«Non si sa in che zona saremo domani,
non possiamo lavorare coi sentito dire»

ECONOMIA - Renzo Leonori di Confartigianato si fa interprete delle difficoltà di aziende ed esercenti: «Se l’orientamento è stato sostanzialmente preso, perché attendere fino all’ultimo minuto per rendere partecipe la cittadinanza delle decisioni?»

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Renzo Leonori, presidente di Confartigianato

 

«Siamo arrivati a venerdì mattina e ancora non sappiamo se domani le Marche si troveranno in Zona Gialla o Zona Arancione. E di conseguenza non abbiamo comunicazioni ufficiali per confrontarci con le normative che andranno poi a regime tra meno di 24 ore. Questo modo di agire è completamente assurdo. Dobbiamo continuare a lavorare con i “sentito dire” o con le indiscrezioni fatte a mezzo stampa?». A lanciare il grido di allarme è Renzo Leonori, presidente di Confartigianato Imprese Macerata. 
Tra Dpcm, decreti e ordinanze si è venuta a creare una situazione insolita. Oggi scade infatti il decreto approvato per le feste natalizie, il nuovo decreto approvato non fa riferimenti alle zone, nel frattempo si attende il nuovo Dpcm ma soprattutto decisiva sarà l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che questo pomeriggio comunicherà la nuova ridefinizione delle zone e da quando entreranno in vigore. In passato le zone avevano validità dalla domenica seguente ma questa volta, secondo quanto riferito durante la Conferenza Stato Regioni, l’entrata in vigore potrebbe essere anticipata a sabato. Intanto in tutta la regione amministratori, titolari di attività ed esercenti di ogni categoria oltre a semplici privati cittadini si stanno chiedendo di che colore saremo domani. Confartigianato si fa interprete delle difficoltà delle aziende.

«Sono mesi e mesi che chiediamo decisioni chiare e soprattutto celeri, ma gli appelli delle categorie continuano ad essere inascoltati. E intanto c’è tutto un sistema economico che è al palo. Ci arrivano decine di telefonate di ristoratori associati che non sanno cosa rispondere ai loro clienti, e in questo stato di cose non riusciamo a dar loro indicazioni accurate e precise. Non è nel nostro stile. Se l’orientamento è stato sostanzialmente preso, perché attendere fino all’ultimo minuto per rendere partecipe la cittadinanza delle decisioni? Non ci siamo proprio».

 



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