La casa di riposo di Cingoli
Focolaio della casa di riposo di Cingoli, l’esercito manda altri operatori ma si continuano a cercare i materiali per la loro protezione. Sono arrivati nelle ultime ore nel comune altri due infermieri della Marina militare, che si vanno aggiungere ai tre militari già arrivati nei giorni scorsi per contenere e prendersi cura degli ospiti della struttura contagiati dal coronavirus. Secondo una nota stampa diffusa nelle ultime ore dal sindaco Michele Vittori, gli anziani della casa di riposo sono «tutti contagiati dal coronavirus» (fino a pochi giorni fa erano tre gli ospiti negativi al tampone, di cui un pazient deceduta ieri per cause che non sarebbero legate al covid-19).
«Senza la Marina militare non saremmo stati in grado di affrontare e risolvere la grave condizione che si è venuta a creare all’interno della casa di riposo di Cingoli, con l’estensione del contagio agli ospiti e anche ad alcuni lavoratori interni» ha sottolineato il primo cittadino. Vittori ha richiesto alla Protezione civile nazionale un altro medico militare per garantire il cambio dei turni di servizio al primo ufficiale medio arrivato nella scorsa settimana e al medico di base Luigi Ippoliti. «E la notizia positiva è che anche questa richiesta è stata soddisfatta» ha aggiunto il sindaco. In questo modo la struttura potrà contare su due medici e quattro infermieri della Marina, un medico di famiglia e un’infermiera della ditta appaltatrice del servizio. «Tuttavia – ha precisato Vittori – siamo ancora ancora alla disperata ricerca di materiale per la protezione degli stessi (mascherine, camici, calzari, ecc.) in quanto né l’Asur né la Protezione civile sono stati in grado di fornirlo. Fino ad oggi siamo stati in grado di provvedere da soli, ma siamo agli sgoccioli delle dotazioni recuperate da donazioni private, e quindi chiediamo al presidente del Consiglio, alla Protezione civile nazionale e regionale e al presidente della Regione Marche di volerci inviare al più presto camici e mascherine». «I nostri militari – ha concluso Vittori -, che tanto lustro forniscono all’Italia nelle missioni di Pace e nella Nato, anche in questo caso, hanno dimostrato un’attaccamento alla difesa dei valori della Patria non comuni, perché con i nostri ospiti, tutti infettati dal corona virus, il rischio di contrarre la malattia è piuttosto incombente. Non solo per questo sento forte il dovere di ringraziare il capitano di vascello dottor Nesca medico capo del Comando della marina Militare di Ancona, per i consigli e la preziosa vicinanza che ha dimostrato a tutta la nostra comunità».
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