«La maggioranza affianchi il sindaco nelle decisioni cruciali, è incapace di gestire situazioni complicate, dimostra evidentissimi limiti caratteriali». Futuro in comune, la lista che fa capo al consigliere comunale Tommaso Claudio Corvatta interviene così nel dibattito sull’ospedale unico dopo il consiglio comunale aperto. In quella sede il governatore Luca Ceriscioli aveva aperto alla possibilità di rivedere la decisione presa a ottobre dai sindaci di realizzare la struttura a Macerata. Apertura poi ritirata il giorno dopo. Ma il dibattito non accenna a placarsi. La lista di Corvatta si dimostra molto critica nei confronti del primo cittadino che viene stigmatizzato anche per le promesse non mantenute: «se non trattassimo della salute dei civitanovesi, la gestione amministrativa da parte di Ciarapica sembrerebbe un film comico piuttosto che un’operazione politica. Un puro ricordo i cavalli di battaglia del primo cittadino in campagna elettorale: le promesse di sicurezza, lotta al nomadismo molesto, obiettivi che egli elargiva come facilmente raggiungibili, sono tutti stati rimandati a data da destinarsi. Sulle tasse siamo poi ad una tale inversione di rotta, che ne risulta una beffa indegna per i civitanovesi e poi lo “ius parcheggi”, dove Ciarapica ha tentato di giustificare un privilegio medioevale assurdo per sé e per i suoi amici, il parcheggio gratis». Ma è sulla vicenda dell’ospedale che l’ex sindaco si mostra particolarmente critico verso la gestione del tema da parte di Ciarapica: «è passato dal sì alla scelta della Pieve il 26 ottobre al no per la Pieve durante il consiglio comunale del 27 novembre e nell’arco di un battito di ciglia dal rifiutare l’idea di farlo a Montecosaro perché sarebbe stata la fine dell’ospedale di Civitanova, al ringraziare Ceriscioli perché lasciava la porta aperta al sito di Montecosaro. Nemmeno di fronte al diritto alla salute Ciarapica riesce ad assumere un atteggiamento responsabile. A quasi un anno di distanza dall’inizio del mandato, il sindaco continua a dimostrare evidentissimi limiti caratteriali ed ad essere incapace di gestire le situazioni complicate che per un sindaco sono la norma quotidiana. Le giustificazioni postume sembrano più scuse del monello che ha marinato la scuola».
Sull’argomento intervengono con un comunicato congiunto anche il consigliere di minoranza Stefano Ghio e quello di maggioranza Flavio Rogani che riconoscono al sindaco di Macerata, Romano Carancini, l’abilità di aver indirizzato la scelta verso il polo maceratese: «la politica sanitaria non può essere subordinata alle diverse furbizie di qualche sindaco o alla pochezza e aridità di un algoritmo – dicono – ma deve essere elaborata dalla Regione la quale nelle sue decisioni non può non tener conto delle linee di sviluppo socio economico dei vari territori nel contesto di criteri ed indirizzi contenuti in un piano sanitario regionale da approvare preventivamente prima di realizzare ingenti investimenti. In questa ottica la vera, seppur comprensiva, posizione campanilistica è quella del sindaco di Macerata il quale mostrando una capacità di tutela del suo territorio superiore a quella degli altri, ha indirizzato la Conferenza dei Sindaci nella scelta di insediare due ospedali di prima fascia in un territorio che conta circa 194.000 abitanti prevedendo un pronto soccorso, seppur evoluto, nel restante territorio che conta oltre 122.000 abitanti. Quello che chiediamo è un intervento autorevole della Regione per annullare i compromessi territoriali e che, ispirata da una visione dello sviluppo del nostro territorio provinciale compatibile con i 15 anni che necessitano per veder realizzato un nuovo ospedale, riconosca la necessità di un ospedale di rete e non un ospedale unico o comunque un ospedale di primo livello nel territorio costiero. I cittadini non sono disponibili a cedere dinnanzi ai presunti vincoli del decreto Balduzzi, della necessità di almeno 150.000 abitanti per un ospedale di primo livello, visto che la Regione ha deciso di non rispettarlo nelle aree montane e in altri territori regionali. Auspichiamo che il sindaco di Civitanova, mantenendo la sua ultima posizione espressa, chieda la convocazione della Conferenza dei sindaci cercando di coinvolgere i comuni del territorio costiero con ciò iniziando una azione politica forte nei confronti della Regione. Garantiamo che alla politica pilatesca che confonde i deliberati con i pareri di una Conferenza dei sindaci seguirà una forte reazione del territorio che non escluderà certamente neppure l’attivazione di azioni giudiziarie, se possibili».
(l.b.)
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Sfatiamo la favola metropolitana che voleva Silenzi vero sindaco di Civitanova.
Il sindaco vero è sempre stato Corvatta, dal carattere forte ma tutto il resto assente. Infatti non lo volevano neanche candidare e si prospettava anche se in maniera scherzosa ma non troppo di candidare il primo che passava. Com’è andata a finire lo abbiamo visto. Fatta la premessa in cui Corvatta dovrebbe mentire a se stesso per non riconoscersi, passo alle cose serie.
Copio e incollo:Tranzocchi, proteste a macchia di leopardo da parte di cittadini e qualche sindaco ci sono state e gli esiti non mi pare siano stati sufficienti per definirli ospedali veramente completi, dal Pronto soccorso, quello vero e non quello dei Punti di primo intervento, con annesse tutte le specialità necessarie come medicina, chirurgia, cardiologia ecc. per curare le urgenze acute e in parte croniche. Naturalmente per alcuni tipi di malattie poi ci si può rivolgere ad ospedali con reparti specializzati. Qui si parla a vanvera di ospedale unico a cui le eventuali menomazioni agli ospedali dovevano seguire e non precedere la fantomatica costruzione. La vera protesta da fare e quella contro quest’ospedale unico oramai declinato a semplice argomento politico scollato però dalla sanità, quella vera, quella che serve, quella per cui paghiamo, quella che per uno stato deve essere un onore avere come voce in perdita anzi incrementandola con apparecchiature sempre più moderne e numerose per evitare di aspettare chissà quanto per mancanza di strutture e di personale. I letti tagliati, vanno rimessi per evitare di trasformare i Pronto soccorso in ospedali da guerra. Una volta stracciato definitivamente questo fantascientifico progetto che poi nella nostra provincia per la sua conformazione geografica dove lo metti lo metti male. Non può soddisfare le esigenze di chi sta a Visso e l’ospedale più vicino sta in Umbria, tanto per fare un esempio e di questi se ne potrebbero fare tanti. Diversi sindaci non disdegnano di trastullarsi in vacui discorsi sull’OU, più per non essere da meno rispetto ad altri che ne fanno una inutile rampa di lancio essendo il loro destino già segnato. Leggo sempre più commenti di persone che insistono nel dire che tutti i nostri ospedali devono tornare ad essere punti di riferimento essenziali a cui affidarsi con fiducia e questo da Amandola a San Ginesio, da Camerino Cingoli a Macerata e Civitanova, da Recanati a……ecc. ecc. ecc.. Su un’altra cosa che lei cita spesso sono perfettamente d’accordo, l’abolizione delle Regioni e la eliminazione totale della politica nell’amministrazione della sanità. Certo, sprechi, corruzione o che nell’ambiente sanitario devono essere duramente puniti perché non ci si può arricchire sulla pelle altrui. Ci sono tanti modi per farlo, ma questo della sanità deve essere un campo sacro e non un camposanto.
Oggi un quotidiano regionale titola: “LA NOSTRA SANITÀ È FERMA AL 1999, E ALLORA VI SALUTO ” riferendosi alle dimissioni del consulente gratuito Balducci dell’Agenzia Regionale Sanitaria dopo neanche un anno dal conferimento dell’incarico gratuito In aperto contrasto con il governatore Ceriscioli ha dichiarato:” in 12 mesi ogni mia proposta di riorganizzazione per migliorare l’offerta sanitaria ai cittadini è caduta nel vuoto, inutile continuare a lavorare!!” …gratuitamente aggiungo; penso che la meritocrazia nel settore pubblico faccia fatica, se non addirittura ostacolata, a prevalere sugli interessi delle parti politiche e quindi a danno dei cittadini e contribuenti. Perché Ceriscioli si è assunto, sin dall’elezione a governatore, anche la delega alla sanità anziché affidarla ad un esperto del settore che lui non è? Perché anziché migliorare la gestione dei due principali ospedali esistenti Macerata e Civitanova con l’assunzione di altro personale sanitario in modo da ridurre i tempi delle richieste immediate degli utenti che si prolungano spesso per mesi, si propone un ospedale unico molto lungo nel tempo dal poter essere realizzato? Questa situazione sicuramente penalizza i cittadini di fascia reddituale più bassa mentre chi se lo può permettere per reddito medio-alto non ha problemi, pagando, a ricorrere alla sanità privata e risolvere in breve tempo le proprie esigenze sanitarie! Ammesso che si realizzasse l’ospedale unico la sua localizzazione alla Pieve di Macerata, perché scelta dall’algoritmo con i dati immessi dai politici che così volevano …., ritengo sia un errore, tenendo conto sia delle infrastrutture prevalenti su Civitanova che del bacino di utenti molto superiore, non si può far spostare la maggioranza verso l’interno anziché la minoranza verso la costa, anche per la presenza della superstrada che permette in poco tempo di raggiungerla. Condivisibili le osservazioni e critiche di Rogani, Ghio ed anche Marzetti in altro articolo.