di Giancarlo Liuti
Scatenatasi proprio a ridosso dell’apertura della stagione turistica, l’ultima – ultima? – mareggiata ha inferto un’ulteriore mazzata all’imprenditoria balneare di Porto Recanati sia nel litorale nord, a Scossicci, sia in quello sud, nel cosiddetto Lido delle Nazioni. “Siamo in ginocchio”, dicono i numerosi proprietari o esercenti degli impianti dopo aver messo faticosamente in salvo le già piantate file di ombrelloni e dopo aver trascorso le nottate pregando che la furia del mare non si abbattesse sulle strutture in muratura, alcune delle quali, in un recentissimo passato, sono state distrutte e se non c’è scappato il morto si può parlar di miracolo. Che fare? Per l’ennesima volta ci si rivolge alla Regione con comitati e manifestazioni di protesta, meglio dire di rabbia, per invocare un intervento finalmente risolutivo che per quest’anno, purtroppo, è comunque impossibile – i turisti, sempre meno, stanno già arrivando – e semmai riguarderebbe l’estate del 2017.
Ma oltre ad essere grave la situazione di Scossicci è scandalosa e grida vendetta al cospetto di Dio per il comportamento ultradecennale dello Stato, della Regione, della Provincia e dello stesso Comune di Porto Recanati, che è parso non rendersi mai conto dell’importanza di questa sua zona non solo per il turismo italiano e straniero ma anche per la crescente e stabile residenzialità di famiglie locali. Per quanto riguarda il turismo basti dire che Scossicci è sede di ben quattro ampi “villaggi”: l’Internazionale, il Sirio, il Riva Musone attiguo alla piscina pubblica del Malibù e, più recente, il Giardini del Conero, oltre al grande Jet Residence con decine di appartamenti. Gli impianti propriamente di spiaggia – i più a rischio – sono otto e un cenno particolare va ai ristoranti, alcuni dei quali aperti anche d’inverno, come “Da Dario”,“Bebo’s”, “L’Acropoli”, “Le voci del mare”, “Zia Emilia” e altri. Fino a due anni fa c’era la discoteca “Lola”, che richiamava gente pure da Ancona. Nello scusarmi per dimenticanze e inesattezze che forse sono parecchie, un fatto, comunque, è sicuro: essendoci anche la chiesa e la farmacia, Scossicci non è una “frazione” ma un “paese”. E qual è la sua ragion d’essere”? Ovviamente la spiaggia. E se la spiaggia va in malora il paese la segue. Cosa succederebbe, infatti, a Courmayer se il Monte Bianco franasse?
Dunque la spiaggia. Poco più di tre chilometri, dal cavalcavia sulla strada ferrata al confine con Numana. Una spiaggia da diversi anni progressivamente divorata dalle mareggiate, la qual cosa non accade al litorale del centro storico portorecanatese, a quello di Porto Potenza e a quello della frazione civitanovese di Fontespina. Come mai? Un miracolo? No, dipende esclusivamente dalla presenza, lì, di scogliere frangiflutti. E per quale ragione le scogliere non sono mai state né progettate né realizzate a Scossicci? Sedicenti studiosi delle correnti marine son venuti sentenziando che a Scossicci le scogliere non sarebbero “adatte”. Misteri della scienza? Più probabilmente c’entrano questioni meno scientifiche e più finanziarie – o più “manovriere”, “traffichine” – dei vari governi nazionali (a Scossicci il treno non costeggia il marea e per l’azienda ferroviaria statale Scossicci non esiste) e delle varie giunte regionali e provinciali. Non si capisce tuttavia per quale ragione, nei decenni, un tale andazzo sia stato passivamente accettato anche dal potere locale, se non in virtù di una mentalità “strapaesana” per cui Porto Recanati è Porto Recanati e Scossicci è qualcosa di secondario o perfino di estraneo, una specie di figliastro o fratellastro che non si riesce ad amare.
Ma veniamo al punto. Un punto intrigante per i sospetti di malagestione – o peggio – che nel corso degli ultimi decenni l’hanno contraddistinto. Cosa si è fatto, insomma, per la difesa della costa di Scossicci? Dopo che le mareggiate s’erano mangiate la spiaggia si ricorreva ai cosiddetti e costosi “ripascimenti” con sabbia – anzi, terriccio – proveniente dalle cave dell’entroterra. E adesso? Da qualche tempo si è fatto qualcosa di più costoso coi “pennelli” in muratura che però non affrontano il mare in senso orizzontale, come farebbero lo scogliere, ma in senso verticale, per cui, alle burrasche, non gli fa né caldo né freddo e anzi gli offre una più “comoda” via d’ingresso. E per difendere la strada, anch’essa raggiunta e danneggiata dalle mareggiate, la Regione ha escogitato certi grossi sacchi di plastica bianca pieni di terra – qui siamo entrati nel campo del comico – che alle prime ondate si sono squarciati. Il costo? Quarantaduemila euro buttati via.
Qualcos’altro? Sì. A metà aprile – non il primo d’aprile, che sarebbe stato più consono – il consiglio regionale ha approvato all’unanimità una risoluzione che “impegna la giunta a vigilare e ad attivarsi per reperire risorse entro l’anno prossimo in difesa anche della spiaggia di Scossicci”. E difatti la Regione “vigila”, altroché se “vigila”, non fa altro che “vigilare”! Peccato che poche settimane dopo e nonostante la “vigilanza” una nuova mareggiata ha messo ko questa povera spiaggia e gli operatori turistici che vi hanno investito e perduto le loro risorse. E sono persone civili, altrimenti chissà che farebbero se gli capitassero fra le mani il Consiglio regionale, la Giunta regionale, la “sopravvivente” Provincia e financo il loro nuovo Sindaco, un “discendente” di Rosalba Ubaldi (quella della “sovietizzazione” – sto scherzando – del colle del Burchio da destinarsi in esclusiva al turismo russo) che ora ha sì proclamato lo “stato di calamità” ma, appena eletto, aveva annunciato la costruzione ex novo di una “darsena” a pochi passi dal centro (ecco un ritorno alla “grandeur” ubaldiana) per un fantasmagorico lancio del grande turismo nautico italiano e croato.
La giunta regionale formatasi nel maggio dell’anno scorso è presieduta dal pesarese Luca Ceriscioli, le cui prove in campo ospedaliero non sono esaltanti (testuale: un grande ospedale unico sarà pronto, nella valle del Chienti, fra vent’anni – sic! – e quelli di Macerata e Civitanova saranno – sic! – “venduti”) e fra gli assessori comprende il maceratese Angelo Sciapichetti nelle cui deleghe spicca – toh! – la “difesa della costa”. Mi rendo conto, intendiamoci, della non felice situazione finanziaria delle pubbliche istituzioni ad ogni livello e capisco che bisogna fare passi secondo la gamba o addirittura star fermi in attesa di un futuro migliore. Un passo, tuttavia, Sciapichetti l’ha fatto firmando un “accordo di programma” per scogliere su tre chilometri di costa sud, dalla foce portorecanatese del fiume Potenza fino al “Fosso Pilocco” che si trova a Porto Potenza. La qual cosa può ricevere contributi statali grazie alla presenza, lì, della linea ferroviaria (ci s’illudeva che Scossicci, con la sua splendida vista dalla basilica di Loreto al Conero, godesse della fortuna a fini turistici di non avere il treno a fil di spiaggia ma ora scopriamo che questa è invece la sua sfortuna!).
Sciapichetti, dunque, fa quel che il “sistema” regionale gli consente di fare. Da lui, tuttavia, ci si aspetterebbe una maggiore energia – pestare i piedi, far la voce grossa – per il caso non più sopportabile, civilmente, socialmente e politicamente, del progressivo degrado del “paese” Scossicci. Altrimenti sorgono perplessità sull’efficacia del suo ruolo di assessore alla difesa della costa. Dobbiamo forse raffigurarcelo mentre “vigila” sul mare in tempesta acquattato, come un soldatino in attesa di ritirata, dietro uno di quei fragili ma costosi sacchi di plastica spianando un fuciletto a piombini contro l’inesorabile avanzare dell’esercito dei cavalloni?
Come scrive Lino Palanca in un saggio sulla storia plurisecolare del porto di Recanati che divenne autonomo solo nel 1893 col nome di Portorecanati, “la forza delle onde in burrasca ha ripetutamente inflitto danni severissimi all’abitato, soprattutto a partire da quando, fine Ottocento e inizio Novecento, l’espansione edilizia della borgata prese a crescere in modo costante. E le tempeste improvvise non risparmiarono la vita di decine e decine di pescatori”. Basandosi su testi di allora, Palanca rileva che “il primo richiamo all’urgente costruzione di una scogliera si rifà alla grossa paura causata da una tempesta autunnale del 1858, nella quale perirono molti navigli con perdita immensa di merce ed equipaggi per cui tante famiglie caddero nel lutto e nella più squallida miseria”. Ma trascorsero vent’anni prima che in tal senso giungesse un documento ufficiale del Comune di Recanati. E parecchi altri ne passarono invano, fra petizioni, dibattiti parlamentari, suppliche al re, al duce e poi al presidente della repubblica. Nel novembre del 1959 una tempesta “sbriciolò il nuovissimo lungomare”. Poi, finalmente, giunsero le scogliere che salvarono il litorale ma solo di fronte al centro di Porto Recanati. Una storia lunghissima, questa. Simile a quella di Scossicci, che però non ha ancora un lieto fine. A proposito della seconda guerra punica, due secoli prima di Cristo, lo storico Tito Livio scrisse che mentre a Roma si discuteva e ci si perdeva in chiacchiere Annibale espugnò la città di Sagunto. Il che è divenuto proverbiale e va riferito pure ai casi nostri. Basta sostuire Roma con Ancona, Annibale con l’Adriatico in tempesta e Sagunto con Scossicci.
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Caro Liuti, gli amministratori locali seri ed onesti di fronte a queste tragedie ‘economiche’ dovrebbero dimettersi prendendo atto della loro incompetenza. Ma qualcuno lo farà? Quasi certamente no. Quindi il problema non è che ‘guadagnano’ troppo, in assoluto, il problema invece è che gli atti che compiono e le conseguenti responsabilità che si assumono sono gravemente inadeguati rispetto a quanto ‘guadagnano’. Occorre essere ben consapevoli di questo.
Su Scossicci, dopo gli appelli di Mauro Monina di Acropoli e di altri, arriva l’articolo scritto con il cuore di Giancarlo Liuti, che non si ferma alla difesa del litorale ma sottolinea quella particolare collocazione tra la S.Casa di Loreto e il Conero, il non avere la linea ferroviaria a fil di spiaggia, l’essere allo stesso tempo dentro e fuori al comune di Porto Recanati…
Per Menghi. La regione Marche deve intervenire anche perché Scossicci in parte è collocato nella provincia di Ancona.
Il prezzemolino sciapo vediamo se ha il coraggio di farsi fotografare davanti agli chalet di Scossicci questa estate. Lui che é tanto fotogenico e a cui piace tanto farsi fotografare in tutte quelle occasioni in cui pensa di avere del consenso. Di fronte alle sue incapacità e di tutta la giunta regionale invece é scomparso. Che tristezza…politicanti vil razza dannata
La messa a fuoco di Liuti sugli annosi problemi delle spiagge di Porto Recanati e Scossicci è , purtroppo, ineccepibile. Più reale di quelle tristi fotografie che accompagnano il suo articolo. A questo punto, davvero, non si sa se i nostri rappresentanti a Palazzo Raffaello siano più dannosi quando spendono in spese pazze in Regione, oppure quando non spendono o spendono male per la nostra Regione. Pensando alla notizia di pochi giorni fa in cui il Sindaco Saltamartini ha denunciato un medico per interruzione di pubblico servizio, ci vorrebbe proprio poter fare altrettanto per interruzione di servizio pubblico da parte di chi dovrebbe essere lì per fare, e fare bene. Non basta certo vigilare in questi casi, come macchiettisticamente ha reso bene l’idea Liuti
Per Moroni. Deve intervenire la Protezione Civile, ma forse nessuno la interpella.
Io ho visto personalmente cosa è capace di fare il mare quando niente lo ferma come a Portorecanati a cui mi sto riferendo. Sarebbe ottima cosa se CM facesse una ricerca per trovare fotografie illustranti i danni delle mareggiate nel corso degli anni, magari a partire proprio dal 1960. Da dette fotografie si può certo dedurre chi ha sbagliato e chi no. Comunque se come pare, attualmente la colpa di questa trascuratezza da parte della regione e di Sciapichetti forse volutamente debole voce, sia da attribuire alla distante ferrovia dal mare che ci metterebbe poco a renderla inservibile se ci potesse arrivare, che si invadi pacificamente per un paio di giorni aspettando eventuali comunicazioni da Stato e Sciapichetti. Certo c’è il rischio che arrivino i marò, i paracadutisti, le teste di cuoio e quelle di cozza direttamente da Ancona o da Roma. E sono le teste di cozza ad essere le più pericolose. Tamara Moroni ha indicato questo link dove ci sono due fotografie della mareggiata del 60 a cui bisognerebbe fare una canzone come alla nevicata del 56, dove anche se piccole, ingrandite mostrano come il mare sia un cugino del terremoto.
http://arnaldovalletta.weebly.com/curriculum-vitae.html
Sicuramente la mala gestione del fenomeno da parte degli enti pubblici e’ innegabile.
Io aggiungerei un altro aspetto. La natura sta attraversando un periodo di trasformazione. Ci stiamo avvicinando ad un clima tropicale con le sue conseguenze.
NO NO NO , caro Ingegnere Carlo Valentin in pensione i,qui non si parla di fede calcistica, qui non se la cava così alla carlona, pro domo PD; qui non c’entrano le calamità naturali , ma le calamità politiche della SUA parte politica ! ma, ha letto o no, quanto scritto da Liuti ? conosce o no, tutta la documentazione sulla storia ultima delle mareggiate e dove hanno più colpito dall”800 ad oggi Porto Recanati?Se sì, allora , faccia il piacere a sé stesso di tacere. Dove ci sono le giuste misure per arginare la potenza distruttiva del mare, fossero solo tratti o chilometri protetti da scogliere, non è successo mai nulla di catastrofico e nessuno chalet, abitazione civile, o altro, sono mai state in pericolo! ! Echediamine! ma ci vuol tanto a capirlo?Ma quale colpa del clima tropicale…il clima tropicale colpirebbe ovunque lungo la nostra costa, e invece no: perchè INGEGNERE?
Piuttosto, abbandoni le sue ideoelogie veteropolitiche e legga questo intervento in Regione del Consigliere Marangoni datato gennaio 2015
http://www.consiglio.marche.it/banche_dati_e_documentazione/atti_di_indirizzo_e_controllo/mozioni/pdf/moz761_9.pdf,
poi , se riesce a caricare- sic! – 245 pagine, mi commenti anche questa delibera di Giunta Regione Marche, dal titolo : Adozione definitiva della Variante al Piano di gestione Integrata delle aree costiere ( per facilitarla a pg 15, quanto già previsto e non fatto per Porto Recanati
http://www.norme.marche.it/Delibere/2014/DGR1271_14.pdf
Ingegnere, dalle parti dell’Helvia Recina sta avvenendo una trasformazione che non promette niente di buono. Mi sa che dalla Lega Pro, passerete direttamente alla Lega Bar.
Si conoscono le cause, si conoscono le cure ma non si trova un medico. Considerando che con i soldi pubblici c’è sempre da guadagnarci, perché in questo caso si chiamano professori oceanici a studiare maree e correnti e non si vede una draga con scogli, frangi flutti a cui aggiungerei osservatori da legare agli stessi per essere interrogati dopo una bella burrasca se si siano spazi di miglioramento per le cure. Non chiedetemi chi legherei ai frangi flutti, non certo Ulisse che è diventato pure sordo, ma chi ci sente bene anche se solo dalla recchia ” sinistra “.
Anche in questa materia c’è un geniale cambiar verso che va inteso: con spiagge sempre più sottili bastano sempre meno bagnanti per riempirle, e quindi i pienoni che decretano il successo delle stagioni balneari sono assicurati a costo zero.
@Tamara Maroni
Non ho preso le difese di nessuno e tanto meno del PD. Ho solamente fatto notare che la natura nel corso degli anni e dei millenni si trasforma e non sempre è possibile fermarla. Quindi è stata una affermazione scientifica e apolitica.
Lei è giovane e non lo ricorderà, ma una volta il mare a Civitanova lambiva il Lido Cluana.
Non si deve in ogni caso permettere di attribuirmi casacche politiche perchè lei non è mai entrata nella cabina elettorale con me e non ho mai espresso un mio pensiero al riguardo. Tra l’altro sta prendendo una grande cantonata ed è completamente fuori strada.
Il suo è un presuntuoso modo di giudicare le persone senza sapere.
@ Micucci
Evidentemente il sole di questi giorni ha fatto un brutto effetto. Cosa c’entra la rata con questo argomento?
In ogni caso sappi che siamo iscritti alla lega pro e se dovessimo fare un campionato tra bar sempre meglio che fare quello fra case circondariali. Con quale coraggio parli ancora di rata con un presidente che ha un mare di accuse gravissime da cui difendersi per evitare le patrie galere ( truffe, documentazioni false, evasione di circa 13 milioni di Iva, sequestri in serie e così via), ma per favore Micucci smettila e pensa a Civitanova e alla sua giunta indagata per abuso di ufficio per le irregolarità commesse nella realizzazione del Palas!!!
Le faccio notare, Valentini, che solo a Porto Recanati, non a Porto Civitanova, Porto Sant’Elpidio, o da su e in giù della costa adriatica a partire da Porto Recanati , la sua scientificità va a farsi friggere esattamente dove , a Porto Civitanova, per stare nel suo esempio, il mare si è ritirato, appunto, altrimenti non avrebbe più la sua piazza Civitanova.. Che esempio mi porta, uno contrario alle sue tesi scientifiche ? Ci pensi meglio prima di rispondere Pensi, se ciò è dovuto al fatto che da anni ” Macerata Marittima” – cme usa chiamarla lei in gertgo calcistico-sportivo- è connotata dagli scogli e il mare basso a riva rispetto Porto Recanati. Per quanto riguarda la mia presunzione sulle sue idee politiche, le chiedo scusa. Evidentemente ho fatto uno scambio di persona tra i post che scrive lei, le sue dichiarazioni, con qualcun altro
Parlando con amici che hanno (i genitori che 30 o 40 anni fa si erano fatti) la casa estiva da quelle parti mi hanno riferito che (a dire di tecnici ed esperti da loro interpellati) il peggioramento delle mareggiate lo si doveva soprattutto al posizionamento in anni passati (a nord) degli scogli (posizionati per evitare mareggiate verso la zona di Ancona)….
Il mare, più a nord, trovava le scogliere e “non sfogava” ed andava, pertanto, a sbattere dove era possibile, più a sud…
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E paradossalmente gli amici mi dicevano che se avessero messo gli scogli di fronte a quel tratto di spiaggia, se tanto dava tanto, il mare non avrebbe sfogato in quel punto, ma più a sud, verso Porto Potenza/Citanò
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Ora non so se è colpa del clima che cambia, se e colpa degli scogli più a nord, se invece è colpa delle costruzioni a ridosso della marea, se è colpa forse alla strada attaccata all’acqua, se fosse invece colpa della linea ferroviaria alle spalle oppure magari è solo colpa della [email protected] che un giorno colpisce qui e l’altro da un altra parte…. Di certo NON dovrebbe essere difficile, per i tecnici, capire le cause e proporre delle soluzioni praticabili
http://www.lindiscreto.it/macerata/24877-civitanova-ieri-e-oggi,-scatti-d-epoca-e-attuali-a-confronto
“Bisogna dimenticare, per un istante, l’immagine odierna della Piazza: nel primo ‘900 Palazzo Sforza guardava’ il mare e il palazzo ‘della galleria’ arrivò solo nella seconda metà del secolo.
LIDO CLUANA Più a est sorgeva il Lido Cluana, stabilimento balneare d’élite. Le acque, prima della costruzione del porto, arrivavano dove oggi si trova l’Ente Fiera. “Il Lido venne costruito nel 1933, in uno stile liberty attardato, con forti accenti art déco”
Come puoi vedere , Gianfranco, la colpa non sta nelle “costruzioni, le strade , la ferrovia , attaccate all’acqua ” La vecchia Civitanova Marche ne è l’esempio lampante. La costruzione del porto ha modificato profondamente il paesaggio naturale e ha fermato l’avanzare e la furia del mare in quel tratto centralissimo. Chiedi ai tuoi amici dove sfoga da allora il mare più a sud e facci sapere. Ciao.