Trattativa Smea-Cosmari
Netti: “Esperienza del Consorzio finita”

Il capogruppo Pd: “Smea è un patrimonio da non perdere. Costruiamo la strada per andare a gara.” Il Direttore Giampaoli: “L'ipotesi sarebbe una iattura. I sindaci hanno votato in modo diverso.” E spunta una lettera inviata al Comune di Macerata in attesa di risposta. L'assessore Blunno: “Preso atto delle decisioni. Adesso con l'Ata si gioca un'altra partita”

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La sede del Cosmari nelle campagne di Tolentino.

di Marco Ricci

Nessuno sembra voler soffiare troppo sul fuoco e si usano toni soffusi ma la vicenda Smea-Cosmari e l’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti evidentemente brucia sotto la cenere. Così che a Macerata – dopo essere stata messa all’angolo dalla recente Assemblea dei sindaci del Cosmari – si cercano di battere strade diverse. Strade che se da una parte sembrano anche tentativi di alzare la posta per avere un maggior potere contrattuale nei confronti del Consorzio, dall’altra indicano anche la volontà di trovare una scappatoia reale nel caso che le trattative non andassero a buon fine. Ricordiamo che durante l’ultima Assemblea il Cosmari ha approvato l’acquisizione di Smea per 1,4 milioni di euro subordinando però l’operazione a una forte revisione degli stipendi delle così dette “figure apicali.” Macerata, dal canto suo, era arrivata all’incontro con una proposta neppure troppo dissimile da quella alla fine approvata ma dove le riduzioni delle retribuzioni apicali non superava il 30% delle integrazioni contrattuali. Questo punto – insieme all’ipotesi di aumento tariffario del servizio e all’incertezza che nella cifra offerta di 1,4 milioni fosse compreso o meno un capannone di proprietà Smea – aveva fatto sì che il Sindaco Carancini attaccasse duramente l’Assemblea e arrivasse a ventilare “il rischio per lo stesso affidamento in-house del servizio”.

Andrea Netti, Capogruppo Pd in Consiglio Comunale

Andrea Netti, Capogruppo Pd in Consiglio Comunale

Da allora Macerata – dopo aver dato l’impressione di voler far saltare il banco, con il Cosmari rimasto fermo alla sua proposta –  si è chiusa in un silenzio che definire riservato è poco. Ma un intervento del Consigliere del Pd Andrea Netti, Capogruppo in Consiglio Comunale, ha riacceso l’attenzione sulla vicenda. Nell’ultimo numero del periodico del Comune infatti, Andrea Netti afferma che – preso atto della sua impressione che non esista una reale volontà del Cosmari nel chiudere la partita – “l’esperienza del Consorzio Obbligatorio è una esperienza finita”, aggiungendo quindi la “necessità di avviare un percorso di evidenza pubblica.” Secondo il capogruppo Pd questo dovrebbe diventare l’obiettivo del Comune di Macerata per la salvaguardia di Smea e del suo patrimonio, con l’invito all’Amministrazione a non impegnare ulteriori risorse in una “trattativa che non ha nulla da invidiare al supplizio di Tantalo”, orientandosi invece verso la redazione di un bando e di un capitolato in vista di una possibile gara.

Dunque all’interno del Pd Maceratese – sebbene Andrea Netti ci abbia confermato di aver parlato più che altro a titolo personale nell’eventualità che il Cosmari continui a mettere nell’angolo il capoluogo – dopo decenni di esaltazione del modello “in-house” comincia a fare capolino l’ipotesi di una messa a gara del servizio e dell’affidamento ai privati. Perché una gara, evidentemente, non è affatto scontato che si concluda con l’affidamento del servizio a Cosmari o a Smea. Uno scenario totalmente diverso da quello prospettato dai Sindaci per cui la gestione in-house del servizio – ovvero attraverso una società totalmente pubblica – resta ancora una sorta di totem provinciale. Questo nonostante la legislazione nazionale releghi ormai l’in-house  a pratica limite rispetto alle gare. Una proposta quella di Netti che coglie un poco di sorpresa anche il segretario del Pd cittadino Paolo Micozzi, che d’altra parte rileva anch’egli la messa in angolo da parte della politica provinciale di Macerata e dei suoi interessi. E di conseguenza la necessità per il capoluogo di guardare eventualmente oltre per difendere il proprio patrimonio e quello di Smea.

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Il Direttore Generale del Cosmari Giampaoli assime al Presidente Sparvoli.

Un’ipotesi – quella della gara – giudicata dal Direttore Generale del Cosmari Giampaoli non solo “una iattura” ma anche un indirizzo totalmente contrario a quello assunto sostanzialmente da tutti i sindaci della Provincia. Ad eccezione appunto del maceratese Carancini e dall’amministrazione di Pollenza che – durante l’Assemblea del 20 giugno – non hanno appoggiato la richiesta del Consorzio all’Ata per l’affidamento in-house del servizio. Sempre Giampaoli – dopo aver affermato che al Comune di Macerata è giunta più o meno una settimana fa una lettera del Consorzio in merito all’acquisizione alle condizioni approvate, lettera a cui l’Amministrazione dovrebbe dare risposta entro una ventina di giorni – ci chiarisce un punto rimasto nebuloso nella proposta Cosmari di acquisizione. Ovvero che nella cifra di 1,4 milioni di euro non è compreso il capannone, il cui valore si aggira intorno al milione di euro. “Un fraintendimento”, dice Giampaoli evitando ogni polemica. Un fraintendimento dovuto al fatto che nella proposta approvata tale concetto non fosse chiaramente esplicitato.

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L’Assessore al Bilancio del Comune di Macerata, Marco Blunno.

L’assessore al Bilancio Marco Blunno – seppur senza alzare i toni – afferma che in questo momento il Comune di Macerata “ha preso atto” della volontà di acquisto di Smea da parte del Cosmari, pur dichiarando “che il prezzo ipotizzato sia inferiore al valore della nostra partecipata. Adesso” – ha proseguito – “si apre una partita diversa all’interno dell’Ata”, una partita che il Comune di Macerata vorrebbe giocare al meglio, sempre che l’Ata dia prima o poi un segno di vita. L’Ata è infatti l’acronimo di “Assemblea Territoriale d’Ambito”, l’organismo non solo incaricato di redigere su base provinciale il piano industriale del servizio ma a cui spetta anche il compito di preparare un’eventuale gara o procedere all’affidamento in-house. Ad oggi l’Ata – costituitasi il 5 aprile scorso – non si è ancora mai riunita.

Sul piatto ci sono quindi diversi scenari, ma l’impressione è che prima o poi – “facendo ciascuno un passetto” come auspica il Segretario Pd Micozzi – l’acquisizione si faccia. La proposta di Andrea Netti allo stesso tempo non sembra però essere solo un tentativo di alzare lo scontro e il Comune di Macerata e Smea – se messi alle strette – potrebbe davvero procedere in tal senso. L’idea però di affidare il servizio al privato tramite una gara non piace al Capogruppo dei Comunisti Italiani, il maceratese Michele Lattanzi che relega la gara “ad ultima ipotesi. La trattativa”, ci ha detto, “è andata avanti male e andava chiusa due anni fa quando il Cosmari offriva per Smea 2,8 milioni di euro.” Dichiarando inoltre “la propria preferenza per una gestione pubblica del ciclo dei rifiuti”, Michele Lattanzi – dopo aver puntato l’indice verso l’assenza del Pd provinciale nel dispiego della vicenda – ha invitato “a chiudere al più presto la trattativa.”



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