di Laura Boccanera (Foto di Federico De Marco)
Mentre le bare di Elisa Del Vicario e di Gianluca Carotti stavano per varcare il portale della chiesa Collegiata Castelfidardo dove sono stati celebrati i loro funerali (leggi l’articolo), a Civitanova Farah Marouane, l’uomo accusato di averli uccisi a bordo della sua auto lungo la statale nella notte tra sabato e domenica, usciva dall’ospedale per entrare in carcere.
Fuori dal pronto soccorso si è coperto il volto con una federa da letto dell’ospedale e ha varcato la porta laterale del reparto, un’uscita secondaria, per poi salire sul Discovery della polizia stradale di Camerino che da Civitanova l’ha portato a Montacuto. Si è conclusa così, attorno alle 15 la giornata del marocchino accusato di omicidio stradale plurimo aggravato. Il giudice Claudio Bonifazi, al termine della mattinata, dopo un paio d’ore di riflessione ha scelto la misura detentiva in carcere per Farah Marouane. La giornata si era aperta con la visita del suo avvocato Vando Scheggia, in attesa dell’arrivo del Pm Enrico Riccioni e del giudice che di li a poco ne avrebbe convalidato l’arresto. La convalida è avvenuta in tempi veloci, ma il giudice si è riservato qualche momento di riflessione prima di decidere se lasciare Farah ai domiciliari a Monte San Giusto dove vive o se mandarlo in carcere (leggi l’articolo).
L’avvocato si era opposto alla misura detentiva, non ravvisando il pericolo di reiterazione del reato dai domiciliari, ma attorno alle 13 il giudice ha disposto il trasferimento. L’uomo intanto era stato dimesso dall’ospedale di Civitanova dopo un ultimo accertamento diagnostico che non aveva ravvisato problematiche ulteriori rispetto a quelle già note durante il ricovero. Il 34enne presenta traumi al torace ma giudicati guaribili entro un breve lasso di tempo. Al colloquio con l’avvocato e con il giudice si è mostrato pentito, non si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma non ha saputo fornire elementi utili sulla ricostruzione di quanto successo la notte dell’incidente. Molti “non ricordo” nella deposizione, mentre ha voluto sottolineare il dispiacere per il lutto che ha provocato ai figli della coppia. Il marocchino al momento dell’incidente era ubriaco. Aveva un tasso di alcol nel sangue di 1,87 grammi per litro (oltre 3 volte il limite consentito per legge) e all’avvocato ha raccontato di aver bevuto due cocktail con il rum. Farah con il suo legale aveva anche negato di aver invaso la corsia opposta causando l’incidente mortale la notte tra sabato e domenica. Una versione che però non è affatto supportata dai rilievi della polizia stradale di Camerino che ha ricostruito la dinamica dell’incidente che non lascerebbe spazi di interpretazione. All’uscita dall’ospedale Farah Marouane si è coperto il volto: dalle finestre del nosocomio in tanti si sono affacciati all’arrivo delle volanti per vederlo in faccia. Una volta entrato all’interno dell’auto della polizia si è mostrato dolorante per le ferite riportate.
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Due ore di riflessione?!? Comunque la legge è uguale per tutti, presto tornerà a casa, con o senza braccialetto elettronico, poi l’obbligo di firma e infine libero prima del processo. C’è da dire che una volta dentro perché uno dei suoi reati diventato definitivo gli aprirà le porte del carcere per il tempo stabilito dalla condanna, dovrebbero in breve tempo arrivargli tutti i sospesi e teoricamente dovrebbe uscire a tre gambe. Un mio conoscente entrato per un paio di mesi si è visto arrivare pene definitive per 11 anni per reati che al confronto farebbero sorridere anche il più malmesso dei depressi. Ha quasi sessantasette anni e qualcosa a me in questa giustizia non mi torna.
Il difensore si era OPPOSTO alla misura detentiva? Non credo proprio che un avvocato possa OPPORSI, avrà invece CHIESTO di dare i domiciliari in luogo della detenzione. C’è una bella differenza.
Giusto che dica la sua e si difenda ma da cosa? Questo ha un curriculum da criminale facendo valere le sue regole di quell’ambiente,vive in un paese che non è il suo,conosciuto dalle forze dell’ordine in varie situazioni.cosa altro possiamo dire?.io mi auguro solo,che questo genere di accaduti,non riaccenda quanto accaduto circa un anno fa.
Magari chi gli darà i domiciliari, sarà lo stesso giudice che lo aveva condannato all’obbligo di firma dopo avergli trovato 225 kg di morte.
Oppure sarà lo stesso che lo ha rimesso in libertà condizionale dopo che aveva massacrato 4 ragazzi fermani.
Chi lo sa….
Sto vedendo sulla 7 un ragazzo Eritreo frustato a sangue in prigione libica, strillava come un gallinaccio a squarciagola. Ecco cosa si merita questo Farah, una dose di frustate giornaliera per farlo sopravvivere nella sofferenza. Invece magari lo lasceranno libero a breve per ritornare a drogarsi e ubriacarsi. A meno che non adottino la nuova legge Salvini. Ma è sempre troppo poco. Altro che pianto di pentimento.