Tragico schianto sull’Adriatica:
Farah subito a processo

MORTALE A PORTO RECANATI - Disposto il giudizio per direttissima nei confronti del 34enne marocchino arrestato la notte del 3 marzo dopo l'incidente costato la vita a Elisa Del Vicario e Gianluca Carotti. E' imputato di omicidio plurimo e lesioni colpose pluriaggravate. Il dibattimento inizierà lunedì

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Le auto coinvolte nell’incidente

 

Inizierà lunedì il processo a carico di Farah Marouane, il 34enne marocchino di Monte San Giusto arrestato il 3 marzo dopo il tragico incidente di Porto Recanati, costato la vita a Gianluca Carotti, 47 anni e alla compagna Elisa Del Vicario, 40enne, entrambi di Castelfidardo.

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Il procuratore Giovanni Giorgio

L’uomo è imputato di omicidio plurimo e lesioni colpose pluriaggravate. L’Audi A6 che guidava quella notte era piombata a folle velocità e contromano contro l’auto della coppia di Castelfidardo: all’interno anche la figlia di lui, 10 anni e il figlio di lei, 8 anni, rimasti gravemente feriti. «D’intesa con il sostituto titolare del fascicolo Enrico Riccioni – dichiara il procuratore Giovanni Giorgio – abbiamo ritenuto che per il gravissimo fatto criminoso per cui Farah è detenuto, fosse opportuno procedere con celerità al dibattimento al fine di giungere quanto prima a una sentenza di primo grado in costanza dello stato di custodia cautelare in carcere dell’imputato. Per questo motivo si è proceduto con il  giudizio per direttissima, attivato entro il termine massimo di 30 giorni dalla data dell’arresto. La celerità dell’iter processuale si giustifica ampiamente, attesa la gravità di quanto accaduto».

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Farah all’uscita dall’ospedale, prima del trasferimento in carcere

Farah la notte dello schianto era in auto con altri due connazionali e venne subito arrestato e piantonato all’ospedale di Civitanova, fino alla convalida e al suo trasferimento nel carcere di Montacuto dove tuttora è detenuto. Secondo i primi accertamenti il 34enne era ubriaco la notte del 3 marzo e positivo al narcotest per quanto riguarda i cannabinoidi. Al momento dell’incidente aveva un tasso di alcol nel sangue di 1,87 grammi per litro (oltre 3 volte il limite consentito per legge), in più era in auto con la patente e l’assicurazione scadute. La polizia aveva anche trovato circa 80 grammi di hashish nella sua abitazione perquisita dopo l’incidente e 2mila euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio. Il 34enne era già stato arrestato poco meno di un anno fa nell’ambito di una maxi operazione dei carabinieri che portò al sequestro di 225 chili di hashish. Al suo legale, l’avvocato Vando Scheggia, Farah ha raccontato che aveva bevuto due cocktail con il rum e aveva negato di aver invaso la corsia opposta causando l’incidente mortale. Una versione che però non è affatto supportata dai rilievi della polizia stradale, che non lascerebbero spazi di interpretazione.

(redazione CM)

 



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