Nelle Marche 139 nuovi casi di persone positive al Covid, i casi sono emersi su 3.935 tamponi del percorso nuove diagnosi (significa che è positivo il 3,5% dei test svolti). Morta una donna di 73 anni di Macerata.
La provincia che ha registrato il maggior numero di casi è quella di Pesaro-Urbino (44), segue Macerata (30). Subito dopo c’è Fermo (25), poi Ascoli con 16 casi, Ancona con 14. Dieci i casi di persone di fuori regione. Il tasso cumulativo è di 68,06 su 100mila abitanti. Per quanto riguarda i nuovi casi, 25 le persone che mostrano sintomi. Sul fronte dei ricoveri: oggi restano invariati i pazienti in terapia intensiva, mentre sono due in più i pazienti ricoverati negli ospedali delle Marche (in tutto 82, di cui 22 in terapia intensiva). Quattro i pazienti nei pronto soccorso del Maceratese: uno a Civitanova e tre nel capoluogo. Oggi si è registrato un nuovo decesso: si tratta di una donna di 73 anni di Macerata, che secondo il Servizio sanità soffriva di precedenti patologie. La donna era ricoverata a San Benedetto. Con lei salgono a 3.052 le vittime del Covid nelle Marche di cui 518 nel Maceratese.
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«Come dottrina metafisica, il covidismo ruota su due cardini: il Peccato, contagio spesso asintomatico che rende l’uomo mortale, e la Grazia, speranza di immortalità mediata da un vaccino. Entrambi sono misteri della fede e in quanto tali trascendono la ragione. Come prassi morale, il covidismo è una Legge di tipo mosaico, precettistica, scrupolosa e ossessiva, fatta di purificazioni e interdizioni rituali. Ma è anche profetismo escatologico, sorta di millenarismo, utopia farmaceutica secondo cui i giusti, cioè i vaccinati, regneranno sulla Terra.
Il covidismo non è dottrina d’amore o verità ma di paura. Non presuppone alcuna trascendenza. Professa un’immanenza carnale e malaticcia, cui dedica un culto integralista. È incerta guerra fra una Natura satanica e un Farmaco messianico. Non promette felicità in questo o in altro mondo. Non prevede, come ogni altra religione, una salute futura; solo un’emergenza sanitaria che sempre rinasce dalle proprie ceneri, come una Fenice; un eterno stato influenzale cui opporre un perenne Stato diagnostico-terapeutico. È celebrazione di una perpetua ipocondria.
Alcuni, senza dubbio, sono covidisti per calcolo, come per convenienza furono cristiani alcuni conquistadores o schiavisti, papi e cardinali. Ma il covidista ingenuo si illude, osservando i precetti e partecipando ai Sacramenti vaccinali, di poter salvare l’umanità, o almeno sé stesso, dal peccato e dalla morte.» (Livio Cadè)