Da due anni infermiera dei tamponi
«Vi svelo i trucchi del mestiere
e quanta umanità ho incontrato»

CIVITANOVA - Dal disegno donato da una bambina al "misterioso ammiratore" che ha regalato uno starter per rimettere in moto le auto in panne, Barbara A. racconta la sua esperienza e dà qualche consiglio per i test fatti a casa

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Il tamponi drive a Civitanova dove lavora l’infermiera Barbara

di Claudia Brattini

I tamponi per la ricerca di Sars-Cov2 sono entrati, volente o nolente, a far parte delle nostre vite. Inoltre, l’incremento dei casi dovuto alla contagiosissima variante Omicron ha determinato un grosso aumento del tracciamento del virus.
I tamponi rapidi sono disponibili anche sul mercato e sono in molti coloro che decidono di effettuarli anche a casa; spesso, però, subentrano difficoltà e incertezze sulla modalità di esecuzione.

Cerchiamo di fare chiarezza con Barbara A. infermiera del Distretto di Civitanova attualmente impegnata al Centro tamponi al Covid Hospital, che ci spiega qualche “trucco del mestiere” per comprendere meglio la procedura corretta nell’esecuzione del tampone rinofaringeo e ci fornisce dei consigli utili nel caso dei bambini.

Kit alla mano: può fornirci delle indicazioni per eseguire il test a casa senza difficoltà?

«Come prima cosa consiglierei di igienizzare le mani, posizionarsi davanti ad uno specchio con bocca ed occhi aperti, strizzarli, come viene istintivo fare, provoca ulteriore difficoltà nell’inserimento del tampone, si può anche tornare bambini e infilarsi un dito nel naso per percepire l’orifizio ove si introdurrà il tampone, fa un po’ ridere ma vi assicuro che è estremamente efficace.
Inoltre, per una corretta procedura, è necessario arrivare in rinofaringe: negli adulti, introdurre il tampone dagli 8 ai 10 cm, scegliere la narice più libera, magari provando ad inspirare dal naso e chiudendo alternativamente le narici stesse.
Il tampone va introdotto dritto, parallelo al palato, mai verso l’alto, se si sente un po’ di resistenza può essere utile alzare un po’ la parte finale, che si ha tra le dita, e procedere delicatamente ruotando il tampone, ripetutamente, per raccogliere più materiale possibile, quindi estrarlo delicatamente e procedere seguendo le istruzioni del kit acquistato».

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Il disegno donato agli operatori dalla piccola Elena

Con i bambini come suggerisce di procedere?

«Per ciò che concerne i bambini, con le dovute distinzioni legate alle diverse fasce d’età, consiglio, se possibile, di affidarsi ad un professionista, ma anche in quel caso vi sono piccoli accorgimenti che possono essere d’aiuto; i genitori devono farsi vedere tranquilli perché i bimbi percepiscono l’ansia delle loro figure di riferimento, li possono abbracciare da dietro in modo dolce, caloroso ma fermo, posizionando una mano sul capo per evitare che, durante la procedura, il bimbo istintivamente muova le manine per afferrare il tampone o sposti il capo col rischio di farsi del male. Devo dire che i nostri bimbi sono, in genere, molto bravi e sempre pronti a darci il “cinque” una volta finita la procedura, per esempio Elena, una bimba stupenda, ci ha regalato un suo disegno che ci raffigura con mascherina e tampone in mano mentre lei è in auto con la mamma, un tesoro»

Barbara lei lavora come operatore sanitario ed è chiamata in prima linea a fronteggiare la pandemia da Covid-19, cosa le sta lasciando questa esperienza?

«Questi due anni sono stati molto difficili per tutto il personale sanitario e per chi, come noi, si occupa di effettuare i tamponi, non c’è stata mai una sospensione di tale attività, sono stati, come dire, molto intensi ma sicuramente ci hanno arricchito professionalmente e, soprattutto, umanamente.
In me, e in tutte le professioniste/i con i quali collaboro quotidianamente, fianco a fianco, questa pandemia maledetta ha lasciato la convinzione che il gruppo fa la differenza, nessuno da solo potrebbe mai portare avanti, per così tanto tempo, un’attività così totalizzante. Se ancora oggi riusciamo a dare un servizio così gradito all’utenza è perché tutto il Distretto sanitario, dalla Direzione stessa, al Coordinamento infermieristico, a tutti i colleghi Dottori in Infermieristica, agli Oss, non si è mai tirato indietro nel supportarci quotidianamente ognuno per le proprie competenze».

Al di là dell’aspetto professionale, ci sono anche tutta una serie aneddoti che riguardano la sfera umana e l’empatia che si instaura in determinate situazioni, quale avvenimento ha colpito maggiormente lei e i suoi colleghi?

«Gli avvenimenti che meriterebbero di essere menzionati sono tanti ma, così, d’istinto, mi viene in mente una simpatica signora di origine napoletane che, l’anno scorso, ci ha portato, a me ed ai colleghi della Marina Militare che, in quel periodo, ci affiancavano, una buonissima torta salata, oppure la mamma di qualche giorno fa la quale, resasi conto dei nostri occhi stanchi, appena fatto il tampone alla figlia, è tornata con caffè caldo e pasticcini, o Elena, una bimba stupenda, che ci ha regalato il disegno che ci raffigura con mascherina e tampone in mano mentre lei è in auto con la mamma, e come non menzionare il “misterioso ammiratore” che ci ha regalato uno starter per batteria per salvaguardare le nostre schiene stanche dallo spingere auto in panne».

Anche nelle pagine social non mancano attestazioni di riconoscenza e stima per quanto fate: accogliere sempre con il sorriso, lavorare in condizioni stancanti, al freddo e avvolti dai dispositivi di protezione. Tanta riconoscenza riesce ad alleggerire la vostra stanchezza?

«Sì, senza ombra di dubbio, la stima ed i ringraziamenti dell’utenza, presentati personalmente o via social, sono un balsamo rigenerante per tutte noi, ci danno la forza di andare avanti sperando che tutto questo finisca al più presto».

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