di Claudio Ricci
«Da oggi sarò in prima fila per ricostruire l’alternativa al centro sinistra, consapevole delle ombre ma anche delle luci di questa campagna elettorale», Non è tutto da buttare secondo il coordinatore di Forza Italia Riccardo Sacchi, che dopo la sconfitta della candidata Deborah Pantana al ballottaggio, ricompone i pezzi del centro destra partendo dall’analisi del voto. Un dato inequivocabile, con il candidato Romano Carancini (centro sinistra) al 59,11% e Deborah Pantana al 40,89%. «Tutto parte dal riconoscimento in pieno della sconfitta – dice Sacchi – a prescindere dal dato dell’affluenza che coinvolge tutte le forze politiche, occorre prendere atto dell’affermazione dell’altro candidato. Insieme con il direttivo che convocherò per la fine della prossima settimana ci riuniremo per analizzare il voto, valutando errori ma anche le cose buone da cui ripartire».
Il riconfermato consigliere azzurro, secondo tra i più votati con 262 voti, suggerisce cautela ai suoi nelle esternazioni del post voto. A partire da quelle rilasciate a caldo dalla sconfitta Pantana che ha commentato il proprio risultato definendolo più volte straordinario e che domani sera ha convocato i suoi ad una cena per festeggiare l’esito del ballottaggio: «Reputo opportuno valutare i risultati e parlare delle cose di partito prima nelle sedi preposte per poi divulgarle alla stampa. Quindi non risponderò adesso alle valutazioni della segretaria provinciale Polidori (leggi l’articolo). Alla stessa Deborah ho suggerito di prendersi qualche giorno, dopo una campagna elettorale così intensa, per ragionare sulle cose a mente fredda. Le ho consigliato anche di spegnere i microfoni per un po’. Lei è una donna passionale e volitiva ma la nostra campagna è stata anche caratterizzata da evidenti errori. E’ giusto ragionarci sopra e ripartire da quelli».
Impossibile, secondo Sacchi, il paragone con il ballottaggio di 5 anni fa, quando Fabio Pistarelli mancò la vittoria di soli 126 voti: «Pistarelli e Pantana hanno tutti e due dato l’anima nell’impegno elettorale ma non si può fare una comparazione. Politicamente è passata un’era geologica. Allora il Pdl era al 38%, la Lega prendeva l’1,9%, non esisteva Grillo nè l’astensionismo di oggi. Non posso paragonare le due campagne». Ma il coordinatore non si prende tutte le colpe: «Abbiamo mancato la possibilità di costruire un’aggregazione coesa contro un avversario di centro sinistra obiettivamente debole, che si è poi rafforzato grazie anche a noi. Credo che in ogni caso i matrimoni come i divorzi si costruiscano in due e da parte mia c’è stato il massimo impegno per una coalizione forte, allargata anche a Lega e Fdi. Credo che in questo abbia anche influito la mancata alleanza a livello regionale. Se ad Ancona ci fosse stato l’accordo il patto si sarebbe riversato a cascata anche a Macerata».
Il tracollo nazionale di Fi e la tenuta maceratese: «Se pensiamo che Forza Italia è passata nel giro di pochi anni dal 38% al 3,5 di città come Bolzano, le conclusioni sono evidenti. In tutto questo a Macerata il partito è la terza forza politica con il 7,4%, mentre a Senigallia e Fermo si attesta intorno al 6% e non è andato neanche al ballottaggio. Se a questo si aggiunge la scellerata alleanza regionale con l’ex governatore credo che possiamo rivendicare un risultato comunale di cui andare orgogliosi. Tutto questo è stato possibile grazie ad una lista completamente rinnovata di persone generose che hanno lavorato con passione e sacrificio. Un risultato ancor più lusinghiero se si pensa alla quantità di candidati e liste in competizione».
Forte delle 262 preferenze il secondo tra i consiglieri più votati commenta la voce che lo vorrebbe candidato sindaco 2020 contrapposto a Narciso Ricotta: «E’ una voce lusinghiera. Di sicuro il gran numero di preferenze prese mi consegna un mandato popolare forte che oggi mi fa dire: “Non solo non lascio ma raddoppio”. L’impegno prioritario di oggi è quello di mettersi all’opera per costruire un’alternativa valida al centro sinistra. Il vento del renzismo comincia a calare e bisogna farsi trovare pronti alle prossime tappe elettorali, già a partire dalle politiche. Sono a disposizione del partito, se mi chiedessero di farlo da candidato sindaco lo farei così come per un eventuale impegno in Regione. Sarò in prima fila a metterci la faccia e il cuore come ho sempre fatto o a prendere i venti contrari come sta accadendo adesso».
Infine una battuta sul caso Tallei, estromesso dal consiglio dalla decisione della commissione prefettizia che ha assegnato un consigliere in più alla maggioranza e uno in meno all’opposizione (leggi l’articolo): So che Tallei ha dato la questione in mano a degli esperti e farà tutto il necessario per opporsi a quella decisione. A proposito vorrei lanciare, da uomo che ama lo sport e la giustizia un appello alla sobrietà e all’equilibrio a certi esponenti del Pd, che in questi giorni stanno esagerando con i commenti su Fi, e che non si accontentano di vincere ma vogliono anche calpestare la dignità altrui».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
[email protected]…. Ancora si deve insediare il Consiglio e già circolano i nomi per i candidati sindaci per il 2020:
Ricotta, Sacchi, Albertosi, Collovati, Maldera, De Vecchi…. 🙂
Forse sbaglio, ma la sensazione è che a spegnere i microfoni e prendersi qualche giorno di riposo non dovrebbe essere solo Deborah.
Caro Riccardo,
ha ragione Cerasi: mi pare un po’ (tanto) prematuro dichiararsi pronto per accettare un’eventuale investitura per il 2020. Mi sarebbe piaciuto leggere che punti ad impegnarti in consiglio comunale, nel rispetto di chi ti ha votato e nell’interesse dell’intera città. Ricordati che “chi entra Papa in conclave, ne esce cardinale”.
https://www.youtube.com/watch?v=tqMtEQi3cFk
Caro Riccardo, penso anche io che, anziché guardare al 2020, sarebbe opportuno per Forza Italia, il partito da te diretto dal 2013 o dal 2014, guardare agli ultimi due anni ed al presente.
L’oggi è sotto gli occhi di tutti: una batosta colossale del centrodestra (che qualcuno paradossalmente si ostina ancora a definire una grande affermazione), per di più dopo i deludenti periodi di governo cittadino prima di Meschini e poi di Carancini e quindi in un momento di grande volontà di cambiamento da parte dei cittadini maceratesi. Un’occasione forse irripetibile buttata quindi al vento.
Il passato, almeno gli ultimi due anni, invece andrebbero rivisitati perché è proprio da lì che si deve partire per capire le motivazioni di tale disfatta. E’ vero infatti che i matrimoni si fanno in due, ma ti chiedo: come sarebbe stato possibile per le altre formazioni del centrodestra allearsi con Forza Italia allorché Deborah Pantana, senza essere minimamente smentita, frenata o dissuasa dal suo partito (Forza Italia, appunto), già aveva detto a destra e a manca che si sarebbe candidata comunque e che a tal fine aveva preparato già diverse liste?
La responsabilità, molto pesante, di Forza Italia di Macerata è tutta qui: nel non aver voluto o nel non aver saputo dire una parola chiara su tale assurda situazione, su tale autocandidatura, che toglieva ogni credibilità ad ogni profferta di alleanza, e nel non aver deciso di tagliare la testa al toro sin dall’inizio proponendo primarie reali all’interno del centrodestra. Non so se si sia trattato di tattica o di debolezza nei confronti della grande armata pantaniana, ma tale condotta dei forzisti maceratesi ha costituito comunque il peccato originale che ha dato poi vita alla frammentazione del centrodestra ed ha posto le basi, insieme ad innumerevoli errori compiuti anche durante la campagna elettorale vera e propria, per l’ulteriore vittoria di Carancini.
Complimenti comunque per l’ottimo risultato personale raggiunto, che sicuramente premia l’impegno da te profuso come consigliere comunale dal 2010 in poi.
Io pure so pronto eh… Consigliere regionale, parlamentare, quello che ve pare…