di Gabriele Censi
“Non c’ è più tempo, la parti ci dicano cosa vogliono fare e se ne assumano le responsabilità”. La trattativa Smea-Cosmari è in una fase di stallo che allarma i sindacati. Oggi hanno incontrato la stampa per sollecitare i vertici dalle due aziende a dare chiarimenti e il presidente della Provincia Antonio Pettinari, che si era fatto garante con una proposta di mediazione, a dare seguito all’iter di costituzione dell’Ata, l’autorità territoriale d’ambito. “La posizione del Cosmari – spiegano i rappresentanti sindacali – è chiara, e si basa su tre elementi: la riduzione degli stipendi ad personam per la parte accessoria, i cosiddetti superminimi; il reinquadramento dell’amministratore delegato (Stefano Monachesi ndr) con un contratto non dirigenziale di ottavo livello; l’impegno sindacale a evitare dinamiche di rincorsa salariale”.
“La nostra risposta è di piena disponibilità pur non potendo entrare formalmente nella trattativa e sugli stipendi che sono diritti individuali – dice Matteo Pintucci, segretario Fl-Cgil di Macerata – ma la dichiarazione del Cosmari è carente sul progetto industriale complessivo, c’è una questione sicurezza, impianti vecchi e precariato ancora presente”. “Il nostro obiettivo è avere un unico soggetto pubblico ‘in house’ – aggiunge Marco Ferracuti, segretario Cisl Macerata per evitare l’affidamento della gestione provinciale attraverso un bando europeo che ci espone a ingressi di soggetti lontani dal nostro territorio. Sono scaduti i 90 giorni previsti dalla Regione per la costituzione dell’Ata, i tempi sono stretti per prendere delle decisioni e non possiamo lasciare cadere la questione nel silenzio generale senza che nessuno se ne assuma le responsabilità”.
“Scriveremo al presidente Pettinari e ai vertici delle due aziende – interviene Aldo Benfatto, segretario Cgil Macerata – perché non è possibile che qualche decina di migliaia di euro blocchi la chiusura di una trattativa che è un’occasione storica per la nostra provincia, la situazione di stallo è incomprensibile”. “Non abbandoneremo la battaglia finchè ci saranno delle possibilità – conclude Fabrizio Costantini, segretario Fit-Cisl Macerata – abbiamo un servizio di qualità con ottime tariffe, sull’Ato ci sono già le deliberazioni di tutti i Comuni, per la discarica di Cingoli si è sbloccato l’iter, non possiamo lasciare tutto in mano a un gestore esterno”
Resta l’interrogativo su quali sono le motivazioni reali del blocco se dall’incontro dello scorso 19 dicembre tra le parti si sarebbe convenuto sui parametri economici di valutazione e sulle richieste di perequazione degli stipendi, con la disponibilità del Comune di Macerata ad alimentare un fondo di 43 mila euro annuali a questo scopo.
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Ma la MAGGIORANZA delle quote sociali della SMEA non è in mano comunale???
Quindi dovrebbe essere il Comune, AZIONISTA DI MAGGIORANZA, che decide come confluire…
Se non ricordo male, durante le trattative, il Cosmari era anche disposto a farsi carico dei dipendenti, degli automezzi e dei macchinari mentre vi erano dei problemi a prendere in carico l’amministrazione.
Quindi se questo è: dove è il problema?
L’amministratore delegato lo si ringrazia per il lavoro svolto ma la società confluisce e non sta scritto da nessuna paerte che, obbigatoriamente, l’amministratore delegato (di una società pubblico/privata) deve andare in carico (cioè essere reinquadrato) alla società (pubblica) che acquisisce…
Oppure sorge il dubbio che vi possa essere qualcos’altro, sotto, che non viene spiegato???
Tra l’altro, se non erro, l’amministratore delegato ha altre posizioni apicali in altre società e simili e pertanto non si rischia di creare alcun disoccupato…..
Altro giro di giostra sindacale ?
scusate, ma l’amministratore delegato è anche dipendente della smea ?
se non è dipendente il problema non esiste.
inoltre il comune di macerata non può buttare i soldi nostri dalla finestra, solo perché in passato ha voluto gestire il servizio per conto proprio quando avrebbe potuto farlo con il cosmari come tutti gli altri comuni.
Noi abbiamo bisogno di operatori ecologici non di poltronai, Il cosmari deve riorganizzare il servizio ha misura d’uomo.
Se l’unico motivo che impedisce questa acquisizione, tra l’altro auspicabile sotto ogni punto di vista, è dato dal fatto che bisogna tutelare il posto di un dirigente SMEA direi che stiamo rasentando il ridicolo. I Comuni soci del COSMARI hanno accettato di assorbire le perdite di SMEA per intraprendere insieme un percorso virtuoso e dovrebbero accettare anche di incamerare la dirigenza che ha mal gestito SMEA?
Proprio no!
Non si può tollerare che personaggi d’un tale valore e così dèditi al bene comune stiano rischiando un futuro di sottoinquadramento professionale!
I sindacati non li abbandonino!
E qualora essi decidessero, giustamente, d’asserragliarsi per protesta sulla ciminiera del Cosmari, sappiano che saremo in tanti a fargli arrivare lassù qualcos’altro da mangiare (magari noleggiando all’uopo un elicottero per le operazioni di rifornimento).
Più che l’amministratore delegato della SMEA a me pare si cerchi di stabilire a priori CHI dovrà dirigere il futuro COSMARI dopo la eventuale fusione con la SMEA.
Se ( e sottolineo SE) questo è un problema, chi lo dice che dopo l’eventuale unione delle due aziende tutto debba rimanere come prima sul piano gestionale ? Lo stabilisce forse l’attuale “management” gestionale del COSMARI?
Non è che su questa storia dei “dirigenti SMEA” ( che va avanti da diversi anni) si sia costruito un “apposito” argomento da dare in pasto all’opinione pubblica e nel contempo sviare l’attenzione da altre problematiche oltre che salvaguardare la posizione di taluni anche all’interno del COSMARI ?
Non è che all’interno del COSMARI si consideri come “intrusi” tutti quelli che fino ad oggi ne sono stati estranei? E in tal caso, perché?
Sulle eventuali retribuzioni troppo alte del management SMEA si può discutere ( però dovrebbe valere per tutti i “management” delle aziende pubbliche e in questo caso sia di SMEA, sia di COSMARI); però insieme ai compensi, andrebbero prioritariamente esaminate con attenzione le competenze gestionali e professionali di SMEA e COSMARI a partire dai “dirigenti” fino ai responsabili dei servizi, con l’unico obiettivo di avere il meglio o, se ritenute valide, anche metterle insieme e “sfruttarle” al meglio se questo dovesse portare ad un sensibile incremento di efficenza organizzativa e miglioramento dei servizi e in definitiva ad un risparmio dei costi per i cittadini.
A mio avviso gli spazi di miglioramento ci sono, oltre allo stesso COSMARI basti pensare alla SINTEGRA (azienda di gestione dei servizi del COSMARI – oltre 100 dipendenti) oppure alla nuova discarica di Cingoli che sarà gestita dal COSMARI per i prossimi anni)
Invece a me pare che in questa vicenda tutto tenda a far emergere un punto fermo: gestione COSMARI il meglio che si possa immaginare; gestione SMEA il peggio del peggio. Di conseguenza, dalla fusione SMEA-COSMARI, tutto potrà cambiare ( servizi, modalità gestionali, progetto industriale ecc.ecc.) meno che il “management megliore” che ovviamente è dato per scontato sia quello del COSMARI.
A me pare che questo modo di procedere ( parlo di metodo perché sul merito delle competenze non sono in grado di giudicare) sia del tutto sbagliato.