Forza Italia con Spacca
Arriva il sì da Roma

REGIONALI - No all'allenza con Area Popolare-Marche 2020 invece da Lega e FdI. Luca Paolini sulla legge elettorale: "Se incostituzionale perchè il Pd l'ha votata?"

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Remigio Ceroni e Gian Mario Spacca, ex nemici politici

Remigio Ceroni e Gian Mario Spacca, ex nemici politici

Intesa praticamente raggiunta per un’alleanza tra la lista Marche 2020-Ap, che sostiene il presidente uscente della Regione Gian Mario Spacca, e Fi per le regionali del 31 maggio. La formazione centrista e i gli azzurri correranno insieme, ma con liste distinte. Il via libera sarebbe venuto da Forza Italia da Roma. Nessuna conferma, invece, alle voci di un eventuale ticket Spacca-Celani, cioé il governatore e l’ex presidente della Provincia e ed ex sindaco di Ascoli Piceno, considerato fino a poco tempo fa uno dei possibili candidati presidenti del centrodestra.  Il tentativo dei forzisti di coinvolgere anche Lega e Fratelli d’Italia non ha raggiunto l’obiettivo. Dopo il no di  Luca Paolini: «Andare con Spacca è un suicidio», arriva anche quello della presidente di Fdi Giorgia Meloni al termine dell’ufficio di presidenza del partito: «Nelle Marche in nessun caso siamo disposti a sostenere Gian Mario Spacca, che fino a ieri rappresentava il centrosinistra. Offriremo un nostro candidato».

Luca Paolini con Matteo Salvini

Luca Paolini con Matteo Salvini

Il candidato della Lega Paolini è tornato anche sulla impugnazione della legge elettorale (leggi l’articolo): «Secondo il presidente Renzi ove il governo impugnasse davanti la Corte Costituzionale la legge elettorale Marche il candidato Spacca rischierebbe di non poter partecipare alle elezioni e/o queste venir rinviate e/o a breve annullate. Renzi, come si sa, è un buontempone e ama narrare favolette. Tecnicamente, essendo la materia di competenza regionale, il Governo per eccepire la incostituzionalità della legge elettorale dovrebbe sollevare conflitto di attribuzioni con la regione Marche,  e la Corte Costituzionale  decidere in primis se il Governo può o meno sollevare il problema e, poi, nel merito, vedere se c’è o no lesione della Legge Suprema. Ammesso che il predetto quesito sia ammissibile, è assolutamente impossibile che la Corte istruisca la pratica, sviluppi il contraddittorio e decida entro maggio. E quindi Spacca, da questo punto di vista, sta sereno. La cosa incredibile della vicenda è che il Pd, se non era convinto della ammissibilità del terzo mandato, avrebbe potuto e dovuto fare le barricate mesi fa, in aula, e non nascondersi, ora, dietro la foglia di fico della incostituzionalità. Ma siccome il Pd non è fatto di sprovveduti, sono propenso a credere che questa sia una ennesima sceneggiata per favorire il vero alleato di Renzi: l’astensionismo. Combattuto a parole ma incentivato in mille modi subliminari attraverso la sua potente mediaticità, è grazie soprattutto all’astensionismo che il Pd, minoranza organizzata, riesce a prevalere sulla maggioranza dei cittadini delusi, imbesuiti e scoraggiati e potersi attribuire un consenso del 40% che, in termini reali, di “teste” e non percentuali, è poco più del 20».



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