Prima delle due puntate della nuova inchiesta dell’avvocato Giuseppe Bommarito che questa volta si è occupato per Cronache Maceratesi dell’insediamento produttivo Valleverde, tornato di estrema attualità dopo la recente presentazione del comitato composto da politici, tecnici e imprenditori a favore dello svincolo della Superstrada a San Claudio (leggi l’articolo). L’avvocato Bommarito ricostruisce tutte le fasi di una vicenda che va ormai avanti da molti anni e in cui non mancano aspetti su cui fare chiarezza anche da parte delle istituzioni.
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di Giuseppe Bommarito
Fu la Giunta Maulo nel 1997 ad individuare l’area di Valleverde (quella che parte dietro al bar Filoni a Piediripa e poi, costeggiando la zona di campagna a nord del Cityper, arriva quasi all’abbazia di San Claudio) come zona per un insediamento produttivo di notevoli dimensioni, circa 35 ettari, da realizzare con un apposito piano ad iniziativa pubblica (in sigla PIP). Una scelta allora presentata come una necessaria mossa strategica e di riequilibrio territoriale tra Macerata e le città limitrofe, dove stavano sorgendo sempre più numerose le aree destinate ad insediamenti industriali ed artigianali. In realtà, senza bisogno di scomodare l’attuale gravissima crisi economica, era già allora troppo tardi, perché Macerata, beatamente dormiente nel suo ruolo di città impiegatizia e di servizi, era ormai letteralmente circondata da insediamenti produttivi creati a Corridonia, Pollenza, Treia, Montecassiano, Montelupone, dove quei Comuni (ognuno per conto suo, ovviamente) la terra agli imprenditori, anche a quelli provenienti da Macerata, quasi gliela regalavano purchè venissero a tirar su capannoni su capannoni.
Tanto era il ritardo, e tanto forte era la concorrenza degli altri Comuni, che l’altro PIP per insediamenti produttivi di Piediripa, quello approvato dal Comune di Macerata nel 2000 e sito in contrada Peschiera, vicino al mercato dell’ortofrutta, composto solamente da sei lotti, partì con grosse difficoltà e ancora oggi non ha trovato tutti gli acquirenti. Era quindi già allora evidente che in città la richiesta di spazi produttivi, per una serie di motivi che venivano da lontano, era molto bassa e che eventuali nuove iniziative imprenditoriali nel territorio di Macerata avrebbero potuto trovare facile collocazione in contrada Peschiera o, meglio ancora, nel già costruito, in qualche capannone dismesso o rimasto allo stato grezzo, senza bisogno di sventrare e di snaturare l’area di Valleverde.
Eppure, subito dopo l’insediamento della prima Giunta Meschini (all’incirca nel 2001-2002) in Comune si cominciò a favoleggiare circa la necessità di un notevole ampliamento della zona produttiva di Valleverde, quei 35 ettari già individuati dal previsto PIP pubblico e già chiaramente sovradimensionati, ingrandimento resosi necessario secondo alcuni per soddisfare una presunta grande domanda di lotti da parte delle categorie produttive, addirittura eccedente rispetto all’originaria previsione del PIP.
Questo ampliamento avrebbe anche consentito di evitare di tagliare a metà (come prevedeva la variante Maulo) i fondi agricoli irrigui ricadenti nella zona di Valleverde destinata a PIP, all’acquisizione dei quali il Comune avrebbe dovuto procedere tramite esproprio o accordo bonario. Sì, perché un piano di insediamenti produttivi comporta che il singolo Comune, individuata l’area, l’acquisisca dai vari proprietari a prezzi di esproprio o a quelli frutto di una trattativa bonaria, realizzi a suo carico le opere di urbanizzazione primaria e poi, frazionati i singoli lotti, li venda agli imprenditori industriali o artigianali interessati. Un iter che, com’è evidente, richiedendo notevoli anticipazioni da parte dei Comuni, solitamente porta a scelte ragionate ed evita che si largheggi oltre il dovuto nelle dimensioni dell’area e di conseguenza nei costi delle opere di urbanizzazione.
A Macerata, tuttavia, in quegli anni di Giorgio Meschini & Company si ragionava come sempre alla grande. Proclamata a parole da parte degli strateghi dell’urbanistica maceratese l’esigenza (in realtà gonfiata oltre ogni misura, se non del tutto inesistente) di un insediamento produttivo di notevolissime dimensioni, fu poi conseguenziale dire che un piano pubblico così grande e strutturato non sarebbe stato gestibile dall’apparato tecnico e burocratico del Comune e che quindi ben poteva darsi spazio ad un’iniziativa privata che allora cominciava a prendere corpo.
Abilmente sollecitati, si erano infatti sviluppati alcuni contatti tra gli stessi agricoltori proprietari dei fondi di Valleverde interessati dall’eventuale esproprio e qualche imprenditore e si era manifestata l’intenzione condivisa di costituire un consorzio per valorizzare e ampliare il progetto originario del PIP, realizzando così due comparti: i proprietari dei terreni avrebbero mantenuto in loro proprietà le aree più a sud, quelle più vicine alle loro abitazioni, originariamente destinate dal PIP agli insediamenti produttivi, dove, dismesse le loro aziende agricole, avrebbero potuto realizzare una zona destinata ad insediamenti commerciali e direzionali da suddividere in lotti e da cedere poi a prezzi di mercato; le aree più a nord, invece, quelle frutto dell’ampliamento, le avrebbero invece vendute al consorzio ad un prezzo molto contenuto, vicino a quello di esproprio, evitando in tal modo possibili operazioni speculative. Tutti insieme, poi, felicemente consorziati, avrebbero realizzato a proprie spese le opere di urbanizzazione, destinate ad essere cedute a costo zero al Comune di Macerata.
Detto e fatto, nel settembre 2002 la Giunta Meschini partì con una ulteriore variante urbanistica per ampliare la precedente, più limitata, previsione del piano regolatore e garantire così “l’effettivo decollo del ruolo di Macerata nell’ambito del distretto produttivo imperniato attualmente sull’altra sponda del Chienti”. In pratica, con la usuale modestia di quella Amministrazione Comunale, si stabilì a livello quantitativo addirittura un raddoppio dimensionale, passando da 35 ettari ad oltre 57 ettari, per realizzare “il più grande piano per insediamenti produttivi di tutta la provincia di Macerata e uno dei più importanti a livello regionale” (!!!).
Su questi immaginifici e trionfali presupposti nacque così nell’aprile 2003 il Consorzio Urbanistico Valleverde, inizialmente costituito da otto proprietari di fondi agricoli della zona nonché da coloro che sarebbero stati da allora ai giorni nostri i componenti del Consiglio di Amministrazione del consorzio stesso, presieduto sino a pochi mesi fa dall’avvocato Graziano Pambianchi.
Il Consorzio, aperto all’ingresso di tutti gli imprenditori interessati e già forte di un gran numero di richieste di prenotazioni provenienti dal mondo delle imprese (per circa la metà, in verità, imprese edili, e non manifatturiere), si proponeva di progettare e realizzare le opere di urbanizzazione necessarie al nuovo enorme polo produttivo (strade, parcheggi, pubblica illuminazione, verde pubblico, fognature, reti di distribuzione dell’acqua, dell’energia elettrica, del gas, rete telefonica e telematica), per circa il 60% consistente in zona produttiva a prezzi di compravendita convenzionati (€ 14 a metro quadro) e per il residuo 40% in zona commerciale e direzionale a prezzi liberi. A loro volta, gli imprenditori acquirenti dei lotti produttivi si impegnavano anche a svolgere l’attività produttiva descritta in sede di acquisto per almeno tre anni a partire dal rilascio del certificato di agibilità del singolo manufatto e a non vendere il lotto per lo stesso periodo.
Subito dopo, nel luglio 2003, il Comune di Macerata, approvato lo schema di convenzione con il Consorzio insieme alla relativa variante urbanistica, iniziò a parlare di una possibile sinergia con il Comune di Corridonia per il nuovo svincolo della superstrada a San Claudio, con il conseguente collegamento proprio verso l’area del Consorzio e da lì verso Macerata. Attenzione, perché questo è un punto molto importante. Quell’insediamento produttivo così consistente poteva infatti decollare solo divenendo, per il suo posizionamento e per le strade che avrebbe dovuto realizzare al suo interno, parte di un tracciato viario che doveva partire dal favoleggiato nuovo svincolo in superstrada, attraversare il Chienti, lambire il Cityper, raggiungere l’area del Consorzio e proseguire poi verso Macerata città. Cioè, in altre parole, la mitica alternativa allo svincolo della superstrada posto davanti al palazzo Zenith, ancora oggi intasato almeno in alcune ore del giorno.
E proprio in vista di questo collegamento con la viabilità arrivò il 10 giugno 2004 l’approvazione dell’accordo di programma tra Provincia e il Comune di Macerata con la quale si approvava la variante per l’ampliamento della zona produttiva di Valleverde (zona prima in gran parte classificata come agricola e come agricola di salvaguardia ambientale). La Provincia però inserì nel decreto di approvazione un passaggio chiave: i Comuni di Macerata e di Corridonia, insieme alla Provincia e all’ANAS, si dovevano impegnare a concertare la viabilità esterna all’insediamento per collegare l’area di Valleverde verso la superstrada; in caso contrario, ove tali intese non fossero state definite al raggiungimento di una volumetria dei vari lotti pari al 60%, il Comune di Macerata avrebbe dovuto proporre soluzioni alternative.
Il giorno successivo, l’11 giugno del 2004, qualcosa in effetti sembrò muoversi in questa direzione. Fu infatti sottoscritta un’intesa tra la stessa Provincia e i Comuni di Macerata e Corridonia per la realizzazione di un asse viario che doveva partire da San Claudio e arrivare alla strada provinciale che scende da Macerata, inglobando l’area produttiva di Valleverde (circa 1280 metri di strada proprio ricadenti nell’area oggetto dell’intervento). Ma evidentemente la Provincia fu la prima a non credere in questo intervento infrastrutturale (che due o tre anni dopo venne anche “disdettato” dal Sindaco di Corridonia Nelia Calvigioni, allora fresca di prima nomina), tant’è che nel gennaio 2005 venne revocata una determina di un dirigente dell’ente che appena due mesi prima aveva previsto che l’edificazione dei singoli lotti potesse avvenire solo contestualmente all’inizio dei lavori di collegamento verso la superstrada. In pratica, la realizzazione della zona produttiva di Valleverde era ormai del tutto sganciata da ogni concreta prospettiva circa l’agognato nuovo svincolo di San Claudio e il collegamento con Macerata.
Il resto è la cronaca degli ultimi anni, che in buona sostanza ha visto la nascita non di un grande polo produttivo, ma di una cattedrale nel deserto, in pratica un bellissimo anello per gare automobilistiche o di go-kart, sfortunatamente per i maceratesi piazzato in un’area molto significativa dal punto di vista paesaggistico e ad oggi, e per molto tempo ancora, sganciato da ogni collegamento veloce sia con la città di Macerata che con la superstrada.
(1/continua)
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Dopo aver fatto finta di litigare, ora Macerata e Corridonia si accorderanno e accontenteranno i propri sponsor elettorali, entrambi.
D’altronde le percentuali bulgare mica crederete che siano un caso, no?
E meno male che se ne sono accorti in molti, ora, finalmente…. persino certi ‘mastini’.
Pienamente d’accordo con l’avv.to Bommarito, ma non su un punto: non è vero che lo svincolo ad otto sia intasato ancora oggi. Si circola molto meglio di quando non c’era, e se intasamento c’è è dovuto SOLO ED ESCLUSIVAMENTE dalla rotatoria di Piediripa e dal ponte sul Chienti. Allo svincolo ad otto non ci sono intasamenti, se non il normale rallentamento nei momenti di punta del traffico, sempre molto sostenuto, soprattutto d’estate.
Passamo alla seconda parte.
Ve sta ve!!!!
Purtroppo non avevano progettato un impianto fotovoltaico, anche piccolo di 500 Kw. Sicuramente si sarebbe creato immediatamente un comitato di cittadini, che amanti della bellezza del territorio e desiderosi di preservarlo integro, si sarebbero mobilitati per impedirlo, Infatti, a loro dire, un insediamento del genere, avrebbe deturpato in modo ben più grave dei capannoni e delle rotatorie, oltretutto per un periodo di ben venti anni il suddetto territorio, che al termine del conto energia (20 anni) avrebbe potuto essere ripristinato come prima.
Tutto questo vi sembra normale?
Finalmente qualche informazione utile per ragionare, capire e, volendo, giudicare.
Spero che l’Avvocato Bommarito non ci faccia attendere troppo per la seconda puntata.
Di quello che ha detto Axel, il primo ad intervenire, sinceramente non ho capito un tubo.
Aspettiamo il seguito della storia scritta da Bommarito.
Ho l’impressione che, come tutte le “incompiute” maceratesi, questa Valleverde sia come il Ce.ma.co.: un’autentica e costosa fregnaccia a spese del contribuente. La Macerata burocrate e clericale è incapace di essere imprenditrice, salvo che per riempirsi di cemento.
Il presidente del Pip 1 e 2 di Corridonia Peppe Mochi prenderva un po’ di più che di 40 mila euro l’anno. E’ vero che il presidente di Valleverde Pambianchi ne prendeva 100 mila?
VOGLIO CONTINUARE IN MODO SCLEROTICO A CHIEDERE: IL PD DI CORRIDONIA E’ D’ACCORDO COL PD DI MACERATA, OPPURE E’ CONTRO IL PD DI MACERATA E SOSTIENE LA POSIZIONE DEL SINDACO CALVIGIONI?
CARI COMPAGNI DEL PD, IL POPOLO VI HA DATO IL 63,8 PER CENTO: NON POTETE FARE I PESCI IN BARILE FINO A QUESTO PUNTO.
RITORNO A CHIEDERE AI CAPIGRUPPO DELL’OPPOSIZIONE ALBERTO RITA ED ENZO SALVUCCI QUALE E’ LA RISPETTIVA POSIZIONE SULLO SVINCOLO DI SAN CLAUDIO.
In questo periodo i Partiti “ufficiali” preferiscono il dietro le quinte.
Ma una cosa è sicura, il PD sia di Macerata sia di Corridonia non sanno che pesce prendere, quello provinciale come partito non si sa nemmeno se sia mai esistito, ma quello di Macerata non credo sia mai stato investito dell’idea di fare un comitato per lo svincolo.
Fin dagli esordi è stato tenuto fuori da tutto ciò che contava a Vallverde e ora …. cadrà dalle nuvole. O meglio, l’ala “comunista” è stata tenuta al di fuori di tutto e a fare da comparsa. In cambio naturalmente di qualche cosa.
Indovinate chi ha sempre avuto il bandolo della matassa e deciso aree da acquisire, prezzi, professionisti da incaricare, parcelle. Credete che siano state chiesti preventivi? O fatti sconti sulle parcelle? Spero che dall’inciesta in corso si riesca a capire se le opere sono state completate, collaudate e da chi. E soprattutto se gli impegni assunti con il Comune di Macerata sono stati tutti assolti.
Mi scusi Avv. Bommarito, vorrei che potesse verificare alcune informazioni e anche qualche documentazione molto attendibili che mi sono arrivate sull’area Valleverde e su molte aree limitrofe molto vaste.
Prima di tutto che tutta l’area che va dal Seminario sopra la Collina fino a sotto Corridonia e dalla Zona Valleverde fino a dopo la Abbazia di S. Claudio é tutta una enorme area archeologica neolitica e romanica, piena di importantissimi reperti come teatri e anfiteatri romani, Ville Patrizie, insediamenti importantissimi che fanno pensare ad una città molto piú importante della Pausola romana, fanno pensare che potesse essere veramente Aquisgrana come da molti anni affermato da Don Carnevale, inoltre sulla parte che comprende Valleferde esisterebbero una importante quantità di tombe neolitiche. Mi risulta che i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio di Ancona hanno fatto dei rilevamenti con elicotteri dotati di speciali strumenti fotografici in grado di rilevare quello che sitrova sotto il suolo, é risultato che l’insediamento si trova a pochissima profondità e che sono stati posto sotto sequestro importantissimi reperti che erano stati trovati durante alcuni lavori nell’area, inoltre la Sindaca di Corridonia mi risulta che fosse stata messa ha conoscenza e che sia in contatto con il Comandante del nucleo che ha svolto le indagini.
Se fossero vere queste mie informazioni ci sarebbe da farsi una serie di domande……………..
Vorrei prima di porre la questione che potesse verificare la veridicità di queste informazioni. Sarebbe veramenteclamoroso scoprire che su un’area che potrebbe essere una enorme attrattiva turisti
@segue
turistica qualcuno pensava di costruire una industria insalubre come la Giorgini e un’area come quella di Valleverde, se questo fosse vero sarebbe veramente scandalo. Spero di sbagliarmi e che le mie informazioni siano
completamente infondate. Altrimenti………………..
Il presidente del Pip 1 e 2 di Corridonia Peppe Mochi prenderva un po’ di più che di 40 mila euro l’anno. E’ vero che il presidente di Valleverde Pambianchi ne prendeva 100 mila?
VOGLIO CONTINUARE IN MODO SCLEROTICO A CHIEDERE: IL PD DI CORRIDONIA E’ D’ACCORDO COL PD DI MACERATA, OPPURE E’ CONTRO IL PD DI MACERATA E SOSTIENE LA POSIZIONE DEL SINDACO CALVIGIONI
Concordo con Giorgio, il Pip 1 e 2 di Corridonia sono stati completati nei tempi previsti ed il presidente “guadagnava” molto meno del suo omologo della valleverde.
Ma il PD di Corridonia perché non da’ risposte? Qualcuno si faccia vivo, soprattutto il vicesindaco e l’assessora del PD, o qualcuno della sezione locale. Sono d’accordo con il PD di Macerata e Provinciale e, quindi, contro la Calvigioni o, al contrario, sono in perfetto accordo con la sindaca, smentendo le richieste dell’avvocato Ricotta e del PD Maceratese? Un chiarimento è necessario, soprattutto per chi vi ha votato. Il silenzio fa pensare male e come diceva Andreotti a pensar male si fa peccato ma… spesso ci si indovina.
@ Aragon: tutto quello che scrivi sull’area archeologica è verissimo. Che sia Aquisgrana o no (forse un po’ di fantasia non guasta per attirare turismo), o che sia semplicemente Pausula, città romana di grandi dimensioni e sede vescovile, sotto il terreno di quella zona c’è un enorme zona archeologica MAI SCAVATA E NON SI SA IL PERCHE’! Rilievi aerofotogrammetrici (si dice così?) fatti dall’elicottero dei carabinieri hanno confermato tutto quello che scrivi. Ed ora vorrebbero seppellire i ltutto sotto una colata di cemento, per il guadagno di pochi e togliendo un patrimonio enorme a tutti?
Ma bravi cari compagni del PD di Macerata o provinciali. Voi sì che vi interessate all’ambiente, alla storia, al turismo. Bravi, proprio bravi, l’unica cosa che vi interessa è lo svincolo e lo stradone che rovinerebbero per sempre la possibilità di effettuare scavi e ritrovare un parco archeologico che farebbe invidia a quello di Urbisaglia, con possibilità di attrarre turismo e di creare nuovi posti di lavoro (stavolta senza altro cemento) per igiovani e possibilità di diversificare le attività economiche della zona.
Perché non creare un comitato per sollecitare gli scavi in quella zona? O gli scavi creerebbero fastidio a qualcuno?
Che ne pensi, Giorgio?
Vogliamo vedere chi sono i proprietari delle terre dove dovrebbe sorgere lo svincolo??? E forza, andiamo al catasto a vedere le planimetrie.
@ Aragon, @ Filosofo
Sì, è una zona archelogica che dovrebbe essere scoperta e salvaguardata dal verde pubblico e dal verde delle colture agricole. Mi risulta che qualche agricoltore che ha venduto le terre per la lottizzazione Valleverde si sia poi pentito, poichè si vive male con il cemento e il traffico caotico nei paraggi di casa, se pure con il portavoglio più gonfio.
I pochi scavi fatti hanno riempito 60 casse di reperti archeologici, che sono presso i magazzini della Soprintendenza.
Esistono già da anni Comitati riconosciuti che si battono per la difesa dell’area archelogica e monumentale di San Claudio. Nel contempo, esistono pure i grossi interessi sia del Consorzio Valleverde, sia della Curia Arcivescovile di Fermo a cementificare dietro l’abazia, sia di interessi edilizi come la nuova lottizzazione Damen, proseguo della esistente lottizzazione Damen.
Quando si parla dello stradone di collegamento tra Valleverde, il ponte sul Chienti e lo svincolo di San Claudio, non si dice che i proprietari delle terre su cui passerebbe lo stradone vorrebbero realizzare altri capannoni lungo lo stradone… Come nuove strutture edilizie dovrebbero sorgere nel luogo del laghetto – dopo averlo prosciugato – che è oggi davanto al parcheggio del Cityper. Insomma, si inizierebbe a costruire, camuffando con cortine arboree il nuovo cemento.
Io penso che l’unico discorso politico da farsi è quello di sostenere “chi” si oppone allo svincolo di San Claudio a spese di Corridonia. In questo caso, occorre mobilitarsi intorno al sindaco Nelia Calvigioni, finchè rimane dell’avviso di salvare i nostri interessi.
Tu, Filosofo, ti chiederai il perchè di questo mio cambiamento… Io nel 2007 sostenni Nelia. Divenni un contestatore acerrimo più che alla sua “tigna” ad uno sgarro che fece chiudendo il mattatoio comunale in attivo per il Comune con oltre 1100 bovini macellati all’anno… Altro che il CE.MA.CO., il carrozzone voluto dalla DC e consoci!!! Però, considerando che la campagna e gli stessi allevatori fottuti da Nelia hanno votato per Nelia, posso dire chiusa la mia battaglia per il mattatoio comunale.
Nelia, secondo me, sta camminando sul filo del rasoio, proprio per la vicenda dello svincolo. Fino a quando gli interessi del PD di Corridonia non collimeranno con quelli del PD di Macerata?
La vicenda Valleverde rischia di esplodere in malo modo. Quindi, ad ogni costo si vorrebbe duttilità da parte di Corridonia. La sindaca, che è una furbastra, dice: “Nulla in contrario, basta che me lo pagate voi… Io non scucio un euro”.
Se la sindaca non è duttile, Paolo Cartechini – e Merlonghi, eminenza grigia della DC ed oggi del clan Cartechini – sono duttili? Non dimenticate che erano “ciaffiani”. E l’On. Ciaffi conta ancora…
Potrebbero fare saltare l’amministrazione comunale… Ma poi?
Mentre tu, Filosofo, chiedi al PD di rivelarsi nella scelta, io lo chiedo ai capigruppo della minoranza ALBERTO RITA e ENZO SALVUCCI, nonché ai vari attivisti politici che sono loro intorno: FRANCESCO CALIA de “La Destra”, PIERO MORRESI e SABRINA PONZIANI del “PdL”. GIOVANNI CIMAROSSA della “Lega Nord”…
ORMAI LI HO ADDENTATI E NON LI LASCIO FINO A CHE NON SI ESPRIMERANNO POLITICAMENTE SU DI UN ARGOMENTO COSI’ IMPORTANTE COME LO SVINCOLO DI SAN CLAUDIO.
Un invito a tutti. Non diciamo cose di cui non siamo certi, come quello che ha percepito tizio o caio. Non è giusto, l’ho sempre sostenuto e sempre lo sosterrò.
Prima o poi verrà fuori quanto si sono intascati proprietari terrieri, presidenti, membri del direttivo, tecnici ecc ecc. Sta nelle carte, mica è un segreto. Pazienza.
Quello che spero si venga presto a sapere è cosa è stato garantito a da chi ai soci del Consorzio.
Qualcuno ci può illuminare? Nn è che ad un certo punto è stato gaantito il ponte, lo svincolo ecc ecc sulla base di una telefonata?
Tu, Filosofo, ti chiederai il perchè di questo mio cambiamento… Io nel 2007 sostenni Nelia. Divenni un contestatore acerrimo più che alla sua “tigna” ad uno sgarro che fece chiudendo il mattatoio comunale
Caro Giorgio, non mi chiedo il perché del tuo cambiamento. Se ci sono motivi validi è giusto che una persona intelligente cambi opinione. Solo gli stolti rimangono sempre della stessa idea, anche se le cose cambiano.
hai ragione sul silenzio di tutte le forze politiche di Corridonia, nessuno si fa vivo sull’argomento, come mai? Non mi ricordavo degli interessi della curia, ora capisco perché non si riesce a fare scavi archeologici, altrimenti il terreno la Curia non può venderlo per fabbricarci.
Ma dove sono i VERDI? dove sono gli ambientalisti? Dov’è la sinistra sempre attenta ai problemi dell’ambiente?
La mia opinione è che su questa vicenda qualche sindaco salterà. O quello di Macerata o quello di Corridonia, io spero non sia il secondo caso, mi dispiacerebbe, ma per il PD e la sinistra sarebbe la fine a Corridonia.
P.s.: cosa c’entra Merlonghi ? E Cartechini, pensi che si faccia condizionare dal PD maceratese?
Allora siamo messi proprio male!!!
E… dove sono finiti gli attivisti delle altre forze politiche, che tu nomini???
Non si sono più visti in giro per Corridonia, dopo la campagna elettorale sono spariti.Che fanno? Che dicono? Il giornalino del PDL non si stampa più? O faceva solo parte della campagna elettorale naufragata in malo modo, peggio della Costa Concordia? E chi è lo Schettino di turno che è sceso dalla nave abbandonandola? Perché non mettono srticoli sui giornali come facevano in campagna elettorale? Misteri…..
Sottoscrivo quanto detto da Robert: questa operazione “puzza lontano un miglio” come diceva Tex Willer, ma fino adesso si ha l’impressione che la tranvata l’abbiamo presa i consorziati. Molti ci hannno mangiato e penso ai tanti Professionisti. Tuttavia ed in ultima analisi, fino a quando a pagare sono i consorziati sono casi loro. Il problema è, ED ALLORA Li’ SI VORREMMO VEDERE I CONTI, e quando a pagare è o sarà Pantalone – ovvero noi – con infrastrutture e quant’altro. Vigilate gente, vigilate!
P.s. mi è stato riferito che alla riunione del Comitato di Supporter di ieri sera c’erano pochi cristiani: in sostanza i promotori e qualche politico della vecchia giunta Meschini.
Questa è una cosa vergognosa, no il bordello scoperto in Via Pace!!!
Le due manine rosse che sono comparse nell’ultima mezzora sono delle uniche due persone che erano alla riunione di ieri sera. Occhio forumisti: come si diceva nell’ultimo conflitto “Il nemico ti ascolta!” ed interviene subito con la sua “Spectre de nuandri”.
Non ho detto il falso, Non ho commesso razzie, Non ho rubato , Non ho commesso slealtà ,Non ho sottratto le offerte al dio, Non ho detto bugie, Non ho disonorato la mia reputazione ,Non ho commesso trasgressioni…Non ho rubato il pane, non ho origliato , Non ho parlato male di altri ,Non ho litigato se non per cose giuste , Non ho avuto comportamenti riprovevoli ,Non ho spaventato nessuno , Non sono stato sordo alle parole di verità, Non ho arrecato disturbo, Non ho compiuto inganni , Non ho mancato alla mia parola , Non ho avuto dei privilegi a mio vantaggio
Non sono ricco se non grazie a ciò che mi appartiene
Così scrivevano gli antichi Egizi nel LIBRO DEI MORTI, migliaia di anni fa. Quanti, oggi, potrebbero pronunciare le stesse parole?
NEB- KEPERUR-RA TUTH-ANK-AMON ( Ra si manifesta come Signore, immagine vivente di Amon)
Io credo che l’Amministrazione di Corridonia non abbia problemi a meno che come dice spesso il Sig. Rapanelli non sia Cartechini a comandare. Ma dovrebbe comandare anche all’interno del PD, se esiste ancora. Certo che il silenzio di tutti gli altri Partiti è strano, quì altro che la gatta ci cova.
Non resta da vedere che succede a Macerata.
Ma a Mcareta i Partiti non hanno mai contato un cacchio e il consociativismo soprattutto in fatto di urbanistica ed edilizia è presto spiegato.
Ma chi comanda allora?
Una volta erano proprietari delle terre, palazzinari, curia e massoneria.
Ora credo siano rimasti solo curia e massoneria.
Della curia c’è poco da sapere.
Ma della Massoneria, che non dovrebbe essere una setta segreta?
Fantapolitica?
@aragon,
nel 2010 il nucleo tutela patrimonio culturale dei carabinieri ha individuato un vasto insediamento a est della chiesa di san claudio. In realtà già negli anni ottanta era stata condotta una campagna di scavi e numerose casse di reperti sono finite nei depositi del museo archeologico di Ancona.
Non so se vi siano teatri e anfiteatri ma tutta l’area come da lei descritta è ricca di testimonianze e non solo romane (anche sotto il campetto del rione delle vergini, mi risulta). Sembra purtroppo non vi siano risorse sufficienti per finanziare gli scavi e d’altra parte, come ho avuto modo di leggere in numerosi articoli su CM, abbiamo ancora troppi milioni da impegnare in opere determinanti e strategiche come svincoli, strade e parcheggi per poterci dedicare all’effimero.