Camerino, spumante dopo la maturità
«Sarebbe stato bello passare
l’ultimo anno con i compagni» (Video)

ESAMI - Al "Varano" i ragazzi stanno sostenendo la prova orale a scaglioni, come imposto dalle norme anti Covid. Gioia per aver terminato e amarezza per quest'anno anomalo. Ecco i commenti all'uscita

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Le interviste agli studenti dopo l'esame di maturità

 

di Monia Orazi

Un brindisi di festa segna l’uscita dagli esami dell’ultimo alunno del classico di Camerino: il camerte Leonardo Liberati che esce sorridente in giacca, dopo che gli ultimi professori della commissione scendono dalle scale in ferro della scuola, l’istituto Costanza Varano, che accoglie tutti i licei della città, insieme all’istituto tecnico economico Antinori e per geometri.

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Gli amici accolgono Leonardo Liberati con lo spumante all’uscita da scuola

Fuori ad attendere il neo diplomato oltre alla mamma emozionata, ci sono tutti i compagni di classe: «Leonardo, togliti la giacca! Grande!» e così gli passano la bottiglia di spumante e si festeggia tutti insieme, quasi come una laurea, la fine non solo di un esame, ma anche di un intero ciclo scolastico che li proietterà verso la vita adulta. I mesi difficili chiusi in casa a causa del Covid 19 sono ormai un ricordo, l’unico segno che resta sono le mascherine in volto e questo esame blindato, in cui si entra al massimo in due, chi sostiene la prova ed un accompagnatore. Il giovane Leonardo racconta a caldo: «L’orale è andato bene, l’esame è stata un’esperienza bella, la paura c’è sempre, soprattutto nell’attesa, prima di iniziare. E’ finito tutto per fortuna, sono stato festeggiato subito dai compagni, ora mi riposo, festeggio con calma non studio più niente. Non mi è piaciuto non vedere i compagni per mesi, l’ultimo anno è bello da passare insieme». Per sostituire la festa dei cento giorni, l’atmosfera spensierata dell’ultima gita scolastica prima che le superiori finiscano, le attese in corridoio a origliare le domande degli altri, che quest’anno non sono state possibili, i tredici ragazze e ragazzi del classico si concederanno una festa di fine esame tutti insieme, domani sera, a casa di uno di loro.

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Sofia Aringoli

Ad attendere Leonardo c’è anche Sofia Aringoli, che a settembre vorrebbe fare Giurisprudenza a Firenze, camerte doc: «E’ stato un esame particolare, nel complesso sono soddisfatta del lavoro svolto, il tema del mio elaborato è stato il “carpe diem”, in greco e latino. Le lezioni a distanza sono state un periodo formativo per tutti, mi è mancato il rapporto con i professori ed i compagni che avevamo a scuola, siamo stati giudicati solo con una prova orale, ma tenendo conto del momento che stiamo vivendo, è stata la cosa più giusta da fare». All’interno del cortile della scuola, con il gorgoglio della fontana a scandire il tempo, escono due ragazzi dello Scientifico, entrambi residenti a Castelraimondo. A fare l’esame dalle 11 in poi è stato Lorenzo Nardini, aspirante ingegnere che vorrebbe andare a studiare al Politecnico di Milano: «L’orale è andato abbastanza bene, molta la tensione all’inizio, ma con il passare dei minuti ho acquistato tranquillità per parlare, c’è velocità, quando sei dentro non ti rendi conto che è già finito. Avrei preferito sia gli scritti che l’orale, ho realizzato l’elaborato in fisica, sull’ipotesi di Plank. Mi è mancato il contatto con i compagni, la videochiamata non è il massimo, sono stati mesi forzati a casa non potevamo vederci nemmeno fuori».

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Da sinistra: Paolo Valeriani e Lorenzo Nardini

Il suo accompagnatore è il compagno di classe Paolo Valeriani, per lui l’orale ci sarà lunedì prossimo: «Sto vivendo abbastanza bene la situazione, non vedo l’ora di fare l’esame, è un’esperienza che va vissuta. La didattica a distanza è stato un periodo difficile, ma si deve andare avanti e seguire i propri percorsi». Finita la giornata escono i docenti, tra loro Fabiola Cecchetti, docente di lingua francese al Classico di Camerino: «Questo esame è stato un palliativo per far chiudere questo quinquennio, non ha lo stesso rigore delle tre prove tradizionali, abbiamo cercato di renderlo tale il più possibile. I ragazzi forse l’hanno presa maggiormente sottogamba, anche se ora non sembra. Siamo consapevoli dei limiti di questo esame, la colpa non è di nessuno, il Ministero deve sapere che la scuola è soprattutto contatto umano, quindi vorrei che a settembre si ricominciasse in presenza sin da subito. Non si può credere che la tecnologia possa sostituire il professore. In tutto questo periodo si è parlato giustamente di salute ed economia, la scuola è stata dimenticata, si deve investire maggiormente nella formazione».

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La professoressa Fabiola Cecchetti

 

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