“Dino non si tocca”, tifosi e giocatori convincono Pagliari: resta l’allenatore della Maceratese
Dino Pagliari
di Mauro Giustozzi
Una riflessione di 24 ore prima di conoscere se Dino Pagliari sarà ancora o meno l’allenatore della Maceratese. In una giornata grigia e piovosa un fulmine si abbatte sul club biancorosso quando, nel pomeriggio, il tecnico si presenta al campo sportivo dove è previsto l’allenamento della squadra in vista della gara di domenica contro l’Osimana. Ma non lo dirige, dopo pochi minuti riprende la sua auto e se ne va, con l’allenamento che viene svolto dal suo secondo.
Immediatamente le voci iniziano a circolare in città, con chi dice che l’allenatore se ne è andato dopo aver rotto con il club e chi invece che è stato sollevato dall’incarico dalla società. Anche perché i diretti interessati, Dino Pagliari e Alberto Crocioni, sono irreperibili telefonicamente per avere riscontro di quanto in realtà è avvenuto. Dalla società le uniche informazioni rarefatte che filtrano sono quelle che confermano che l’allenamento non è stato guidato da Dino Pagliari e che, nel momento in cui scriviamo, non ci sono le dimissioni del tecnico e neppure l’esonero da parte della società. Il che porta ad una evidente pausa di riflessione tra allenatore e società, con una decisione che sarà presa nelle prossime ore ma che sembra vedere allontanarsi Dino Pagliari dalla panchina biancorossa dove si era seduto lo scorso 19 ottobre.
Se questo fosse l’epilogo la società dovrebbe andare alla ricerca del terzo allenatore nel giro di pochi mesi, con il girone di andata non ancora concluso ed una finale regionale di Coppa Italia alle porte. Che potrebbe essere una soluzione interna costituita da Pieralvise Ruani in panchina, già sperimentata nel passaggio da Roberto Lattanzi a Dino Pagliari.
Cosa abbia incrinato il rapporto tra l’allenatore e la società sembra essere l’idea sul mercato di riparazione, necessario per allungare la rosa biancorossa e soprattutto per modificarla dopo una campagna acquisti estiva che ha mostrato tutti i propri limiti con la costruzione di una rosa zeppa di attaccanti, che fanno gol col contagocce, ma con pochissimi centrocampisti di qualità e anche difensori contati. Un rafforzamento inevitabile per rimettere in carreggiata un’annata deludente, per cercare di continuare il percorso in Coppa Italia e magari agganciare almeno il quinto posto che vale la zona playoff. L’intenzione del mister sarebbe stata quella di poter avere qualche elemento in più per far rifiatare chi gioca sempre, in difesa ed all’attacco non intervenendo però sul centrocampo. Di idea opposta la dirigenza che punterebbe a rifare il centrocampo con un paio di innesti oltre ad un difensore indispensabile dopo l’uscita di Moschetta. Conoscendo il carattere e la personalità di mister Dino Pagliari difficile trovare un’intesa tra queste visioni opposte. Di qui la rottura che potrebbe rivelarsi insanabile nelle prossime ore, dopo questa pausa di riflessione che le parti si sono prese. Per Dino Pagliari c’è un precedente da mister della Maceratese attorno alla metà degli anni Novanta quando, presidente Stefano Monachesi, il tecnico che allenava nel torneo di C2 fu esonerato ma poi successivamente richiamato in panchina per concludere il campionato.
Che necche!!!!!
Non occorre "cucire le bocche" per capire quale sia la verità ed il PROBLEMA principale!!!
si è dimenticato l'oca a casa
Per ballare serve la musica, musica vera. Non sempre le partite si vincono con un tiro su punizione, e gioire come se avessero vinto la champions.
E sono due, avanti un'altro.
Cedete la mano,e liberate Macerata.....non siete più nemmeno commentabili....
Senza lilleri non si lallera.
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Fategli fare il ponte sullo stretto e il presidente ci porta in seria A.
Secondo me la società deve accontentare sulle scelte di mercato del mister, e’ x questo motivo che PAGLIARI se n’è andato via, e la squadra con PAGLIARI era risalita un pochetto in classifica, CROCIONI ha “colpito” ancora e aveva detto all’inizio del campionato che rimaneva in silenzio invece rompe nuovamente, e’ uguale spizzicato alla TARDELLA, povera MACERATESE.