Ieri il consigliere provinciale del Pd Massimo Vesprini, intervenendo sulla compravendita Smea Cosmari ha sottolineato i costi che essa comporterebbe per la collettività (leggi l’articolo). Sul tema interviene l’ex presidente della Provincia di Macerata e del Cosmari Franco Capponi:
«Se è vero che negli ultimi giorni sono stati diversi gli interventi che a vario titolo hanno di nuovo messo in risalto la necessità di approfondire il destino della gestione del Ciclo Integrato dei Rifiuti della Provincia di Macerata, non si fa l’interesse della Comunità Provinciale se tutto si riduce alla definizione delle condizioni di acquisizione della Smea da parte del Cosmari.
Mi sono astenuto dall’intervenire sull’argomento per un lungo lasso di tempo perché la vicenda relativa alla fusione Cosmari / Smea si è prestata e si presta a strumentalizzazioni di qualsiasi tipo e per renderla “Obbligatoria” si fa ricorso ad inesistenti problematiche come quelle prioritarie di quale fine farebbero i dipendenti “non dirigenti” della Smea.
L’intervento odierno del Consigliere e Presidente della V° Commissione Ambiente della Provincia di Macerata, Massimo Vesprini, mi sembra riporti la discussione su di un piano obiettivo anche se personalmente penso, e cosi chiedono anche molti Sindaci, che la via iniziale non possa che essere l’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti in House Providing al Cosmari, che consentirebbe di mantenere tutti gli obiettivi di qualità, di occupazione e di raccolta differenziata sin qui perseguiti.
Il problema nel caso è quello di capire se in futuro potremo restare virtuosi e se resteremo ancora efficienti. Per questo vorrei confutare diverse affermazioni lette in questi mesi, come quelle che per mantenere la gestione pubblica “in House” sia necessario prima che il Cosmari acquisisca la Smea: “Non esiste affatto nessun obbligo di fusione tra Cosmari e Smea perché l’ATA possa decidere l’affidamento dell’intero servizio relativo al “ Ciclo Integrato dei Rifiuti” con il sistema di Housing Providing” al Cosmari.
Soprattutto oggi, con la Costituzione dell’Ata è solo l’Assemblea dell’ambito a decidere (anche a maggioranza) e solo Cosmari (gestore insieme a Sintegra) ha le caratteristiche per un affidamento che garantisce “il controllo analogo sul servizio” da parte dei Comuni Convenzionati cosi come sancito dalle Norme UE.
La SMEA non ha invece le caratteristiche per questo tipo di affidamento (partecipata da soggetto privato scelto senza pubblica gara) e non può avere affidamenti frazionati. Questo non è affatto sconvolgente né per il Comune di Macerata, che avrà la stessa gestione degli altri comuni, né per il personale Smea addetto al servizio, che potrà transitare al nuovo gestore, quindi con la massima garanzia occupazionale per tutto il personale escluso quello che dispone di contratti non necessari allo svolgimento del servizio (Dirigenti ed altri eventuali con incarichi ad personam non necessari o eccessivamente costosi all’organizzazione Cosmari).
Di fronte alle giuste osservazione di Vesprini, relativamente ai maggiori costi da sopportare per i Comuni e quindi per l’intera comunità provinciale, non sono accettabili ricatti da parte di nessuno. Rilevo solo che Macerata si è sempre tirata fuori da qualsiasi gestione associata e nel settore dei rifiuti ha un servizio non certamente in linea con la normativa, il Piano provinciale in particolare, e pur spendendo circa il 40% in più degli altri (quantificabile in circa 35 Euro in più per abitante all’anno) offre prestazioni qualitative ed ambientali (RD) al di sotto della media provinciale..
Tale scenario sarà aggravato dalla prossima entrata in vigore delle tariffe TARES (aumento tassazione a mq. del 30% circa).
Non so se i maggiori costi relativi all’incorporazione della SMEA siano di 500.000 euro l’anno o maggiori (senza piano industriale e pianta organica i costi da fusione potrebbero essere ben più elevati) ma sta di fatto che neanche 10 euro in più in questo momento dovrebbero essere giustificati.
Cosa manca oggi? Oggi manca il coraggio della politica (Vesprini esprime il disagio dello stare con un PD che non ha strategie) ed anche dei Sindaci e del Presidente dell’ATA.
Il presidente della provincia e dell’ATA ha insediato di recente l’ATO 3 senza nessun programma, ne linee di sviluppo del sistema di gestione del ciclo integrato dei rifiuti nella Provincia di Macerata, con ciò non separando le funzioni di Governo da quelle di gestione del servizio come invece obiettivo primario dell’ATA e della Convenzione sottoscritta dai Sindaci dei 57 Comuni Maceratesi che ne fanno parte.
Oggi è invece necessario che la politica e le amministrazioni locali si attivino immediatamente per un nuovo Piano Industriale per la gestione dei rifiuti incaricando il Cosmari di individuare tutte le possibili nuove strategie: dall’accelerazione del raggiungimento dell’obiettivo dell’80% di RD, alla programmazione dei tempi di disattivazione dell’impianto di incenerimento, dalla valutazione della convenienza all’acquisizione di Smea o del vantaggio di acquisire il solo personale ed i mezzi utili all’organizzazione dei servizi nel progetto Cosmari, alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento della frazione organica con nuovi sistemi di trattamento anaerobico e produzioni di Biogas per il miglioramento economico della gestione (energia e metano prodotti) ed ambientale con il massimo contenimento delle emissioni odorigene oggi elevate, alla possibilità di innescare nuove filiere ( produzione di CSS – Combustibili Solidi secondari da rifiuto) che con il vantaggio della disponibilità a chilometro “O” oltre l’intrinseca Qualità avvantaggerebbero dall’assenza di costi di trasporto i sistemi produttivi della filiera dei cementifici in particolare (questione Sacci).
Queste sono quindi, a mio parere, le priorità: immediato affidamento “in House del servizio integrato di tutto l’ATO al Cosmari”, la immediata redazione del Piano d’Ambito con relativo Piano Industriale, il tutto in un contesto di chiarezza e responsabilità di tutti. Per questo occorre soprattutto che la politica torni a parlare chiaro e fare accordi alla luce del sole.
E’ assurdo infatti che la trattativa o accordo Cosmari / Smea sia condotta in gran segreto dal Sindaco di Macerata, dai Sindacati CISL e CGIL (che hanno interessi legittimi), dal Presidente del Cosmari e dal Presidente della Provincia ( ma a quale titolo se l’ATA non ha nessuna competenza nella gestione?).
Nel momento che tutte le forze democratiche stanno prodigandosi in nuove forme di trasparenza e nel momento in cui a Parma (l’unica grande Città Amministrata dai Grillini) sta per partire uno dei più grandi inceneritori del Paese dopo che il Partito di Grillo in campagna elettorale aveva promesso di metterci una bomba e che comunque non sarebbe mai stato attivato, invito tutti a svolgere con trasparenza le proprie funzioni.
Personalmente denuncerò qualsiasi operazione che vada contro l’interesse dei cittadini, l’interesse dei dipendenti Cosmari, Sintegra (quelli Smea avranno tutte le garanzie e lo stesso trattamento di questi), l’interesse della buona gestione e della qualità ambientale e la trasparenza amministrativa».
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Concordo con Capponi, la SMEA da tempo con l’avvento di nuove organizzazioni amministrative territoriali automaticamente doveva essere sciolta. Il Cosmari non dovrebbe acquisire la SMEA a titolo oneroso- Deve invece assorbire le maestranze e non obbligatoriamente i vertici che hanno un contratto diverso dalle stesse maestranze.
Capponi ha ragione. ottimo intervento che restituisce chiarezza su una questione che altri tendono a confondere.
Certo che ci vuole tanta faccia per il Sindaco di Macerata che pur avendo a disposizione la partecipata Smea nella raccolta differenziata la sua città è la cenerentola della Provincia. Evidentemente ci sono altre problematiche che sono sotterranee sul problema fusione cosmari smea rifiuti.Una considerazione,se il Consigliere Provinciale del PD Vesprini ,persona accorta e perbene ha “alzato” la voce e elencato non solo le possibili soluzioni ma anche la brutta piega che sta prendendo la questione è segno che una parte del PD della provincia di Macerata vuole la fusione senza tanta discussione.Insomma un grido di allarme al quale dovrebbe seguire se la lezione elettorale è servita dei chiarimenti e delle pubbliche prese di posizione da parte dei dirigenti del partito del consigliere provinciale Vesprini..
Tutti hanno detto tutto su questa vicenda ognuno sa tutto di tutti il bello è che nessuno sa proprio nulla visto che si continua a parlare di apicali senza sapere che gli stessi sono dipendenti anche loro con mansioni di responsabilità all’interno della smea.Tutti parlano, anche il consigliere Vesprini,persona accorta e perbene,quante volte si è recato alla smea per capire come stanno le cose? E’ ora di finirla e dire come stanno le cose, nn sarà che qualcuno nn vuole la fusione proprio per fare la gara? Il vero protagonista di questa vicenda è il miliardo e 300 milioni di euro per chi si aggiudica il servizio.Io vorrei fare una proposta: perchè non togliamo una buona parte di stipendio(altissimo e nessuno ne parla),al direttore del COSMARI invece di togliere sempre ai lavoratori. Il sindacato dov’é finito in questa vicenda? tutti hanno parlato,il grande assente è proprio lui che non ha sprecato neanche una parola per tutelare i diritti dei lavoratori. E’ ora che il sindacato ,che ne sa più di tutti ci spieghi come veramente stanno le cose. Non è possibile che nessuno dica che facendo la gara si rischia di avere più di una società nel nostro territorio che andrà a gestire i rifiuti in provincia di Macerata. Questo comporterebbe poca trasparenza,un servizio mediocre e i guadagni non reinvestiti sul territorio ma altrove
Su questa trattativa SMEA – COSMARI, c’è un grosso problema che Monachesi ha già risolto con forte senso di responsabilità e collaborazione, ma purtroppo gli altri quattro dirigenti SMEA ancora tengono duro. mentre i tanti dipendenti padri di famiglia sono in trepidante attesa affinchè questi fortunati signori, si mettano una mano sulla coscienza e pensino anche che dovranno lavorare a fianco di colleghi COSMARI non retribuiti allo stesso livello. Ivano Tacconi consigliere comunale Macerata
La SMEA è frutto di quelle amministrazioni maceratesi che non hanno mai sostenuto il Consmari frutto invece di altri comuni lungimiranti che dasempre hanno pensato di gestire in modo corretto il ciclo dei rifiuti.
Sarebbe opportuno, per la legge sulla trasparenza conoscere l’organico dell SMEA ovviamente non ci interessano le maestranze che comunque devoneo essere assorbite ma i quadri e i loro stipendi.
Sento parlare di quattro dirigenti. E’ un’impresa pubblica o il solito carrozzone privato che campa con i soldi pubblici.
Siccome tutti paghiamo profumatamente i rifiuti la massima trasparenza sarebbe opportuna,
Ancora sentiamo parlare gente che a Macerata da trenta anni si è alternato maggioranza e minoranza e che in tutte e due i ruoli non ha mai favorito il consmari.
Io nn conosco gli stipendi dei “fortunati” apicali”,della Smea, ma se ho ben capito sono anche loro operai quindi nn credo che abbiano stipendi,come è stato detto questi giorni,d’oro a differenza del direttore del COSMARI,Mi dovete spiegare perchè questi signori prendono stipendi esageratissimi e nessuno dice niente. Trovo allucinante che gli operai si debbano abbassare gli stipendi mentre è giustificato e accettato da tutti lo stipendio del Direttore del Cosmari come se niente fosse. Voglio fare una proposta:Abbassiamo di 3.000 euro al mese lo stipendio del Direttore del Cosmari,tanto Lui tira avanti lo stesso,e li utilizziamo,anche quelli, per equiparare gli stipendi di alcune figure apicali del Cosmari
Capponi, lo sa benissimo che l’in-house si potrà fare solo con l’acquisizione di Smea da parte del Cosmari. In ciò che dice si evince che a lui forse dell’in-house non interessa granché o meglio del fatto che la partita ambiente rimanga tutta pubblica poiché forse sarebbe molto più interessante per lui, favorire l’ingresso in Provincia, attraverso un’eventuale gara, di un privato xyk…. interessante! L’ex Presidente della Provincia dimentica ahimé, che per quanto riguarda servizi pubblici di primaria importanza (ambiente e acqua) solo il pubblico costituisce maggiore garanzia di controllo per i cittadini.
@Unoqualunque
Lei dichiara di non far parte delle 5 figure apicali e dice di non conoscere gli stipendi degli uni (ma probabilmente degli altri)!!; e allora Le chiedo se
abbiamo 1 consorzio con un fatturato di circa 40 mln euro e il direttore che percepisce poco piu’ di 100mila euro, ed abbiamo una partecipata che fattura il 10% cioe’ circa 4 mln euro e il direttore ne percepisce circa 250.000 ml euro; a rigor di logica quale stipendio dovrebbere essere abbassato (come dice Lei) di 3000 euro al mese considerando che tira avanti lo stesso???????
Facendo 2 conti semplici semplici,esaminando il volume di affari delle 2 aziende il direttore Smea dovrebbe percepire 500/600 euro al mese ……….o sbaglio????
Chiedo ,se qualcuno ne e’ a conoscenza,visto e considerato che a Macerata paghiamo il 35/40 % in piu’ rispetto ai comuni serviti da cosmari, se ad esempio Montecassiano o altri comuni serviti da Smea hanno le stesse tariffe nostre.Grazie a coloro che vorranno esaudire la richiesta.
@alla signora FERRARA (Non so’ se questa e’ la sua città o in Cognome)
Certamente Signora Lei non puo’ dire a qualcuno (Capponi) che Lui sarebbe per la privatizzazione del servizio, quando e’ a tutti noto il contrario. Capponi ha sostenuto che prima di pensare alla esternalizzazione bisogna raggiungere tutti gli obiettivi che il piano provinciale prefissava.: 80% di Raccolta Differenziata, la realizzazione di una discarica a bassissimo impatto e di modernissima concezione, la valorizzazione dei materiali raccolti in modo differenziato a partire dalla filiera FORSU/ENERGIA, la definizioni di precisi parametri di qualità del servizio di raccolta porta a porta.
L’In House oggi e’ stato confermato dopo la bocciatura dei limiti di affidamento in House precedentemente introdotti dal Parlamento.
L’abrogazione dell’articolo 4 del decreto legge 138/2011 – decisa dalla Corte costituzionale con la sentenza 199 del 20 luglio – comporta una generale riflessione su quello che resta oggi della disciplina sui servizi pubblici locali e anche un ripensamento sulle modalità con cui si è proceduto finora. In primo luogo, resta in vita l’articolo 3-bis dello stesso decreto 138/2011, che attribuisce alle Regioni il compito di organizzare lo svolgimento dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica. La norma non chiarisce quali siano questi servizi a rete. Però, il fatto che l’articolo 19, comma 1, del decreto legge 95/2012 sulla spending review riconosca come funzioni fondamentali dei Comuni «l’organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale» e «l’organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi».
Restano poi in vigore tutti i vincoli per le società in house: sulle assunzioni del personale, sugli acquisti di beni e servizi, in termini di futura estensione del patto di stabilità interno alle aziende con affidamento diretto. Si tratta di limitazioni già imposte dall’articolo 18 del decreto legge 112 del 2008 e in parte riproposte dall’articolo 3-bis del decreto 138/2011.
Si deve prendere atto che è irragionevole una normativa “universale” e occorre invece pensare a corrette regole di settore: il trasporto pubblico locale ha esigenze completamente diverse dal servizio idrico e da quello dei rifiuti. A partire da questa considerazione, occorre pensare a leggi che contengano idee e strategie industriali di comparto.
Restino pure delle regole comuni, ma limitate all’essenziale: a modalità di composizione dei consigli di amministrazione, a incompatibilità e regolazione, al reclutamento del personale e all’acquisto di beni e servizi.
Occorreva chiarire le competenze di Stato, Regioni ed Enti locali e la regione Marche lo ha fatto. L’In House e’ possibile e gli ATA possono affidare con tale modalità anche il Servizio integrato di gestione del ciclo dei rifiuti. L’ATA decide, come ogni Ente a maggioranza, non essendoci una specifica base minima oltre tale soglia e quindi e’ possibile affidare il servizio In House senza l’accorpamento di società preesistenti ma solo a quelle che hanno i requisiti (partecipata da Enti pubblici o con socio privato scelto con gara pubblica, possibilità di controllo analogo da parte dei comuni soci, rispetto delle norme in materia di trasparenza nell’assunzione del personale, riduzione dei CDA a te membri e riduzione dei costi di gestione nell’ottica della Spending Reviews e rispetto del Patto di stabilità)
Questo, fermo restando che l’obiettivo della liberalizzazione deve comunque essere perseguito. Ma senza forzature, non imponendo termini che non possono essere rispettati e avendo sempre a mente che, alla fine, a prevalere su tutto è sempre il principio di realtà.
Signora Ferrara (o altro) prima di avventurasi in affermazioni false …..si informi!!!!
Caro Franco sono stata assente dalla città ma riprendo l’interessante conversazione per farti una domanda precisa visto che mi accusi di fare delle affermazioni false. Debbo chiederti qual’è l’effettivo tuo pensiero riguardante l’opportunità della conclusione della trattativa Cosmari/Smea. E’ vero che citi le normative ma dato che probabilmente sei una persona ferrata in materia ti chiedo di espormi il tuo personale pensiero che non mi è chiaro. Forse di fatto non è chiaro ancora perché questa trattativa va avanti da cinque anni senza raggiungere mai una conclusione. Mi spieghi se ne sei a conoscenza i reali motivi? Secondo te la politica c’entra in tutto questo? Grazie per i chiarimenti che mi fornirai perchè io ho anche l’umiltà, senza offendere nessuno, di informarmi e chiedere delucidazioni per farmi una reale opinione. Sottolineo umiltà perché di questi tempi è molto più facile imbattersi in persone saccenti che si chiudono nelle proprie convinzioni spesso derivate da scarsa conoscenza di cose o fatti. Grazie ancora Franco!