“Bella ciao” cantata da una ventina di persone, tra cui rappresentanti dei sindacati Cgil e Cisl con tanto di bandiere, Anpi, persone comuni. E uno striscione piazzato davanti alla sede comunale di viale Trieste che recita: «Non avete niente in Comune con i partigiani che hanno liberato Macerata».
Il discorso della vicesindaca Francesca D’Alessandro
E’ stata questa la risposta alla cerimonia organizzata dal Comune stamattina per celebrare il settantasettesimo anniversario della Liberazione di Macerata al monumento alla Resistenza. Una risposta pacifica e composta, arrivata sulle note della canzone simbolo della Resistenza dopo le polemiche dei giorni scorsi, dovute al fatto che il Comune ha vietato il tradizionale saluto dell’associazione dei partigiani. Assente, per motivi di salute, il sindaco Sandro Parcaroli, a rappresentare la città è stata la vicensindaca Francesca D’Alessandro. «Ricorre oggi – ha detto D’Alessandro – il 77° anniversario della Liberazione della città di Macerata dal nazifascismo. I partigiani del gruppo Bande Nicolò entrarono per primi nel territorio maceratese e issarono la loro bandiera sul Monumento ai Caduti. È il 30 giugno del 1944. Macerata è libera. Macerata può finalmente rinascere sui valori di libertà e di democrazia; quegli stessi valori che abbiamo il dovere non solo di ricordare ma certamente di tramandare alle giovani generazioni. Oggi dunque la città tutta si stringe in un sentito momento di unione e condivisione e, con la stessa tenacia e volontà con cui 77 anni fa ha trovato la forza di risollevarsi dalla drammaticità di quel momento storico, anche oggi ci auguriamo, ma soprattutto ci impegniamo, affinché possiamo sempre essere animati da sentimenti di collaborazione sincera per una società più giusta e più equa, all’insegna dei valori della libertà e della democrazia sanciti dalla nostra amata Costituzione».
I rappresentanti dei sindacati
Un intervento breve al quale ha fatto seguito il saluto del presidente del Consiglio comunale Francesco Luciani. Presenti anche il presidente della Provincia Antonio Pettinari, gli altri assessori della giunta, le autorità militari. Come da copione, nessun altro intervento previsto. Le ragioni? La volontà di rendere la celebrazione «istituzionale», come se l’Anpi non lo fosse, e quella di farla più breve e snella possibile, viste le temperature elevate e le precarie condizioni di salute del sindaco, che sarebbe dovuto uscire dall’ospedale ma che poi comunque non è riuscito a presenziare lo stesso. Queste le motivazioni che aveva addotto la vicesindaca D’Alessandro, ribadite anche oggi, che gli erano costate un mare di critiche. D’Alessandro e Luciani hanno anche provato a rispiegare la loro scelta al presidente provinciale dell’Anpi Lorenzo Marconi. Ma sindacati, Anpi e alcuni cittadini comuni stamattina, hanno deciso di esserci comunque, anche se “in silenzio”. Con le bandiere dei sindacati, dell’Anpi, dell’Italia e dell’Europa. Rispondendo al Comune semplicemente con la loro presenza e cantando la canzone della Resistenza. «La scelta con la quale l’amministrazione comunale ha, di fatto, escluso l’Anpi e l’Istituto Storico di Macerata dalla celebrazione della Liberazione della nostra città – ha commentato dopo la celebrazione Sinistra Italiana Macerata – rappresenta uno strappo istituzionale molto grave. Ed ancora più preoccupanti, se possibile, sono le motivazioni che la vicesindaca, per conto della Giunta, ha illustrato spiegando le ragioni di una decisione che ci trova totalmente in disaccordo. Spiace, quindi, che il Comune abbia fatto questo scelta ed invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio promosso dall’Anpi oggi pomeriggio alle 19 al Monumento dei Caduti».
(Redazione Cm)
(foto Fabio Falcioni)
Francesca D’Alessandro e Francesco Luciani a colloquio col presidente provinciale dell’Anpi Lorenzo Marconi
Gli assessori Laviano, Marchiori, Casetta e Renna
«Negare il saluto all’Anpi è un’operazione di revisionismo degna di Orban»
Povera Macerata...
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…non si rassegnano al fatto che, al di là di tante gesta sicuramente eroiche e da parte di tutti i gruppi partigiani, l’Italia non l’hanno “liberata” (mettiamola così) loro, ma tante altre forze “alleate”, che comunque avevano i loro scopi e le loro mire, come del resto ne avevano (e sappiamo bene quali) i partigiani comunisti. Finché canteranno “Bella ciao” in segno di protesta e di riconoscimento proprio, della loro parte, per quel che sostengono di aver fatto, non ci sarà mai vera libertà e fratellanza in Italia, né adesso, né mai. Liberi di farlo, comunque, oggi e da allora, anche se nello stato in cui loro “sognavano” di vivere e di esserne partecipi, questa libertà se la sarebbero proprio “sognata”, e forse neanche quello. gv
Senza discorso la cerimonia si sarebbe presentata ancora più snella e non avrebbe mostrato quella spudoratezza, arroganza e sfrontatezza che dovrebbero non dico far arrossire ma perlomeno vergognarsi di pensare.
Macerata, come il resto dell’Italia e dell’Europa occidentale, è stata “liberata” dagli alleati, le bande cosiddette partigiane sparacchiavano alle spalle le retrovie tedesche (ex alleati, non tutti lo sanno) in fuga provocando le atroci rappresaglie dei nazifascisti di cui è disseminata la penisola (le date sulle lapidi celebrative indicano con precisione i tempi della ritirata) La guerra è brutta e spesso non si ha possibilità di scegliere da che parte stare, forse sarebbe ora di ricordare piuttosto la concordia ritrovata con la quale i nostri padri e nonni, spesso ancora con le ferite letteralmente aperte hanno ricostruito il nostro paese portandolo ai vertici, per qualcuno ideoligizzato a prescindere, mi dispiace che non ha provato qualche decennio di Brigate Garibaldi, tribunali del popolo e magari partigiani “titini”
Quella frase dello striscione sembra studiata per loro.
Poteri provare a capire che una certa parate politica cerca di mantenere in vita una ideologia, o se volgiamo un pensiero politico continuato a ricorrere al folclore di una retorica oramai stantia e fuori tempo, NON capisco invece perché non dedicano lo stesso tempo e impegno dando il loro contributo per risolvere i problemi delle famiglie, dei giovani a cui la crisi economica perdurante sta negando un futuro dignitoso.
Staceteci convinti che avete liberato l’italia..
Ma perché non gliete a lu mare co so callo?
L’azione di “tappare la bocca” significa due cose:
– che temono le loro parole
– che pensano effettivamente di poter marginalizzare chi è testimone e garante di libertà.
Gravissimo.
Confido nella reazione fatta di iniziative dell’ANPI. Che riportino alla memoria di tutti perché, nella nostra storia, è stato necessario difendere la libertà.
In effetti due sole celebrazioni all’anno della Resistenza sembrano insufficienti, sarebbe opportuno istituirne altre quattro… ad agosto, ottobre, dicembre e febbraio… son così maieutiche le parole di Bella ciao… maieutiche e catartiche e soteriologiche e resilienti e accoglienti… però secondo alcuni studi clinici pure la chenotica Non te regghe più di Rino Gaetano avrebbe diritto a un suo spazio…
Macerata è stata liberata dagli Alleati e dai reparti italiani cobelligeranti : a Sforzacosta vi è una bellissima e grande lapide che ricorda e celebra i caduti della Nembo . Li’ si dovevano celebrare i ricordi. Invece no , ancora bandiere rosse ancora ” bella ciao ” , ancora divisioni ed odio. Ed allora sapere che c’è ? Viva il Barbarigo , il Valanga , il Fulmine ed il Saetta….
Il fascismo per fortuna non c’è più. Speriamo che prima o poi scompaiano anche i partigiani dell’Anpi….
C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones Girava il mondo veniva dagli Stati Uniti d’America Non era bello ma accanto a se aveva mille girls Cantava Help ……Cantava Viva la libertà Ma ricevette una lettera La sua chitarra mi regalò fu richiamato in America Stop coi RS Stop coi Beatles stop Adesso non canta più non suona la chitarra ma uno strumento che sempre dà la stessa nota ratatatan Non ha più amici non ha più girls ma vede la gente cadere giù Sul petto un cuore non ha ma due medaglie o tre Ratatatan Ratatatan Nel suo Paese non tornerà adesso che è morto nel Viet Nam Stop coi RS Stop coi Beatles stop!
Ritengo non sia certo questo il modo migliore per far star sereno il Sindaco nel suo letto di dolore. E poi a vedere le immagini di manifestazione e contromanifestazione viene quasi da sorridere tante sono le differenze che saltano all’occhio.
Davanti al monumento alla resistenza (parola scritta bella grande sul monumento in fotografia ma mai pronunciata) facce ingessate (in verità poche), distanziate per dare meglio l’idea della folla, molti presenti perché obbligati dal ruolo istituzionale, diversi in divisa.
Sulla scalinata del monumento ai caduti tanti volti sereni, età media bassa, tanti applausi. Mi potreste dire: vi piace vincere facile ma non ci doveva essere partita anche se a volerla è stata la frangia oltranzista della maggioranza con ciò procurando un dispiacere al Sindaco e perdendola clamorosamente. Macerata ha scelto questa amministrazione ma la scelta non è stato un plebiscito. Chi amministra in virtù della maggioranza ottenuta lo fa per la città non contro la parte politica perdente; giova ricordare che oggi il voto non è più ideologico e probabilmente la bagarre scatenata sul nulla per l’anniversario della liberazione di Macerata non è stato apprezzato, almeno da chi ne è venuto a conoscenza, nemmeno nelle fila della parte politica della maggioranza.
“Il problema delle menti chiuse è che hanno le bocche aperte!”.O.M.
Dopo 76 anni è davvero intollerabile assistere alla rivitalizzazione dell’odio politico portato da chi per oltre un cinquantennio oscuro’ ogni voce di dissenso destinando all’oblio decine di migliaia di famiglie alle quali fu negato persino pregare sulla tomba di un figlio , un padre , un marito , un fratello assassinati a guerra cessata…VERGOGNA ! Decine di parrtigiani rossi vennero condannati da Tribunali della Repubblica per gli orrendi delitti compiuti. Che si ricordi anche questo , nelle manifestazioni ufficiali. E non si dimentichi mai che fu guerra fratricida vinta dagli Angloamericani e NON dai partigiani. Particolare che dopo 76 anni ancora brucia. C’è bisogno di pacificazione e reciproco perdono. Eppure i nipotini di Stalin ancora non lo capiscono…DECIMA !
@Alberto Feliziani…la conosciamo bene la pacificazione dei nipotini della “Decima”…
@Gabriele Foresi…sagge parole, e pensi un po’, a fine manifestazione ho fatto salire mio figlio di tre anni e mezzo sul Suv della Polizia di Stato, e sono stati molto gentili dandogli la paletta e facendosi una foto insieme.
La gentilezza è la migliore arma possibile. Forse molti commentatori, fintamente neutrali, che tentano una distorsione della storia, forti dell’aria che tira, prima o poi lo capiranno. E anche quando morirà l’ultimo partigiano, le loro memorie resteranno.