Parksì, primo round in Consiglio:
Carancini s’infuria per l’esposto 5 Stelle

MACERATA - Scintille in assise tra il sindaco ("siete degli sciacalli") e il consigliere Cherubini ("sei un intimidatore"). Lunga discussione che apre la tre giorni durante la quale i consiglieri saranno chiamati a votare per l'acquisizione del parcheggio di via Mugnoz. Tra gli interventi contrari anche Bruno Mandrelli (Pd) oltre a Marchiori, Mosca, Tardella. Difendono il progetto Tacconi, Valentini e il capogruppo democrat Del Gobbo

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Il sindaco Romano Carancini durante Il Consiglio di oggi pomeriggio

Il sindaco Romano Carancini durante Il Consiglio di oggi pomeriggio

 

Roberto Cherubini

Roberto Cherubini

 

di Federica Nardi

(foto Lucrezia Benfatto)

Parksì, la decisione in Consiglio comunale slitta a domani. Le tre ore e mezza di discussione nella sala consiliare della Provincia (quella comunale è stata dichiarata inagibile) si sono aperte con l’aspro confronto tra il sindaco Romano Carancini e il consigliere Cherubini del M5S a causa dell’esposto presentato questa mattina dal Movimento. Tra una guerra di cifre sul valore del Parksì, degli ammortamenti e manutenzioni e con il fantasma mai tramontato di un parcheggio a Rampa Zara c’è anche chi, come i consiglieri Udc, dice basta a indugi decennali pur non essendo pienamente convinto.

L’ESPOSTO – Accertare eventuali responsabilità di sindaco, assessori e consiglieri comunali che voteranno la delibera sul Park Sì e la congruità delle stime dell’operazione. A chiederlo è il Movimento 5 Stelle di Macerata che con un esposto si rivolge a Corte dei Conti, Procura, Garante della concorrenza e Anticorruzione (leggi l’articolo). Nella segnalazione, i grillini ripercorrono la storia della struttura a partire dagli anni ’80 per arrivare ai giorni nostri. In particolare, richiamando anche la legge sugli enti locali, puntano il dito sull’inquadramento (“transazione con la Saba per prevenire azioni di rivalsa”), sull’assunzione dei dipendenti, ritenuta non legittima, sulla mancata applicazione dell’articolo del contratto che prevede lo scioglimento per giusta causa.

Andrea Marchiori

Andrea Marchiori

IL DUELLO – Carancini si è subito scagliato contro i pentastellati (assente il capogruppo Carla Messi), definendo l’esposto «un atto intimidatorio, siete sciacalli che condizionano la libertà di espressione di chi viene in Consiglio comunale. Questa assise invece è matura per una scelta, sapendo che si può votare sì o no senza la preoccupazione di non poter esprimere un indirizzo anche analitico». Anche se, poco prima, mentre le questioni pregiudiziali e sospensive poste da Andrea Marchiori (FI) per riportare la delibera in Giunta non passavano la prova del voto, lo stesso sindaco si è espresso sulla possibilità che «se la delibera non venisse approvata – ha detto Carancini – è evidente che la messa a disposizione di Saba di argomenti tecnici o motivazionali potrebbero compromettere o indebolire la posizione dell’amministrazione». Non si è fatta attendere la replica di Cherubini: «Lei, sindaco, è un maleducato e un intimidatore. La parte secretata del parere dice che siete clamorosamente inadempienti nei confronti della Saba, che potrebbe pretendere 4 milioni di euro. Due mesi fa abbiamo presentato un esposto alla Corte dei conti perché la Saba doveva stipulare una polizza fidejussoria che ci garantiva anche sulle manutenzioni del parcheggio ma il documento ancora manca. Inoltre l’avvocato Lucchetti nel parere dice che la risoluzione può essere solo consensuale. Che ne pensa quindi la Saba? Lei sindaco ha detto che non sapeva se la Saba avesse accettato, nella delibera invece si legge che Saba ha proposto questa cifra. Per questo possiamo chiedere chiarimenti solo alla Procura».

Maurizio Mosca

Maurizio Mosca

LA DISCUSSIONE – Il sì, in ogni caso, parte da presupposti che il sindaco chiarisce immediatamente. Sono «sistema pubblico, coerenza rispetto al passato, non consumo del suolo e la strategicità del posto». Perché «la delibera di oggi – spiega Carancini – segue un percorso iniziato nel 2014 ed è il simbolo della ricerca di una qualità della città visualizzata rispetto al suo centro storico allargato. Togliere le auto da piazza della Libertà è stato il simbolo di una rinascita del centro, nessuno può negarlo». E riprendersi in anticipo il Parksì dalla Saba, spiega, «non è la fase finale di quel percorso ma la fase di mezzo. Il Parksì come parcheggio del centro storico nel tempo sarà metabolizzato, condiviso e apprezzato. Chi amministra ha il dovere di fare una scelta. La nostra municipalizzata, l’Apm, è affidabile ed efficiente». Sul fronte opposto Maurizio Mosca che in quel parcheggio vede «una rovina – dice – Voi fate un’operazione per 7 miliardi delle vecchie lire per una roba che tra 20 anni sarebbe comunque diventata nostra. Date quattrini a una società che perdeva mediamente 80mila euro all’anno. Il discorso economico mi lascia veramente perplesso, non la scelta in sé. Si poteva anche fare un referendum per consultare i maceratesi». Ed è sempre l’aspetto economico contro cui si scaglia Maria Francesca Tardella: «I dubbi che noi abbiamo sono economici e strutturali in riguardo al pensiero futuro di questa Macerata. Per questo chiedo a chi ha un pensiero politico libero di ripensarci: quanto peserà questa scelta per i prossimi 20 anni?».

A sinistra Bruno Mandrelli

Bruno Mandrelli

IL SOGNO RAMPA ZARA – Tra le fila dei no anche Bruno Mandrelli del Pd: «Il parcheggio ai giardini Diaz è figlio di una battaglia politica del passato che ha avuto effetti devastanti. Ci sono stati due piani per la mobilità che indicavano Rampa Zara come parcheggio del centro e ancora oggi la zona sotto Rampa Zara è piena di macchine: perché i cittadini ritengono preferibile la salita invece di parcheggiare da un’altra parte?». Ma Rampa Zara è un’ipotesi che altri non vogliono più sentire, come Ivano Tacconi: «I cittadini come me sono diventati vecchi parlando di Rampa Zara – dice Tacconi – Ora sto con questa delibera per il Parksì perchè mi sono stancato di aspettare. Macerata deve svegliarsi, io non ho paura delle vostre denunce». Fondamentale, però «la bretella di via Mattei. Che l’abbiamo fatti a fare tanti viaggi a Roma per quella superstrada se abbiamo ancora il tappo del passaggio a livello? Noi maceratesi abbiamo sempre paura di tutto e nell’attesa favoriamo gli speculatori». E Del Gobbo: «A Rampa Zara avremmo cementificato ulteriormente e compromesso il crinale a Nord di Macerata. Invece noi andiamo nel verso della convergenza tra sostenibilità per Apm e valore giusto del Parksì che ci accingiamo ad acquistare». Nel merito dell’operazione entra Enzo Valentini, che spiega: «il Comune riscatta la gestione del Parksì a 1,5 milioni e prende dall’Apm la stessa cifra. L’investimento quindi ricade sull’Apm che però ha un piano economico finanziario, dove sì, c’è una piccola quota di ammortamento ma inferiore a quella finora pagata dalla Saba che, tra l’altro, dovrà contabilizzare una perdita notevole. Nella peggiore delle ipotesi ci sarà una diminuzione dei profitti dai parcheggi per l’Apm». Ora il Consiglio avrà tempo di decidere fino a mercoledì sulla decisione da prendere (nel caso nemmeno domani si arrivasse alla votazione).

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Roberto Cherubini e Marco Alfei

Roberto Cherubini e Marco Alfei

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