«Per la ripresa bisogna fare squadra»
L’appello di Piervincenzi alle istituzioni

ECONOMIA - Il presidente imprenditori calzaturieri di Confindustria Macerata ragiona sul futuro del settore: «Abbiamo subito la tempesta perfetta. La politica industriale deve prevedere azioni di valorizzazione integrata»

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Matteo-Piervincenzi

Matteo Piervincenzi

 

Matteo Piervincenzi Presidente degli imprenditori calzaturieri di Confindustria Macerata ragiona rivolgendosi al settore alle prese con l’emergenza coronavirus che ha messo in difficoltà l’economia nazionale e regionale. Il messaggio di Piervincenzi è di restare uniti per valorizzare ciò che di buono già c’è: «Tante sono le eccellenze espresse dal nostro territorio – dice -, ma questo valore potrà essere percepito solo se riusciremo a fare sistema come imprese e istituzioni». Di seguito l’intervento di Piervincenzi. 

«La nostra Regione, ed in particolare il territorio fermano-maceratese, annovera da decenni il più importante distretto calzaturiero nazionale e il primo al mondo per qualità, un sistema capace di esportare fino a poco tempo fa oltre l’80% della produzione, con le sue piccole e medie imprese presenti in tutto il mondo, attraverso fiere, agenti , titolari, addetti commerciali.  Oggi l’effetto Covid-19 sta cambiando decisamente le dinamiche di approccio al mercato, i modelli di acquisto e gli stessi consumatori, inoltre, le criticità di fondo sempre appartenute al nostro distretto, si sono trasformate ora in un muro invalicabile che ostacola la ripresa. Come piccole imprese avremmo di certo dovuto puntare sul digitale, ma le nostre dimensioni, la carenza di infrastrutture e di sistemi di formazione e sostegno adeguati, hanno reso difficoltoso se non impossibile anche questo passo, così oggi con il Covid 19, le grandi griffes ma soprattutto le grandi piattaforme di e-commerce, B2B stanno consolidando la loro supremazia.
Non dimentichiamo inoltre che nel contesto nazionale, le imprese del nostro distretto, hanno subito la cosiddetta “tempesta perfetta”, poiché oltre al Covid stanno subendo gli effetti del post sisma, la particolare crisi del mercato russo e l’assenza di Istituti di Credito consapevoli della peculiarità del comparto. E’ vero come è vero che in questo momento la liquidità delle nostre aziende e della filiera deve essere assolutamente salvaguardata, ma è altrettanto urgente definire una precisa strategia per il rilancio del settore e del territorio. Il nostro futuro non dipenderà solo dalla quantità delle risorse attivate, ma in particolare dalla necessità di cooperare e fare squadra concretamente tra Istituzioni, Banche, Enti e Imprese, in un percorso di rilancio in cui il digitale, le infrastrutture, il marketing territoriale, la crescita dimensionale devono essere elementi essenziali e prioritari.
Inoltre constatiamo che oltre al fatto che le risorse per “contrastare” l’effetto Covid stanno tardando ad arrivare (es. i pagamenti delle Casse Integrazioni e altri sostegni al reddito), permangono le difficoltà ad avere un confronto urgente, reale, dettagliato, dedicato con le nostre Istituzioni regionali, per pianificare il futuro che deve basarsi su nuovi paradigmi.
Il benessere socio/economico del territorio passa inevitabilmente per la ripresa delle imprese. La politica industriale per essere efficace e generare ricchezza deve essere attenta alle specificità ed alle necessità dei suoi comparti produttivi, prevedendo azioni di valorizzazione integrata delle eccellenze dei territori sull’esempio di quanto stanno facendo ad esempio Regioni manifatturiere a noi simili come la Toscana, il Veneto e l’Emilia Romagna. Le Marche, oltre alla forte valenza turistica e culturale, che è assolutamente da promuovere e su cui investire, sono conosciute nel mondo soprattutto per la qualità del Made in Italy “cresciuto” nelle nostre imprese, le stesse che oggi, in difficoltà, chiedono il meritato sostegno affinché i propri prodotti possano essere conosciuti nei contesti internazionali. Tante sono le eccellenze espresse dal nostro territorio, ma questo valore potrà essere percepito solo se riusciremo a fare sistema come imprese e istituzioni».

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