«Centomila marchigiani
senza medico di base,
per noi pazienti allergici è allarme»

SANITA' - Stefano Torresi, presidente dell'associazione che riunisce persone affette da patologie allergiche, si rivolge alla Regione, al presidente Francesco Acquaroli e alla presidente della Commissione Sanità Elena Leonardi: «Solo chi ha le possibilità economiche può rivolgersi alla sanità privata che negli anni si è strutturata ed è diventata l’unica alternativa, ma non per tutti»

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Stefano Torresi

Carenza di medici, anche l’associazione “Noi Allergici” di Civitanova si unisce al coro di voci che arrivano in questi giorni da più fronti per chiedere una soluzione al problema. 
«Ogni giorno riceviamo le testimonianze dei pazienti che si rivolgono alla nostra associazione per segnalare le difficoltà che stanno incontrando a fronte delle criticità del sistema sanitario pubblico conseguenti la carenza dei medici (medici di base, dei medici di pronto soccorso e dei medici specialistici delle diverse specialità mediche) che risultano aggravate dalla nuova ondata della pandemia». Inizia così l’accorata lettera dell’associazione alla Regione Marche, al presidente Francesco Acquaroli, all’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ed alla presidente della Commissione Sanità Elena Leonardi. Il tema è di strettissima attualità. «Purtroppo sempre più stretta – ribadisce il presidente dell’Associazione, Stefano Torresi – visto che nel pieno di questa pandemia non ci lascia tregua, dobbiamo prendere atto che oggi nelle Marche mancano 100 medici di famiglia, ci sono 100mila marchigiani senza medico di base e mancano già oltre 60 medici del 118, senza parlare del problema delle liste di attesa sempre più drammaticamente lunghe per visite specialistiche del Sistema sanitario nazionale. Solo chi ha le possibilità economiche può rivolgersi alla sanità privata che negli anni si è strutturata ed è diventata l’unica alternativa, ma non per tutti. Per il prossimo triennio la situazione è decisamente peggiorativa ed assumerà toni sempre più drammatici. Del problema della carenza prospettica dei medici si parla da anni ed è sicuramente conseguenza di una gravissima e colpevole mancata programmazione governativa (che va indietro almeno di 10/15 anni) che non è riuscita a correlare la risposta del sistema sanitario, ivi compresa l’offerta formativa universitaria, al fabbisogno e alle reali esigenze di cura. La nostra associazione, la Federazione nazionale a cui apparteniamo “Federasma ed Allergie – Federazione Italiana Pazienti Odv Onlus” e le associazioni che ne fanno parte, hanno sollevato da anni la problematica, particolarmente preoccupante per la specialità di allergologia, e lo anche lo scorso anno inviato delle pec al presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Sanità ed al Ministro dell’Università e della ricerca, consapevoli della necessità di implementare sinergie e connessioni tra Stato e Regioni al fine di garantire nel breve e medio periodo una adeguata copertura alle essenziali esigenze di cura, sollevando pertanto il dovuto allarme e, nuovamente, abbiamo dovuto fare ora richiedendo l’adozione di provvedimenti urgenti ed un incontro».

Il problema interessa molto da vicino i malati allergici «La nostra associazione è stata fondata da pazienti per rappresentare la rilevanza delle patologie allergiche ed i loro bisogni, bisogni disattesi che vedono negli anni la sempre maggiore carenza di medici specialisti e delle strutture di allergologia/immunologia e la sempre più critica mancanza della continuità diagnostico-terapeutica che anche in tempi di emergenza pandemica è un tema dirimente. Le allergie, e tra queste le allergie a rischio di anafilassi con conseguenze potenzialmente fatali (alimentari, farmaci, imenotteri) e le allergie respiratorie, sono in significativo aumento a causa non solo per l’aumento dell’inquinamento e per lo stile di vita poco sano, ma anche per il ritardo diagnostico, ed in tale ottica risultano essere fondamentali oltre ad un’adeguata formazione per l’attuazione di programmi di prevenzione, una presa in carico tempestiva ed appropriata che preveda l’avvio del paziente ad un percorso volto alla diagnosi precoce, a piani terapeutici appropriati e personalizzati e un adeguato follow-up. Tutto questo sarà possibile se la presa in carico avverrà precocemente già da parte dei pediatri e dei medici di famiglia che sono i primi oggi a mancare nell’organico del SSN con l’aggravante che quelli che restano, li stanno facendo trasformare in burocrati».

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