Dissesto idrogeologico, Confindustria:
«Si eviti una tragedia
come quella del Misa»

IL PRESIDENTE Sauro Grimaldi interviene dopo l'alluvione e punta su mancata prevenzione e inefficacia dei consorzi di bonifica: «Agiscano o sono inutili. Bisogna dare la precedenza ad azioni che non sono più procrastinabili»

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Sauro Grimaldi, presidente Confindustria Macerata

 

«Dare precedenza ad azioni di messa in sicurezza idraulica, incomprensibili i ritardi dei consorzi di bonifica, diventino operativi altrimenti così sono inutili, una tragedia, come quella del Misa, costituisce per noi un pericolo reale, da prevenire e da evitare in modo assoluto». Confindustria Macerata interviene sul tema ambientale dopo il dramma che ha colpito le popolazioni dell’entroterra anconetano flagellate dall’alluvione.  Il presidente Sauro Grimaldi ha espresso cordoglio e vicinanza ai familiari delle vittime, ma richiama anche le istituzioni alle proprie responsabilità: «nell’esprimere il nostro profondo cordoglio e la vicinanza alle famiglie delle vittime, ai feriti, agli amministratori comunali ed alla cittadinanza, dei territori colpiti dall’alluvione, crediamo, a fronte di questi tragici avvenimenti, indispensabile richiamare, tutti, ad una riflessione seria e profonda su ciò che abbiamo il dovere di fare – afferma Grimaldi – la nostra è indubbiamente una regione fragile dal punto di vista geologico, è vero che c’è un cambiamento climatico, mondiale, in atto, ovviamente non è possibile fare in modo che non ci siano più terremoti e alluvioni, si può e si deve però fare in modo che gli effetti di tali fenomeni metereologici siano mitigati fino al punto da non essere di impatto».

Il presidente degli industriali sottolinea poi come non sia possibile parlare sempre di emergenza e come i problemi legati al dissesto idrogeologico fossero stati al centro di un documento redatto dall’associazione che predisponeva anche le tappe prioritarie di un percorso operativo: «da tempo avevamo sollevato il problema del dissesto idrogeologico – prosegue – redigendo anche un documento in cui sono state indicate le priorità degli interventi, costituendo inoltre, insieme alle altre associazioni di categoria, una cabina di regia che sta lavorando sull’analisi e proposte per la prevenzione di questi fenomeni. Il dramma che stiamo vivendo impone la scelta di dare precedenza ad azioni che non sono più procrastinabili, come la manutenzione degli argini, la pulizia dei letti dei fiumi, oltre che di avviare operazioni strutturali come canali di scolo e terreni adibiti a “sfogo” per le acque, indispensabile inoltre che ci siano procedure veloci per contrastare la troppa burocrazia che spesso rallenta le progettazioni. Il tema della messa in sicurezza idraulica e idreogeologica del territorio è strettamente collegato alla salvaguardia delle comunità e del nostro tessuto produttivo, l’estrema imprevedibilità e violenza dei cambiamenti climatici rende primario questo tipo di intervento. Non possiamo sempre agire sull’emergenza e trovarci in maniera ricorrente a vivere tragedie terribili. Diventa imperativo oggi più che mai fare squadra tra tutti gli attori del territorio, chiediamo poi ai Consorzi di Bonifica, che spesso hanno difficoltà nella realizzazione degli interventi programmati per ragioni che non riusciamo a capire, di impegnarsi ad effettuare in tempi rapidi le operazioni indispensabili per mettere in sicurezza la nostra Regione, altrimenti, risulta ragionevole chiedersi qual è la loro utilità così come sono ora. Occorre dotarsi inoltre di una strumentazione giuridica più flessibile e veloce per coniugare le esigenze di programmazione e di rispetto dell’ambiente con l’esecuzione degli interventi di salvaguardia e tutela. Serve infatti prevedere una procedura d’urgenza: continuiamo a ripetere che a situazioni eccezionali ed emergenziali occorra rispondere con regole e strumenti derogatori e urgenti, soprattutto per l’affidamento degli incarichi professionali per la progettazione degli interventi e per la scelta delle imprese e per l’effettuazione delle gare per l’esecuzione delle opere. La preoccupazione non esenta la nostra provincia, che sta tra due fiumi, il Chienti ed il Potenza, una tragedia, come quella del Misa, costituisce per noi un pericolo reale, da prevenire e da evitare in modo assoluto. L’appello che faccio è di lavorare insieme per salvaguardare il nostro magnifico territorio che in questo momento è in ginocchio, un territorio già duramente colpito dal sisma e penalizzato da un sistema di infrastrutture carente sia a livello viario che ferroviario».

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