Macerata 2020, voce fuori campo
Tittarelli: «Che fine farà Valleverde?»

VERSO LE ELEZIONI - Il direttore del centro commerciale Val di Chienti ammonisce le forze politiche del capoluogo: «Fateci capire come affronterete i problemi. Siamo una città di progetti azzoppati. Quello di finire ciò che si inizia è un colpo d'ali che ci si aspetta da chi governerà»

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Gianluca Tittarelli,

 

di Alessandra Pierini

«Va bene cercare la persona più adatta per fare il sindaco di Macerata, ma in questo valzer di nomi, cosa vogliono fare centrodestra e centrosinistra per la città? Come vogliono risolvere i problemi che abbiamo?». A mettere sull’attenti la politica cittadina è Gianluca Tittarelli, direttore del centro commerciale Val di Chienti a Piediripa e vice presidente della Menghi Pallavolo Macerata. «Da maceratese che ama la città e che si approccia a queste tematiche con grande interesse, in modo non fazioso, dico che il nodo è tutto su nomi, primarie, centrodestra che si riunisce, passi indietro e scatti in avanti. E’ vero, scegliere la persona giusta è importantissimo ma non c’è nessuno che approccia offrendo una visione della città con soluzione ai problemi e contenuti».

Cosa chiede quindi alle forze politiche della città?
«Proprio per il bene della città, chiedo uno scatto in avanti rispetto a questa preparazione di elezioni. Questa scadenza è importante e molti si aspettano che venga affrontata con contenuti sul tavolo e con un confronto. Non possiamo basarci sulla fiducia, vogliamo capire che risposte vogliono dare».

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Valleverde

Quale problema le sta a cuore?
«I problemi non sono tanti ma sono sempre gli stessi. Ad esempio Valleverde qualcuno se la ricorda? E’ una zona della città sopita. Ci sono le strade, le luci e le opere di urbanizzazione. Lì qualcosa va fatto. Quell’area grida vendetta. Cosa vogliono farci gli aspiranti al governo della città?»

Lei cosa si aspetta?
«Mi aspetto che una cosa iniziata venga finita. Noi viviamo in un territorio bellissimo, lì ormai è stato rovinato, inutile cementificare altrove. Siamo una città di progetti azzoppati. Quello di finire ciò che si inizia è un colpo d’ali che ci si aspetta da chi governerà».

Altre priorità?
«Il commercio. L’intervento dell’amministrazione non deve essere assolutamente assistenzialismo ma un territorio respira e cammina grazie agli input che gli amministratori danno. Non credo che ci sia contrapposizione tra centro commerciale e centro storico, si completano a vicenda. Sempre che non ci sia un fiorire eccessivo di centri commerciali. Il centro storico vive della sua bellezza che nessuno ha, ma va reso vivo. In entrambi i casi, l’amministrazione deve permettere agli esercenti di stare in un posto in cui la gente c’è. Quindi strade, d’altronde è dall’epoca dei Romani, che il commercio fiorisce lungo le strade. E rendere attrattivi i centri storici».

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Gianluca Tittarelli al Val di Chienti con Teo Teocoli

Lei cosa consiglia?
«Per carità, non sta a me dire come va fatto. Posso dire quello che facciamo noi al Val di Chienti, cerchiamo di dare sempre un motivo per venire da noi. Alle iniziative la gente risponde. Quello che posso dire è che la vivibilità va a braccetto col commercio. Chiunque viene a Macerata dice che è una bella città, bisognerebbe capire come questo ci può favorire. Di bellezze ne abbiamo tante e ne dovremmo essere orgogliosi. Guardiamo anche chi ci sta vicino. Per esempio di solito si guarda a Civitanova con una certa spocchia, invece no, dobbiamo capire il bene che c’è e farlo anche qui rispettando le nostre priorità e peculiarità».

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La presentazione delle maglie della Menghi Pallavolo Macerata

Sullo sport, altro campo che ci riguarda da vicino, come siamo messi?
«Non è vero che a Macerata non c’è niente, anzi c’è tanta roba. Questo settore dovrebbe essere attenzionato in maniera particolare: è un rifugio sano, un motivo di crescita personale di tanti giovani. Si è parlato tanto di dipendenze e spaccio in questa città, lo sport può senz’altro contribuire a prevenire questi problemi. Inoltre può essere occasione di visibilità per il territorio. Immagino che in campagna elettorale si discuterà di impianti. Questa attività viene spesso demandata alla passione di chi ci mette tempo, soldi e tenacia ma serve un sostegno, non solo economico. Serve un’attenzione particolare. Chi ci sarà deve capire che questo settore è fondamentale, non solo per quelli che saranno i campioni».

E per finire lei ha un profilo da suggerire per il futuro sindaco di Macerata?
«L’amministratore deve avere l’umiltà di ascoltare, di sentire chi ci lavora e chi ci opera. Chi governa deve essere bravo. Non solo competente ma deve avere un diverso approccio mentale».

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