Verde Caffè solo da asporto
«Aprendo non rientrerei con le spese
Aspetto i tavoli all’aperto»

MACERATA - Gabriele Micarelli, titolare del ristorante vegetariano del centro, ha deciso di procedere per gradi: «Le persone devono ragionare bene sul rispetto delle norme anti contagio. Deve passare l’idea che, se tutti rispettiamo le regole, la città è viva»

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Il Verde Caffè lavorerà con l’asporto senza riaprire, per il momento

 

di Federica Nardi

«Non c’è abbastanza gente per riaprire, dovrei alzare troppo i prezzi per garantire lo stesso servizio di prima e anche per rispettare l’etica delle norme anti Covid». Gabriele Micarelli di Verde Caffè aspetta il bel tempo per riaprire le porte del suo ristorante vegetariano e pizzeria nel centro storico di Macerata. Intanto l’asporto è partito da sabato scorso.

«Lo considero un servizio per la clientela affezionata e, ovviamente, per chi vorrà. Abbiamo studiato un asporto di qualità, che indica con trasparenza anche la provenienza del cibo», spiega Micarelli, che preferisce il binomio prudenza e qualità alla riapertura a tutti i costi.

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Gabriele Micarelli

«Devo avere le condizioni per un’attività “sana” – aggiunge -. Cioè voglio davvero rispettare le norme, senza però gravare sul prezzo per il cliente. E così non riesco a farlo, non rientro nei costi. Ho un locale da 250 metri quadri. Tra guanti introvabili, sanificazioni e le regole per garantire la sicurezza di clienti e personale, preferisco aspettare il bel tempo (magari già dalla prossima settimana) per mettere i tavoli fuori. Ci hanno fatto aprire perché è giusto che passi il messaggio che “si torna a vivere” ma è anche vero che, a parità di costi, non si può avere lo stesso servizio». Però Micarelli è proprio a quello “stesso servizio” che tiene. «Le persone devono ragionare bene sul rispetto delle norme anti contagio. Deve passare l’idea che, se tutti rispettiamo le regole, Macerata è viva. Vedo ancora invece tanta tensione. Meglio quindi partire piano piano, nel rispetto delle norme, piuttosto che andare avanti “sparati” per trovarsi peggio di prima».

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