta facendo diventare tutti ipersensibili a chiunque parli un’altra lingua o abbia la pelle di un altro colore. Ma smettetela, Pd , Sel, sinistra tutta, che gioverete meglio alla causa.
Ci sono persone che si comportano come quel boyscout zelante che vuole far attraversare per forza la strada a una nonnina che non ne ha nessuna intenzione. Se la nonnina non gli dà retta il boyscout si offende e considera la nonna una ingrata. Queste persone, in definitiva, amano fare la parte delle vittime.
Finalmente sul tema tanto controverso prendono la parola persone titolate a farlo! Speriamo che la cittadinanza vada a sentire anche l'”altra campana” e non si accontenti di ascoltarne solo una, che, per definizione, suona sempre bene anche se stonata perché suona sola. E auguriamoci che iniziative simili si moltiplichino sul territorio affinché un minimo di correttezza di informazione sia ripristinata.
Caro Rapanelli, l’omofobia non c’è o è marginale in Italia e dalle nostre parti? Davvero!? La sfido a fare un esperimento: usciamo io e lei mano nella mano (senza fare altro) in orario di massimo passeggio in una qualsiasi delle nostre cittadine e registriamo di nascosto i commenti che ci precederanno e che ci seguiranno; se non se la sente, chiederò a un amico di passeggiare con me e lei ci seguirà ascoltando o magari registrando bene le reazioni: scommettiamo che la maggioranza di esse saranno di insulto e che qualcuno vorrà persino aggredirci?
Un’ulteriore domanda: qual è l’epiteto considerato più offensivo e più usato contro qualcuno? Suvvia, che la risposta è facile!… Ma non lo si usa per omofobia, solo per bonario complimento! No?
Non abbiamo problemi più pressanti??certo che dietro c’è sempre la politica ed il controllo dei voti il tutto sulla pelle dei bambini?!
Ma commenti ci sarebbero anche se mano nella mano passeggiassero un uomo anziano e una bella ragazza in pantaloncini corte con gambe affusolate e abbronzatissime. Anche due nani mano nella mano susciterebbero commenti. Cosi come due erculei individui teneramente abbracciati mentre alle sei di sera guardano i pupazzi sotto la torre di Piazza. Tutto ciò a cui non siamo abituati potrebbe suscitare qualche commento ironico o peggio. Ma se i due poderosi corpi, con cappelli da policeman, borchie varie, attillatissimi mini short in pelle,infradito e cinturoni in cuoio, passeggiano per San Francisco, nessuno commenterebbe e nemmeno si girerebbe a guardarli. Ma adesso immaginiamo i due che si fanno un selfie in Piazza Mazzini, che dire, ci sarebbe qualche commento? Poi non è detto che i commenti sarebbero tutti scandalizzati o cattivi. Macerata non è l’antro della Case delle Vergini Perenni. Comunque, adesso è estate, andate a Ricchione ( Riccione ), fatevi una passeggiata in Via Checcarini (Ciccarini), vedrete che di queste situazione ne troverete e nessuno ci fa proprio caso. Ho abitato a Riccione più di quarant’anni fa, e già allora era meta d’estate di gente che costretta a vivere in maniera sobria nelle loro città o paesi di residenza, veniva in vacanza per scrollarsi di dosso il perbenismo soffocante dal bigottismo allora imperante. Il Gender personalmente mi ha sconquassato quel che è rimasto dei miei testicoli che di rotture ne ha sopportante tante. Poi vedere che le associazioni che continuano a chiedere questi convegni sono sempre le stesse, qualche dubbio come quelli di Pantò, Ceresani, Tamara, Rapanelli ecc. certo che mi vengono. Che è tutto questo accanimento per spiegare che Gender è bello, che Gender non è Gender ma Gender e così via…..
Luca Perilli, a parte che alla gente per strada non gli si può vietare di voltarsi e commentare come crede – è una bella pretesa- il mondo non gira tutto intorno agli omosessuali, anche se fate di tutto per stare al centro dell’attenzione. La gente si volta e commenta con malignità anche se passa una coppia uomo-donna in cui lei o lui, è visibilmente più anziano dell’altro, o due, uomo-donna, che si baciano o si scambiano effusioni, o anche solo se passa una giovane suora , un disabile, un’anoressica o un obeso, uno vestito in modo appariscente, uno tutto sporco, uno tutto stracciato, uno troppo alto o troppo basso, uno che porta un fazzoletto in testa o la parrucca. Vogliamo fare una legge che vieti anche gli sguardi e censuri i pensieri che ci sono dietro ? pensi che non procuri fastidio o sofferenza essere guardati per uno dei casi portati ad esempio? La donna con la parrucca o il fazzoletto in testa potrebbe portarla per la chemio, e tu pensi che non faccia male ugualmente non passare inosservati? Ognuno vive la sua condizione senza per questo pretendere e imporre niente a nessuno e a quanti s’incontrano per strada. Se l’omosessualità non è socialmente accettata un motivo ci sarà, più di uno, e non solo di tipo culturale ma prima ancora antropologico, per quell’istinto cioè di conservazione della specie a cui non si sottrae l’uomo del 2000 che vive nelle città, è progredito,istruito, tecnologicamente dotato, informato , e per la morale comune, pertanto, non è con una legge che si modificherà una struttura di pensiero e un sentire così profondamente radicati nell’uomo. Tutto questo, ovviamente, al netto degli insulti o addirittura della violenza fisica che si possono ricevere, sempre condannabili, ma in tal caso ci sono già leggi che puniscono penalmente ogni comportamento lesivo della persona senza distinzioni di.
Quanto all’epiteto più offensivo e più usato , anche qui, non avete l’esclusiva. Penso infatti che quelli comunemente indirizzati a noi donne, e a tutti i figli di, non siano da meno e meno diffusi di quelli che toccano a voi.
l’etichetta dello “straniero” è mobile: da negro, zingaro, cinese si passa facilmente a napoletano, romano, calabrese per finire con operaio, precario, studente, donna, frocio…
Ci saranno sempre “gli ebrei di qualcun altro” ripeteva Primo Levi
Cara Moroni, anche la schiavitù era profondamente radicata nell’uomo (pensi che è stata praticata per millenni), tanto che San Paolo la considerava “naturale”; di più: la considerava una condizione che avvicinava a Dio, pensi un po’!! Le cose sono cambiate anche a colpi di leggi accolte da molti ob torto collo e oggi la combattiamo. Se ragionassimo come lei, l’umanità non migliorerebbe mai.
Quanto agli insulti e alle violenze (fisiche o psicologiche poco importa), vorrei proprio vedere se a subirli fosse lei direttamente o uno dei suoi figli o figlie: scriverebbe le stesse cose che ha scritto o se ne vergognerebbe e combatterebbe per la dignità sua e/o quella dei suoi pargoli?
Infine, sulla passeggiata: magari avesse ragione Micucci e tutto si risolvesse in banali commenti da gossip che si riservano a qualsiasi coppia eterosessuale (ammesso che sia lecito giudicare spesso con malizia due persone di sesso diverso che semplicemente si vogliono bene!), invito entrambi a fare l’esperimento che suggerivo, magari munìti di telecamera nascosta, sono certissimo che ne scopriremo delle belle e che cambierete idea.
@Lucilla Sablone: se fosse vero che abbiamo problemi più pressanti, non si spiegherebbe come mai questi temi attirano sempre tante persone, tanti commenti, tante polemiche. Il sesso e la morte sono temi che rimuoviamo perché ne abbiamo paura noi adulti (non i bambini), quindi quando qualcuno li pone sul tappeto raccolgono grande interesse. E, se mi permette, sono problemi fondamentali della nostra esistenza come Esseri Umani, eh!
Invito lei, Tamara Moroni, Micucci e, perché no?, pure Rapanelli ad andare ad ascoltare domani sera l'”altra campana” prima di abbandonarvi in invettive dettate da una “informazione” completamente unilaterale e quindi forzatamente di parte. Non pretendo che cambiate idea, solo che conosciate correttamente anche il punto di vista che voi considerate avverso.
[11]La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. [12]Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. [13]Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; [14]e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. [15]Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia.
Ma che bei ragionamenti… che bella mente…
Ah Perilli Perilli…lei è troppo preso dalla sua causa per non rendersi conto che tutti abbiamo i nostri problemi, di natura diversa magari, ma pur sempre problemi. Intanto la informo che la schiavitù c’è ancora, e non solo nel terzo o quarto mondo dove anche i bambini vengono sfruttati, ma qui in Italia. Si faccia un giro al sud , e mi dica cos’altro è il caporalato se non schiavitù. Detto questo, non può mettere sullo stesso piano di legge schiavitù e omosessualità, primo, per le diverse sfaccettature di diritto, secondo, perchè lei , anche senza una legge e il riconoscimento sociale, nel suo privato può fare quello che le pare, amare chi le pare, quanto le pare, purchè sia adulto e consenziente. Come facciamo tutti.
Per quanto riguarda insulti o violenze a me o a mia figlia, prima cosa c’è la legge che difende le vittime di qualsiasi sopruso, seconda cosa, me la saprei cavare senza piangere e pietire comprensione come fa lei continuamente . E poi, mi scusi se glielo dico, ma è molto scorretto questo modo di riversare sugli altri la propria condizione col personalizzare le situazioni , anche in maniera strafottente ” i suoi pargoli” , come se ” tutti gli altri” siano dei privilegiati a cui non tocca che felicità nella vita. Caro Perilli, io non ho di che vergognarmi perchè per me lei può vivere tranquillamente la sua omosessualità in casa e per strada, e nel caso si trovasse in situazioni di doversi difendere non mi preoccupo lei sa a chi rivolgersi, forze di polizia e carabinieri. Molto ma molto sinceramente, quindi, se proprio dovessi lottare per la dignità mia, di mia figlia, e di chiunque altro viva una situazione di disagio ed emarginazione sociale, lo farei per chi perde il lavoro, la casa, la fabbrica, chi è vittima di aguzzini , strozzini, malavitosi, ed è lì, da qualche parte del nostro Belpaese, solo, alcolizzato, abbandonato da tutti, senza soldi, senza cibo, senza riparo, senza niente, a pensare che il solo modo di risolvere tutto sia buttarsi sotto un treno. Questi sono problemi fondamentali , caro Perilli, che toccano 16 milioni di italiani., e che mi toccano molto più della tua passeggiata col tuo uomo funestata dai commenti della gente.
Nell’ articolo, le ultime righe sono un faro nella notte.
Personalmente, penso che ognuno da ADULTO, sia libero di accoppiarsi con chi voglia, e ciò lo rispetto, ma che si porti la questione nelle scuole, ai bambini, NO.
Voi di sinistra parlate sempre di diritti (mai di doveri), ma qui c’è un diritto più importante di quello dell’identità di gender e cioè quello mio di genitore che ho il diritto/dovere di educare i miei figli come dico io e non come dice l’ OMS.
Quindi, da adulti fate come vi pare, ma i bambini, per favore li lasciate in pace.
@ Sig. Perilli
Lei si lamenta dei commenti della gente per strada?
Si sente vittima di dileggio?
Pensi che se stava in Russia, come minimo la arrestavano e se invece stava in Croazia, probabilmente qualcuno avrebbe picchiato e ridotto in malo modo lei e il suo amico (ho amici croati che lo farebbero…).
In Italia non siamo a questi livelli.
Tutta questa discussione mi fa pensare a questa immagine:
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Non so se lo sapete ma l’educazione sessuale a scuola non è obbligatoria, i genitori possono vietare ai figli di assistere alle lezioni e educarli come meglio credono, dunque di cosa parliamo?
Per Sablone. Sì. I problemi sono le fabbriche che chiudono e numerosi 50-enni che sono a spasso. Forse i teorici vogliono dar consolazione ai disoccupati in modo diverso da quanto fecero Gino Giugni ed il recanatese Giacomo Brodolini.
Care Moroni, ma se i problemi sono davvero altri e io sono così preso dalla “causa” (forse perché certe cose ho avuto modo di provarle?), come mai perde tanto tempo a scrivere di questo? Se ne disinteressi e si occupi di quel che lei considera davvero più importante! Comunque la ringrazio infinitamente perché ogni sua parola dimostra quanto sia necessario educare le nuove generazioni all’affettività e alla sessualità. Perché sa, sesso e morte sono due temi dai quali nessun* di noi può prescindere. Nonostante problemi più pressanti.
@Valerio Banci:
1) Le coppie dello stesso sesso che chiedono riconoscimento legale vogliono diritti ma assumendosi pienamente anche i doveri che ne discendono. A maggior ragione se aspirano alla genitorialità. Ad essi i loro detrattori rispondono che “nella propria stanza da letto possono fare quel che vogliono”. Da queste due considerazioni si capisce perfettamente il livello di entrambe le parti.
2) I diritti (con i doveri connessi) sono patrimonio di chiunque, che sia di destra o di sinistra. Storicamente hanno origine liberale, quindi sarebbero nati più a destra, pensi un po’.
3) Aspiro che sul tema dei diritti sociali l’Italia somigli più al Nord Europa o agli Stati Uniti che alla cattolicissima Croazia o alla ortodossissima Russia. Per questo non mi accontento affatto di quel che c’è. Tantopiù che siamo l’unico Paese fondatore dell’Unione Europea a non aver introdotto l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, né ad aver riconosciuto legalmente le unioni civili sia per etero che per omosessuali. Se lei ha per modello l’Est Europeo ex-comunista, io propendo invece per il caro, vecchio Occidente.
Perilli
senza ” ma” , stia certo che i problemi veri sono altri per l’uomo, e in questo momento storico per tanti altri milioni di italiani di tutte le età. Ma non è un fatto di numeri ,16 milioni di italiani , ma di priorità nella risposta alle categorie dei bisogni: mangiare, bere, vestirsi, coprirsi, scaldarsi, che vengono prima del sesso. O è morte sicura. Visto che le piace tanto rifarsi a ” eros e thanatos” .
Perchè scrivo di questo? Prima di tutto perchè se ne parla, e anche io io faccio sentire la mia voce; poi perché, se lei sta qui a fare il suo piagnisteo come se il mondo le crollasse addosso ogni volta che esce per strada, vorrei solo farle notare che:
a) ognuno ha i suoi problemi e li vive sulla propria pelle; chi di un tipo chi di un altro
b) pur occupandomi, necessariamente, di problemi per me più pressanti, trovo il tempo anche di scrivere e di interessarmi di attualità.
c) un uomo è un uomo, quando i suoi problemi se li risolve da solo, non si aspetta che qualcuno glieli risolva . Un uomo non è un uomo, quando sa difendersi da solo dagli attacchi della società senza una legge che lo metta al riparo dal comune sentire. Un uomo, non va in giro a colpevolizzare chiunque non abbia i suoi stessi problemi ,la sua stessa idea di vivere la sessualità, né a sputare sentenze su chi ha vedute diverse sull’educazione da dare ai figli, e non giudica come questo è stato educato e intende trasmettere la sua educazione, riveduta e corretta dal filtro della propria esperienza individuale.
Impari il rispetto se vuole essere rispettato
.Io a lei la rispetto, non la vedo per niente, per me può fare quello che vuole del suo cuore e di ogni altra sua parte del corpo meno nobile.
Ma me è stata impartita un’ educazione in cui termini come ” moralità” ” senso del pudore” ” controllo ed elevazione dagli iistinti” non erano ancora uscite dal vocabolario , per cui non le consento di affermare che io, donna e madre ,non sappia cosa sia l’affettività solo perchè la esprimo come natura comanda. Povere generazioni future con le sue idee del tutto è lecito senza freni morali,e che pretende pure vengano impartite nelle scuole con l’assenso forzato dei genitori. Genitori dei propri figli,dico, non di quelli avuti attraverso uteri in affitto.
Che squallore.
Gent.ma Sig.ra Moroni, non so se se ne accorge ma il livore col quale si esprime non fa che smentire ogni suo pensiero sulla scarsa importanza del tema trattato. Per il resto lei mi sta attribuendo frasi che non ho mai scritto: al contrario di quanto afferma, io credo fermamente che se lei fosse toccata in prima persona come donna e come madre da quel che significa essere dileggiati o anche essere considerati di serie B in quanto donna e/o in quanto gay o lesbica, sicuramente lei lotterebbe come una leonessa per difendere la sua dignità e quella dei suoi figli o figlie (smentendo quanto afferma con tanta sicurezza). Quindi l’esatto contrario di quanto mi attribuisce. Mi indichi gentilmente dove ho scritto che lei non sappia cosa sia l’affettività e le chiederò immediatamente e pubblicamente scusa.
Quanto agli uteri in affitto, le suggerisco che esiste anche l’adozione; opzione che questa cultura considera di serie B anche per i genitori eterosessuali, figurarsi per quelli dello stesso sesso.
Per il resto io sogno una società inclusiva in cui amore e affettività non passino necessariamente per i genitali delle coppie e quindi dove chiunque voglia assumersi la responsabilità della propria affettività/sessualità/genitorialità possa vedersela riconosciuta; lei e chi la pensa come lei ritiene invece che ci debba essere un discrimine a monte, in nome di un concetto di natura che varia di tempo in tempo e che esclude ogni volta qualcuno ritenuto “indegno”. Su questo ha ragione: abbiamo una visione opposta e difficilmente conciliabile. Empriricamente non mi sembra che l’attuale esclusione dall’istituto familiare delle persone omosessuali e l’assenza di una educazione affettiva e sessuale nelle scuole abbia prodotto risultati eclatanti, anzi. Sarebbe da sperimentare il modello più aperto e verificare se andrebbe meglio, perché mi pare che ci sia molto disagio in giro, e non per colpa di uteri in affitto o di gay che si sposano.
P.S.: Ochhio, sig.ra Moroni, perché attualmente in Italia molti “uteri in affitto” sono “utilizzati” all’estero da tante insospettabili coppie etero che poi, al rientro in Italia, dichiarano di aver avuto un figlio proprio. Per non parlare del commercio delle adozioni cui molte coppie (sempre etero) sono costrette data la farraginosità della legislatura italiana in materia, mai modificata dai cattolicissimi “difensori della famiglia”… la “questione omosessuale” e quella educativa non hanno fatto altro che far esplodere il bubbone di ipocrisia.
Ama e fa’ ciò che vuoi. (Agostino d’Ippona)
Luca Perilli, ma quale livore? alzo il tono quando sento che c’è tracotanza dall’altra parte.
E ancora continua ? se succedesse a le o sua figlia etc. etc.? ma che ne sa lei della mia vita e per cui lotto come una leonessa? ma la smetta, che non sono solo i suoi i problemi a questo mondo. . Lei i suoi io i miei.La differenza, è che io non vengo a piangerli qui
Le indico dove . Commento n.15: ” Comunque la ringrazio infinitamente perché ogni sua parola dimostra quanto sia necessario educare le nuove generazioni all’affettività e alla sessualità.”
Gent.ma Tamara Moroni, la ringrazio di avermi indicato dove ho sbagliato, in effetti devo emendare parzialmente quelle parole che ho male espresso: “La ringrazio infinitamente perché ogni sua parola dimostra quanto sia necessario comunque introdurre una educazione laica e scientifica all’affettività, alla sessualità e alla diversità”. Che non significa che lei sia anaffettiva o men che meno una madre incapace! Intendo semplicemente dire che nel nostro Paese è necessario un contraltare più laico e neutro su questioni ammantate di eccessivo moralismo e reticenza spesso di origine religiosa che a loro volta coprono questioni irrisolte da noi adulti, una su tutte il vero rispetto delle diversità individuali e sociali. Torno a scusarmi pubblicamente con lei se lo ha letto come un attacco personale al suo essere madre, in realtà è un problema che riguarda il 90% delle famiglie italiane, a cominciare dalla mia.
Per il resto, le faccio pacatamente notare che ognuno di noi prende posizione e lotta nella società perché ha un vissuto personale che lo rende sensibile a questo o quel tema piuttosto che ad altri; le comuni sensibilità si incontrano e danno luogo a movimenti sociali: accade da che mondo è mondo. Non sono dunque “problemi miei” ma “grandi questioni” che muovono “grandi passioni”. Come dimostrano ampiamente i suoi interventi.
P.S.: Non so se è potuta/voluta andare ieri sera all’incontro di Civitanova; se non lo ha fatto, si è persa un’ottima occasione di ascoltare tutt’altro punto di vista, espresso senza alcuna arroganza e con molta pacatezza.
Luca Perilli, non era questo il caso di scusarsi. Il mio non era un risentimento personale. Siamo nell’ambito di un discorso educativo generale dove parlare in prima persona è inevitabile, ma sempre a nome ed esperienza di figlio e/o genitore. L’emendamento che ha apportato ,mi dà in ogni caso l’ulteriore conferma della fallacia del suo impianto educativo , pensando che basti introdurre un’educazione più laica, più scientifica, meno stretta nel moralismo e nelle gabbie della fede , per produrre generazioni più libere e felici, e di conseguenza una società migliore alle precedenti. Niente di più illusorio, Perilli.
Lei ,in tutto questo,dimentica che s può impartire un’educazione laica , scientifica, ” neutrale” , materialistica quanto si vuole – i paesi dell’est sotto il comunismo insegnano- ma che l’uomo ha un bisogno insopprimibile di spiritualità, e la ricerca. Nessuno quindi, lo Stato ancora meno, può fermare questa sua ricerca interiore. C’è chi alla fine del suo percorso la trova nella fede cristiana e nell’adesione al cattolicesimo con l’osservanza ai suoi precetti; chi nel buddismo , chi in scientology, chi più semplicemente nella morale, nella capacità di distinguere il bene dal male, prerogativa dell’uomo e non dell’animale. Ed è la morale allora che detta le regole del proprio stile di vita. La morale è regola, non è altro. Non esiste società senza regole, né uomo non può vivere senza regole.
Omologare tutti alla propria visione del mondo, è l’esatto contrario di quel rispetto che si pretende. Rispetto, fra l’altro, da cui non discendono necessariamente dei diritti. Come quello alla genitorialità per una coppia omosessuale, se ” genitore” , almeno in taliano, esprime la qualità di poter generare. Dare vita a un essere della stessa specie. Altra cosa è essere creatori. Ma in questo caso la sfida è verso Dio, che è il solo Creatore di tutte le cose. Perfino Gesù è stato ” generato e non creato” per farsi figlio di DIo, e uomo. Ma non vorrei spingermi in concetti oltre la mia portata. Penso solo, e concludo, che il sentimento d’amore fra due persone dello stesso sesso non dia alcun diritto giuridico al soddisfacimento di un desiderio che ,anche per chi non credente, trova il suo limite oggettivo e invalicabile in madre natura.