Lo svincolo di San Claudio,
tra grandi promesse sfumate
e grandi interessi in gioco

LA RICOSTRUZIONE - Un viaggio a ritroso nel tempo per arrivare al giorno d’oggi, passando per Alfio Caccamo, patti scellerati, sconti inspiegabili, Valleverde, attese e distrazioni varie

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bommaritodi Giuseppe Bommarito

Prosegue ormai da qualche settimana l’offensiva del Comitato per lo svincolo di San Claudio: raccolta di firme (pochine, in verità), incontri pubblici (non molto frequentati, almeno secondo i presenti), interventi roboanti sui giornali, qualche vago cenno di interesse da parte del Sindaco Carancini, l’inaugurazione in pompa magna del deserto dei tartari denominato lottizzazione Valleverde (leggi l’articolo). Nel frattempo, comunque, zero soldi in vista per l’agognato svincolo da parte sia della Provincia di Macerata che dei Comuni di Macerata e di Corridonia.

inchieste-cmLa situazione degli svincoli sulla superstrada, nel tratto che interessa Macerata e Corridonia, è destinata quindi a rimanere tale e quale per lungo tempo ancora, anche perché analoga carenza di fondi si presenta pure per l’altro svincolo ipotizzato, quello più verso ovest, a Campogiano, a metà strada fra Piediripa e Sforzacosta. Qui lo svincolo potrebbe essere realizzato dalla Quadrilatero, ma oggi non servirebbe a nulla, visto che il Comune di Macerata non ha i soldi per realizzare la strada che dalla Pieve risalirebbe verso via Mattei (strada che a suo tempo la Quadrilatero avrebbe realizzato a spese proprie, ma – come è noto – non se ne fece nulla grazie al gran rifiuto dell’allora Sindaco Meschini, completamente assoggettato ai grandi manovratori pidiellini-valleverdiani che gestivano l’Amministrazione Comunale maceratese come cosa propria, i quali chiaramente non gradivano uno svincolo che avrebbe sgonfiato di molto l’esigenza di quello di San Claudio: un vero e proprio “crimine” politico, di cui ancora oggi Macerata sta pagando le pesanti conseguenze).

Oggi, quindi – diciamo la triste verità ai lettori e a tutti i cittadini – il dibattito verte su due sogni egualmente irrealizzabili nel breve ed anche nel medio periodo: due svincoli entrambi lontani nel tempo, tra i quali però prima o poi bisognerà stabilire un ordine di priorità, tenendo in considerazione le scarse risorse disponibili ed il fatto che il primo, quello di San Claudio, è funzionale soprattutto a sostanziosi interessi privati (in parte anche ad un interesse pubblico), mentre il secondo (in località Campogiano) risponde invece in maniera esclusiva ad oggettivi interessi di natura pubblica.

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Da sinistra Stefano Di Pietro, Graziano Pambianchi, Monaldo Andreozzi e Narciso Ricotta durante la presentazione del Comitato per il sì allo svincolo di San Claudio (clicca sull’immagine per leggere l’articolo)

 

Su questa scala di priorità torneremo in seguito. Adesso però, visto che siamo in tema, è bene raccontare una vecchia storia a suo tempo da qualcuno definita come il “patto scellerato” Calvigioni-Silenzi, che in qualche modo, ma pur sempre come miraggio fatto strumentalmente balenare, riguarda lo svincolo di San Claudio, una vicenda che vide come grande ed abile regista, e come soggetto infine vincente sulle istituzioni, il socio di riferimento dell’Alba s.r.l., Alfio Caccamo, l’uomo che a tamburo battente ha poi realizzato il centro commerciale di CorridoMnia.

Siamo nel maggio 2008. La Provincia di Macerata aveva appena espresso un parere di conformità sulla revisione del PRG di Corridonia, formulando però dei rilievi sull’inserimento di nuove aree produttive a destinazione commerciale nella zona industriale (tra le quali anche quella dove poi sarebbe sorto il CorridoMnia Shopping Park) per la mancanza di un’adeguata viabilità che potesse sopportare il crescente traffico di automezzi.

 

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Alfio Caccamo

Ecco allora che l’Alba s.r.l., per la parte di suo interesse, sottoscrisse nell’agosto del 2008 un atto unilaterale di impegno che prevedeva, in vista della “grande struttura di vendita” che in quel momento Caccamo aveva progettato, l’esecuzione a proprie spese di taluni interventi per circa tre milioni di euro direttamente riguardanti la sua lottizzazione, nonché un parco pubblico lungo il Chienti ed anche – e qui torniamo al dunque – la realizzazione del nuovo svincolo di San Claudio (€ 3.000.000), due rotatorie di servizio sull’asse attrezzato che sarebbe dipartito dallo svincolo (€ 1.140.000), la strada di connessione alla viabilità del Consorzio Valleverde (€ 600.000), un contributo al Comune di Corridonia per una strada di collegamento al nuovo svincolo di San Claudio (€ 200.000), la sistemazione della strada del Crocifisso che avrebbe collegato il centro di Corridonia al nuovo svincolo (€ 400.000), il progetto per il nuovo ponte sul Chienti per collegare lo svincolo alla viabilità verso Macerata (€ 300.000). Insomma, un’offerta irresistibile, quasi sei milioni di euro (apparentemente) messi sul piatto da Caccamo & soci per risolvere d’un colpo solo la viabilità in zona Palazzo Zenith e soprattutto quella maceratese e corridoniana connessa all’ipotizzato svincolo di San Claudio (teniamo presente che per questo svincolo allora c’erano dei finanziamenti del Comune e della Provincia di Macerata, che con il generoso contributo di Caccamo sarebbero divenuti sufficienti per l’opera).

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Ieri l’inaugurazione di Valleverde

Poco dopo, tra l’ottobre e il dicembre 2008, la Provincia a guida Silenzi e il Comune di Corridonia del Sindaco Calvigioni, evidentemente confortati da tanta generosità e convinti di prendere due piccioni con una fava, pervennero, ciascuno per quanto di sua competenza, all’approvazione definitiva della revisione del PRG comunale (dando così via libera a Caccamo), entrambi peraltro evidenziando la necessità, e finalmente ora anche la possibilità, di razionalizzare lo svincolo di Palazzo Zenith e di realizzare anche lo svincolo di San Claudio. Una meraviglia (almeno in apparenza)!

Prese così le mosse il futuro CorridoMnia Shopping Park, a questo punto ormai consacrato nelle previsioni del PRG di Corridonia (peraltro con dimensioni e caratteristiche anche ampliate rispetto all’originaria stesura della revisione dello strumento urbanistico) ed evidentemente frutto di un grande inciucio, di un vero e proprio accordo trasversale (il famoso patto scellerato di cui sopra) tra il Comune di Corridonia (che pensava di portare a casa i soldi degli oneri di urbanizzazione e un consistente miglioramento viario), la Provincia di Macerata (sulla quale evidentemente avevano premuto alla grande i valleverdiani del Consorzio) anch’essa interessata alla viabilità, e l’Alba s.r.l., intenzionata a portare a casa a tutti i costi il proprio centro commerciale (senza regalare tanti soldi, però, anche se questa cosa sarebbe stata compresa solo in un secondo tempo).

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VALLEVERDE – La strada si interrompe a cinquanta metri dal centro commerciale Valdichienti, ma dovrebbe essere collegata allo stesso e alla SP 485, sullo sfondo

Un’operazione molto forzata ed altamente discutibile sul piano urbanistico, ambientale, commerciale, sociale ed economico, anche inquietante sotto altri punti di vista, rispetto alla quale immagino che all’epoca più di uno dei protagonisti istituzionali si sia turato il naso per non sentire le varie puzze provenienti dall’affaire che stavano trattando. Ma si sa, in certe cose i pubblici amministratrori devono guardare al risultato concreto, e quindi non bisognava sottilizzare più di tanto, non si doveva certo dare una sbirciatina ai bilanci dell’Alba s.r.l. ove erano iscritte movimentazioni di grandi liquidità tuttora non chiarite e tanto meno bisognava porsi qualche domanda sulla provenienza di tali somme. Almeno però tanto “cinismo” politico ed istituzionale avesse consentito nel caso specifico di portare a casa tutte le opere viarie previste!

E invece nemmeno questo è accaduto, perché Alfio Caccamo, che aveva espressamente e furbescamente condizionato tutti i megagalattici impegni unilaterali sopra specificati all’autorizzazione per una “grande struttura di vendita” (cioè un centro commerciale unitario, come il Cityper di Piediripa), una volta portata a casa la revisione del PRG ben presto è ripiegato su una serie di medie strutture di vendita coordinate, distribuite su nove (poi diventeranno sette) distinti lotti, così d’un colpo solo trovandosi ad avere unicamente il Comune di Corridonia come interlocutore sul versante commerciale della pratica e liberandosi del tutto dagli obblighi di spesa per quei sei milioni di euro riferiti al parco sul Chienti ed allo svincolo di San Claudio, con annessi e connessi. Un vero e proprio colpo da maestro, agevolato, in termini di interventi comunque da effettuare sulla viabilità, dalla contemporanea scelta del Comune di Corridonia di realizzare a spese dell’ANAS il nuovo svincolo ad otto dinanzi al palazzo Zenith! Addio allora ai sogni di gloria cullati dagli enti territoriali coinvolti nella vicenda e dai manovratori valleverdiani, all’epoca fortemente incistati presso il Comune e la Provincia di Macerata, tutti alla fine rimasti con un pugno di mosche in mano, nel mentre CorridoMnia ha vissuto di lì a poco la propria trionfale inaugurazione.

 

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L’ex presidente della Provincia Giulio Silenzi

L’Alba s.r.l. nel novembre 2010, a suggello della propria indubbia vittoria sugli enti territoriali coinvolti nella vicenda, ha poi ridefinito, d’intesa con il Comune di Corridonia, il proprio atto di impegno molto al ribasso, obbligandosi di fatto a realizzare per un importo di circa 2.240.000 euro solo opere del tutto funzionali al proprio centro commerciale (la strada interna di lottizzazione e la rotatoria sulla strada provinciale, quella palmare, detta anche “dell’inchino”), oltre alla sistemazione paesaggistico-ambientale dell’area agricola posta tra la lottizzazione e il fiume Chienti (quest’ultima ancora da effettuare), alla realizzazione di talune opere di miglioramento idraulico, al rifacimento del tappetino stradale di via Valadier e di una piccola parte di via Mattei e ad un’ulteriore rotatoria. Insomma, una miseria (non credo nemmeno che si arrivi alla metà) rispetto ai quasi nove milioni di euro sparati da Caccamo all’inizio della faccenda, una miseria accettata per chissà quale motivo dal Comune di Corridonia, che pure avrebbe dovuto pretendere molto di più, ben sapendo che una serie di medie strutture di vendita coordinate con opere di urbanizzazione comuni (viabilità, parcheggi, servizi, infrastrutture), proprio come quelle di CorridoMnia, equivalgono in termini di impatto urbanistico e di viabilità ad una grande struttura di vendita (come di recente il TAR Marche, annullando le singole licenze commerciali, ha sentenziato nella vicenda del tutto analoga che a Sant’Elpidio contrappone Della Valle alla lottizzazione “Il Castagno”). Non c’era motivo alcuno, quindi, almeno a mio avviso, per uno sconto così vistoso, così come non c’era motivo di far finta di credere all’ulteriore sballata promessa dei trecento nuovi posti di lavoro destinati ai cittadini di Corridonia, sparata da Caccamo stesso prima delle ultime elezioni amministrative, e alle favolette dell’immediato ed inarrestabile decollo della nuova struttura commerciale e dell’arrivo in massa delle multinazionali sulla riva del Chienti.

Questa però  è un’altra storia, che ci porterebbe lontano. Bisogna invece ora tornare in maniera specifica sui nostri benedetti svincoli, quello di San Claudio e quello di Campogiano, per provare in qualche modo a stabilire, sia pure sul piano puramente virtuale, quale sia maggiormente prioritario e soprattutto (e qui la faccenda diventa molto più concreta) quali siano i fortissimi interessi che tuttora stanno dietro al primo e che stanno determinando tutta l’ossessiva pressione mediatica, politica ed istituzionale di queste ultime settimane.

 

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Il sindaco di Corridonia, Nelia Calvigioni

Chiariamo subito una cosa. Un positivo effetto sul congestionato traffico di Piediripa lo svincolo di San Claudio l’avrebbe – nessuno può negarlo – anche se il recente intervento di Maceratiamo (leggi l’articolo) ne ha di molto ridotto la prevedibile portata. E ciò comunque integra, almeno per la zona di Piediripa e dintorni, una qualche utilità pubblica, collettiva. Ma sicuramente – e tenendo conto del fatto che poi il nuovo asse viario andrebbe comunque ad imbottigliarsi nella stretta mulattiera che da Piediripa sale verso Macerata – molto più utile tale svincolo appare essere, almeno in prospettiva, per gli interessi particolari dei proprietari delle aree poste sul versante nord e sud del Chienti, destinate ad essere attraversate o solo sfiorate dallo svincolo e dalle strade che proseguirebbero dopo il ponte da realizzare sul fiume. E qui troviamo, sulla sponda destra del Chienti, i terreni dei parenti di un ex Sindaco di Corridonia e la lottizzazione Eureka, mentre, dall’altra parte, quelli della Curia di Fermo, quelli del coniuge di una professionista in qualche modo interessata anche alla lottizzazione Valleverde, la grande lottizzazione Damen, il lotto verso il laghetto artificiale acquistato da un pool di imprenditori di primo piano della provincia di Macerata, lo stesso Cityper in fase di ampliamento, per arrivare infine all’attuale landa deserta di Valleverde. Terreni, immobili, insediamenti abitativi e lotti produttivi che sarebbero certo valorizzati da questa nuova viabilità, peraltro negli anni passati imprudentemente data come cosa fatta da qualche valleverdiano, oggi in grande e visibile affanno.

E’ ovvio quindi, ed anche comprensibile, che gli interessati cerchino di spingere perché lo svincolo di San Claudio abbia la priorità su tutto e su tutti, anche sulla tutela ambientale della zona che ricomprende la splendida abbazia (che andrebbe valorizzata in tutt’altro modo), ma non pretendano però di far passare i loro particolari tornaconti come interessi altamente ed esclusivamente pubblicistici. C’è un limite a tutto!

D’altra parte, una volta stabilito che il beneficio dello svincolo di San Claudio sarebbe solo a livello strettamente locale, cioè di circolazione di fondo valle, perché non ricordare in questa ottica che oltre dieci anni fa, all’epoca in cui venne costruito il Cityper, era stato già previsto un intervento che avrebbe di molto alleggerito e sveltito il traffico della zona, quel collegamento con la vecchia strada per Civitanova che sarebbe dovuto passare tra il cinema Multiplex e il Ristorante Why e che potrebbe essere utile oggi anche per il Consorzio Valleverde? Perché gli amministratori di Macerata e di Corridonia hanno totalmente rimosso questa possibilità, ormai finita nel dimenticatoio? Mistero gaudioso, a cui nessuno ufficialmente ha mai dato risposta.

L’interesse pubblico, e realmente pubblico, starebbe invece sicuramente nello svincolo di Campogiano, che risolverebbe del tutto i problemi di traffico di Sforzacosta, nonché della zona industriale di Corridonia ed anche di Piediripa; che ad oggi vedrebbe ancora il possibile intervento della Quadrilatero e l’interesse della Provincia; che con un breve e facile tratto di strada collegherebbe il fondo valle del Chienti con Macerata città e da qui, attraverso la galleria delle acque perenni (quella di Fontescodella), si fionderebbe in un attimo, qualora fosse possibile risolvere il problema non secondario della casa che oggi impedisce di arrivare direttamente a Villa Potenza, verso la vallata del Potenza. Un collegamento intervallivo velocissimo e di enorme utilità, indispensabile anche per consentire un facile approdo a Macerata città ed ormai appoggiato dalla stessa Giunta Provinciale per la sua indubbia valenza non solo strettamente cittadina. Insomma, se veramente provassimo ad essere obiettivi, miraggio per miraggio, lo svincolo di Campogiano distanzierebbe di molto lo svincolo di San Claudio. Almeno così è nella mia personale scala delle priorità.

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Articoli precedenti:

– L’inchiesta dell’avvocato Giuseppe Bommarito sul caso Valleverde: (leggi la prima parte); (leggi la seconda parte)

Le reazioni:  amministratori e imprenditori analizzano la vicenda dell’insediamento produttivo di Piediripa e dello svincolo di San Claudio (leggi l’articolo).

***

CORRIDOMNIA-0IL CASO CACCAMO:

–  CorridoMnia Shopping Park, chi è veramente Alfio Caccamo? (leggi l’articolo)

La difesa di Alfio Caccamo (leggi l’articolo)

Il caso Caccamo, dove sono le istituzioni? (leggi l’articolo)

Solo illazioni velenose su Alfio Caccamo (leggi l’articolo).



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