Raffaele e il padre Vittorio Vecchioli nella loro parrucchieria
di Federica Nardi
Hanno investito e continuano a investire sulla sicurezza, ma senza clienti da altri comuni le prossime settimane non saranno facili. A spiegarlo sono oggi Raffaele Vecchioli dell’omonima parrucchieria del centro storico di Macerata e Monia Mucci del centro estetico Antares e rappresentante di estetica Confartigianato Macerata.
«Il lavoro è calato molto, è un po’ preoccupante. Vorremmo una risposta chiara – spiega Vecchioli, alle prese come tutti gli altri del settore con l’ingresso in zona arancione previsto domenica -. Questa mancanza di chiarezza nelle disposizioni crea una certa confusione nella clientela. Possiamo o non possiamo venire? Nel dubbio magari non vengono. Quello che chiediamo è una risposta chiara per il nostro lavoro. Comprendiamo l’urgenza sanitaria, che ci venga però data anche la possibilità di lavorare. Perché lavoriamo tutelando i nostri collaboratori e anche la clientela, investiamo in sicurezza. Non c’è attimo in cui non portiamo la mascherina, anche stando tra di noi».
Con la zona arancione da domenica «cambia il fatto dei clienti da altri Comuni che non possono venire. Questo ci limita molto. Abbiamo clienti da Appignano, Treia, Tolentino, San Severino, Corridonia… E’ vero che rispetto alle estetiste ci hanno fatto tenere aperto anche in zona rossa, ma il lavoro è comunque calato moltissimo». Con la zona gialla «il lavoro stava riprendendo un pochino. Però se adesso ci rimettono le limitazioni siamo nuovamente punto e a capo. È tutto concatenato: se le persone non possono andare a cena fuori è inutile che vanno a farsi i capelli. Idem per le cerimonie e le uscite. Quei clienti ce li siamo giocati, se poi ci tolgono anche i Comuni diventa un po’ limitante».
Monia Mucci
Monia Mucci del centro estetico Antares commenta l’ingresso in zona arancione annunciato oggi: «Purtroppo ce lo dicono sempre all’ultimo momento. Magari saperlo un pochino prima, non di venerdì pomeriggio. Io rimarco il fatto che non riusciamo a organizzarci». Mucci ha dovuto cancellare gli appuntamenti delle clienti da fuori Comune, e questo è un problema per lei (e per le clienti): «E’ un mestiere dove ti mettono le mani sul corpo e si basa sulla fiducia e la conoscenza. Chi viene da fuori è perché si fida. Inoltre abbiamo investito molto in sicurezza: ambienti sicuri e puliti. Però se ora ci tolgono lavoro e stiamo aperti, le spese con che cosa le paghiamo? Abbiamo acquistato materiali per la sicurezza, per che cosa? Per avere solo clienti da Macerata? Non è giusto, non so gli altri cosa ne pensano. Qui si tratta che con un chilometro stai da un Comune all’altro. Dovrebbero dare un raggio di movimento un pochino più ampio, almeno provinciale. Qui da noi non siamo a Roma, che fai 50 chilometri e sei ancora nel Comune di Roma. Non è così ed è penalizzante. Nelle misure economiche non c’è più niente per noi. Rispetto ai ristori avrei preferito non pagare l’Iva – ammette Mucci -, così quel poco che guadagno me lo tengo. Ma se tu Stato mi togli sempre e non mi fai venire una cliente che sta a cinque chilometri perché sta in un altro Comune, io come devo fare?».
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i politici al governo dell’Italia, da quelli di Roma a quelli locali, dovrebbero cominciare a pensare ad una reazione dei lavoratori privi di sostentamento. I quali hanno due scelte: la prima, suicidarsi. la seconda, reagire. Uno psicologo saprebbe dire il perchè: in una situazioine di paura e di afflizione, la mente reagisce scendendo su apatia e quindi morte per malattia, o per suicidio. Oppure la mente cerca di risollevarsi andando su collera e odio… E lì si ferma…
Chiedo a PD, 5 Stelle e Leu se ci sarà una reazione da parte dei lavoratori che non hanno una reddito fisso ogni 27 del mese.
Chiedo alla Lega e a Fratelli d’Italia di dare copertura politica ai cittadini italiani disperati. Cominciando a rassicurare l’Europa che i due partiti intendono rimanere in Europa e con l’Occidente.
Auguro a Mattarella di darsi una svegliata, prima che si scateni la rabbia.
Se vai a fare un massaggio in un centro estetico, anche da fuori comune, non è per andare al Peter di Riccione, (poi, specialmente in questo periodo !!), ma ricadrebbe per una questione di benessere (dolori posturali, muscolari), quindi, perché sarebbe proibito ?? Non faccio ne movida, e men che meno, assembramento. See “spaccasse” la schiena a Contee !!
Ritengo necessario rispettare le restrizioni, ma quando qualcosa è insensato, va detto. Andare dal parrucchiere (che usa certamente tutti gli accorgimenti di prevenzione e consiglia anche ai clienti come comportarsi) non è partecipare alla movida, e spostarsi di 20-30 km con la propria auto per andare dal parrucchiere non vedo quale pericolo possa creare, tanto più che, come già osservato, a Roma o in altre grandi città questi km possono essere percorsi con maggior rischio a causa del traffico cittadino, tenendo poi conto del fatto che spesso chi si sposta nelle grandi città lo fa con i mezzi pubblici, quelli si diffusori di virus!
Se i piccoli comuni si fondessero tra di loro il problema non esisterebbe e inoltre si attiverebbero le economie di scala.