di Luca Patrassi
Cartellone ridotto (magari con una sola opera), distanziamento in platea, sul palco e per l’orchestra. Il sindaco Romano Carancini è determinato ad andare avanti con la stagione lirica 2020, pur nei tempi del coronavirus. Il Ministero dello Spettacolo non ha ancora ufficializzato quelle che saranno le linee guida per gli spettacoli all’aperto. Poche settimane fa l’associazione Sferisterio aveva annunciato l’intenzione di fare qualcosa ma che avrebbe aspettato la definizione del quadro anche economico. Pochi giorni fa in maggioranza il sindaco Carancini aveva assicurato ai suoi che ci sarebbe stato un passaggio politico prima di maturare decisioni. Ora il primo cittadino sembra aver tratto le proprie conclusioni, pur rimanendo nel vago quanto a definizione economica della stagione 2020 allo Sferisterio. Lo scontro, che finora era sembrato sospeso, sembra pronto a manifestarsi anche ufficialmente. Alcuni esponenti della maggioranza di centrosinistra avevano già chiesto una rivisitazione delle poste in bilancio per dare maggior margine di manovra e fondi ai servizi sociali e alle attività produttive per affrontare il dramma che molti stanno attraversando in questi mesi. Sul tema dei fondi alle famiglie e alle imprese poco o nulla – è l’obiezione – si è mosso se non gli annunci. Sul fronte delle attività culturali invece si rilancia, in presenza di un quadro economico che pure consiglierebbe grande prudenza. Nessuno è contrario alla stagione lirica, ma molti chiedono che l’edizione 2020 tenga conto del quadro economico globale. Insomma viene reputato insostenibile mandare in scena una stagione da 4-5 milioni di euro pur sapendo che tra biglietteria e sponsor è annunciata una minore entrata di un milione. Chi paga? I vertici dell’associazione Sferisterio non si sono espressi ufficialmente, il sindaco ha anticipato alcuni contenuti ma non quelli economici. Torna alta la tensione in maggioranza: da un lato c’è chi chiede un ridimensionamento delle attività culturali, anche extra lirica, e dall’altro si risponde con una mossa di anticipo. Da capire con quali numeri si farà fronte alla lirica 2020 per la quale lo Sferisterio ha annunciato scelte diverse da altri grandi teatri – chi si ferma, chi ricorre alle dirette online – pur di non perdere il passo. Per andare nel dettaglio, rispetto alle voci di entrata ricorrenti del bilancio, ci sono i 1,2 milioni di euro di incassi previsti: se i conti del distanziamento portano a una capienza massima di 5/600 posti in Arena, contro i 2.300 abituali, si andrebbe a perdere il 75% dell’incasso. Novecentomila euro solo di biglietteria. Poi c’è la voce degli sponsor, difficile fare previsioni ma pure difficile appare mantenersi sul livello delle entrate in bilancio. Poi ci sono i contributi, da verificare, del Ministero e della Regione. Se si fa una stagione lirica per dare il lavoro ai 4/500 lavoratori stagionali, appare ovvio che quella spesa resta invariata, come appare difficile da tagliare la spesa per coro e orchestra. Si taglia sugli allestimenti scenici e sui cantanti? Facile a dirsi, più complicato a farsi. Sferisterio 2020, un altro fronte caldo si apre sulla maggioranza. Sembra di tornare ai primi anni del festival, quando ci si divideva sull’opportunità di spendere per la lirica invece che per gli asili. Adesso il problema è un po’ diverso, riguarda migliaia di maceratesi in difficoltà e dunque ci vorrebbe chiarezza. Cifre, non annunci.
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E’ meglio che x quest’anno non l’ha faccia la stagione lirica, xche’ e’ molto pericoloso fare, e’ meglio che il nostro sindaco stia zitto xche’ ogni volta che parla le spara.
Il nostro sindaco non capisce che x quest’anno quasi tutto è stato rimandato a causa del COVID-19.
Certamente ci sono problemi per allestire anche una sola opera. Per evitare che la stagione lirica si interrompa, proporrei allo sferisterio di proiettare le video cassette delle opere più importanti con cantanti che hanno fatto la storia del bel canto.
Ogni sera si potrebbe proiettare un opera con ingresso a prezzi contenuti per circa 1000 persone (2300 è la capienza abituale) per dar modo a tutta la cittadinanza di partecipare e conoscere la lirica specie per i più giovani. L’incasso tolte le spese, potrebbe essere devoluto ai residenti più bisognosi.
Si potrebbe alternare la lirica, con la proiezione di film (vista la necessità anche per questo settore) come si faceva negli anni 50/60. Dato che la prossima stagione estiva, si prevede molto….casalinga, avremmo modo di vivere la nostra Macerata.
Abolire i biglietti omaggio, che oltretutto vengono dati a chi non versa certo in ristrettezze economiche, un po’ aiuterebbe.
Se riaprono le chiese o le fabbriche sì possono riaprire tranquillamente teatri e arene sempre che le condizioni a difesa della salute siano rispettate.L’Arte non è solo un deterrente all’ignoranza ma anche fonte di reddito,da valutare in questo caso se il gioco vale la candela!