Ruspe al lavoro a Porto Recanati dopo la mareggiata
di Laura Boccanera
Maltempo e mareggiate, chiesto dalla Regione lo stato di emergenza. A breve in consiglio regionale il Piano della costa, primo step per una programmazione sulle scogliere, «piano da 185 milioni di euro, ma occorre trovare i fondi da Stato e Europa».
L’assessore regionale Angelo Sciapichetti fa il punto sulle scogliere, unico modo per tentare di arginare mareggiate come quella che ha flagellato martedì notte la costa maceratese provocando danneggiamenti soprattutto a Porto Recanati. Scogliere che erano in parte presenti nella zona sud di Porto Recanati e a nord di Porto Potenza, per l’intervento pianificato dalla precedente giunta regionale e che è in fase di ultimazione. Ma il problema di questo tipo di interventi è il costo, 5 milioni di euro a chilometro. «Da Porto Potenza a Porto Recanati oggi ci sono 3 nuovi chilometri di scogliera, ma la Regione da sola può fare ben poco – sottolinea Sciapichetti – l’intervento che si sta ultimando nella zona sud di Porto Recanati è costato 15 milioni di euro ed è stato finanziato da Regione, Ferrovie e Provveditorato alle opere pubbliche. Quindici milioni per 3 chilometri di costa. Al momento dopo mesi di lavoro con categorie, amministrazioni, operatori e cittadini abbiamo redatto il Piano della costa, una sorta di piano regolatore senza il quale nulla si può fare e prevede da Gabicce a Porto d’Ascoli un sistema capillare di scogliere, ma servono 185 milioni di euro. Impensabile che da sola la Regione possa provvedere. Cercheremo nella programmazione europea 2021-2027 i fondi per intervenire, ma si tratta di un’opera colossale. E il problema non riguarda solo la costa maceratese, ma tutta la regione».
Il marciapiede crollato a Scossicci
Sciapichetti sottolinea poi come le tempistiche siano “bibliche” se si procede in via ordinaria e non in modo straordinario: «Fra bandi e appalti, una volta reperite le risorse ci vogliono anni prima di vedere i lavori ultimati. Ora abbiamo chiesto lo stato di emergenza e speriamo ci venga accordato. Ma non siamo ancora in grado di fare una conta dei danni». Sul senso di impotenza del Comune si era espresso ieri anche il sindaco di Porto Recanati Roberto Mozzicafreddo che aveva sottolineato come le risorse comunali siano insufficienti a mettere in sicurezza la costa e gli chalet e come anche la piena del fiume Musone preoccupasse amministrazione e uffici preposti. E proprio il tratto di Scossicci è stato quello più flagellato: qui mancano le scogliere e moltissime concessioni balneari sono sorte proprio a ridosso dell’acqua.
La mareggiata del 4 gennaio che ha devastato il Mosquito a Porto Potenza
La mareggiata di martedì ha rappresentato sicuramente un evento eccezionale, ma sempre più spesso le amministrazioni dovranno fare i conti con fenomeni atmosferici più violenti. A Porto Potenza al momento la scogliera ha arginato la situazione e non ci sono stati problemi se non qualche allagamento dei fossi a mare e in prossimità dello chalet L’Approdo. Non si è ripetuto per fortuna quanto avvenuto a gennaio scorso, quando una violenta mareggiata distrusse lo chalet Mosquito facendo crollare parte del pergolato e provocando decine di migliaia di euro di danni. Una situazione analoga vissuta a Civitanova lo scorso luglio, quando una precipitazione straordinaria e violentissima distrusse chalet e scoperchiò gazebo sulla spiaggia nel pieno della stagione estiva. Una problematica che interessa anche le zone dei centri abitati dove spesso, a causa della piena di fossi e torrenti i campi e le strade diventano un fiume di fango e detriti.
Porto Recanati mercoledì mattina
Scossicci
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Adesso non bisogna pretendere ma conoscendolo così, forse neanche troppo bene, nemmeno immaginare un suo risolutore intervento. Programmatico magari sì ed anche se sembra poco, non lo è” un piccolo passo avanti per l’assessore e due, tre ma anche quattro per l’umanità”. Il punto è questo: dopo secoli arriva Sciapichetti, senza una lira in tasca che chiede appena 185 milioni di euro per fare 37 km di scogliere perché non per colpa sua sia chiaro, costano per il momento 5 milioni al Km. Allora che fare? Si prendono quattro assi di una cabina distrutta dalla forza del mare, quattro spuntoni di ombrelloni e quindi si costruisce e come si suol fare “si apre un tavolo sull’argomento”. Innanzi tutto di tema economico per sapere a quanto ammonterà la spesa fra un secolo calcolando l’inflazione, i crack bancari, e tutto quello che di solido si fa per passare il tempo come guerre, ragionare sulla lunghezza della gonna e la possibilità di telefonare telepaticamente senza nemmeno l’ausilio di una batteria. Poi guardare il calendario per vedere quanti giorni mancano alle prossime elezioni elettorali Regionali. Non sono molti, quindi si possono valutare oltre al tavolo un paio di incontri agli Antichi Forni per un “Aperitivo Culturale” i cui ingredienti rimangono tuttora un segreto , più misterioso del successore di Sciabichetti, un paio di giri in provincia per vedere se eventuali acquazzoni ritardano chissà quale decreto oramai tutti dento un enorme calderone a cui nessuno ha il coraggio di dare finalmente qualcosa di costruttivo se si vuole veramente ricostruire ( mi si perdoni il gioco di parole) consistente in un semplice fiammifero a cui affidare finalmente il futuro delle zone terremotate. E così senza neanche accorgersene arriva il giorno fatidico dove il nostro si reca all’urna e sghignazzando tra se e se pensa a quel poveraccio che prenderà il suo posto e tutta la sua eredità insieme a lasciti che gli verranno anche dal vecchio governatore già con il grembiule bianco, la cicca di traverso con la cenere che gli casca dappertutto e che fa il portantino in qualche clinica privata un po’ deluso e anche un po’ arrabbiato perché dopo tutto quel che ha fatto si aspettava qualcosina di più.
Come al solito, la politica delle emergenze è più redditizia di quella della prevenzione.
Altro esempio del fallimento e dell’incompetenza di chi ha amministrato per decenni e che ora torna in auge predicando morali nelle quali non ha mai creduto.
Sciapichetti e l’emergenza secolare. non ti affannare e prendi la questione con la stessa calma con cui già in molti ci avranno ragionato e se si è ancora allo stesso punto, eventuali colpe vanno equamente distribuite e , qui sta il bello, non da una amministrazione regionale all’altra ma addirittura spalmate nei secoli. Non questioni quinquennali ma proprio di secolari. Come scrive Lino Palanca in un saggio sulla storia plurisecolare del porto di Recanati che divenne autonomo solo nel 1893 col nome di Portorecanati, “la forza delle onde in burrasca ha ripetutamente inflitto danni severissimi all’abitato, soprattutto a partire da quando, fine Ottocento e inizio Novecento, l’espansione edilizia della borgata prese a crescere in modo costante. E le tempeste improvvise non risparmiarono la vita di decine e decine di pescatori”. Aggiunge il Palanca , che “il primo richiamo all’urgente costruzione di una scogliera si rifà alla grossa paura causata da una tempesta autunnale del 1858, nella quale perirono molti navigli con perdita immensa di merce ed equipaggi per cui tante famiglie caddero nel lutto e nella più squallida miseria”. Col trascorrere degli anni, tanto per non farti sentire solo, ci furono petizioni, dibattiti parlamentari, suppliche al re, al duce e poi al presidente della repubblica. Nel !959 altra superba mareggiata che per poco si portava via pure Portorecanati e piano pianp siamo arrivati ai giorni nostri
https://www.cronachemaceratesi.it/2016/06/25/le-burrasche-delladriatico-minacciano-un-intero-paese/826088/
Ce lo dice a noi cittadini? Lo trovi lui il finanziamento, se no che sta a fare lì dove sta?
Visto che trovare i soldi è difficile, magari nel mentre si poteva e si può smettere di lasciare costruire sulla spiaggia,lungo i fiumi e le foci. La costa e le valli fluviali sono tra le più urbanizzate e cementificate d’Italia. Non è che forse ci siamo presi troppo spazio in zone pericolose?
prevenire e’ facoltativo , curare e’ obbligatorio.
ho scritto male…vado a vedere, se mettendomi i binocoli vedo meglio che con le lentissime a contatto
Per Ciarlantini. Le licenze vengono date dagli uffici tecnici dei comuni. Chi non ha la licenza commette un abuso pesantemente sanzionabile. Chi chiede sovvenzioni per la ricostruzione anche parziale deve secondo me esibire la licenza di costruzione.
185 milioni di euro? piu’del debito della regione marche.
Iacobini: Vero, però la Regione può legiferare con piani e limiti al consumo di suolo, in Toscana e in Emilia lo hanno fatto, mentre qui si va avanti con il costruire fino a morire, e al massimo con l’eterno scaricabarile tra i vari enti. Riguardo la ricostruzione, non credo siano considerati i paesi di costa e bassa collina vicino ai fiumi tra i posti che hanno diritto ai contributi, poi non si sa mai, una parte dei fondi europei del sisma 2016 è arrivata anche a Pesaro quindi tutto è possibile. Intanto lo facciamo un lavoro congiunto per smettere di consumare suolo oppure no?
Il filosofo tedesco Max Horkheimer scrisse il libro “Eclissi della ragione” (https://it.wikipedia.org/wiki/Max_Horkheimer), qui invece siamo in presenza di un’eclissi della Regione, della quale infatti qualcuno è stato socio ‘affondatore’.