Luciano Pantanetti e Francesco Baldantoni
di Federica Nardi
«Perché votare me e non gli altri? Perché abbiamo sensibilità completamente diverse. Stefania Monteverde è inscatolata in un demone che si chiama “cultura” e con lei parlate solo di quello. Narciso Ricotta è un democristiano e io no. Penso che il sindaco debba rispondere a tutte le esigenze». Così Luciano Pantanetti è entrato nel vivo della competizione per le primarie di centrosinistra del 16 febbraio, dalla gelateria Almalù di viale Indipendenza. Un incontro serale e aperto alla cittadinanza e a cui in molti hanno risposto, compresi il consigliere comunale Enrico Marcolini di Italia Viva e l’avvocato Nicola Perfetti del Pd locale. Dopo giorni di fair play (almeno all’apparenza) tra i quattro candidati, Pantanetti traccia per primo un confine esplicito tra “lui e gli altri”, rispondendo a una sollecitazione del pubblico. «Io penso che nella cultura le associazioni la debbano fare da padrone – precisa Pantanetti -. Quel tessuto, per cui prima ad esempio c’era anche il cinema d’estate, non esiste. Abbiamo manifestazioni di spicco ma quel tessuto connettivo è venuto meno».
Pantanetti, al tavolo insieme al coordinatore comunale della lista “La città di tutti” Francesco Baldantoni e affiancato anche da Marika Marcolini (assessore ai servizio sociali), ha aperto le danze spiegando che «qui non si parla di politica, l’elezione è amministrativa. Quindi serve capire quali sono le esigenze della città per migliorarla. Vogliamo portare un modo di fare politica diverso da quello che fino a oggi abbiamo vissuto, attraverso una partecipazione attiva. Senza voler polemizzare ma la peculiarità del maceratese è di lamentarsi sempre ma poi quando c’è da impegnarsi in prima persona se ne lava le mani. Siamo qui a ragionare, dare risposte e decidere insieme che cosa fare. Evitiamo che qualcuno ci imponga di fare qualcosa senza la possibilità di esprimere un contributo».
L’incontro nella sala della gelateria Almalù
Oltre alle intenzioni, le idee. In primis per il centro storico. «Scontiamo le conseguenze negative di scelte fatte negli anni passati. La mia infanzia l’ho passata nel centro e c’era ogni tipo di negozio artigiano. Era vissuto e viveva perché c’erano le famiglie. Allo stato attuale non c’è più la residenzialità. Ma si può riportare con scelte mirate. Oggi in centro vediamo una serie di eventi ma è una tamponatura e non riguarda tutto l’anno, sono dei momenti. Il resto del tempo la città è vuota. Per riuscire a rivitalizzarlo ci vanno portate le persone e per farlo bisogna portare le residenze. Nel momento in cui il centro storico è vissuto, il passaggio non è un problema. Bussiamo all’Erap e diciamo che ci sono case da ristrutturare, anche di proprietà comunale. Ora in centro abbiamo attività di ristorazione. Se vogliamo un centro storico differente ci dobbiamo approcciare in modo differente». Un’idea anche per risolvere il problema della mancanza di spazi aggregativi per le associazioni (problema sollevato dal pubblico): «Di spazi – spiega Pantanetti – ce ne sono ma da qui a breve ce ne saranno altri. Si potrebbero inoltre creare nuove scuole, ad esempio dall’accorpamento della De Amicis e di quella di via Mameli in un nuovo edificio, così da liberarle per far spazio ad altro».
Poi la ricetta già annunciata per incentivare il trasporto pubblico. E cioè «renderlo gratuito per tutti gli studenti e gratis per chi ha l’Isee inferiore a 25mila euro» (leggi l’articolo). Leitmotiv degli approfondimenti inoltre la necessità di «rafforzare la macchina amministrativa. Bisogna riportare tutto a un livello umano dove il cittadino è l’elemento portante. Ora i servizi sono spesso esternalizzati con appalti per cui anche per una cosa banale c’è da aspettare la burocrazia».
Pantanetti immagina inoltre «un assessorato agli Esteri e alle Scelte urbanistiche da prendere in accordo con i comuni vicini». Nonché «un tavolo permanente per le scelte strategiche della città. Ad esempio mi auguro che l’ex manicomio possa essere preso dall’università e diventi un luogo a disposizione anche della cittadinanza. Nell’ex ospedale invece l’Asur maceratese potrebbe riportare l’amministrazione invece di pagare l’affitto a Piediripa».
Un endorsement extra incontro arriva anche da Marco Menchi, consigliere comunale de “La città di tutti”: «La candidatura di Pantanetti credo sia in assoluto la più completa e convincente anche in funzione dell’attuale fase politica. Gli altri candidati hanno detto che per guidare la città servono competenza ed esperienza, cambi di marcia e innovazione. Bene, esperienza e competenza sono proprie di Luciano Pantanetti, sommate ad una forte inclinazione all’ascolto e alla condivisione delle decisioni, in sinergia alla città e con una visione a tutto tondo. Il cambio di marcia per noi sarà sui servizi offerti dal comune al cittadino, servizi che dovranno rinnovarsi grazie alle innovazioni tecnologiche per consentire una fruizione più ampia e più semplice. La sensibilità della lista ai problemi del quotidian, e il percorso fatto insieme in questi cinque anni, (vedi impegno nella sicurezza per le scuole o la questione parcheggio per disabili) completano e caratterizzano il nostro impegno a sostenere Pantanetti come candidato sindaco del centrosinistra. Non servono alternative o persone venute da Marte, o che vogliono farlo credere, servono risposte concrete ai cittadini in tempi accettabili, servono servizi che funzionano e sui quali il cittadino può contare. Servono soluzioni ragionate e condivise con i maceratesi, in funzione delle necessità di ogni quartiere o frazione. Tutte queste necessità hanno pari dignità. Pertanto – conclude Menchi -, la serietà e l’equilibrio di un progetto politico, concreto e condiviso con i cittadini, supportato da persone disposte a spendersi per la città, troveranno il loro naturale riferimento in Luciano Pantanetti come candidato sindaco.
Presente anche Enrico Marcolini, consigliere comunale di Italia Viva
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To be or not to be (christian democrat), this is the problem (for Italy).
https://casea1euro.it/case-a-1-euro/
I sinistroidi sono divisi in tutto, ecco xche’ hanno rovinato completamente la citta’ e perderanno di brutto a maggio.
Bisogna puntare fortemente sui giovani e sugli studenti universitari, anche per il centro : coinvolgerli nell’Amministrazione e stimolare attività commerciali rivolte agli studenti (che non siano i soliti ristoranti…). Forza!!!
A parte l’aria fritta, sul nuovo ospedale Pantanetti la pensa come il resto del cosiddetto centrosinistra oppure no?
Non sono un elettore di Macerata, ma amo questa città. Quindi mi permetto di intervenire. Mi piace l’idea di riportare gli artigiani nel centro storico, ma occorrerebbe riaprire alle auto, pure per i negozi e gli uffici pubblici. Un centro senza auto, ma defunto, a che serve? A me piace molto Stefania Monteverde perchè ha contribuito a realizzare una Cultura di livello. Ho sempre difeso ciò che le amminuistrazioni di centrosinistra realizzavano per la Cultura, che significa pure turismo. Il turismo porta denaro, se viene organizzato pure con questo obiettivo. Poichè l’amministrazione di Corridonia ha poco interesse per l’Abbazia di San Claudio, consigliere la Monteverde, e l’amministrazione futura, di pensare a come sfruttare l’Abbazia di San Claudio a fini turistici. Sì, è vero che fa parte di Corridonia (pure se esistono cartoline dove la indicano come “Macerata”), ma nessuno vieterebbe se il capoluogo includesse l’Abbazia nei suoi itinerari turistici. Già fa 60 mila presenze all’anno di turisti, che arrivano e se ne vanno. Se si aumentasse l’interesse per l’Abbazia come Cappella Palatina di Carlo Magno, parte degli oltre due milioni di turisti che vanno ad Aachen, alla falsa “cappella palatina” fatta costruire da Federico Barbarossa, potrebbero venire nella nostra vallata e a Macerata.