Ristoranti aperti a cena per protesta?
Confartigianato: «No all’illegalità»

L'APPELLO del segretario generale Giorgio Menichelli in vista della protesta #ioapro prevista per venerdì: «Le richieste dei ristoratori vanno prese in considerazione, ma speriamo che tale manifestazione si esaurirà come provocazione, e ci auguriamo che la volontà di rispettare le leggi prevalga sull’intenzione di tenere aperto a tutti i costi»

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Giorgio-Menichelli

Giorgio Menichelli

 

«Stiamo  seguendo con molta preoccupazione il tam tam della campagna #ioapro1501, che sta lanciando per venerdì una protesta strutturata. Speriamo che tale manifestazione si esaurirà come provocazione, e ci auguriamo che la volontà di rispettare le leggi prevalga sull’intenzione di tenere aperto a tutti i costi». E’ quanto afferma il segretario generale di Confartigianato Imprese Macerata-Fermo-Ascoli Giorgio Menichelli, che fa appello al senso di responsabilità dei ristoratori. Per venerdì infatti è prevista una manifestazione di protesta con la volontà di lasciare aperti i locali anche a cena. Una mossa anticipata nella nostra provincia dal titolare del Boccale d’oro di Cingoli, che ieri sera si è preso una multa di 400 euro dai carabinieri e la chiusura del ristorante per cinque giorni.  «Pur comprendendo i malesseri della categoria, legati non solo alle restrizioni ma anche ad un approccio approssimativo, contraddittorio e quindi incomprensibile non solo per gli operatori ma anche per i clienti – continua Menichelli – non possiamo che esprimere la nostra contrarietà a fenomeni che seguono metodologie illegali. Questo fare getta ombre nel settore del commercio, perché crea le basi per un contrato tra operatori economici, tra chi rispetta le norme e chi no. Ma aperture “di pancia” si  contrappongono anche al bene dei clienti, perché vengono messi a rischio di sanzioni salate, oltre dal rischio di contagio». E infatti ieri a Cingoli sono stati multati anche i due clienti presenti nel locale al momento del blitz dei carabinieri.  «Infine – aggiunge Menichelli – non rispettare i decreti, per quanto possano sembrare ingiusti, è un messaggio che contrasta con la professionalità del settore. Il rischio è anche quello di far saltare un sistema e far aumentare i contrasti sociali in un momento storico in cui, per quanto difficile, serve coesione e collaborazione. La nostra associazione garantirà il massimo impegno per farsi portavoce delle istanze di tutte le imprese colpite. Detto questo, occorre essere realisti perché le preoccupazioni dei ristoratori sono reali e devono essere prese in considerazione. Non rispettare tali istanze è controproducente, perché porta poi ad azioni esasperate e pericolose». E ora con le nuove regole più stringenti che il governo si appresta a varare nel prossimo Dpcm, le Marche corrono il rischio di passare dalla zona gialla a quella arancione, con conseguente chiusura di ristoranti e bar. E questo agita ancor di più il settore. «Bisognerebbe capire perché – evidenzia Menichelli – nonostante i ristringimenti imposti a molte attività economiche sotto il periodo natalizio, il numero dei contagi è salito. Significa che quei vincoli alle imprese sono stati inutili o sterili? I regimi e le restrizioni che cambiano di settimana in settimana, costringono i cittadini a non consumare e questo comportamento prudenziale impatta su altri settori che, seppur potendo rimanere aperti, subiscono crolli di fatturato. Basta contare le attività di solidarietà del terzo settore e dei Comuni che sono in prima linea per iniziative di sostegno economico per chi non riesce più ad arrivare a fine mese, tre cui anche molte famiglie con mono reddito da lavoro autonomo, cassintegrati dei settori chiusi per decreto e disoccupati, per capire che ciò che è stato fino ad ora messo in campo dal Governo non è abbastanza. Ci aspettiamo uno sforzo ancora maggiore per venire incontro alle esigenze reali di migliaia di famiglie ed imprese. Scelte chiare e rapide, perché l’economia rischia di morire. Confartigianato – conclude Menichelli – vede con preoccupazione, ad esempio, la possibilità di una stretta all’asporto dopo le 18, una decisione che andrebbe solamente contro la ristorazione. Pur nella gravità della situazione, non è possibile penalizzare in questo modo le attività. Un danno frutto di una mancanza di ascolto».

 

Aperto a cena per protesta, multati ristoratore e clienti: locale chiuso per cinque giorni



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