L’affaire rifiuti continua a tener banco nella provincia di Macerata. La vicenda che vede impegnati il Comune di Macerata e il Cosmari con tutti i suoi soci è la compravendita Smea – Cosmari che oggi si dice ferma in una fase di stallo. In realtà si può dire senza esagerare che la trattativa è bloccata ormai da più di un anno e di sicuro non hanno avuto poco conto interventi ed azioni di diversi soggetti che con precisi interessi, politici o personali, hanno sin dall’inizio remato contro l’operazione.
Se in passato Cosmari e Comune di Macerata si sono sfidati a colpi di aumento delle tariffe e ricorsi al Tar, poi superati, il problema che c’è da sempre e che non ha mai trovato soluzione è quello dello stipendio dei dirigenti Smea. In particolare nel mirino è la figura del direttore generale della Smea Stefano Monachesi che attualmente ha un’indennità di oltre 195 mila euro secondo la Smea e di 225 mila euro, secondo il Cosmari (che dovrebbero però chiarire cosa comprendono in queste cifre e scoprirebbero probabilmente che il risultato è lo stesso). Il Cosmari ha chiesto la riduzione del 30% del salario delle figure apicali e il Comune di Macerata sembrava essere ad un passo dall’accettare ma poi è successo qualcosa che ha nuovamente interrotto la trattativa, a conferma del fatto che quando si ha a che fare con i rifiuti ogni cosa diventa molto difficile e ogni ostacolo insormontabile.
Sulla questione è intervenuta Confindustria Macerata che ha condannato stipendi d’oro e disservizi. «E’ impensabile – scrive in una nota – che si possa continuare ad assistere a questa triste rappresentazione di inefficienza con quasi 400 persone impegnate con più società a gestire i rifiuti di una provincia tutto sommato molto piccola, una gestione tra l’altro non razionale, costosa, con retribuzioni non equivalenti e peggio ancora in assenza di trasparenza nella comunicazione degli stessi compensi e dell’organizzazione delle stesse società. Per una comunità come quella maceratese, duramente toccata dalla crisi che costringe le famiglie a fare sacrifici, le assurdità economico-organizzative della gestione dei rifiuti sono assolutamente incomprensibili e anche difficilmente tollerabili per altro tempo ancora. I cittadini e le imprese sono colpiti due volte da queste incapacità: innanzitutto perché i soldi pubblici non vengono spesi in modo sano e produttivo e, poi, perché i disservizi fanno aumentare i costi della raccolta dei rifiuti, quando invece la collaborazione tra realtà diverse dovrebbe produrre economie di scala e permettere un risparmio consistente per le famiglie».
Duro anche l’intervento del consigliere provinciale del Pd Massimo Vesprini che già nei giorni scorsi aveva chiesto con forza di non riversare i costi del personale sulla collettività (leggi l’articolo) e ritorna oggi a parlare della vicenda.
«L’ultima posizione espressa dal Consiglio di amministrazione del Cosmari – scrive – sulle condizioni per l’acquisto di SMEA rappresenta un inaccettabile cedimento ai privilegi di pochi a spese della collettività. Il problema è sempre lo stesso: gli “stipendi d’oro” di cui godono alcuni. Con una delibera di dicembre il CdA del Cosmari dice che verificandosi alcune condizioni l’acquisto di SMEA verrebbe sottoposto nuovamente all’esame dell’Assemblea Generale.
Dalla delibera risulta che il direttore di Smea, Stefano Monachesi dovrebbe accettare uno stipendio appena inferiore a quello del direttore del Cosmari, il cui costo aziendale (stipendio lordo + oneri riflessi) ammonta a 153.687 euro/anno, che sempre lo stesso direttore Smea dovrebbe rinunciare all’inquadramento in mansioni dirigenziali (questione solitamente spinosa, spesso causa di liti giudiziarie e di costosi indennizzi), che gli altri 4 apicali titolari di superminimi per un maggior costo aziendale di 94.663 euro /anno dovrebbero accettare una riduzione del 30%, tale da limitare il maggior costo a 66.264euro/anno, che si mette in conto che, per parità di trattamento, superminimi similari dovranno essere concessi ad altrettanti dipendenti Cosmari (altra spesa di 66.264 euro), che il Comune di Macerata, per favorire la vendita di Smea, avrebbe espresso una disponibilità a dare un contributo annuo di 43.000 euro che il Cosmari utilizzerebbe per pagare i superminimi.
Adesso proviamo a fare due conti di quello che costerebbe alla collettività garantire questi ingiusti privilegi. Spero che nessuno abbia l’impudenza di ritenerli meritevoli di tutela, specie oggi che tanti pagherebbero per un posto sicuro allo stipendio minimo contrattuale.
Il costo aziendale per i superminimi dei 4 apicali Smea e di altrettanti Cosmari ammonterebbe a 132.528,20 euro all’anno, di cui 43.000 euro dovrebbero gravare sul Comune di Macerata.
Sommando anche la spesa di 153.000 euro per il direttore di Smea arriviamo ad un ingiusto esborso per la collettività di circa 285.000 euro all’anno. Se poi consideriamo che dei 4 apicali Smea super pagati al Cosmari ne potrebbero realmente servire al massimo 2, ecco che ci avviciniamo a quei 500.000 euro all’anno di maggiori oneri posti a carico della comunità, come già denunciato in precedenza.
Mi rivolgo al Presidente del Cosmari Daniele Sparvoli, persona con le capacità per svolgere bene il suo ruolo. Come puoi immaginare un Cosmari con due direttori? Dovremmo spenderci pure 153.000 euro all’anno per avere un insensato dualismo di potere direzionale, sicuramente fonte di dannosi dissidi? Come si può immaginare che un personaggio come Stefano Monachesi, solito a ricoprire posizioni di comando, che ha sempre avuto in pugno la Smea ottenendo dal Comune di Macerata (socio di maggioranza) tutto ciò che ha voluto, possa rassegnarsi a fare il funzionario obbediente agli ordini del direttore del Cosmari? Se questa operazione va in porto su queste basi il risultato sarà un mostro che sommerà in sé tutti gli aspetti peggiori delle attuali gestioni. L’assemblea generale del Cosmari, con la delibera n.22 di novembre 2011, aveva approvato delle linee di indirizzo che, pur segnate da passaggi fumosi tipici di una politica accomodante, si ponevano l’obiettivo di eliminare totalmente i superminimi individuali. Quelle condizioni non vennero accettate e la vicenda si fermò lì. Ora il CdA Cosmari apre al sistema dei lauti superminimi per pochi che si è affermato alla Smea (ne chiede solo una riduzione del 30%) e addirittura programma di estenderlo anche a qualche suo dipendente attuale. Per favorire l’esportazione al Cosmari di questo “virtuoso” sistema, il Comune di Macerata sarebbe disposto a sborsare 43.000 € all’anno. Ora è fuori di dubbio che il Comune non potrà mai assumere formalmente un tale impegno perché privo di legittima giustificazione, eppure nella lettera approvata dal CdA Cosmari si dice di valutare positivamente questa disponibilità del Comune.
Fermatevi finché siete in tempo! Ripartite dal disegnare quello che dovrebbe essere un sistema efficiente ed economico (questi principi bisogna praticarli e non solo citarli ritualmente nelle delibere) nella gestione dei rifiuti e andate avanti guardando solo all’interesse generale. Su queste basi nessuno, che sia strettamente utile al servizio, dovrà temere per la perdita del posto di lavoro.
Sulla trattativa interviene anche Deborah Pantana (Pdl): «La situazione di stallo è diventata pesante, visto anche l’aumento della tassa rifiuti, in un momento così difficile per le famiglie. Se al centro del confronto politico, e dello scontro tra gli attori della vicenda, restano da un lato gli alti stipendi dei dirigenti Smea e dall’altro gli incarichi erogati dal Cosmari, dagli inizi del 2000 ad oggi, ad alcuni professionisti che ruotano tra i vari partiti, credo che non si arriverà mai alla conclusione di questa vicenda. Un accordo virtuoso e realista va trovato e il Sindaco di Macerata Carancini, non l’ex Meschini, deve dimostrare una volta tanto di avere la forza di prendere una decisione: sistemare la questione della dirigenza Smea e valorizzare quello che è patrimonio della città: ossia la stessa società Smea. Occorre isolare tutti coloro che per vari motivi stanno boicottando il raggiungimento di una soluzione ragionevole ed equa che tuteli gli interessi generali, soprattutto dei dipendenti di tutte le strutture coinvolte, Smea-Cosmari- Sintegra, parliamo di quasi 400 famiglie. Quindi non si può continuare a tergiversare o cedere ai ricatti incrociati. La normativa generale ci consente di poter continuare fino al 2015 la gestione pubblica dei rifiuti, quindi è necessario procedere all’integrazione operativa anche della Smea, al fine di addivenire alla costituzione di un unico soggetto gestore del servizio a livello provinciale. Dobbiamo andare avanti perché sono tante le questioni da affrontare, la prima su tutte è quella d’incoraggiare all’interno del Cosmari ogni tipo d’investimento rivolto a finanziare politiche verso “rifiuti zero” e per ammodernare ulteriormente i sistemi di selezione e per realizzare definitivamente un impianto con cui si riducano i cattivi odori che infestano la Valle del Chienti. Non può più restare irrisolto il problema delle esalazioni insopportabili che soffocano gran parte della valle: è necessario intervenire con provvedimenti veloci e risolutivi, per garantire una qualità della vita dignitosa alle numerose famiglie residenti».
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Non conosco bene la questione e quindi non vorrei esprimere giudizi azzardati.mi pare però di capire che si tratti di aumenti di stipendi contemporaneamente ad aumenti di tariffe…….
Piccola correzione: …e contemporaneamente DI aumenti di tariffe.
Se la società fosse una nornale società e venuisse assorbita da altra società più grande sarebbe la società più grande a scegliere la dirigenza della società che viene assorbita, se questi dirigenti servono ancora, se è meglio spostare un dirigente dalla società che acquisisce a quella acquisita, se mandare a spasso i dirigenti della società acquistata…
Perchè qui ci sono così tante difficoltà, ed intanto le tariffe salgono ma i servizi non sembrano migliorare????
7 persone (tra SMEA e Cosmari) che guadagnano da 150.000 a 200.000 euro l’anno cadauno per gestire lo smaltimento dei rifiuti in Provincia di Macerata… ma che fanno, se li mangiano? In Germania c’è solo un dipendente pubblico che guadagna intorno ai 200.000 euro l’anno: la Merkel!!!
Oltre ai dirigenti, aggiungiamo anche due consigli di amministrazione che pesano sulla collettivita’ e che non sono altro che contenitori di rifugiati politici pagati dai cittadini.
cioè,sono previste meno società partecipate per evitare tutte queste cariche sovrapposte e poi dovremmo sostenere il loro stipendi spropositati….si tengono lavoratori precari a 400e senza nessun tipo di garanzie e stiamo discutendo da due anni su come i contribuenti possano salvare inutili stipendiati a 5 zeri. Si sono resi precari milioni di lavoratori meno quelli che veramente dovrebbero esserlo,cioè la nostra classe dirigente, spesso incompetente sovrastimata e sovrapagata,però intoccabile qualsiasi cosa succeda. I direttori delle partecipate,guardate l’apm sono saldamente al comando con contratti e benefici super blindati e ovviamente a tempo indeterminato. Possono comportarsi come proprietari,perchè nessuno può toccare il loro posto fisso,però non hanno il rischio di impresa,perchè se qualcosa va storto ci sono i contribuenti…..questo è il vero cancro dell’italietta ci sono più capi che lavoratori….
E’ preoccupante l’assordante silenzio dei politici maceratesi, sia di maggioranza che di opposizione, sulla vicenda dei megastipendi ai dirigenti SMEA, pagati da anni dai cittadini maceratesi attraverso la TARSU.
Eppure ce ne sono parecchi che a volte intervengono anche qui su CM sui più disparati argomenti: Tacconi, Savi, Sacchi, Carbonari, Garufi, Guzzini sono i primi che mi vengono in mente, ma anche gli altri ovviamente.
E l’intervento qui sopra della Pantana è troppo vago al riguardo, non si pronuncia sulla questione centrale dell’articolo, i megastipendi appunto, che invece vengono ben spiegati dal consigliere provinciale Vesprini: sarà
che lui può parlarne non essendo di Macerata?
Da sempre a Macerata corre voce che, soprattutto sotto elezioni, dalla SMEA arrivino lauti finanziamenti a politici di Macerata, sia di destra che di sinistra. Io non ci voglio credere, ma il perdurante silenzio di tutti i politici maceratesi su questa questione, sia di maggioranza che soprattutto di opposizione, sulla quale pure il Carlino ha scritto parecchi articoli in questa settimana, ci fa pensar male …
@ Tex Willler
Pecunia non olet
Ci preoccupiamo tanto degli stipendi dei Parlamentari, ma non ci rendiamo conto che la Politica si e’ insinuata (trad. infilata gradualmente) fino ai livelli piu’ bassi, spartendosi ogni tipo di incarico, presto anche i Condomini dovranno avere un C.D.A cosi’ troveremo il posto per qualche altro “trombato”. Ricordiamoci che anche questi sono soldi presi delle nostre tasche. E’ una vera vergogna, migliaia di persone si ritrovano senza stipendio e senza pensione e ci dicono che i soldi sono finiti. Ieri sera alla TV un imprenditore diceva che da questa situazione se ne viene fuori solo col sangue.
@ Tex
“A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.
….cosi’ diceva Giulio Andreotti
Il problema dei rifiuti è complesso, ed è stato gestito in modo pessimo, i colpevoli:
Provincia, Cosmari, Comune di Macerata, Smea.
La Provincia, pur sapendo che la discarica di Tolentino era in esaurimento, non è stata in grado di provvedere tempestivamente a una soluzione alternativa, rendendo necessario ancora oggi l’abbancamento a Fermo e San Biagio.
Il Cosmari non ha previsto la spesa ulteriore che avrebbe richiesto questa soluzione, facendo schizzare i costi di smaltimento a cifre da record, costi che poi, ovviamente, si sono scaricati sulle bollette pagate dai cittadini (e le tariffe potrebbero crescere ancora se presto questi nodi non saranno sciolti!).
Il Comune di Macerata, attraverso la sua società società Smea (partecipata al 51%), non è meno colpevole, perché da anni differenzia pochissimo, ed ha totalmente fallito la sua politica dei rifiuti.
I soldi per compensare questi errori vengono presi dalle tasche dei cittadini/sudditi/contribuenti della città e provincia di Macerata, attraverso Tarsu oggi, Tares domani.
Stando così le cose ogni attore accusa le controparti di essere peggiori…e la discussione si protrae all’infinito finché non arriveremo ad una situazione d’emergenza! Il bello/brutto della vicenda è che il balletto si svolge a spese dei contribuenti!
UN VERO E PROPRIO SCHIFO !!!!!!!!!!!!!……. CHE DERIVA DAI SOLITI IMPICCI POLITICI !!!!!….. PER SPRECARE SOLDI QUI A MACERATA SIAMO I NUMERI 1 !!!!!!!!!!!….. VERGOGNA !!!!!!!!!!
Il problema è serio, non solo riferito agli stipendi d’oro ma anche dell’uso che ne ha fatto e sta facendo la politica di queste aziende, a scapito delle tante famiglie che oggi si trovano in seria difficoltà.. Il SIndaco di Macerata deve a tutti i costi intanto chiudere questa trattativa, altrimenti il sistema rifiuti della nostra Provincia sicuramente andrà in caos, poi dovremmo parlare, come dice confindustria, di come queste aziende vengono gestite.
@ Debora Pantana
Mi scusi, ma perché il sistema dei rifiuti della nostra provincia dovrebbe andare nel caos se Cosmari non acquista SMEA? Vorrei che ce lo spiegasse con qualche motivazione, con qualche esempio se vuole. Resto in attesa di risposta, grazie.