«Non riesco a capire perché, dopo quanto avvenuto nel 2017, questo soggetto ancora circolasse. Davvero non me ne capacito, da padre di un ragazzo pestato a sangue, c’è una grande amarezza. Quello che chiediamo è giustizia per quanto avvenuto a mio figlio ed ai suoi amici».
Marouane Farath
Lo sconcerto dopo aver appreso la notizia, la memoria che torna alla notte del 4 settembre 2017, a quella aggressione subita da 4 ragazzi di Fermo da parte di un gruppo di 6 marocchini. Tra loro Farah Marouane, il 34enne oggi in arresto dopo il tragico incidente di Porto Recanati, costato la vita a Gianluca Carotti, 47 anni, e alla compagna Elisa Del Vicario, 40enne, entrambi di Castelfidardo. E’ emerso che Marouane era alla guida ubriaco e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, in più a casa aveva anche un panetto di hashish. Oltre all’accusa di omicidio stradale plurimo aggravato, si aggiunge anche quella di possesso di stupefacenti. Il dramma di Porto Recanati ha riaperto una ferita profonda nei cinque ragazzi fermani e nelle loro famiglie, facendo loro rivivere quello che successe il 4 settembre di due anni fa, in prossimità della rotonda di Grottammare. Quel nome, Farah Marouane, ha riacceso ricordi dolorosi e allo stesso tempo una grande rabbia. «C’è la denuncia – racconta il padre di uno dei ragazzi – oltre al fatto che quando hanno aggredito i nostri figli a Farah Marouane è caduto portafogli con i documenti. Quando hanno speronato mio figlio ed i suoi amici, avevano un’Audi A6, lo stesso modello dell’incidente di Porto Recanati. Quello che mi fa riflettere è che i suoi altri connazionali sono ancora in giro».
Era una serata di fine estate del 2017, la comitiva di amici fermani, tra cui anche una ragazza e il suo fidanzato, si era recata in uno chalet-discoteca di San Benedetto per divertirsi e ballare. Proprio all’interno del locale viene a crearsi un battibecco con alcuni ragazzi marocchini che stavano importunando la ragazza della comitiva. Ne è nato uno scambio verbale e poi l’apparente chiarimento. A fine serata, attorno alle 4 del mattino, la comitiva di fermani esce per prendere la macchina e fare ritorno a casa. Giovani che però erano del tutto ignari del fatto che il gruppo di marocchini li stava seguendo. Dopo essere saliti a bordo della propria auto per far ritorno a casa si sono accorti che un’auto dietro di loro stava facendo di tutto per bloccarli. In prossimità della rotatoria di Grottammare il veicolo con a bordo i marocchini e guidato da Farah Marouane li ha speronati costringendoli a fermarsi. Ed è qui che è iniziata l’aggressione quanto mai cruenta, in vero stile Arancia Meccanica. I marocchini sono usciti, hanno aperto le portiere della macchina con a bordo i ragazzi fermani e la ragazza che era stata importunata nel locale. Per difenderla uno dei giovani fermani è uscito dall’auto. Appena messo piede fuori dal veicolo è stato colto da dietro e aggredito dai marocchini. Ancora oggi resta difficile capire con cosa sia stato colpito visto che il gruppo aveva con sé chiavi inglesi, bottiglie.
Nonostante il ragazzo abbia perso coscienza i marocchini hanno continuato a picchiarlo saltandogli sopra la colonna vertebrale e prendendolo a calci in faccia riducendolo in fin di vita. Nel frattempo un altro giovane della comitiva era stato trascinato in auto per essere picchiato. Un altro ragazzo è invece riuscito a difendersi con maggiore decisione. Il ventenne ridotto in fin di vita riportò la frattura di 4 vertebre oltre che una serie di gravi lesioni e venne trasportato all’ospedale di San Benedetto. Durante il primo intervento chirurgico i medici estrassero un pezzo di metallo dalla testa del giovane. Da li venne trasferito all’ospedale Torrette di Ancona, nel reparto maxillo-facciale per un intervento al volto. Ne ha avuto per oltre un anno.
Oggi, due anni dopo, l’orrore di quella notte resta indelebile nonostante. Ieri però è arrivata la doccia gelata. Leggere nei quotidiani online e sentire su tutti i telegiornali quel nome, che insieme ad altri due connazionali ha provocato l’incidente costato la vita ai due genitori di Castelfidardo che viaggiavano in auto con i loro bambini, ha riacceso un profondo sconcerto. Marouane si trova ricoverato all’ospedale di Civitanova, piantonato in attesa della convalida dell’arresto e del suo trasferimento nel carcere di Montacuto. La speranza è che gli venga data una pena esemplare.
(redazione CF)
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Stamattina il telegiornale ha detto che era ubriaco, drogato, senza patente e senza assicurazione.
Questi extracomunitari non rispettano le nostre leggi, se ne devono andare via x sempre dall’ITALIA.
Sarei curioso nel sapere se i politici che governano, hanno governato questa Italia, conoscono questi episodi e si rendano conto che le leggi fanno acqua da tutte le parti, oppure pensano solo a giocare come bambini, la TAV si la TAV no, ora tutti pensano alle europee per i loro interessi e poi a giocare cade o non cade il governo.
Quale sarebbe lo stile ‘arancia meccanica’?
Pena di morte. Bisogna ripristinare la pena capitale. Pensare voi di essere padri figli o parenti di gente massacrata così. Deterrenza estrema. Non certezza della impunità
Dei marocchini ospiti a casa nostra si permettono di pestare a sangue i nostri ra gazzi. Sarebbe da prenderli ed aprirli a metà.
Già era stato segnalato perché non è stato rimandato indietro subito?
Per Zaganelli. Per me occorre ribadire bene che nessuno, qualunque sia la sua nazionalità, può arrogarsi il diritto di picchiare un’altra persona se non per legittima difesa.
Per Iacobini,
quello che dice e giustissimo a tal punto di non doverlo neanche ricordare.
Subire un torto e vendicarselo da soli è vera giustizia. Tu sei il tribunale, non devi pagare nessuno non ti servono attenuanti e nessuno deve metterci becco. Poi è veramente triste se ti beccano e devi subire tutto quello che hai evitato per fare la cosa più giusta del mondo.
Mezzo secolo fa, Portorecanati veniva ricordata per il mare, la palestra di box dove , se non erro, si allenò anche Duilio Loi, poi per i bravi giocatori di calcio, ricordo Panetti, Palanca ma non solo.
Oggi, appare spesso sui media, anche i tg nazionali, per i fatti dell’hotel House, degli sbarchi di quintali di droga, e purtroppo, anche per queste bruttissime disgrazie, di cui nessuno si sente colpevole, quasi che siano d’attribuire a un destino cinico.
A quanto pare chi ci ha governato precedentemente, oltre a non combattere com’era loro dovere la delinquenza autoctona, ha fatto in modo di importarne dell’altra.
Ma in Marocco c’è una guerra? Non mi pare, allora rispediamo al mittente subito i marocchini che non hanno un lavoro e/o delinquono.
se fosse stato fermato subito e messo in condizione di non nuocere non avremmo oggi due orfani senza più mamma e papà. Invece la politica buonista delle Sinistra e del clero ha fatto in modo che il tizio non fosse fermato e quindi adesso fingono – sinistra e clero – di piangere i nuovi nostri fratelli morti e i loro orfani.
Non generalizziamo,io conosco dei marocchini lavoratori e bravissimi, ma qui si tratta di veri delinquenti seriali, per i quali a me personalmente mi piacerebbe molto fare come faceva Charles Bronson nel Giustiziere della Notte.Per questa gente non si può aspettare e rispettare la legge. E non venitemi a dire che siamo in un stato di diritto.Questa GENTE NON MERITA IL DIRITTO.