Smea-Cosmari, stasi su stipendi e dirigenti
Vesprini: “153 mila euro in più
per avere due direttori”

Continua il dibattito sulla trattativa. Confindustria attacca: "Una triste rappresentazione di inefficienza". Il consigliere provinciale del Pd si rivolge al presidente Sparvoli: "Se l'operazione va in porto su queste basi il risultato sarà un mostro sommandp gli aspetti peggiori delle attuali gestioni"
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xosmari smeadi Alessandra Pierini

L’affaire rifiuti continua a tener banco nella provincia di Macerata. La vicenda che vede impegnati il Comune di Macerata e il Cosmari con tutti i suoi soci è la compravendita Smea – Cosmari che oggi si dice ferma in una fase di stallo. In realtà si può dire senza esagerare che la trattativa è bloccata ormai da più di un anno e di sicuro non hanno avuto poco conto interventi ed azioni di diversi soggetti che con precisi interessi, politici o personali, hanno sin dall’inizio remato contro l’operazione.
Se in passato Cosmari e Comune di Macerata si sono sfidati a colpi di aumento delle tariffe e ricorsi al Tar, poi superati, il problema che c’è da sempre e che non ha mai trovato soluzione è quello dello stipendio dei dirigenti Smea. In particolare nel mirino è la figura del direttore generale della Smea Stefano Monachesi che attualmente ha un’indennità di oltre 195 mila euro secondo la Smea e di 225 mila euro, secondo il Cosmari (che dovrebbero però chiarire cosa comprendono in queste cifre e scoprirebbero probabilmente che il risultato è lo stesso). Il Cosmari ha chiesto la riduzione del 30% del salario delle figure apicali e il Comune di Macerata sembrava essere ad un passo dall’accettare ma poi è successo qualcosa che ha nuovamente interrotto la trattativa, a conferma del fatto che quando si ha a che fare con i rifiuti ogni cosa diventa molto difficile e ogni ostacolo insormontabile.

Sulla questione è intervenuta Confindustria Macerata che ha condannato stipendi d’oro e disservizi. «E’ impensabile –  scrive in una nota – che si possa continuare ad assistere a questa triste rappresentazione di inefficienza con quasi 400 persone impegnate con più società a gestire i rifiuti di una provincia tutto sommato molto piccola, una gestione tra l’altro non razionale, costosa, con retribuzioni non equivalenti e peggio ancora in assenza di trasparenza nella comunicazione degli stessi compensi e dell’organizzazione delle stesse società. Per una comunità come quella maceratese, duramente toccata dalla crisi che costringe le famiglie a fare sacrifici, le assurdità economico-organizzative della gestione dei rifiuti sono assolutamente incomprensibili e anche difficilmente tollerabili per altro tempo ancora. I cittadini e le imprese sono colpiti due volte da queste incapacità: innanzitutto perché i soldi pubblici non vengono spesi in modo sano e produttivo e, poi, perché i disservizi fanno aumentare i costi della raccolta dei rifiuti, quando invece la collaborazione tra realtà diverse dovrebbe produrre economie di scala e permettere un risparmio consistente per le famiglie». 

Massimo Vesprini

Massimo Vesprini

Duro anche l’intervento del consigliere provinciale del Pd Massimo Vesprini  che già nei giorni scorsi aveva chiesto con forza di non riversare i costi del personale sulla collettività  (leggi l’articolo) e ritorna oggi a parlare della vicenda.
«L’ultima posizione espressa dal Consiglio di amministrazione del Cosmari – scrive – sulle condizioni per l’acquisto di SMEA rappresenta un inaccettabile cedimento ai privilegi di pochi a spese della collettività. Il problema è sempre lo stesso: gli “stipendi d’oro” di cui godono alcuni. Con una delibera di dicembre il CdA del Cosmari dice che verificandosi alcune condizioni l’acquisto di SMEA verrebbe sottoposto nuovamente all’esame dell’Assemblea Generale.
Dalla delibera risulta che  il direttore di Smea, Stefano Monachesi dovrebbe accettare uno stipendio appena inferiore a quello del direttore del Cosmari, il cui costo aziendale (stipendio lordo + oneri riflessi) ammonta a 153.687 euro/anno, che sempre lo stesso direttore Smea dovrebbe rinunciare all’inquadramento in mansioni dirigenziali (questione solitamente spinosa, spesso causa di liti giudiziarie e di costosi indennizzi), che gli altri 4 apicali titolari di superminimi per un maggior costo aziendale di  94.663 euro /anno dovrebbero accettare una riduzione del 30%, tale da limitare il maggior costo a 66.264euro/anno, che si mette in conto che, per parità di trattamento, superminimi similari dovranno essere concessi ad altrettanti dipendenti Cosmari (altra spesa di 66.264 euro), che  il Comune di Macerata, per favorire la vendita di Smea, avrebbe espresso una disponibilità a dare un contributo annuo di 43.000 euro che il Cosmari utilizzerebbe per pagare i superminimi.
Adesso proviamo a fare due conti di quello che costerebbe alla collettività garantire questi ingiusti privilegi. Spero che nessuno abbia l’impudenza di ritenerli meritevoli di tutela, specie oggi che tanti pagherebbero per un posto sicuro allo stipendio minimo contrattuale.
Il costo aziendale per i superminimi dei 4 apicali Smea e di altrettanti Cosmari ammonterebbe a 132.528,20 euro all’anno, di cui 43.000 euro dovrebbero gravare sul Comune di Macerata.
Sommando anche la spesa di 153.000 euro per il direttore di Smea arriviamo ad un ingiusto esborso per la collettività di circa 285.000 euro all’anno. Se poi consideriamo che dei 4 apicali Smea super pagati al Cosmari ne potrebbero realmente servire al massimo 2, ecco che ci avviciniamo a quei 500.000 euro all’anno di maggiori oneri posti a carico della comunità, come già denunciato in precedenza.
Mi rivolgo al Presidente del Cosmari Daniele Sparvoli, persona con le capacità per svolgere bene il suo ruolo. Come puoi immaginare un Cosmari con due direttori? Dovremmo spenderci pure 153.000 euro all’anno per avere un insensato dualismo di potere direzionale, sicuramente fonte di dannosi dissidi? Come si può immaginare che un personaggio come Stefano Monachesi, solito a ricoprire posizioni di comando, che ha sempre avuto in pugno la Smea ottenendo dal Comune di Macerata (socio di maggioranza) tutto ciò che ha voluto, possa rassegnarsi a fare il funzionario obbediente agli ordini del direttore del Cosmari? Se questa operazione va in porto su queste basi il risultato sarà un mostro che sommerà in sé tutti gli aspetti peggiori delle attuali gestioni. L’assemblea generale del Cosmari, con la delibera n.22 di novembre 2011, aveva approvato delle linee di indirizzo che, pur segnate da passaggi fumosi tipici di una politica accomodante, si ponevano l’obiettivo di eliminare totalmente i superminimi individuali. Quelle condizioni non vennero accettate e la vicenda si fermò lì. Ora il CdA Cosmari apre al sistema dei lauti superminimi per pochi che si è affermato alla Smea (ne chiede solo una riduzione del 30%) e addirittura programma di estenderlo anche a qualche suo dipendente attuale. Per favorire l’esportazione al Cosmari di questo “virtuoso” sistema, il Comune di Macerata sarebbe disposto a sborsare 43.000 € all’anno. Ora è fuori di dubbio che il Comune non potrà mai assumere formalmente un tale impegno perché privo di legittima giustificazione, eppure nella lettera approvata dal CdA Cosmari si dice di valutare positivamente questa disponibilità del Comune.

Stefano Monachesi

Stefano Monachesi

Fermatevi finché siete in tempo! Ripartite dal disegnare quello che dovrebbe essere un sistema efficiente ed economico (questi principi bisogna praticarli e non solo citarli ritualmente nelle delibere) nella gestione dei rifiuti e andate avanti guardando solo all’interesse generale. Su queste basi nessuno, che sia strettamente utile al servizio, dovrà temere per la perdita del posto di lavoro.
Sulla trattativa interviene anche Deborah Pantana (Pdl): «La situazione di stallo è diventata pesante, visto anche l’aumento della tassa rifiuti, in un momento così difficile per le famiglie. Se al centro del confronto politico, e dello scontro tra gli attori della vicenda, restano da un lato gli alti stipendi dei dirigenti Smea e dall’altro gli incarichi erogati dal Cosmari, dagli inizi del 2000 ad oggi, ad alcuni professionisti che ruotano tra i vari partiti, credo che non si arriverà mai alla conclusione di questa vicenda. Un accordo virtuoso e realista va trovato e il Sindaco di Macerata Carancini, non l’ex Meschini, deve dimostrare una volta tanto di avere la forza di prendere una decisione: sistemare la questione della dirigenza Smea e valorizzare quello che è patrimonio della città: ossia la stessa società Smea. Occorre isolare tutti coloro che per vari motivi stanno boicottando il raggiungimento di una soluzione ragionevole ed equa che tuteli gli interessi generali, soprattutto dei dipendenti di tutte le strutture coinvolte, Smea-Cosmari- Sintegra, parliamo di quasi 400 famiglie. Quindi non si può continuare a tergiversare o cedere ai ricatti incrociati. La normativa generale ci consente di poter continuare fino al 2015 la gestione pubblica dei rifiuti, quindi è necessario procedere all’integrazione operativa anche della Smea, al fine di addivenire alla costituzione di un unico soggetto gestore del servizio a livello provinciale. Dobbiamo andare avanti perché sono tante le questioni da affrontare, la prima su tutte è quella d’incoraggiare all’interno del Cosmari ogni tipo d’investimento rivolto a finanziare politiche verso “rifiuti zero” e per ammodernare ulteriormente i sistemi di selezione e per realizzare definitivamente un impianto con cui si riducano i cattivi odori che infestano la Valle del Chienti. Non può più restare irrisolto il problema delle esalazioni insopportabili che soffocano gran parte della valle: è necessario intervenire con provvedimenti veloci e risolutivi, per garantire una qualità della vita dignitosa alle numerose famiglie residenti».



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