di Marco Ricci
Il Cosmari acquista un ramo d’azienda con il personale e i mezzi di Smea. La trattativa tra il Consorzio partecipato da tutti i 57 comuni della provincia e la partecipata del Comune di Macerata è finalmente giunta al termine, dopo un tira e molla durato anni. Tecnicamente dunque Smea creerà un ramo di azienda che verrà trasferito al Cosmari, mentre l’altra parte, in attesa della chiusura definitiva, rimarrà in capo al Comune di Macerata e al socio privato. In Smea rimarranno l’immobile oggi utilizzato e le partite di debiti e crediti che dovrebbero alla fine dei conti produrre un avanzo positivo per alcune centinaia di migliaia di euro. Al Cosmari, invece, con il ramo di azienda acquisito andrebbero come detto i beni mobili, i mezzi ed il personale. Il costo dell’operazione ammonta a 1.2 milioni di euro, a cui si aggiungono 321 mila euro come accollo del debito residuo dei Tfr dei dipendendi, oltre a 500 mila euro di debiti riguardanti beni detenuti in leasing da Smea.
Il sindaco di Macerata, Romano Carancini, saluta «una giornata storica, che va ad aggiungersi ad un’altra giornata storica, quella che ha visto la chiusura definitiva dell’impianto di termovalorizzazione. Oggi si pone fine a una dualità che esisteva da 20 anni in provincia in merito alla raccolta e smaltimento dei rifiuti. Con la soluzione raggiunta abbiamo garantito la gestione completamente pubblica del servizio, gli interessi occupazionali e quelli patrimoniali di Macerata. Provo una grande soddisfazione per il risultato molto importante raggiunto grazie all’impegno di tutti» ha concluso Carancini.
La criticità riguardante le cinque posizioni apicali di Smea – una problematica che in questi anni ha influito nella trattativa – si è sbloccata in seguito ad un’ultima riunione sindacale che si è tenuta in mattinata. Come ha spiegato il presidente del Cosmari, Sparvoli, proprio l’intervento dei sindacati ha accelerato il processo che vedrà da una parte l’azzeramento dei contratti ad personam, dall’altro l’impegno del Consorzio a valorizzare le professionalità di questi cinque dipendenti, tra cui c’è anche il direttore generale Stefano Monachesi, legando la loro retribuzione al raggiungimento flessibile di obiettivi.
L’assemblea di oggi ha approvato, contestualmente all’acquisto del ramo d’azienda che si dovrà concretizzare entro il 31 dicembre di quest’anno, l’importante deliberazione per la trasformazione del Consorzio in una società srl, passo necessario, come ha illustrato Sparvoli, per la richiesta all’Ata dell’affidamento in house del servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti. Saranno ora i singoli Consigli comunali a dare seguito all’indirizzo, che in breve dovrà poi essere approvato da un’assemblea straordinaria del consorzio. I comuni soci, sempre oggi, hanno anche approvato il regolamento del “controllo analogo”, un esercizio appunto di controllo sulla gestione della nuova società che effettueranno non individualmente ma congiuntamente. A questo fine il regolamento ha indicato le modalità di accesso agli atti, gli obblighi degli amministratori, il potere di vigilanza e controllo, la richiesta di rapporti e le esibizioni documentali.
Rispetto alle assemblee precedenti, i toni acoltati oggi, da quelli di Sparvoli, a quelli di Carancini, a quelli degli altri sindaci intervenuti, sono stati non solo concilianti ma hanno evidentemente espresso la soddisfazione di tutti sia per l’accordo raggiunto che per la trasformazione societaria. Passi importanti appunto per il mantenimento della gestione pubblica del ciclo dei rifiuti e per l’affidamento in-house da parte dell’Ata che si riunirà per la prima volta a fine mese. Oltre a ringraziare i sindacati, “sia la Cgil che la Cisl che si sono spese moltissimo in questa vicenda per il superamento delle criticità”, Romano Carancini ha sottolineato proprio l’importanza che i 57 comuni della provincia si siano tutti pronunciato proprio in favore di un affidamento pubblico della gestione dei rifiuti rispetto ad un affidamento privato. Con uno sguardo al futuro quando, riprendendo le parole del sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, ha immaginato come primo obiettivo “il rigore dei conti e della gestione.”
A margine dell’assemblea, anche Pezzanesi ha espresso la soddisfazione per quanto votato oggi. “Tutti i comuni fuorché Macerata”, ci ha inoltre dichiarato, “volevano l’acquisizione alle nostre condizioni, ovvero affrontando la questione delle cinque figure apicali che non potevano avere trattamento diverso rispetto ai loro colleghi del Cosmari. Dunque alla fine si è fatto l’accordo con i nostri criteri e in ogni caso il Consorzio oggi è un soggetto più forte verso l’affidamento del servizio da parte dell’Ata.” Soddisfazione anche da parte del segretario della Cgil Aldo Benfatto che ha spiegato come “l’accordo di oggi è stato il frutto di un grande sforzo e di un gran lavoro di mediazione e confronto portato avanti non solo in questi ultimi giorni ma in tutti questi anni da noi e dalle altre rappresentanze sindacali.”
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Finalmente! Speriamo possa aprirsi una pagina nuova per la gestione dei rifiuti in provincia di Mc. Razionalizzazione, economie di scala e investimenti per migliorare la produttività e soprattutto fornire un servizio efficiente al minor costo possibile.
Sarebbe interessante sapere, nel dettaglio, che tipo di contratto verrà offerto alle posizioni apicali.
Cioè quali sarano i risultati minimi per i premi di produzione in quanto, se questi risultati fossero troppo facilmente raggiungibili (quindi risultati minimi) il premio di produzione sarebbe sempre erogato diventando così, di fatto, parte integrante e fissa della remunerazione e non qualcosa “in più”
Inoltre nel dettaglio si potrebbe sapere nome e cognome di chi sono queste apicalità della SMEA e perchè avessero le mansioni apicali??
Calma Cerasi, per intanto s’è sanato lo storico scisma. Per i dettagli da Lei richiesti, in merito alle posizioni sacerdotali apicali, si provvederà a renderli noti senza fallo più in là, magari nel giorno d’una loro Immacolata Concezione.
Queste sono operazioni pseudo-imprenditoriali portate avanti da politici, ecco perché spesso e volentieri finiscono in costi ulteriori per i cittadini.
I partiti *NON DEVONO* occuparsi di fare imprenditoria, semmai regolamentarla.
In qualsiasi caso ribadisco che i servizi pubblici dovrebbero essere gestiti da enti senza scopo di lucro a partecipazione democratica diretta.
Dimenticavo: quando inseriranno nello statuto del Co.Sma.Ri. degli articoli sul conflitto d’interessi e il divieto di partecipazione per i pregiudicati ???
Gli apicali: Stefano Monachesi, Lucia Coscia, Aldo Cecchi, Lauro Trivellini, Fiorenzo Ciccioli.
Sulla base a quale documento è stata valutata 1,2 milioni di euro?
Un interessante articolo su Cronache maceratesi “Ecco la storia di SMEA E COSMARI” 07-05-2013
https://www.cronachemaceratesi.it/2013/05/07/partiti-affari-rifiuti-e-amici-le-verita-scomode-di-anna-menghi-ecco-la-storia-di-smea-e-cosmari/321246/
EVVIVA….NON PAGHERENO PIU LA TARSU?????????
@Panda Blu: no, la TRISE (TARI + TASI) !
…e purtroppo “fregano” anche noi inquilini…
Una pagina storica. Hai ragione, Romano! Sono davvero molto contento.
Mi potete spiegare perché il COSMARI si è accollato i costi del vecchio TFR ?La SMEA non doveva versarlo in un FONDO PENSIONE per i dipendenti o forse lo tenevano in bilancio come credito?????
Premesso che :
-la smea è (o era) una spa con capitale sociale di circa € 1.700.00,00 ;
-il Comune di Macerata ne detiene ( o deteneva ) il 51% per un valore di
€ 875.160,00;
-COSMARI sborserà 1.200.000 euro al comune, comprensivo dei debiti di
circa 800.000 euro;
Detto questo, per rispondere a RIZADO: dal sito del comune si evince che
la valutazione del valore della SMEA è stata fatta da due
professionisti, che hanno ricevuto specifico incarico dal comune di
Macerata con le Determine n. 767 del 2010 (” pre acquisition due
diligence”)e n.375 del 2011 (“Affidamento di incarico per la redazione
di perizia di valutazione in ordine al valore complessivo di cessione
della società SMEA”); i due professionisti sono Francesco Launo e
Francesco Pallotta.
Dal sito del Comune non si evince quanto sia stata valutata la SMEA dai
due professionisti, ma si evince che Launo ha percepito, per la stima, €
5.000,00 più iva e cap ; a Pallotta sono stati indirizzati € 5.000 ,00
con la prima determina.€ 18.000 con la seconda . Risulta dalla determina
(n. 767/2010)che predetta somma, più IVA e CAP, sarà reintroitata dal
Comune a “seguito dell’operazione di vendita della SMEA SpA”.
Il tutto salvo errori od omissioni.
Per Marina Santucci
ha notato che il nome del rag.Launo è sempre meno presente nel panorama comunale allargato,mentre è sempre più diffuso quello del dott.Pallotta?
Come cambiano le amicizie!
Ma queste 5 figure apicali hanno sostenuto un concorso, o almeno hanno un titolo di studio adeguato per il posto che ricoprono e che andranno a pesare nell’organico del CONSMARI?