Daniil Shedko Andreevich
di Giulia Sancricca
«No Russophobia, i russi non sono Putin. No alla guerra». È il messaggio partito da San Ginesio. A portarlo in giro nelle più grandi città europee, in sella ad una bicicletta, è Daniil Shedko Andreevich. Diciott’anni compiuti a giugno e un diario di bordo condiviso con il mondo intero sotto il nome di Monokov.
Per Daniil, legame con le Marche e con la provincia di Macerata inizia nel 2009 quando, insieme a sua mamma e sua nonna, si trasferisce dalla Russia a Civitanova. Nel 2013, poi, arrivano a San Ginesio dove vivono tutt’ora. È per questo che la sua missione è partita lo scorso 6 marzo dal borgo dell’entroterra Maceratese.
La partenza da San Ginesio
«All’inizio il mio messaggio era “Russian are not Putin” i russi non sono Putin, ndr) – racconta – e sullo sfondo la bandiera della Russia. Poi con i giorni ho deciso di cambiarlo per dire basta alla fobia nei confronti della nostra nazionalità».
Ma il giovane ci tiene a precisare che questo «non significa difendere il governo russo e le decisioni che sta prendendo nei confronti dell’Ucraina. Significa solo ricordare all’Europa che è sbagliato prendersela con i russi».
Principalmente, infatti, il giovane vuole arrivare al cuore degli europei. «Nella mia missione – dice – mi sto trovando spesso a manifestare al fianco di chi dice “No alla guerra in Ucraina”. Anche io condivido questo messaggio, ma aggiungo un tassello in più all’eliminazione dell’odio che questo conflitto sta portando tra gli uomini. Il tassello che suggerisce di non identificare tutti i russi con Putin».
A dimostrazione che anche Daniil è contrario alla guerra, a fare da sfondo al suo messaggio non c’è più la bandiera della Russia, ma un vessillo senza il colore rosso.
«Quando mi vedevano con la bandiera del mio Paese di origine – confida – mi gridavano parolacce. Ora ho deciso di togliere la striscia rossa che rappresenta il sangue. Così resta solo il colore blu tra due bande bianche e l’appello contro la Russophobia».
Il 18enne è partito da San Ginesio e sono diverse le città italiane e straniere che ha già toccato, da solo e in sella alla sua bicicletta. «Sono passato per Ancona, Bologna, Treviso, Udine. Poi sono arrivato in Slovenia a Lubiana, in Croazia a Zagabria, in Ungheria a Budapest, in Slovacchia a Bratislava, in Austria a Vienna, in Repubblica Ceca a Brno e Praga e ora sono in Germania, sono stato a Dresda e domani sarò Berlino».
Ad ospitarlo i cittadini che incontra lungo il viaggio e che, incuriositi dalla sua storia e dal suo messaggio, decidono di dargli una mano come possono. È proprio la generosità che incontra in questi Paesi a riempire le pagine del suo diario virtuale.
«Oggi ho conosciuto due ragazzi che mi hanno offerto due panini» si legge in un post Instagram di Monokov. Poi ancora «Ho trovato signori ungheresi con cui sono stato a parlare per più di un’ora a gesti e tramite Google translator. Mi hanno dato tantissimo cibo e seimila fiorini (circa 16 euro)». E un altro «Ho avuto la fortuna di incontrare dei rifugiati ucraini e mi hanno raccontato come la loro casa sia stata completamente distrutta. Ho visto tanto dolore nei loro occhi e ho spiegato il motivo per cui sto portando avanti questo messaggio».
A casa, preoccupate, lo aspettano la mamma e la nonna. «Ogni giorno mi dicono di tornare – ammette – perchè sono consapevoli che fare attivismo è pericoloso. Ma arrivato a questo punto voglio continuare: l’obiettivo è raggiungere San Pietroburgo. A quel punto cambierò il mio messaggio che, probabilmente, sarà semplicemente per dire no alla guerra».
Sì! I russi non sono Putin. Grazie, hai perfettamente ragione.
Soprattutto gli italiani non sono Draghi
Abbiate Forza e coraggio e defenestrate Putin!!! Gli altri popoli subiscono senza avere colpe Fuori il tiranno!!!!
Avrà preso le ferie per permettersi un viaggio del genere?
Resta a San Ginesio -vanesio-...
Si scoperto l'acqua calla...
Due paroline alla nato di Biden io le direi comunque!
Grande Danil!!!!
Dagli kart alle bici hanoi
Peggio.
Bene. Solo un piccolo suggerimento...quando arrivi in Russia non parlare pubblicamente di guerra ma di operazione speciale militare. Dicono che su questo punto il minizar sia suscettibile.
Però lo amano
I russi non sono putin. Ma maggioranza questa guerra, come anche altre lo appoggiano. I russi non sono putin, ma non è putin di persona violenta le donne e bambine, tortura è uccide. Per uno che invade c'è sempre la scelta rimanere umano o la belva.
Solitamente chi predica ed indottrina pace lo fa se le condizioni le detta a proprio piacimento.
I russi non sono con Putin solo il 75% secondo i sondaggi, hai ragione.
L'80% dei Russi é a favore della guerra. In bocca al lupo!
Draghi l'usurpatore liquidatore non rappresenta nessun italiano degno di questo nome
Bravo Pedala
E gli italiani NON SONO draghi! (volutamente minuscolo)
Ha ragione: purtroppo però comanda lui e la sua cerchia di fedelissimi. Ogni dissenso viene stroncato
Sta' a casa che e' meglio, i russi sono zombati da putin, a vojaa pedalare.
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Ha perfettamente ragione, bisogna stare con la maggior parte dei russi che vorrebbero “destituire” PUTIN e il suo vergognoso regime che sta’ facendo soffrire la popolazione che la “vera” RUSSIA ha voglia veramente di PACE e di democrazia verso il tutto mondo.
L’iniziativa del giovane russo oltre che coraggiosa anche quando afferma che “i russi non sono Putin” sarà anche pericolosa se deciderà di raggiungere come meta finale San Pietroburgo per dichiarare “NO ALLA GUERRA” perché sarà arrestato e processato come tanti altri rischiando fino a 15 anni di prigione proprio da una recente legge fatta emanare proprio da Putin per ulteriormente sopprimere qualsiasi libertà di opinione contraria al regime.
Di ciò che sta capitando nell’Ucraina e nelle zone russofile dell’Ucraina sappiamo ciò che l’informazione di parte ci dice. La domanda che vorrei porre è: il popolo russo e il popolo ucraino erano d’accordo ad andare in guerra?
Molti anni fa gli Italiani scelsero i cannoni a posto del burro. E, andando in soccorso del vincitore come era nella loro natura mentale, con i Tedeschi arrivati a Parigi, strillavano per il Corso di Macerata “cosa aspetta il Duce ad entare in guerra?” Così ricordava mio cugino diciassettenne Sandro Alessandroni, che poi partì volontario per la RSA per l’onore della patria quando vide il Re e i generali fuggire a Brindisi, lasciondo l’Italia in balìa dei Tedeschi.
Vorrei ricordare al mio giovane amico russo che i Russi e gli Italiani sono amici da almeno trecento anni. Adesso, con un comico che ha dato le armi alla parte avversa dietro ordini che vengono da oltre-Atlantico, per sostenere una politica pilotata di un comico ucraino, abbiamo distrutto questa amicizia che si era ripristinata dopo la decisione del Duce di inseguire la pazzia di Hitler, invadendo a sua volta la Russia sovietica. Tutto ciò lo abbiamo pagato con lutti e distruzioni..
I Russi criminali? Come chiameremmo gli Alleati che bombardarono i civili di Macerata nel 1944?
I Russi, indipendentemente da chi li comanda (Zar, Stalin, Putin) diventano un unico baluardo quando devono difendere la loro terra russa. Ero a Leningrado nel 1974 e vedevo con commozione le donne anziane di quella città, che avevano subìto atroci sofferenze durante l’assedio tedesco, portare fiori sulle fosse comuni. Pensiamo che quell’accozzaglia di truppe Nato possano spaventare i Russi?
Onde evitare il peggio accogliamo l’invito alla Pace del Sommo Pontefice. La benedizione delle armi da parte dei sacerdoti dei due schieramenti sa di antico: dimostra solo che il Cristianesimo non ha fatto passi avanti e che la via della violenza, camuffata da principi ideologici, viene data dai suoi nemici. O, meglio, dal Nemico del Cristo che vuole la guerra, la distruzione, la sofferenza e la morte.