di Giuseppe Bommarito
Molti ricorderanno gli obiettivi principali dell’intervento urbanistico-edilizio in via Trento, una delle tante incompiute maceratesi, ideata a grandi linee nel febbraio 1999 dalla giunta guidata da Anna Menghi e poi presa in mano nel luglio del 2000 dalla prima giunta di Giorgio Meschini.
Si trattava in primo luogo di riqualificare dal punto di vista estetico, funzionale e viario l’intera zona, particolarmente degradata (anche per la presenza del palazzone ex Sofarma reso pericolante dal terremoto del 1997) benchè a ridosso del centro storico e del corso Cavour, una delle strade più importanti di Macerata. Una zona resa caotica ed ingolfata di auto anche per l’assurdo imbuto del traffico proprio nell’incrocio finale di via Trento con via Valenti e via dei Velini.
Erano quindi previste opere infrastrutturali e di urbanizzazione, nonché nuove edificazioni a destinazione abitativa, commerciale e direzionale su via Trento e sulla parte alta di via dei Velini, con una strategica alleanza tra il Comune, i proprietari delle aree e degli immobili preesistenti, alcuni imprenditori dell’edilizia, vari istituti di credito operanti sulla piazza maceratese.
La previsione di tipo edilizio non era certo da poco: solo sul lato nord di via Trento, al posto del pericolante palazzone da demolire, erano previsti, infatti, oltre a quelli situati all’inizio e alla fine di via Trento, ben cinque corpi di fabbrica, tutti arretrati verso nord rispetto alla precedente collocazione, ovviamente con un notevole aumento di metri quadri e di conseguente volumetria rispetto alla situazione preesistente. Altro poi c’era da costruire nella parte alta di via dei Velini, al posto del fabbricato dell’ex VAM, dove oggi c’è un bel palazzone con un supermercato al piano terra.
Tuttavia lo specifico intervento del Comune, in vista del pubblico interesse, era finalizzato al soddisfacimento di altre esigenze: il recupero e l’allargamento di via Trento, nuove possibilità di accesso pedonale verso corso Cavour, nonché, soprattutto, la realizzazione di una bretella che collegasse direttamente via Trento con la sottostante nuova viabilità per Villa Potenza e con il parcheggio Garibaldi appena sotto le mura di tramontana, riducendo così in entrambi i sensi di marcia l’enorme accumulo di traffico in piazza della Vittoria.
Sicchè era proprio questa bretella, qualificata di importanza strategica, che veniva in rilievo nelle pubbliche esigenze perseguite dall’Amministrazione Comunale, tanto che nel novembre 2000, nello specifico accordo di programma tra il Comune e la Provincia il collegamento viario tra via Trento e la sottostante strada veniva definito, nero su bianco, come presupposto indispensabile dell’intera operazione, assolutamente prioritario e comunque da realizzare ancora prima del completamento delle edificazioni residenziali e commerciali.
Insomma, un bel pacchetto di interventi al quale mettere mano. Ecco, quindi, che il Comune, con la consueta regia del premiato e sopraffino duo Compagnucci-Perticarari, fece ricorso a tre piani di recupero e decise di realizzare gli interventi programmati per il tramite di una STU (Società di Trasformazione Urbana), che poi pochi mesi dopo venne effettivamente costituita con la denominazione di “Nuova Via Trento s.p.a.”, società mista pubblico-privata, naturalmente con l’avvocato Renato Perticarari nella veste di presidente del Consiglio di Amministrazione su indicazione del Comune di Macerata (in carica sino all’ottobre 2011 e poi sostituito dall’architetto Paola Ottaviani, indicata anch’essa dal Comune).
Ciò in quanto così pregnanti, prioritari e preminenti erano gli interessi pubblici perseguiti nell’ambito dell’intera operazione (la famosa bretella in primo luogo), e così indispensabile era che gli stessi venissero in effetti tradotti quanto prima in realtà, che l’Amministrazione, a garanzia di ciò, si riservò a termini di statuto il diritto di indicare essa stessa il nominativo della massima figura della costituenda STU.
Ovviamente in via Trento e dintorni gli interventi di tipo edilizio partirono subito a spron battuto (nei primi anni dello scorso decennio l’edilizia tirava ancora alla grande), dando luogo a quella grande muraglia di edifici che è possibile osservare dal versante nord di Macerata, mentre scarsa attenzione venne dedicata alle realizzazioni di pubblico interesse. In particolare, la bretella di collegamento con il sottostante asse viario (via Murri), con onere di spesa che sarebbe dovuto essere in gran parte a carico della STU a scomputo degli oneri di urbanizzazione (nel frattempo risparmiati dalla società), subì una sorte nefasta, che (tralasciando tutti gli altri aspetti della vicenda, già ampiamenti trattati in due articoli dello scorso anno) vale la pena qui di raccontare nel suo iter omissivo, arrivato sino ad oggi all’insegna di assurde omissioni e di contorsioni mentali ed amministrative sicuramente degne di nota.
Si parte dal 2003, allorchè si disse in Comune che il tracciato diretto al parcheggio Garibaldi, in origine destinato a cominciare dalla parte iniziale di via Trento, era eccessivamente in pendenza, e così, mentre la convenzione relativa a tutti gli altri aspetti dei piani di recuperi subiva, strada facendo, modifiche e miglioramenti tutti favorevoli alla parte privata, soprattutto in termini di metri cubi da edificare, si decise di prevedere un diverso percorso. Naturalmente nessuno in Comune provvide a ciò, per cui alla fine la progettazione della nuova strada di collegamente venne effettuata dalla Nuova Via Trento s.p.a..
Ne venne fuori un tracciato ovviamente più agevole per le auto, ma al quale nessuno mise poi comunque mano, in quanto, messisi di traverso i proprietari di due piccolissimi frustoli di terreno, il Comune non volle o si dimenticò di attivare i propri poteri di esproprio, espressamente consentiti dallo strumento urbanistico adottato in quella situazione. Una dimenticanza non da poco e nemmeno limitata ad un breve periodo: basti pensare che essa perdura ancora oggi nonostante ripetute e formali lagnanze e diffide scritte della stessa Nuova Via Trento s.p.a..
Si arriva comunque al 2010, allorchè inizia la cosiddetta nuova storia caranciniana, nuova a parole, ma in realtà ancora più vecchia della precedente pure in relazione a questa specifica vicenda. Non c’è niente da fare: la bretella, per chissà quale motivo, non piace nemmeno a Romano Carancini, che a sua volta prosegue la strategia dell’Amministrazione caratterizzata da traccheggiamenti continui, mancati espropri delle aree interessate, totale disinteresse rispetto alla faccenda (seppure rilevantissima in termini economici per gli oneri di urbanizzazione non incassati e per la mancata risoluzione di un significativo problema di funzionalità viaria), sino ad arrivare – così discostandosi dal suo predecessore Giorgio Meschini, che, pur rimanendo nell’inerzia più assoluta, era sempre rimasto sul punto del tutto silente – alla sentenza finale: “Questa bretella non s’ha da fare”.
Una sentenza – si badi bene – informale, espressa a mezza bocca ed in splendida solitudine, da autocrate assoluto, non motivata, in contrasto con una specifica convenzione stipulata con la Nuova Via Trento s.p.a. nel gennaio 2004, non formalizzata con i necessari passaggi deliberativi, non portata a conoscenza del Consiglio Comunale, della maggioranza e dell’opposizione consiliare, dell’opinione pubblica, dei privati che avevano acquistato appartamenti nei nuovi palazzi confidando nel collegamento con la strada sottostante. Eppure tanto efficace che ad oggi essa, benchè non scritta da nessuna parte, sta ancora lì ad impedire che qualcosa, nel pubblico interesse, finalmente si muova in questa assurda vicenda.
Senonchè mentre la bretella rimane al palo per volontà caranciniana, qualche altra cosa sta accadendo, visto che la Nuova Via Trento s.p.a., in ritardo su altri fronti, su questa specifica vicenda ha cominciato ad alzare la voce nei confronti del Comune, lamentando gli espropri non fatti dei piccoli frustoli di terreno dove la strada dovrebbe passare e quindi la loro mancata messa a disposizione, prendendo le distanze da tutti i maggiori oneri che saranno dovuti per realizzare la bretella in questione ed infine pretendendo i danni per tutti i pregiudizi da essa direttamente subiti (tra i quali la mancata erogazione della bella somma di 876.000 euro che il Comune avrebbe dovuto versare alla società all’avvio dei lavori per tale strada) e per le richieste risarcitorie che per l’omissione in questione fossero avanzate dai privati acquirenti (i quali, peraltro, proprio a cagione di ciò si trovano senza uno sbocco a misura d’uomo nel piano dei garage, in una situazione disagevole e molto pericolosa anche in termini di sicurezza, ed hanno iniziato a scrivere alla Nuova Via Trento s.p.a. minacciando a loro volta richieste di danni).
Insomma, un disastro, o, a seconda dei punti di vista, una barzelletta, con il Comune a guida Meschini che dapprima, nell’ambito dell’ennesima magica sinergia tra pubblico e privato e con la dichiarata motivazione di un presunto pubblico interesse intravisto essenzialmente nel collegamento tra via Trento e la sottostante via Murri, si è fatto trascinare in una operazione di riqualificazione che in realtà null’altro è se non una normale vicenda immobiliare cucinata e cotta nell’interesse di pochi e non certo della collettività; e poi, all’insegna della più completa mancanza di trasparenza tipica dell’era caranciniana, ha cancellato d’imperio, ed in maniera antidemocratica e comunque illegittima, il presupposto dell’intera operazione, con il concreto rischio di vedersi trascinato in causa dalla Nuova Via Trento s.p.a., società pubblico-privata che la stessa Amministrazione Comunale ha voluto che si costituisse e che è addirittura presieduta da una persona di sua nomina.
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L’avvocato Bommarito ha ben spiegato quanto a suo tempo in consiglio comunale esponenti di rilievo della giunta di allora, spiegavano al consiglio stesso che la bretella aveva una pendenza non confacente a quanto doveva assolvere………
Con buona pace dei progetti approvati dagli uffici e organi competenti.
Inorridii a tale parole che non si limitarono alla stssa bretella ma anche ai sottopassi e tutto quanto non era di pertinenza alla vera essenza del progetto: ” i palazzi”
Chissà se esiste copia audio di quel consiglio che fece capire a me, allora ancora idealista , come girava veramente il mondo.
Sarebbe un bel sentire.
Mi sfugge la motivazione logica, economica, intellettiva e culturale per cui quando c’è di mezzo l’interesse pubblico e l’interesse (spesso monetario o edilizio) privato la storia finisce sempre alla stessa maniera.
.
Sempre la medesima storia e comunque il medesimo finale: si finisce sempre con il privato che, per un motivo o l’altro, festeggia e si ingrassa e, con il pubblico, che sempre se la prende laggiù, dove non batte il sole …
All’amico Bommarito sempre puntuale sui fatti provinciali inerenti all’edilizia vorrei suggerire un argomento interessante su cui fare un’indagine giornalistica: verificare lo stato della costruzione del Palas di Civitanova.
Grazie e a risentirci.
Per Carlo Valentini
Certo, sarebbe interessante e potremmo anche farla insieme. Però servirebbe l’aiuto di qualche amico di Civitanova Marche, a conoscenza dell’intero, complesso, iter della vicenda.
Grazie per gli apprezzamenti e a presto.
Ma non ci posso credere… anche il sindaco è con i compagucci di merenda!!!!!
Caro Cerasi,
la sua filiera manca di un passaggio: “la politica – chiamiamo la così con la p minuscola” incassa e con tutto o parte del bottino finanzia le campagne elettorali……. Poi qulcuno viene eletto e tutto il meccanismo continua a funzionare come un orologio. Fino a quando qualcuno non ci mette un granello di polvere e lo blocca……… Questi dovrebbero essere i cittadini; dovrebbero.
Amico “Peppe” anche se non sono un amico di Civitanova ti posso aiutare io, ho letto tutti i documenti e posso dirti che in confronto i fatti maceratesi di Via Trento sono “bazzecole”, ma serve?
Non sono rassegnato ma mi limito a costatare che solo la crisi del mattone, tutta italiana, è stata in grado di fermare, o meglio di contenere i danni che Amministrazioni incapaci e corrotte hanno procurato a questo stupento paese.
Purtroppo non basterà perchè stanno arrivando gli investitori stranieri, vedi questione “Burchio” a Portorecanati, che, oltre ad avere molte risorse, possono approfittare della nostra contingente debolezza: la fame ….. di posti di lavoro.
Gentili Signori, quella dell’Avv. Bommarito, è una vera e propria denuncia. È corredata di tutto, è pubblica e inchioda generazioni di politici alle proprie responsabilità. Il disservizio per i cittadini è enorme ed i cittadini stessi, intendono questo svolgersi dei fatti, come una liberatoria anche per loro, nei confronti degli “obblighi istituzionali”. Ora, stante tutto ciò e la degenerazione che ne consegue, sono sicuro che nessuno risponderà a questa denuncia dei fatti, nessuno si prenderà la briga di dire: ” guardate che……”, oppure: “per rimediare al problema si è deciso di costruire la bretella con l’intervento finanziario dell’Apm; all’entrata di ogni versante ci sarà un cestino di vimini dove gli automobilisti verseranno 20 centesimi in ragione di tariffa Di percorrenza omnicomprensiva, fino alla soddisfazione dell’investimento di Apm”. Fate qualcosa cacchio! State a guardare lo scorrere del tempo sull’orologio che avete fatto ristrutturare con spese folli!!!!
Non posso che quotare Alexis De Tocqueville.
Anche se purtroppo a volte capita che il granellino, che avrebbe dovuto bloccare il giochetto è messo apposta dagli stessi giocatori (che ogni tanto si tirano dei cazzotti sotto la cintura, ma più spesso dormono assieme)
Oppure capita (ed è assai peggio) che il granellino pur animato dalle migliori intenzioni poi diventi anch’esso un ingranaggio (la via dell’inferno è lastricata di buone intezioni)
Ci dovrebbe essere più “vigilanza” e controllo da parte dei cittadini (cittadini, non sudditi, ma almeno questo (per mille ragioni) in italia poche volte accade
Per Lucatelli1828
Visto che mi conosci, contattami pure e vediamo quello che si riesce a fare.
Sono sicuramente d’accordo con te che, dinanzi all’enormità della vicenda del Palas di Civitanova M., la bretellina di via Trento scompare. Tuttavia, in questa vicenda, mi interessava evidenziare il completo stravolgimento delle regole e della legittimità da parte di chi, solo perchè riveste la carica di Sindaco, si sente legittimato, in totale autonomia, a gettare nel cestino atti deliberativi già formalizzati ed approvati, convenzioni sottoscritte, impegni di spesa e quant’altro, il tutto alla faccia di quella famosa “trasparenza” che, paradossalmente fu uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Romano Carancini nel 2010.
Il fatto politico di rilievo, omesso, o dimenticato è che la STU (Società di trasformazione Urbana) già nel 1998 fu pensata dal sottoscritto e sostenuta dal Sindaco Menghi, contro il volere degli assessori di FI e AN che perseguivano tutt’altri interessi, con finalità e modalità attuative completamente differenti da quelle successivamente attuate dalle amministrazioni di centro sinistra. Infatti, la STU originariamente pensata, prevedeva il coinvolgimento di enti pubblici (IACP, Comune) e di privati da costituirsi per riqualificare i contenitori edilizi di proprietà comunale (es. ex FIAT, ex Mattatoio comunale, ecc.), al fine di riqualificarli e realizzare abitazioni, sia di edilizia popolare che convenzionata a costi calmierati a beneficio delle famiglie maceratesi.
Questa idea, caduta l’amministrazione Menghi, fu ripresa dalla giunta Meschini, ma per realizzare in via Trento con la partecipazione del Comune, “alloggi di prestigio” , ovvero diciamo di lusso, su un area già acquista dai privati, in particolare dalle imprese che sono state coinvolte nella partecipazione della STU stessa!!
Durante l’amministrazione Meschini, quando in Consiglio comunale si discusse il fatto di impegnare i soldi del Comune per realizzare la bretella, il sottoscritto e Anna Menghi ci siamo opposti fermamente, perché ritenevamo e ritengo inopportuno impegnare denaro pubblico per un opera di privati.
La riqualificazione di via Trento in se per se è un’altra questione su cui si è innestata la “STU della sinistra”, alla faccia di ciò che ritengo il vero intesse pubblico e delle famiglie meno agiate.
Questi sono i fatti nudi e crudi verificabili sia con le delibere che con la documentazione protocollata al Comune.
In conclusione posso solo prendere atto che NESSUNO ha mai volutamente ricordato questi fatti, così come NESSUNO ha mai sollevato obiezioni su quello che è stato fatto … ognuno quindi si assuma le proprie responsabilità politiche di ciò che è stato fatto a Macerata, anche rimanendo in silenzio, …
Credo che sarebbe più corretto che qualcuno dica “abbiamo sbagliato”, oppure “erroneamente, ma in buona fede, pensavamo che …”, anziché sventolare oggi, in campagna elettorale, la veste da puritani senza macchia, o peccato, … e non mi riferisco ovviamente solo all’avv. Bommarito, anzi….
La sostanza di tutto il discorso è che a voi politicanti interessa solo la campagna elettorale e mai il bene del cittadino (vero ed unico scopo della politica).
Da quello che scrive Bommarito si capisce finalmente una cosa…..che per anni la STU, di cui era Presidente Perticarari, ha inutilmente sollecitato il Comune affinché acquisisse i pochi frustoli di terreno che mancavano per realizzare la strada…..quindi, ferma la motivata e condivisile critica alla incredibile decisione del Sindaco di non fare la strada, per una volta si pitrebbe evitare di gridare contro i privati….
ma meno male che non l’hanno fatta! e spero non la facciano più! di ritrovarmi davanti la finestra una strada con le macchine che passano a pochi metri da casa mia non mi va proprio. mi spiace per quelli che ci contavano ma io personalmente non mi sacrifico per far contente altre persone che invece la vogliono!
Avvocato Giuseppe Bommarito, sulla parallela di Via Trento, ha dimenticato la mia Interpellanza nell’ultimo consiglio comunale con risposta orale del Sindaco Romano Carancini. Molto spesso noi consiglieri dell’Udc arriviamo molto prima e in tempi non sospetti sui veri problemi della città.
Per Ivano Tacconi
Veramente non ne sapevo nulla. Che dicevi nella tua interpellanza e, soprattutto, cosa ha risposto il Sindaco Carancini?