di Carlo Cambi
Scusate il disturbo, ma mi è riemerso in testa dagli anni di scuola un verso di Ugo Foscolo che diventa una domanda. “A egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti”. E quelle dei deboli quale destino preconizzano? Forse la risposta sta nel titolo dell’opera: i sepolcri.
Le elezioni di Macerata sono scivolate via, quasi irrilevanti per la città. Ma pongono un problema di tenuta democratica nelle forze politiche e in un partito in particolare: Forza Italia. Se a votare per il Sindaco va poco più di un terzo di chi ha diritto di scelta vuol dire che il Comune (in senso di bene comune, casa comune, di comunità) perde di legittimità. E’ singolar che nei commenti a caldo nessuna forza politica abbia pensato di smorzare i toni di trionfo o di livore pensando che forse c’è un problema di tenuta democratica. Prima di discutere di qualsiasi altra interpretazione del voto da qui si dovrebbe partire a riflettere. Ma è assai probabile che non accadrà. Romano Carancini che vince ha avuto il buon gusto di non pronunciare il refrain “Sarò il sindaco di tutti”. Sarebbe stato difficile sostenerlo visto che in termini reali gli ha dato fiducia meno di un elettore si quattro. Si è fermato al 23,9% .
La sua legittimità se ope legis è indiscutibile, e ci mancherebbe altro, ne risulta tuttavia nei fatti depotenziata. Si porterà per cinque anni dietro l’ombra del consenso minoritario. E credo che farebbe bene a lavorare prima di tuto per rilegittimare pienamente il processo democratico in forza del quale egli governa la città. E’ un’incombenza che spetta anche al Pd che pure fiaccato da un’emorragia di voti resta il primo partito della città. Assai più sciagurata è la dichiarazione di Deborah Pantana. Per lei Carancini è stato bocciato dal 75% degli elettori e questo le basta per dirsi “sconfitta, ma non rassegnata”. La pasionaria forzista ha raccattato a malapena in termini reali il 16,71 per cento. Se si facesse il confronto con i consensi raccolti da Fabio Pistarelli cinque anni or sono bisognerebbe suggerire alla neoconsigliera Pantana l’aforisma di Oscar Wilde, peraltro molto caro ai maceratesi, “a volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio”.
Perché, forse non se ne è accorta, ma a rendere, nei fatti, trionfale la vittoria di Romano Carancini è proprio lei e soprattutto il suo partito (ammesso che scelga di restare nel gruppo consiliare di Forza Italia). Nella scorsa consiliatura il Sindaco aveva di fronte una minoranza che – se avesse fatto bene e fino in fondo il proprio mestiere avrebbe potuto essere un interdittore e un interlocutore del Sindaco teso a contenerne gli errori, a migliorarne i risultati e a esercitare un severo esercizio di controllo ma, dati i risultati elettorali, evidentemente non è stato così – contava su un gruppo omogeneo di 11 consiglieri a cui era possibile aggiungere i due eletti dell’Udc. Oggi lo scenario – al netto della riduzione delle seggiole in Consiglio Comunale – è completamente mutato. Forza Italia conta su due consiglieri a cui la Pantana può assommare se stessa e l’eletto della sua lista satellite Idea Macerata. Questa è l’istantanea del disastro compiuto. E allora viene in mente un altro verso, quello di Dante (Purgatorio, canto VI) “Ahi Forza Italia di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta”. L’avere insistito su di una candidatura non aggregante come quella di Deborah Pantana oltre ad aver negato in radice ogni possibile alternanza di governo (la stessa Pantana ha ammesso che arrivare al ballottaggio è stato per lei un risultato importante perché difficile da raggiungere) oggi consegna alla città un’opposizione atomizzata che puntella sua malgrado Romano Carancini. Perché sarà un uomo solo al comando. Inutile sperare che nella prassi consiliare, in cui subentra una certa assuefazione, le opposizioni possano lavorare compatte. Già la Pantana ha chiuso la porta alla Menghi, già l’Udc è passata in maggioranza, i Cinque Stelle, che sono la novità più consistente, resteranno nel loro perimetro e sono più da considerare una non maggioranza che un’opposizione visto che sono usi- e giustamente – votare ciò che li convince indipendentemente da chi sia il proponente, ed è difficile che Mariella Tardella trovi sintonie con i forzisti. Questo è il capolavoro che è stato compiuto dal cosiddetto centrodestra.
Forza Italia ha esercitato una conventio ad excludendum verso tutte le possibili componenti del centrodestra e all’interno di Forza Italia è stata esercitata, con un evidente deficit di democrazia interna, un’altrettanta conventio ad excludendum nei confronti di qualsiasi alternativa di persona e di percorso politico a Deborah Pantana. Difficile pensare che si faccia oggi per un’alleanza delle opposizioni ciò che non è stato fatto ieri e che poteva portare ad un esito diverso delle elezioni. I nomi degli eletti – reduci di un fu gruppo consiliare – peraltro spiegano perché Forza Italia abbia scelto d’incamminarsi, consapevolmente, sulla strada della sconfitta erigendo barriere interne e innalzando muraglie esterne. Ma adesso al gruppo dirigente cittadino – e in qualche misura anche a quello provinciale e regionale – di Forza Italia si pone un problema: dimostrare se ciò che resta di quel partito ha ancora un segno e una natura democratica o se invece si tratta, come dimostrano la conduzione delle candidature, i contenuti della campagna elettorale e i risultati delle urne, di un circolo privato dove si fa della democrazia un uso ad personam. Per dimostrare questo il gruppo dirigente di Forza Italia ha solo una strada: le dimissioni e la convocazione di un’assemblea ri-costituente del Centrodestra che ponga le basi di una possibile alternativa da qui a cinque anni per il governo della città e costruisca dall’esterno del consiglio comunale una piattaforma di opposizione coesa e credibile nei contenuti da imporre agli eletti come volere democratico. In mancanza di questo il deficit di democrazia diverrà sempre più grave. Forza Italia ha oggi una straordinaria opportunità: cominciare a ricostituire il tessuto democratico partendo da se stessa e instillando nella società maceratese delle cellule staminali di nuova partecipazione. E’ un merito che i dirigenti attuali possono ascriversi semplicemente ammettendo il loro fallimento. Diversamente si accontentino dell’urne dei deboli.
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Ecco …. appunto … le “urne dei deboli” non ci sono più, ma anche le “urne dei forti” non stanno tanto bene. Ma è così ovunque ormai in Italia. E nessuno si chiede perché, neppure il “foscoliano” articolista di qui.
Si deve dimettete il gruppo dirigente di forza italia come dice cambi. A cominciare da Ceroni
La maggoranza dei NON votanti ha capito che, quasi sempre, chi vincerà le elezioni (locali, regionali, nazionali, europee) non farà il bene comune, ma solo quello dei suoi alleati, amici, parenti
E quindi, schifata, non si presta <em<al gioco del votare sempre e comunque IL MENO PEGGIO
Condivido la prima parte della tua riflessione riguardo la poca legittimita’ di un Sindaco al 25 % Dei consensi, per forza Italia nonostante le devastanti elezioni regionale e’ stato un gran risultato a Macerata e sicuramente il nostro Gruppo consiliare fara’ un’opposizione attenta affinche’ le promesse elettorali trovino la fattibilita’ come sapra’ il partito grazie a Riccardo Sacchi di portare avanti la proposta politica di un folto Gruppo di gente Nuova che non ha niente a che fare con la Vecchia politica e aperta sempre a tutti. Mi e’ dispiaciuto che Il tuo pensiero notturno sia sceso nell’insulto personale nei miei confronti..cmq dormi sereno che da parte Mia e Degli altri CI sara’ una Vera opposizione come sempre tanto d’aver fatto temere a tutti Una nostra vittoria fino all’ultimo..un abbraccio fraterno.
Concordo pienamente con l’autore dell’articolo e mi impressiona la miopia dell’attuale gruppo dirigente di Forza Italia che è riuscito a distruggere quanto di buono aveva ottenuto 5 anni fa il collega Fabio Pistarelli.
Ho seguito la campagna elettorale e sono rimasto di stucco ascoltando ogni intervento della dott.ssa Pantana, per povertà’ di contenuti, per atteggiamenti irriverenti ed arroganti, per carenza di personalità e di arte oratoria. Sicuramente è stata male consigliata e le dimissioni di tutto il gruppo dirigente dovrebbe essere la logica conseguenza
Il problema é che ricostruiscono sempre usando le macerie…… Di solito quando qualcosa non funziona la si butta e ne si prende una nuova completamente nuova
Bellissima analisi — chissà se la Pantana farà suo il consiglio —
Penso che il problema non sia la Pantana o come ha fatto opposizione Forza Italia a Macerata, il primo problema è a livello regionale dove Forza Italia ha candidato Spacca e poi il calo nazionale e la spaccatura della Destra. L’unica cosa da fare e’ rifondare il Centro Destra e’ vero con gente nuova ma senza invecchi i partiti sono difficili da organizzare…
Condivido in pieno l’analisi politica di Carlo Cambi.
Forza Italia, che era il partito più significativo del centrodestra, avrebbe dovuto essere il motore di una candidatura veramente unitaria della sua area di riferimento, partendo per tempo ed imponendo il metodo delle primarie: così facendo avrebbe evitato la frammentazione delle liste che poi c’è stata e che ha inevitabilmente portato ad una riconferma del centrosinistra, seppure screditato dai 15 anni di Meschini e Carancini.
Il centrodestra invece ha scioccamente pensato di giocare con le altre componenti del centrodestra come il gatto con il topo: da un lato, parlava di volontà unitaria e, dall’altro, furbescamente (???) lasciava andare avanti l’attività di Deborah Pantana, da tempo autoproclamatasi chissà perchè candidata sindaco. In pratica, affossando volutamente la regola aurea delle competizioni elettorali (uniti si vince, divisi si perde), Forza Italia ha messo in scena l’ennesimo suicidio politico e ha regalato a Carancini la riconferma.
Quest’ultimo, che a mio avviso sarebbe uscito sconfitto dal ballottaggio con Maurizio Mosca o con il M5S (in tali ipotesi ci sarebbe stato effettivamente un effetto coagulante, che non c’è stato con la Pantana, che a livello personale non è stata affatto apprezzata dall’elettorato e che comunque è stata in tutta la campagna elettorale elemento divisivo), più che ringraziare la città (che non lo ama particolarmente, come dimostra l’elevatissimo astensionismo, ben superiore a quello medio nazionale e regionale), dovrebbe ringraziare Deborah Pantana per tutti i suoi errori ed inviarle per riconoscenza un bel mazzo di fiori.
Nei sepolcri elettorali d’oggidì non ci sono urne de’ forti bensì urne dei deboli vincenti ed urne dei deboli perdenti, il debole animo ha di che accendersi a non egregie cose.
Può darsi che nell’analisi di Carlo Cambi ci sia qua e la qualche forzatura, ma credo che nella sostanza abbia ragione. Per dimostrare che Forza Italia di Macerata (ma prima ancora delle Marche) sia ancora un “PARTITO” si devono dimettere, senza se e senza ma, tutti i gruppi dirigenti. Le sconfitte accumulate, anche in controtendenza nazionale, dovrebbero da sole essere sufficienti a spiegarne le ragioni.
Ha vinto chi ha saputo gestire la sua candidatura sin dall’inizio, cioè Carancini. Personalmente avrei preferito un altro sindaco, ma tutto ha contribuito a favorirlo sin dalle primarie. L’aver pensato, erroneamente, di farle a due (Carancini – Mandrelli) per evitare il ballottaggio è stato “fregato” dalla presenza del candidato dell’IDV che ha impedito a Mandrelli di vincere. Il centro-destra le ha fatte di tutti i colori per perdere, andando in ordine sparso e presentando una miriade di liste, che pur presentando alcuni soggetti autorevoli, non sono riuscite a far entrare eletti in Consiglio. Anche gli altri candidati “di testimonianza”, politica o civica, hanno ottenuto modesti risultati e non sono state determinanti. Chiamare in causa l’astensionismo (che avrebbe consentito l’elezione del Sindaco al 25% del corpo elettorale) mi sembra non corretto e non può sminuire quanto fatto da Carancini in queste elezioni. L’astensionismo ormai è “endemico” in campo nazionale e deve far riflettere tutti, anche il Governo che indice le elezioni in un magnifico weekend tra 31 maggio e 2 giugno. Comunque vanno rispettati tutti, vincitori e vinti perchè, chiunque ci mette la faccia, contribuisce al mantenimento della democrazia nel nostro paese. Buon lavoro al Sindaco e ai consiglieri eletti.
Ognuno faccia liberamente le sue analisi ma cercando una obittività di fondo e non lineare per partito preso.Votanti pochi,colpa di tutti nessuno escluso.Voto a Carancini,la gente ha potuto valutare il suo operato oppure il PD/DC ha solide basi in città.Opposizione,che senso hanno 8 candidati,tre potevano unirsi tranquillamente invece ancora se le suonano e se le cantano perchè il problema di fondo era la “Poltrona”e non il bene pubblico.Movimento5Stelle poteva essere la vera alternativa ma la Messi non era la figura giusta in città(a livello nazionale si vedono giovanotti/e più grintosi).Conclusione personale per battere la continuità una bella Lista Civica con elementi di spicco che non abbiano mai fatto politica ma con progetti seri per il migliorare la città.
Ribadisco un pensiero di Velasco alle Olimpiadi di Atlanta: chi vince festeggia, chi perde spiega.
L’istituto delle dimissioni…(in Italia) questo sconosciuto…
Continuare a far finta di non capire non aiutera’ sicuramente un nuovo progetto politico. Il far finta di non capire e’ legato al considerare la politica un servizio …. a se stessi.
Vale per tutti ma in particolare per chi ha preso una legnata sui denti e continua a sorridere
L’anacronismo e’ credere ancora che Forza Italia sia ancora viva e vegeta…in realta’ e’ morta da un pezzo ed e’ stata sostituita nei cuori di chi votava quel lato del campo di battaglia dal PD che da quando Renzi e’ al comando sta’ attuando una politica uguale a quella Berlusconiana fregandosene degli ideali veri della sinistra che di fatto non esiste piu’ essendo oramai il pd il VERO partito centrista d’Italia,ed i centristi in Italia hanno sempre governato.
QUANTA DISPERAZIONE INUTILE !!! NELLE CONDIZIONI DATE NON POTEVA ANDARE DIVERSAMENTE . Bommarito parla dell’ipotesi Sindaco Mosca ma io ho lanciato segnali per capire la persona che non conoscevo ma pur comprendendo la sua statura di uomo e di imprenditore non ho mai capito il suo progetto politico e le sue possibilità o la sua potenzialità di instaurare una nuova leadership ; forse non ve ne è stato il tempo . Con le chiacchiere con le iatture sepolcrali non si va da nessuna parte . Rispondere alla domanda :quali sono le idee per un progetto politico ed amministrativo per Macerata ? Nessuno risponde e tutto tace : se qualcuno sta nascosto batta un colpo !
Spero che CARANCINI e company vadano presto a casa e che nel 2016 si vada a nuove elezioni con persone ed idee vere e concrete dopo seri confronti e dibattiti
Una sola considerazione su cui riflettere: Carancini vinse contro Pistarelli per 150 voti, questa volta la Pantana è arrivata solo a 2500 voti!!!