Giancarlo Liuti
di Matteo Zallocco
Nella sua lunga carriera aveva intervistato persino Garibaldi, in modo immaginario certo, ma con una ironia che piacque tanto da diventare uno sketch interpretato da Arnoldo Foà. Poi il premio come miglior giornalista italiano (1987), le inchieste, i fatti di cronaca seguiti da inviato: poco per raccontare chi è stato Giancarlo Liuti che si è spento oggi pomeriggio a 86 anni (ne avrebbe compiuti 87 il 7 novembre). Nato a Jesi, dal 1948 ha sempre vissuto a Macerata.
Una penna raffinata e brillante che aveva continuato a usare fino all’ultimo con i suoi commenti la domenica su Cronache Maceratesi (la rubrica La domenica del villaggio, che ha tenuto per dieci anni dal 2009). Aveva anche riproposto alcune nuove interviste impossibili all’interno della rubrica. Articoli, quelli di Giancarlo Liuti che avevano fatto discutere l’Italia e partoriti da Macerata. Tre dei suoi lavori sono stati anche scelti da un’antologia per le scuole Medie della De Agostini. Opere giornalistiche inserite al fianco di grandi della letteratura italiana, da Verga a Pascoli. Nel corso della sua carriera è stato capo della redazione maceratese del Carlino dal 1965 al 1970, poi responsabile per un anno della redazione regionale, quindi inviato speciale in Italia e anche all’estero fino alla pensione, nel 1996. Numerosi i premi vinti nel corso della su carriera, tra cui, nel 1987, quello di Giornalista italiano dell’anno insieme a Natalia Aspesi e Mario Cervi. Dopo la pensione ha lavorato come opinionista e titolare della rubrica delle lettere dei lettori nell’edizione nazionale.
Giancarlo Liuti nella redazione di Cronache Maceratesi con l’annuario 2015
Poi sposò il progetto di Cronache Maceratesi, dando alla nostra redazione consigli ogni giorno e facendoci crescere. In una intervista poco dopo la nascita del nostro giornale, confessò: «Non mi piaceva fare l’inviato di cronaca, preferivo le inchieste di grande respiro. Però non dimentico la strage di atleti israeliani alle Olimpiadi del 1972, a Monaco, dove andai in seguito come inviato». Nella stessa intervista di Macerata diceva: «E’ una città molto civile, molto marchigiana nel senso che esprime le migliori virtù delle Marche accanto ad alcuni difetti: scarso amore per il rischio, per la scommessa sul futuro, una certa dose di fatalismo che deriva dall’aver capito la vita, che è meglio cercare di trascorrerla quietamente senza affrontare troppo le incognite. Ma questi, secondo me, sono anche pregi. Certo, non spicca una mentalità da imprenditori». Una fotografia perfetta della città e dei maceratesi.
Nel 2018, durante la cerimonia del Laureato dell’anno di Macerata, l’ateneo aveva premiato Liuti con il Premio Alumni, «sono giornalista da una vita, ma sono stato anche docente e ho potuto anche dare voti e bocciare qualcuno» aveva detto nell’occasione. E’ proprio di Unimc è stato docente di Teoria e tecnica delle comunicazioni di massa. Scrittore, è stato autore di “La resa dell’Usignolo” (2012) e la Scelta (2008), editi da Liberilibri di Macerata. E’ stato senza alcun dubbio uno dei più valenti giornalisti delle Marche.
Il rettore Francesco Adornato nel 2018 ha consegnato il premio Alumni a Giancarlo Liuti
Da qualche tempo era malato, al suo fianco ha sempre avuto l’amata moglie Giovanna.
Un gentiluomo, una persona d’altri tempi, affabile, pronto all’ascolto e sempre capace di essere al passo con i tempi. «Una perdita grave per la città – dice il rettore di Unimc Francesco Adornato -. Pur non essendone di origine, l’ha amata, l’ha letta e interpretata sempre con attenzione, con affetto e con ironia per segnalarne anche i limiti. L’altra cosa che lo rendeva speciale è che era un uomo del dubbio e anche dell’inquietudine come i suoi libri dimostrano. Dialogava con tutti senza pregiudizi. Per me è una perdita dolorosa, gli ero molto affezionato. Ma è una perdita per la città, una voce critica e affettuosa al tempo stessa»
Ciao Giancarlo, per noi sei stato un amico e un maestro.
2013: una foto insieme al direttore di Cm Matteo Zallocco, Giuseppe Bommarito e Filippo Davoli
Condoglianze vivissime alla Signora Giovanna.
Liuti unico
Ma vedi te i casi della vita giusto stamattina ho scambiato con la moglie 2 parole la conoscevo di vista mi spiace molto condoglianze alla famiglia
Condoglianze alla signora Giovanna da parte da tutta la nostra famiglia
Bravi ragazzi di CRONACHE MACERATESI, vi seguo sempre e so che non dimenticherete i suoi insegnamenti. Onoratene la memoria, era un Grande del Giornalismo.
Una persona straordinaria ! Ho avuto il piacere ed il privilegio di conoscerlo e di apprezzare la sua grande cultura, la raffinatezza del linguaggio, il piacere di scrivere.
Che perdita, che dolore! RIP
Condoglianze alla signora Giovanna
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Un grande maestro, un amico, un giornalista di altri tempi, dotato di una cultura eccezionale.
Una persona dotata di grande umanità e sensibilità. Ricordo che quando morì mio figlio, la lettera più bella e più toccante me la scrisse proprio Giancarlo
E’ una grande perdita per la città intera, che perde uno dei suoi più illustri cittadini. Personalmente sono profondamente addolorato.
Condoglianze vivissime alla signora Giovanna.
Una grande perdita per la cultura maceratese: una voce critica e brillante, migliaia di pagine scritte con sagacia e intelligenza. Un grande amico della nostra famiglia. Un forte abbraccio a Giovanna.
Sono senza parole. Mi viene da piangere,anche se sapevo che da tempo stava male.
E’ stato il mio indimenticabile Maestro.Quanti articoli mi ha controllato al “Carlino”!,dove fu chiamato da mio padre,allora Responsabile della redazione maceratese ,non appena laureato in giurisprudenza.Percepisco ancora l’emozione(e la paura)di quei minuti di assordante silenzio per le immancabili correzioni, e l’ansiosa attesa del suo giudizio finale.Sempre però accompagnato,anche nei casi peggiori, dalla gentilezza e dalla cortesia con cui sapeva darmi i relativi consigli.
Un ricordo conserverò sempre nel cuore: una sua telefonata dell’anno scorso con la quale mi fece i complimenti per il format della mia rubrica “Somma Algebrica”.Per me fu come avessi vinto il premio Pulitzer
Ciao Grande Maestro. Condoglianze alla signora Giovanna.
con Giancarlo se ne va una parte di noi
Giancarlo Liuti era a suo agio nell’analisi politica, nel racconto di cronaca, nell’approfondimento culturale, ma sapeva scrivere di costume con la brillantezza e l’acutezza di un uomo immerso nella realtà senza esserne ostaggio. Porta la sua firma peraltro una storica inchiesta sull’Accademia di Belle Arti maceratese, uscita in più puntate nel 1979 sulle pagine del Carlino e che fece molto rumore, restando negli annali. Aveva una cultura laica ben delineata che tuttavia non si chiudeva nei propri confini, stimolando piuttosto curiosità e ricerca. In Cronache Maceratesi aveva ritrovato come una seconda giovinezza di scrittura e di amicizie. Quando la sua rubrica lasciava troppo spazio ad un certo pessimismo malinconico, non si capiva se a prevalere fosse il disincanto oppure, forse, il morso della vecchiaia. Nella mostra su Nino Ricci di Palazzo Buonaccorsi, furono esposte alcune foto in bianco e nero di viaggi e incontri, nelle quali figurava anche Liuti con sua moglie e gli amici. Gli sguardi intensi e l’atmosfera serena suggerivano una comunione e una rete di sentimenti, idee ed esperienze che hanno sicuramente arricchito la professione del giornalista e l’esistenza dell’uomo.
Sono profondamente addolorato per la scomparsa del caro Giancarlo, decano e maestro dei giornalisti maceratesi, con cui mi piaceva sempre intrattenermi (specie durante le belle cene di Cronache Maceratesi) su qualsiasi argomento.
Aveva un’ironia fantastica e, anche quando non ci trovavamo d’accordo sull’interpretazione di qualche fatto accaduto, non è mai accaduto che venisse meno la stima reciproca.
La querelle ce la giocavamo a colpi di penna, ed era per me un grande onore che mi accadesse con lui.
Ultimamente l’avevo visto un po’ giù, in giro per la città con la Sig.ra Giovanna; oggi questa notizia della sua scomparsa.
E’ davvero un’annata tremenda.
Riposa in pace, Maestro!
Condoglianze sia alla moglie sia alla vostra redazione di CRONACHE MACERATESI.
Lo spessore della persona e del giornalista arrivava a tutti con i suoi articoli, anche a chi non lo conosceva di persona, lui non c’è più ma non dimenticheremo la sua penna!
Una persona speciale e sensibile. Tra i suoi articoli su CM apprezzai particolarmente questo sulla magistrale poesia dell’amico Giordano De Angelis https://www.cronachemaceratesi.it/2018/10/28/quando-il-dialetto-raggiunge-la-poesia/1168892/
Le più sentite e sincere condoglianze alla signora Giovanna. STEFANO FONTANA e MARGHERITA ARMANNI
Il pensiero che Giancarlo se ne sia andato mi riepie di infinita tristezza. Ci si conosceva dal 1950 e Fabrizio, il più piccolo dei suoi fratelli, è stato il mio amico del cuore. Frequentando assiduamente casa Liuti l’affetto si è esteso anche a Claudio e a Giancarlo, come pure agli indimenticabili genitori Bice e Aldo. Alla fine del 1970 scelsi di emigrare e allora gli incontri con la famiglia Liuti divennero più rari, ma la nostra magnifica amicizia non fu minimamente intaccata. Ringrazio la sorte per avermi dato la fortuna di incontrare e di frequentare così intimamente persone così belle e di poter ripensare ai tempi passati facendo riaffiorare un’infinità di momenti – anche tristi – trascorsi insieme. Ma non è con tono malinconico che voglio salutarti per l’ultima volta, caro amico, e neppure sottolineando, come hanno già fatto in molti, le tue straordinarie doti giornalistiche e umane, peraltro da me profondamente condivise; voglio salutarti pensando al tuo passato musicale e magari con un pizzico di allegra, che tu certamente non disdegneresti. Molti non sanno che Giancarlo da giovane suonava la batteria – e anche bene – tanto che entrò facilmente nel giro della musica maceratese di più alto livello. A quei tempi la radio nazionale trasmetteva Rosso e Nero, un programma ideato da Corrado Mantoni, che ne divenne il presentatore, e dal fratello Riccardo, che ne curava la regia. Giancarlo vi partecipò come batterista di un trio Jazz insieme a Giovanni Spalletti al pianoforte e a Giulio Marchesini al contrabasso; arrivarono secondi, ma solo perché il Jazz non era una musica apprezzata dalla massa (per inciso, Rosso e Nero contribuì al lancio di diversi personaggi di primo piano nel mondo dello spettacolo).
Quando Giancarlo acquistò una batteria e cominciò a mettere insieme una raccolta di LP di musica Jazz, Fabrizio e Claudio furono contagiati dalla sua passione e di rimando lo fui anche io. Tutti e tre ci si esercitava sul suo strumento accompagnando i brani di musica Jazz dei suoi dischi, un lusso che a quell’epoca in pochissimi potevano permettersi, anche perché, con la sua raffinatezza di gusti, Giancarlo aveva scelto, oltre ai classici del Dixieland, musicisti che hanno fatto la storia del Jazz: Jimmy Giuffre, Barney Kessel, Ray Brown, Shelly Manne, Max Roach, Stan Getz, Gerry Mulligan, Charlie Parker, ecc. ecc. Ovviamente suonavamo rigorosamente quando Giancarlo non c’era, facendo attenzione a rimettere i dischi e la batteria esattamente come lui li aveva lasciati. Una volta fummo messi in seria difficoltà perché Giancarlo lasciò nel posacenere, appoggiato sul rullante, alcuni centimetri di cenere di sigaretta in posizione perfettamente verticale, un dettaglio che, per ricostruirlo, ci fece bruciare chissà quante sigarette, costringendoci a dare fondo ai nostri modesti risparmi. Anni più tardi, quando gli raccontai l’episodio, Giancarlo mi guardò con quel suo sguardo intelligente e con quel suo inconfondibile sorriso sulle labbra dicendomi che di certo si era trattato di una casualità. È col ricordo di quel tuo volto, che seguiterà ad accompagnarmi per il resto della mia vita, che ti saluto per sempre: ciao amico carissimo e GRAZIE! Ti abbraccio con fraterno affetto insieme alla cara Giovanna.