Umberto Curi
di Giulia Mencarelli (Foto di Fabio Falcioni)
“Don Giovanni: dal nome proprio al nome comune” conclude la seconda settimana di aperitivi culturali. L’ospite, Umberto Curi, ha coinvolto il pubblico nel ricercare la vera identità del Don Giovanni. «Se con dongiovannismo intendiamo l’arte della seduzione, oggi, con il nostro ospite cercheremo una versione differente». Così, Cinzia Maroni, rappresentante dell’Associazione Sferisterio Cultura, presenta l’ultimo ospite di questa ricca settimana di aperitivi culturali. Professore emerito di Storia della Filosofia all’Università di Padova e docente all’Università “Vita e salute” San Raffaele di Milano, Umberto Curi, si occupa da anni del rapporto tra filosofia e narrazione, intesa sia come mythos che come opera cinematografica. Interessato, non a dare, ma piuttosto a ricevere una lezione dal pubblico, ci si rivolge chiedendo: «Qual è la vera identità del Don Giovanni?».
Come un tavolo tecnico, ha riportato un’iniziale panoramica delle diverse interpretazioni di cui il mito mozartiano è stato oggetto. Da Tirso de Molina che, con il suo spettacolo intitolato “L’ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra”, segna una delle prime apparizioni del Don Giovanni sui palcoscenici europei. Presentatosi con il nome fittizio di Don Giovanni Tenorio, alla richiesta «Ma chi sei mai?» dalla duchessa Isabella, egli risponderà: «Chi sono? Un uomo senza nome». Interventi e risposte scanditi dalle letture di Gabriela Lampa. Un altro tema, il filosofo, porta all’attenzione della platea, ovvero l’efficacia della legge del taglione. «Se la colpa deve essere l’equivalente della pena, ha senso la tragicità del Don Giovanni agli inferi?». Si è poi spiegato meglio, giustificando l’altra versione del Don Giovanni nell’opera di Molière, “Don Giovanni o Il convitato di pietra”. Nella versione del drammaturgo francese, il protagonista si presenta: «il mio miglior piacere è ingannare le donne, lasciandole senza onore». Sorrisi maliziosi, emersi soprattutto dalla platea femminile, hanno accompagnato l’analisi del mito mozartiano inteso come coatto del sesso e quindi seduttore a tutto tondo. Con parsimonia, Curi lo ha sentenziato come «l’incarnazione dell’anticristo». Da Tirso de Molina a Molière fino allo stesso Mozart, la professionalità dell’ospite non ha lasciato scampo, meritandosi un caloroso applauso. Come risultato finale, i presenti hanno condiviso la risposta al quesito lanciato all’inizio. Il «Ma chi sei mai?» della duchessa Isabella, sarà, ora destinatario di una sola risposta: «Chi son io, tu non saprai». Sponsor di questa giornata di aperitivi culturali, Il Quartino, accompagnato dalla Ribolla dei Colli Maceratesi, con la gentile concessione di Enzo Gironella. Occorrerà prenotarsi attraverso il sito dello Sferisterio al link: https://www.sferisterio.it/macerata-festival-off/aperitivi-culturali-2020 . Dal quale si accedere per la prenotazione: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-aperitivi-culturali-112682688956 .
Cinzia Maroni
Umberto Curi e Gabriela Lampa
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati