L’incontro a Roma
di Monia Orazi
Un aumento dell’8 per cento dei cantieri conclusi nella ricostruzione privata, un aumento del 5 per cento dei progetti approvati nei primi quattro mesi del mandato del commissario alla Ricostruzione, Guido Castelli, una ricostruzione pubblica che arranca, il cui 45 per cento delle opere deve essere ancora avviato, 30mila persone ancora fuori casa, 21mila progetti ancora da presentare: è questo il bilancio della ricostruzione tracciato questa mattina dal commissario.
Il senatore Guido Castelli
Alla presentazione del “Rapporto sulla ricostruzione del Centro Italia”, aggiornato ai primi quattro mesi dell’anno, presentato questa mattina a Roma presso la biblioteca Chigiana di Palazzo Chigi, hanno partecipato anche il sottosegretario al ministero dell’economia e delle finanze, Lucia Albano; i presidenti della Regione Abruzzo, Marco Marsilio; della Regione Marche, Francesco Acquaroli; della Regione Umbria, Donatella Tesei e l’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio, Manuela Rinaldi.
LA VISIONE DI CASTELLI – «La ricostruzione è una creatura viva, vi sono esternalità negative che la condizionano, come l’aumento prezzi, la concorrenza del 110 percento, i progetti del Pnrr che sollecitano molto le imprese incrementando la domanda di lavoro, per questo abbiamo dato strategicità alla ricostruzione, semplificando ulteriormente le norme, stabilizzando il personale, intervenendo sull’Iva che impediva la ricostruzione delle strutture ricettive, portando fino all’anno scolastico 2028/29 la possibilità di costituire classi in deroga ai numeri minimi nel cratere. Abbiamo introdotto anche un principio di programmazione nella ricostruzione pubblica, dove ci sono difficoltà, su 4 miliardi assegnati ci sono ancora il 45 per cento delle opere da avviare, quelle collaudate sono solo il 4 per cento». La sfida per il commissario è quella di intercettare i progetti che ancora mancano all’appello: «Per la ricostruzione privata attendiamo complessivamente 49mila richieste di contributo dalle quattro Regioni, ne sono state presentate 28mila, ne attendiamo ancora 21mila, è questa la sfida più difficile.
Nel primo quadrimestre del 2023 abbiamo evitato rallentamenti alla ricostruzione, si registra un incremento dei lavori, in particolare sul fronte della ricostruzione degli edifici privati – ha aggiunto Castelli – ma sappiamo che deve essere ancora avviata una quota rilevante delle progettazioni, soprattutto le più complesse, e che il divario da colmare per la ricostruzione pubblica è ampio».
Castelli ha indicato nei progetti del Pnrr una possibilità di rilancio economico per il cratere: «Un po’ di emergenza c’è, restano ancora 14mila nuclei familiari fuori casa, un totale di 30mila persone a cui dobbiamo consentire di rientrare nelle loro abitazioni, nella recente ordinanza ho detto ai progettisti di dare la priorità alle prime case. Va evitato che le case ricostruite restino vuote, per questo abbiamo messo in campo il piano viabilità con il governo da un miliardo e 200 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 200 milioni del piano complementare sisma. Gli stimoli economici verranno dai bandi del fondo complementare sisma Next Appennino per 615 milioni di euro, mentre le domande di contributo presentate sono state 1 miliardo e mezzo, per 1327 progetti approvati, che genereranno 400milioni di euro di investimenti».
LA POSIZIONE DI GOVERNO E REGIONE – Lucia Albano, sottosegretario al ministero economia e finanze ha sottolineato l’impegno del governo per le zone terremotate: «Fondamentale è stato il decreto che ha stabilizzato il 110 per cento nel cratere e la stabilizzazione del personale, sono stati due traguardi importanti. La ricostruzione pubblica è fondamentale per conservare i servizi strategici nei territori e garantire che siano ripopolati. Stiamo lavorando con il Demanio per accelerare sulla ricostruzione degli edifici pubblici. Con il governo Meloni il Centro Italia è finalmente tornato ad essere una questione centrale per l’Italia».
A rappresentare le Marche il governatore Francesco Acquaroli: «Siamo in una fase cruciale della ricostruzione, ci sono segnali positivi registrati sul territorio, ogni anno combattere per la stabilità delle classi scolastiche per la stabilizzazione del personale, non erano certi messaggi incoraggianti per chi vive in quelle zone. Ora è stata individuata una strategia per la ricostruzione, che garantisca la rinascita economica e sociale delle aree colpite. Il segnale è quello delle reti rosse, iniziamo a vedere sempre più cantieri pubblici e privati».
I NUMERI DEL CRATERE E DELLE MARCHE – Al 30 aprile sono 16.680 i decreti di contributo approvati dagli uffici speciali ricostruzione (incremento del 5 per cento rispetto a fine 2022), per una concessione complessiva di 6,037 miliardi di euro (+13 per cento rispetto alla fine del 2022), di cui 2,8 miliardi liquidati per l’avanzamento dei lavori, 9mila i cantieri conclusi (più 8 per cento su fine 2022). Relativamente alla ricostruzione pubblica, l’importo finanziato fino ad oggi è pari a 3,94 miliardi di euro che, tuttavia, dovrà essere aggiornato a causa del menzionato aumento dei prezzi e dei costi delle lavorazioni. Il totale dei lavori finanziati è pari a 3.215 e, di questi, 1.445 devono essere ancora avviati, 1.537 sono in corso e 233 sono conclusi. Infine, relativamente agli edifici di culto (sia pubblici che privati) danneggiati, quelli oggetto di programmazione ammontano a 1.261, per un importo complessivo di 764,8 milioni.
Per quanto riguarda la ricostruzione privata nelle Marche sono 15.930 le richieste di contributo presentate (incremento dell’1,6 per cento rispetto a dicembre 2022), di cui 10067 approvate (incremento del 6,3 per cento rispetto a fine 2022), per un totale di 4 miliardi e 188 milioni di euro di contributi concessi. I cantieri aperti sono 10067, quelli in cui i lavori sono definitivamente conclusi 5509, erano 5229 al 31 dicembre 2022, con un incremento del 5,3 per cento. Dall’aprile 2022 all’aprile 2023, le richieste di contributo nelle Marche sono salite del 27 per cento.
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…prima gli ITALIANI…
condivido!!! Primi italiani veri