Dopo il taglio delle fermate di numerosi treni alle stazioni di Civitanova e di Ancona, evento reso ancor più penalizzante con la prevista soppressione della linea ferroviaria Civitanova-Fabriano, la Camera di commercio di Macerata non poteva rimanere insensibile di fronte a tali provvedimenti di Trenitalia che, di fatto, provocano inevitabilmente l’isolamento dell’intero territorio. Così il presidente Giuliano Bianchi si è rivolto direttamente al Ministro per lo sviluppo economico, le infrastrutture e i trasporti, Corrado Passera, per sollecitare un deciso interventi degli organi politici e istituzionali per evitare il tracollo delle attività economiche di un’intera collettività, dal momento che questi tagli si aggiungono all’assurda esclusione della dorsale adriatica dalla linea dell’alta velocità, garantita solo per la costa tirrenica.
Tra l’altro Bianchi fa presente che il trasporto ferroviario svolge un ruolo determinante nel facilitare l’esercizio di un fondamentale diritto di tutte le moderne società, che è il diritto alla mobilità di pendolari (studenti, operai, anziani, ecc.), e che precludere alle imprese l’eventuale trasporto di merci su rotaia significa infliggere un colpo mortale a tutte le piccole e medie aziende del territorio che stanno lottando con tutte le loro energie per sopravvivere ad una crisi economica che è la più grave dal dopoguerra ad oggi.
Ma non è solo il settore produttivo ad essere penalizzato perché con esso la soppressione della ferrovia Civitanova-Fabriano danneggia enormemente il turismo e la cultura mettendo in seria difficoltà anche i 25.000 studenti iscritti alle due Università di Macerata e Camerino. E tutto ciò proprio in questo momento in cui la provincia di Macerata, per superare il momento critico delle aziende manifatturiere, stava puntando tutto sul turismo, con numerose strutture ricettive sorte nell’entroterra, e sulla cultura con tante manifestazioni di alto spessore come la stagione lirica dello Sferisterio e Musicultura.
Come se ciò non bastasse, mentre tutte le istituzioni, ed i Ministeri competenti in prima linea, si battono per promuovere il trasporto pubblico per evitare l’inquinamento atmosferico, e mentre i Comuni, per abbattere le polveri sottili, allargano sempre più le aree pedonali per penalizzare la circolazione delle auto, Trenitalia decide di sopprimere le fermate dei treni più essenziali lungo la linea Milano-Lecce, e di chiudere la tratta ferroviaria Civitanova-Albacina che è fondamentale per i collegamenti con l’Umbria, il Lazio e Roma.
Il presidente Bianchi ricorda al ministro anche che la stessa Camera di commercio negli ultimi cinque anni ha varato due progetti, che prevedono una migliore utilizzazione della stazione ferroviaria di Civitanova, come polo di sviluppo di grossa portata, e la creazione di una metropolitana di superficie che riduce al massimo la circolazione su gomma. Per facilitarne la comprensione nei dettagli, i due progetti, “L’area Ceccotti di Civitanova Marche: sviluppo spaziale e qualità urbana” e “Il sistema territoriale di Civitanova Marche: treno urbano e mobilità sostenibile”, sono stati inviati al ministro.
“La connettività ferroviaria – conclude il presidente della Camera di commercio di Macerata – rappresenta un fondamentale fattore di sviluppo economico e determina la qualità dei processi di consumo e di benessere della popolazione locale. Al contrario l’isolamento che potrebbe scaturire dai ventilati tagli alla linea ferroviaria o alle sue corse creerebbe un preoccupante depauperamento del territorio. Infine per rassicurare l’ex consigliere camerale Gregori – conclude – vorrei dire che la metropolitana di superficie, ovunque realizzata, ha visto moltiplicare l’uso del trasporto su gomma dal territorio circostante alle fermate della stessa”.
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Fortunatamente questo territorio riesce a esprimere ancora qualche amministratore illuminato come il dott. Bianchi, che non pensa alla rendita immobiliare come unico sfogo alla crisi. Al dott. Bianchi vorrei dire che recentemente ho parlato con alcuni dirigenti di Trenitalia Marche, che hanno escluso la chiusura della tratta Civitanova Albacina. Ma non è questo il punto: così com’è la linea ha evidenti limiti di economicità, e alla lunga difficilmente potrà resistere ai tagli governativi. Occorre assolutamente riqualificarla per renderla uno strumento vero di mobilità per la Provincia di Macerata. Ci abbiamo provato, di recente, a ricreare un gruppo di lavoro per la realizzazione della metropolitana di superficie, ma l’assenza dell’Ente Provincia ha impedito ulteriori passi concreti. Proprio la Provincia, se vuole giustificare ancora la sua esistenza, deve capire l’importanza fondamentale di questo strumento per lo sviluppo del nostro territorio. Amministratori illuminati cercasi.
Sono perfettamente d’accordo con Bianchi. Ciò che mi meraviglia è che una battaglia di questo tipo non venga condotta in primo luogo dalle istituzioni locali più significative, in primis la Provincia e il Comune di Macerata, quale capoluogo di provincia.
Quando il trasporto è totalmente su gomma, può succedere quel che sta succedendo in questi giorni in Sicilia, ossia il blocco totale. Ci deve sempre essere una diversificazione.
Oltretutto potenziando il trasporto su rotaia, diminuisce il carico del traffico e dell’inquinamento e di tutto ciò se ne dovrebbero far carico gli enti preposti all’amministrazione territoriale, non solo la camera di commercio.
Da un paio d’anni scarsi son tornato nelle marche dopo quasi un ventennio da emigrante all’estero e in Italia e la sensazione è stata quella di ritrovarmi, come Benigni e Troisi a Frittole nel “..1400 quasi 1500”..nella quasi impossibilità di muovermi agevolmente senza dover ricorrere all’auto sempre e comunque. Le Marche nel tempo son state isolate dal resto del mondo, dato che oggi si ragiona in termini di movimento globale..basti pensare che per prendere un volo da Fiumicino alle 10.00 del mattino son dovuto partire da Macerata alla mezzanotte del giorno prima, con il medesimo tempo impiegato sarei potuto arrivare in Brasile e con meno cambi! Andare a Milano è diventato come vincere un terno all’otto e un viaggio da “siuri”, visto il raddoppiarsi delle tariffe sui pochi treni disponibili. Si aggiunga a ciò che l’aeroporto di Ancona/Falconara è meno efficiente e conveniente di qualsiasi scalo cambogiano o messicano e parlo per esperienza. Ma la cosa più deprimente è che questo grido d’allarme non venga dalle istituzioni quali la Provincia o la Regione ma dall’ottimo Dott. Bianchi di cui condivido il pensiero e al quale mi associo nel tentativo di risvegliare i nostri politici/dipendenti dal torpore nel quale annegano le loro giornate così “caramente”…. retribuite!
@ alberto cicare
Quella di trasformare in metropolitana di superficie la tratta Citanò/Camerino venne proposta (oramai quasi 20 anni fa) anche dagli studenti dell’Università maceratese che, tra l’altro, proponevano anche di fare dei parcheggi di scambio a valle (Piediripa e Sforzacosta) per evitare l’ingresso degli autobus a Macerata e proponevano delle fermate “intermedie” vicino alle scuole (Ragioneria/Geometri, poi fatta ma troppo decentrata e Scientifico/Palazzo di Giustizia)
Ci venne detto che la soluzione, seppure interessante, era di difficile realizzazione sia sotto l’aspetto tecnico che sotto quello economico.
Tra le obiezioni che ci vennero mosse ve ne furono alcune meritevoli di attenzione.
Inanzitutto la, eventuale, metropolitana doveva essere elettrificata ed avere un numero di corse elevato poichè non si poteva pensare di realizzarla e poi avere la stessa percorrenza oraria dei treni (e già qui ci dissero che per elettrificare e far circolare dei “trenini veloci” il costo non sarebbe stato riassorbito, se non nel lunghissimo periodo).
Secondariamente ci dissero che per alcuni lunghi tratti la linea andava raddoppiata (ed anche qui costi difficilmente recuperabili) e che comunque vi erano dei problemi su Macerata poichè, ad esempio, a salire da Piediripa sarebbe stato estremamente dispendioso posare un’ulteriore linea su un continuo cavalcavia.
In ultimo c’erano i “tappi” (tunnel) su Macerata che avrebbero rallentato tutta la circolazione rendendo di fatto l’eventuale metropolitana “poco più che veloce” della littorina.
Quindi per i motivi a suo tempo (sopra) esposti non che non si potesse realizzare una sorta di collegamento rapido tra il Mare e Camerino, ma che, gli altissimi costi, non sarebbero stati recuperati se non con un piano di ammortamento oltre che ventennale (se tutto andava bene!!) e quindi l’idea (seppure interessante da un punto di vista teorico) sarebbe stata al 99&% fallimentare da un punto di vista economico …..
Oggi che non ci sono se non gli occhi per piangere credo che sarà ancora più difficile, di ieri, che tale proposta passi dalla mera fase di idea a quella di realizzazione…