«Contattata da conoscente dei Canullo:
ho segnalato agli uffici
ma qualcosa non ha funzionato»

MACERATA - L'assessore ai Servizi sociali Francesca D'Alessandro sulla tragedia di Borgo Santa Croce: «Questa vicenda è sconvolgente, perché si può morire dimenticati in una città di 42mila abitanti dove si conoscono più o meno tutti. Faremo un incontro pubblico per parlare di quanto accaduto. Da tempo lavoro per un progetto sulla zona grigia. I Servizi sociali devono uscire dagli uffici, ma abbiamo bisogno che ci vengano segnalate le situazioni di criticità»

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L’assessore Francesca D’Alessandro

 

di Gianluca Ginella

«Questa vicenda è stata sconvolgente e ci pone di fronte ad una domanda angosciante: si può morire in una città di 42mila abitanti, dove ci si conosce più o meno tutti, senza che nessuno se ne accorga?», così il vice sindaco e assessore ai Servizi sociali, Francesca D’Alessandro, sulla tragica fine di Eros e Alessandro Canullo e di Angela Maria Moretti trovati morti ieri mattina nella loro villetta di Borgo Santa Croce, a Macerata. Una intera famiglia morta, e sui motivi sono in corso le indagini. L’assessore spiega: «Faremo un incontro pubblico per chiamare la citta a interrogarsi su questo fatto così grave, perché non sia accaduto invano». D’Alessandro mesi fa aveva cercato di intervenire per aiutare questa famiglia: «Qualcosa non ha funzionato – dice oggi a Cronache Maceratesi – Ufficialmente non erano in carico ai servizi sociali, non hanno mai fatto richieste. Però una segnalazione è arrivata a me personalmente a fine maggio. Mi ha contattata direttamente una persona e ho prontamente segnalato agli uffici. A quel punto si è avviata la procedura con uno sportello che accoglie bisogni e necessità di qualsiasi natura. Ho allertato l’assistente sociale che si occupa di accogliere queste prime segnalazioni che ha contattato un famigliare, che vive lontano. Ora stiamo approfondendo tutto l’iter per capire cosa non ha funzionato».

Canullo_BorgoSantaCroce_FF-11-650x433Una vicenda che ha scosso l’assessore «parliamo di un intero nucleo famigliare che non è stato intercettato da nessuno, da quelle che sono le antenne del quotidiano e questo ci pone in grandissimo interrogativo. Questo episodio scuote la città, le coscienze e le istituzioni a rivede quelle che sono le azioni che si mettono in campo in ambito sociale. E va considerato che l’emergenza sanitaria -prosegue D’Alessandro – ha portato a evidenziare criticità sociali che ci costringono a rivedere l’impostazione dei servizi alle persone e dei servizi sociali. I servizi sociali devono uscire dagli uffici e andare tra la gente e al servizio della gente. Per uscire serve una direzione e una meta. Fondamentale conoscere queste situazioni di bisogno che spesso non emergono ufficialmente. Il Covid ha esasperato queste fragilità e spesso queste persone non sono in grado di chiedere aiuto. La rete, la sussidiarietà orizzontale di cui si parla è questa umanità che bisogna recuperare con azioni concrete. Tutti dobbiamo essere responsabili di chi ci sta vicino, segnalare situazioni difficili per metterci nelle condizioni di intervenire. A volte non c‘è la forza di chiedere aiuto».

Canullo_BorgoSantaCroce_FF-4-650x433L’assessore spiega che «stiamo lavorando ad un progetto sulla zona grigia, di coloro che stanno soffrendo perché vivono situazioni di solitudine e di indifferenza, mancata collocazione a livello sociale, per cui sfuggono». Il progetto «coinvolgerà l’Asur, il dipartimento dipendenze, il dipartimento igiene mentale e le associazioni. Intendiamo collaborare per creare una serie di antenne per captare questi bisogni, che sennò sono sommersi e rientrano in questa area grigia che non ci consente di essere operativi e di aiuto. È da un po’ di tempo che ci stiamo lavorando. Con il Covid dobbiamo più di sempre fare sinergia tra tutte le istituzioni, dobbiamo riattivare quella sensibilità umana che ci consente di recepire quali possono essere le fragilità di chi ci sta vicino». In questi mesi proprio le segnalazioni da parte di associazioni «ci hanno permesso di intervenire, in alcuni casi abbiamo assegnato dei tutori, in altri siamo intervenuti in abitazioni per ripristinare l’abitabilità. Quando c’è questa sinergia si può intervenire prontamente».

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