Paolo Squadroni con i suoi tre capilista: Andrea Grosso, Mirella Franco e Alfredo Croceri
di Giovanni De Franceschi
«Noi all’inizio siamo stati presentati in un certo modo, ma è un’etichetta che ci sta stretta perché ci sono altri motivi per cui siamo scesi in campo: vogliamo riportare il cittadino-uomo al centro del progetto, fare quello che non è riuscito in tanti anni e cioè riavvicinare i cittadini all’amministrazione. Vogliamo un cittadino formato e informato che sia di supporto all’amministrazione, il nostro è un progetto di democrazia integrale». A parlare è Paolo Squadroni, ospite della sesta puntata della rubrica “10 domande”, rivolta ai candidati sindaci che si sfideranno il 12 giugno alle elezioni comunali di Civitanova. Dopo Silvia Squadroni, Vinicio Morgoni, Mirella Paglialunga e Maika Gabellieri (che nel frattempo si è ritirata), oggi Cronache Maceratesi intervista il medico candidato con tre civiche: Civiltà Nuova (capitanata da Andrea Grosso), Nova Urbs (guidata da Mirella Franco e Dimitri Papiri) e Lavoro e Libertà (capolista Alfredo Croceri).
Paolo Squadroni
Squadroni, perché è stato definito fin da subito il candidato dei no green pass? Tra l’altro adesso c’è anche un’altra candidata che punta forte su questo tema.
«Probabilmente perché ci siamo opposti alla narrativa del green pass che non è stata una mossa di tipo sanitario ma politico e ha creato notevoli ripercussioni negative. Non per questo noi ci proponiamo solo per questo tipo di narrazione, noi vogliamo e abbiamo in mente un progetto importante per città e vogliamo realizzarlo con i civitanovesi. Poi è chiaro che pensiamo che il green pass si stata una discriminazione nei confronti di certe categorie, perché perdere il posto lavoro e lo stipendio per un obbligo vaccinale va contro le libertà individuali e i diritti costituzionali. E’ uno scandalo che una persona venga additata solo perché non ha deciso non vaccinarsi, quando sappiamo che i trivaccinati hanno diffuso il virus allo stesso modo dei non vaccinati. Per questo riteniamo che il green pass sia stata veramente una misura antiscientifica, significa sostenere un dogma anziché ragioni scientifiche».
Da medico crede al vaccino anti Covid? E come mai è stato sospeso?
«Io sono stato sospeso perché dopo aver contratto il virus a febbraio 2021, avevo comunicato che secondo quando stabiliva la circolare ministeriale avevo la possibilità di differire la vaccinazione fino a 12 mesi. L’Ufficio igiene dell’Asur ha prima autorizzato il differimento, poi lo ha revocato, quindi sono stato sospeso. Sono tornato in servizio quando il 3 gennaio scorso dopo aver ricontratto la malattia il mese prima. Per quanto riguarda il vaccino in sé, dico che prima di dare dei vantaggi dovrebbe essere sicuro e attualmente da questo punto di vista ci sono dei limiti legati all’assenza di farmaci di vigilanza attiva e a un’informazione corretta. Le persone dovrebbero dare un consenso volontario, dovrebbero fare una scelta consapevole e non essere sottoposte ad un obbligo».
Qual è stato secondo lei il più grosso errore dell’amministrazione uscente, se c’è stato?
«Sicuramente la mancanza trasparenza nei confronti dei cittadini che ha determinato poi l’allontanamento dei civitanovesi dall’amministrazione stessa. Il fatto di non avere esposto in modo chiaro, di non aver condiviso e presentato una progettazione annuale e successivamente una verifica dello stesso programma è stato il peccato originale che poi ha condotto alla situazione che vediamo oggi. Poi c’è stata poca attenzione in particolare su certi temi: infrastrutture, ricettività, accessibilità, fruibilità della città. Il limite imposto a una realtà come Civitanova che essendo baricentrica è affiancata al mare e collegata all’ entroterra e che quindi può avere notevoli potenzialità turistiche, ha determinato una frattura e una mancanza fiducia nei confronti dell’amministrazione».
Paolo Squadroni con Mirella Franco e Dimitri Papiri
E del famoso video fuori onda cosa pensa?
«Noi come coalizione civica abbiamo in mente di parlare dei problemi di Civitanova non di strumentalizzarli. Anche se quel materiale fa venire ben più di un pensiero, ma ripeto non ci interessa la strumentalizzazione. Di problemi ce ne sono e vogliamo parlarne perché chiunque vincerà avrà l’obbligo di affrontarli, vogliamo alzare l’asticella perché ci sia consapevolezza di certe situazioni per affrontarle al meglio. Poi se qualcuno ha sbagliato ne risponderà nelle dovute sedi».
Qual è il primo problema della città che andrebbe affrontato?
«Ce ne sono diversi, anche perché le nostre tre anime coalizione parlano proprio dei problemi della città: umanizzazione dei servizi, lavoro e difesa lavoro stesso, sicurezza, sanità, ambiente, la necessità di un bilancio pulito e trasparente. Questi i temi a noi cari che poi intendiamo declinare in un programma di governo».
Voi avete parlato in più occasioni dell’istituzione di una moneta alternativa in città, ci può spiegare meglio?
«E’ una misura che potrebbe portare vantaggi nel momento in cui si verifichi una situazione di scarsa liquidità. Sappiamo delle difficoltà che certi Comuni hanno avuto nel far fronte a pagamenti o a implementazioni di progetti, quindi la moneta alternativa potrebbe far ripartire l’economia a livello locale».
Dal punto di vista urbanistico e di sviluppo invece quali sono le priorità per la città?
«Sicuramente quella di riequilibrare il rapporto tra aree verdi e centro abitato perché viviamo una situazione per cui i quartieri non hanno uno sfogo verde per i propri abitanti. In diverse zone non esistono punti di aggregazioni per giovani, anziani, per attività ludiche o culturali e questo sacrifica il cittadino. La persona deve essere al centro come perfetto connubio tra benessere fisico e spirituale. Poi sicuramente c’è bisogno di una proposta alternativa sul traffico che possa favorire i mezzi elettrici, le bici, con piste che colleghino tutti quartieri. Questo avrebbe un impatto notevole sulle emissioni e una ricaduta positiva sull’ambiente».
Un giudizio sulla campagna elettorale fino adesso?
«Vedo una tendenza alla personalizzazione della campagna politica, un’inclinazione agli attacchi personali piuttosto che allo sviluppo di temi cari alla città e questo non è un buon segnale. Si parla poco di programmi, noi vogliamo essere pro no contro, vogliamo essere propositivi. Non che non ci siano responsabili per certe situazioni ma a noi interessa il peccato non il peccatore. Una strumentalizzazione della campagna elettorale rischia di deformare la situazione presente».
Realisticamente qual è il vostro obiettivo?
«Sicuramente di entrare in Consiglio almeno con un uno o due consiglieri. Noi non esauriremo il nostro progetto con la campagna elettorale: vogliamo essere presenti e attivi, sia nel caso dovessimo vincere, sia nel caso dovessimo perderle e non avere neanche un consigliere. Vogliamo portare avanti i temi a noi cari, essere presenti e dare un contributo attivo a chiunque governerà la città».
In caso di ballottaggio senza di voi appoggerete qualcuno?
«Stiamo discutendo di questo aspetto ma non abbiamo ancora raggiunto una conclusione, vedremo più avanti se dare il nostro appoggio a qualcuno oppure no».
L’intervista è stata realizzata prima del confronto tra candidati sindaci di mercoledì sera (leggi l’articolo) dove Paolo Squadroni, alla domanda “perché dovrebbero votarla”, ha risposto: «Rubo una battuta di Al Pacino da Scarface. Perché ho solo due cose: la mia parola e le palle»
Paolo Squadroni, la rosa è completa: tre liste e 59 candidati consiglieri
Troppi pregiudizi e prese di posizione di sistema ,cmq vai avanti doc ,quando gli argomenti sn interessanti e sani si tende a dar fastidio.....Sveglia cittadini dormienti
Vai avanti e fregatene degli altri
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