di Giuseppe Bommarito
La vicenda del travagliato concorso per 13 dirigenti da assumere alla Regione Marche si trascina ormai dal 2013, quando la Regione stessa, regnante ancora Gian Mario Spacca, dopo una precedente falsa partenza (la stabilizzazione degli stessi per una sorta di grazia ricevuta), bandì un concorso da subito chiacchieratissimo e comunque già all’epoca contestato sotto molteplici profili.
La notizia di questi giorni, a riprova della fondatezza dei molti dubbi già allora sollevati, è che il Tar Marche il 21 marzo scorso ha dichiarato illegittimo il bando e la conseguente procedura concorsuale, rivelatasi pertanto farlocca a seguito di diversi aspetti di evidente criticità, di fatto travolgendo 12 delle 13 posizioni dirigenziali che nel frattempo avevano preso posto e funzioni nell’organico dell’Ente. Tale notizia sarebbe clamorosa in sé, ma siccome non c’è mai fine al peggio, la Regione Marche, nella persona dell’assessore al personale Fabrizio Cesetti, sta dando a più riprese alla vicenda un seguito che definire surreale è poco. Di fronte ad una sentenza del Tar immediatamente esecutiva, l’assessore Cesetti si sta infatti rifiutando di sospendere i 12 dirigenti che la sentenza ha fatto saltare, accampando motivazioni francamente inaccettabili, che non ci si aspetterebbe di ascoltare da uno dei più autorevoli rappresentanti istituzionali a livello regionale, peraltro nella vita privata ottimo ed esperto avvocato, e comunque insostenibili da un punto di vista sia logico che giuridico.
In sintesi, la morale della favola raccontata dall’assessore è grave assai, e da essa traspare tutta l’affanno di una Giunta che, sebbene abbia sino ad oggi molto deluso inanellando una serie consistente di insuccessi politici e amministrativi (la gestione del terremoto pesa da sola come un enorme macigno, ma si potrebbero ricordare, a mero titolo di esempio, la politica sanitaria e delle chiusure ospedaliere, tutte a vantaggio dei territori anconetani e pesaresi, e, per la sua valenza anche emblematica in termini di protervia, il lauto incarico di consulenza ulteriormente rinnovato alla cosiddetta super esperta in materia economica Sara Giannini): la Regione Marche, ente pubblico che, si presume, debba fare gli interessi della comunità operando nel rispetto della legge, si rifiuta di ottemperare ad una sentenza immediatamente esecutiva di un organo giurisdizionale, arrogandosi scorrettamente il diritto di continuare ad operare al di sopra e al di fuori della legge.
Un comportamento impregnato di testardaggine che ricorda da vicino quello tenuto dalla Giunta Spacca sulla vicenda del biogas speculativo, comunque anch’esso potenzialmente foriero di ulteriori danni a scapito della comunità marchigiana.
Ma veniamo alle sorprendenti dichiarazione dell’assessore Fabrizio Cesetti, rilasciate alla stampa subito l’uscita della sentenza del Tar Marche. Va qui ricordato che in un primo momento, a caldo, Cesetti ebbe a dire, quasi a mo’ di discolpa, che questo bando di concorso, quello dichiarato illegittimo dai giudici amministrativi, lo aveva voluto la precedente amministrazione regionale targata Fabriano, non quella Ceriscioli: affermazione solo parzialmente esatta, perché se è vero che la paternità di questo obbrobrio spetta alla Giunta Spacca, è anche vero che il presidente Ceriscioli, quando si insediò, dapprima sospese la procedura per poi, però, contraddittoriamente accelerarne l’iter, mettendola in mano all’ex segretario generale Fabrizio Costa, il quale annullò la nomina della commissione d’esame e ne insediò una nuova di zecca, composta per la maggior parte da soggetti che, come lui, provenivano da Roma, se non addirittura (è il caso del presidente Del Bufalo) dallo stesso ministero di sua provenienza, il Ministero Economia e Finanze.
Successivamente, nell’evidente tentativo di mettere in qualche modo una pezza alla incresciosa vicenda (dare seguito alla sentenza del Tar significava sospendere i 12 dirigenti che, ricordiamolo, hanno una retribuzione che viaggia dai 90 ai 115mila euro a testa l’anno ognuno), Cesetti ha dichiarato che, come un buon padre di famiglia e per far stare “tranquilla” la popolazione marchigiana, siccome i 12 dirigenti bocciati dal Tar ricoprivano anche ruoli chiave nell’amministrazione, li avrebbe mantenuti al loro posto per senso di responsabilità, cosicchè l’efficientissima, si fa per dire, macchina amministrativa della Regione non avrebbe risentito di questo sgradevole incidente di percorso.
In realtà, la prudenza e l’assennatezza, virtù tipiche del buon padre di famiglia, avrebbero dovuto consigliare, di fronte ad una sentenza immediatamente esecutiva, non di continuare ad erogare stipendi da dirigente a chi allo stato attuale dirigente non è, ma di mettere da parte i 12 dirigenti sub judice, di affidare ad interim le loro funzioni ad altri nel pieno delle loro funzioni e mettere così l’ente al riparo da ulteriori possibili danni, che si possono riassumere in una possibile invalidità degli atti dei dirigenti in questione (con il rischio di un vuoto amministrativo abnorme e con conseguenti ricadute pratiche pesantissime, specie in settori chiave come la Protezione civile, dove il dirigente David Piccinini, coinvolto nella sentenza del TAR, sta continuando a firmare decreti da milioni e milioni di euro su questioni che riguardano la ricostruzione post terremoto) ed in un possibile danno erariale a carico della Regione (cioè della collettività), caratterizzato da dolo o colpa grave.
Ma Cesetti, sorvolando su tali questioni di non poco conto, per giustificare le proprie decisioni ha dapprima ostentato con sicurezza un misterioso e risolutivo “piano B”, che tuttavia (alla faccia dei principi di trasparenza ai quali un ente pubblico deve sempre e comunque attenersi) non poteva essere reso noto per motivi di strategia processuale.
In seguito, rispondendo a talune interrogazioni delle forze di opposizione (segnatamente la Lega Nord e il M5S) sui motivi della mancata ottemperanza della Regione alla sentenza del Tar e sui rischi connessi per l’ente pubblico (la nullità degli atti ed il danno erariale), l’assessore Cesetti è arrivato a sostenere che la sentenza del Tar non travolgerebbe direttamente i contratti dei dirigenti , ma “solo” il bando con cui essi erano stati arruolati, essendo necessaria a suo dire, per far venir meno il rapporto contrattuale dei dirigenti, una ulteriore pronuncia, questa volta di un giudice civile. Il che significa trascurare il fatto che se un bando di concorso è dichiarato illegittimo, tale illegittimità non può non riflettersi anche sugli atti e sui fatti conseguenti, in primis sull’assunzione dei 12 dirigenti in questione, avvenuta proprio all’esito del famigerato “concorsone”. E, di conseguenza, considerare del tutto irrilevante una sentenza del Tar sulla posizione dei 12 dirigenti e sul concorso svolto significa pure che in via di fatto la Regione si ritiene libera di mantenere in servizio chi vuole, fregandosene bellamente della magistratura amministrativa e delle procedure concorsuali dichiarate illegittime.
Per finire, l’assessore Cesetti, che pure è una persona oculata e preparata, ha affermato che, certo, “le sentenze si rispettano (???)”, ma che, al di là del piano B tuttora non disvelato (e forse accantonato, oppure semplicemente mai esistito), la via maestra per risolvere questo enorme problema è il ricorso in appello al Consiglio di Stato, dove l’ente, affidatosi per l’incombente all’avvocato Vito Iorio di Roma, è “sicuro di vincere” e quindi di risolvere tutta l’aggrovigliata matassa che si è venuta a creare (eppure Fabrizio Cesetti, in quanto avvocato, dovrebbe sapere bene che nessuno, ma proprio nessuno, può essere sicuro dell’esito di un appello, che comunque parte già in salita, cioè da una prima sentenza sfavorevole).
Che dire, allora? Forse, e nella migliore delle ipotesi, si ostenta sicurezza per tirare a campare, anche perché se i 12 dirigenti travolti dalla sentenza del Tar dovessero essere oggi (o anche all’esito dell’appello, se infausto) mandati a casa, essi pure a questo punto avrebbero il diritto di chiedere, e probabilmente ottenere, risarcimenti molto consistenti alla Regione, cioè ancora una volta alla collettività marchigiana.
Un’ultima considerazione per rinfrescare la memoria all’assessore Cesetti. Lo stesso infatti, tra le altre cose, ha anche dichiarato che è stata proprio la Corte dei Conti a esortare la Regione a fare il concorso per reclutare i dirigenti. Ciò è vero, ma Cesetti ha dimenticato che tale esortazione vi era stata nel momento storico in cui Palazzo Raffaello aveva tentato, con una leggina ad hoc risalente al 2012 e poi duramente stoppata dalla Corte Costituzionale (la falsa partenza sopra menzionata), di stabilizzare addirittura senza concorso ben 13 dirigenti “precari”. Ed ha altresì dimenticato che la stessa Corte dei Conti, dopo l’emanazione del bando bocciato nei giorni scorsi dal Tar, e precisamente nella fase di verifica del bilancio del 2015, aveva espresso criticità pesanti sullo stesso, adombrando sin da allora seri “profili di illegittimità”.
Mah, sarà interessante vedere la sorte dell’appello preannunziato dalla Regione, che, a quanto se ne sa, è ancora in itinere. Tuttavia, se l’esito dello stesso, contrariamente alle certezze ostentate dalla Regione, fosse negativo, a quel punto, finalmente, sarà lecito attendersi un atto di correttezza istituzionale (in realtà già dovuto) consistente nella rimozione dei dirigenti che l’ente regionale ha colposamente nominato e poi non rimosso? Oppure pervicacemente si proseguirà ancora nel mancato rispetto delle sentenze dei giudici amministrativi, calpestando ogni e qualsiasi regola?
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Riconoscendo la dirigenza per diritto divino tutto sarebbe molto più semplice.
Grazie Avvocato Bommarito per i suoi articoli che ci regalano uno sconfortante scenario in questo caso sul paradiso di alcuni amministratori che definire privilegiati è poco. Continui così e grazie ancora
Bel riassunto avvocato Bommarito. Anzi, alcune note sull’intera vicenda non le conoscevo. Di Ceriscioli, ne ho sempre dette peste e corna, del resto, non mi sembra che ci siano da fare obiezioni al merito. La vicenda sulla chiusura degli ospedali e l’impoverimento generale della sanità del Maceratese e anche del Fermano parlano da soli. Va bene che in quest’ultimo stanno costruendo il super megalattico ospedale baricentrico, multifunzionale e su cui alla fine ci sarà sicuramente da scrivere moltissimo, del resto come sempre quando si incrociano privato e pubblico, specialmente pubblico. A proposito, lo stanno costruendo? Comunque appena troveremo il baricentro ( ci sono operazioni geometriche per trovarlo sui piani ), ma questo com’è che è così complesso? Ma quante funzioni ha, che nulla hanno a che fare con la geometria ma piuttosto con calcoli che di matematico non hanno niente, ma di politico tanto? Comunque si fa per dire, mollo subito l’argomento, é fantascientifico e non capisco perché nell’attesa di costruirlo, già si chiudono ospedali e qualcuno viene depotenziato in attesa di trasferire il tutto “ nell’isola che non c’è”. Ceriscioli non si sente certamente solo al governo della Regione, sento parlare di altro elemento fortemente sulla stessa ” linea politica ” che sembra andare tanto di moda negli ambienti politici nostrani. Due termini usati da Lei, avvocato nella stesura del racconto la stigmatizzano perfettamente: Protervia servita Pervicacemente”.
Volevo dire tante cose…..ma siccome sono troppe, ho deciso di non dirne nessuna!
Ammesso che tutto sia rispondente a come con precisione e da diverse puntate lo descrive Bommarito, il quadro che viene disegnato sarebbe così inquietante che è difficile capire come mai chi da Ancona ci governa e chi alla Presidenza della Repubblica (?) controlla le Regioni, vi sia questa impopolare protervia nel primo caso e silenzioso menefreghismo nel secondo.
Sarebbe anche da chiedersi come mai le forze politiche di opposizione, in ordine a questa serie senza fine di presunte gravi irregolarità (concorsi, centrali biogas, ecc.), non chiedano a gran voce il commissariamento dell’Ente!
Sarebbe certamente un bel risparmio per le tasche di noi marchigiani…
Una (l’ennesima) commissione di inchiesta?
Se un cittadino normale si comportasse così, che cosa gli accadrebbe? Quando sento e leggo certe cose mi sembra di sognare e allora mi prendo a pizzichi per capire se sono ancora umana o marziana. Credo che non debba essere l’avv.to Bommarito a farci conoscere certe storie ma le istituzioni politiche e giudiziarie. Credo che questo non sia un buon esempio per i cittadini onesti che rispettano le sentenze anche quando sono ingiuste e amare. E non è un bell’esempio per tutta la società civile, quella civile sul serio che non si trincera dietro l’arroganza politica.
@ Giorgi,Brutti,Micucci,Sileoni, Menchi, Torquati, Bommarito ecc.
Ho letto stamattina la vicenda dell’abrogazione del comma 2 dell’articolo del codice degli appalti, quello nuovo, così riportata:
All’articolo 211 del decreto legislativo del 18 aprile 2016, n. 50, sono apportate le seguenti modificazioni:
al comma 1, primo periodo, dopo le parole “esprime parere” sono inserite le seguenti: “previo contraddittorio”
il comma 2 è abrogato.
Il comma due prevedeva l’intervento immediato dell’anticorruzione nei casi evidenti di grossi illeciti, visti i tempi più lunghi che di solito occorrono per gli interventi della magistratura. Già qui, qualcosa da dire ce l’avrei, ma non posso pregiudicare tutto l’impegno profuso finora e che continuerò a proferire fino in fondo per non essere messo in moderazione e li lasciato, solo e dimenticato da tutti. Nessuno sa, chi sia stato a manomettere l’articolo cancellandone il comma. Una mano sconosciuta, sbucata tra un tè e un pasticcino che approfittando di un momento di relax ha depennato il comma e l’intero pacchetto è stato poi, tranquillamente firmato anche dal Presidente della Repubblica come in genere farà con tutto quello che c’è da firmare, dai decreti, alle leggi, alle note della spesa, all’acquisto delle nuove criniere di cavallo per gli elmi dei corazzieri e non starà sempre lì a controllare o a fare i conti della serva. E’ pur sempre un Presidente della Repubblica e deve dare fiducia anche dei suoi ministri che dovrebbero sapere che cosa stanno facendo quando appostano una firma. Però qui è successa una cosa che non essendo io membro né del Governo, né del Parlamento e di nessun’altra forza che non sia quella del semplice cittadino a cui un sindaco qualsiasi di una qualsiasi cittadina di un qualsiasi mondo ( Civitanova , Corvatta, Terra ), possono toglierti il lavoro, la casa e farsi fotografare non un giorno sì e l’altro pure, ma ad ogni ora del giorno con il pubblicarsi di nuovi articoli giornalistici che ci raccontano in continuazione come passano non solo le ore ma anche i minuti. Non compaiono foto di particolari momenti per difendere la loro privacìa. Comunque sia, adesso il patrizio Gentiloni appena torna rimette a posto tutto, chiederà qualche chiarimento, si faranno una sbellicata risata e poi tutti a cena in quel ristorante dove spesso Lupi diceva di recarsi e che ha la singolarità che tutto quello che ordini costa venticinque euro. Due bucatini a la matriciana: 25 euro, una pasta cacio e pepe: 25 euro,( se volete cimentarvi con questo piatto per tutta la famiglia, con due euro vi ci abbottate, però mi raccomando il cacio deve essere rigorosamente pecorino romano e vi servirà anche un po’ d’acqua di cottura), due scaloppine alla romana: 25 euro, una bella coda alla vaccinara: 25 euro. Questa sì, che si chiama stabilità, non quella dei nostri governi. Concludo, ho scritto tutto questo perché la vicenda dei signori condannati “alla dirigenza a vita” e quest’altro episodio che definirei come qualcosa di indigesto che “ si è bloccato proprio qui “ o una specie di grazioso pugno nell’occhio, mi sembra che qualcosa in comune lo hanno. Anche se quest’ultimo può apparire più sconcertante, inaudito, simpaticamente divertente grazie al buffone di turno o uno scherzo goliardico tra amiconi che dovrebbero parlare come i personaggi dei fumetti, con la nuvoletta dove tutti possano leggere non quello che dicono, ma quello che pensano, allora si che ci sarebbe da divertirsi anche per noi che stiamo sempre a chiederci: “ Ma questi signori che ci rappresentano perché li abbiamo votati ( non è assolutamente vero ) però al parlamento ci sono arrivati quindi sono lì in rappresentanza di qualcuno perché tempo fa bastava mettere una X su un foglio e miracolosamente da quella semplice X, incognita o croce zoppicante o qualsiasi altra cosa possa rappresentare, sono miracolosamente uscite tutte quelle personalità che lavorano per noi, ma che ci lasciano qualche dubbio se veramente , allora e adesso è da costoro che vogliamo essere seguiti e accompagnati verso la via che conduce a casa di Fantozzi.
Ma infatti, Micucci, tutte le immaginette votive di San Cantone lacrimano da tre giorni per via della cantonata presa dal Governo. Fortunatamente si sono già manifestate le migliori intenzioni di rimediare al più presto, non appena la svista avrà finito di far comodo a qualcuno.