di Luca Patrassi
Un incarico professionale all’avvocato Giuseppe Carassai per impugnare il lodo arbitrale del luglio dell’anno scorso che ha visto il comune di Macerata soccombente nel contenzioso con la Nuova Via Trento spa. Un incarico, assegnato dal segretario generale del Comune, Paolo Cristiano, che sfiora i 48mila euro lordi, comprensivi di tasse, oneri, rimborsi ed imposte. Un atto complesso a fronte di un contenzioso ultradecennale e, come scrive il segretario, del “valore di 4/8milioni di euro”. Tanti soldi, situazione resa ancora più pericolosa dai problemi finanziari legati al coronavirus. Il sindaco Romano Carancini aveva risposto duramente al lodo arbitrale, ma poi ci sono state diverse pronunce giudiziarie negative per il Comune. La Cassazione, a sezione unite, aveva rigettato il ricorso del comune di Macerata tendente a far dichiarare l’incompetenza del collegio arbitrale a decidere su questioni reputate di competenza del giudice amministrativo: «Ogni pagina – aveva osservato il primo cittadino Romano Carancini alcuni giorni dopo la pubblicazione della sentenza del lodo arbitrale che vede il Comune soccombente – una contraddizione. Gli arbitri hanno usato 50 pagine per cercare di giustificare il loro interesse in un campo che invece è di competenza del giudice amministrativo e su questo aspetto c’è un ricorso che dovrà esaminare la Cassazione a sezioni unite».
La Cassazione ha esaminato il ricorso promosso dal comune di Macerata e il responso è risultato appunto negativo per l’Ente locale. La Nuova Via Trento è assistita dagli avvocati Ubaldo Perfetti e Tina Maria Fusari. Il comune di Macerata sta cercando di evitare il pagamento di 2,8 milioni di euro oltre agli interessi (centomila euro secondo il Comune, oltre un milione secondo chi calcola annualmente la quota dovuta per interessi e rivalutazione). Lo scorso 28 agosto il Tribunale di Macerata aveva reso esecutivo il lodo arbitrale tra la Nuova Via Trento e il Comune di Macerata. Dopo l’arbitrato la giunta Carancini aveva approvato una delibera di indirizzo. Tre gli obiettivi: impugnazione del lodo arbitrale, avvio del procedimento amministrativo nei confronti della Nuova Via Trento spa al fine di attuare iniziative dirette alla regolarizzazione dell’edificio “Palazzina C” ed infine la ricognizione tecnico – giuridica dello stato di attuazione del Piano di Recupero del comparto di via Trento. Il sindaco Romano Carancini all’epoca aveva anche chiarito subito un passaggio politico: «l’amministrazione Carancini non c’entra nulla con questa vicenda: gli atti contestati nel lodo si riferiscono tutti alla passata amministrazione comunale». Quella a guida Meschini. «Abbiamo ereditato una questione che comunque abbiamo portato avanti. Peraltro a chi parla di vittoria dei ricorrenti vorrei ricordare che la Nuova Via Trento spa a fronte degli 8,5 milioni di euro richiesti si è vista accordare il 34% di quanto richiesto». Il sindaco sostiene comunque di essere sempre pronto a «trovare una soluzione con spirito di collaborazione». Intanto crescono le spese legali.
Maxi risarcimento a Nuova Via Trento, il Comune impugna il lodo
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Altri soldi buttati via da Carancini, preoccupato solamente della pesantissima responsabilità erariale che grava personalmente sulla sua testa. L’impugnazione, consentita solo per motivi di legittimità, nel caso specifico non ha senso.
Carancinivirus
Dopo di me, il diluvio…
Quello che continua a stupirmi è l’atteggiamento, a questo punto ottuso, del resto degli amministratori.