di Laura Boccanera
(foto Federico De Marco)
Resta di stucco, è un barbatrucco. Il consiglio comunale approva una mozione che rimette in discussione la scelta dell’ospedale unico. Ieri sera attorno alle 2, dopo quasi quattro ore impiegate a discutere su due fronti contrapposti e poco produttivi alimentando le tesi “è colpa del Pd” e “è colpa di Ciarapica”, a sorpresa i 20 consiglieri comunali rimasti votano la mozione proposta dal consigliere comunale Stefano Ghio e dopo alcune modifiche condivisa anche dalla maggioranza con la firma del consigliere Flavio Rogani. Un “barbatrucco” che impegna il sindaco a sollecitare la Regione al potenziamento dell’ospedale di Civitanova nell’ambito di un’ottica di riorganizzazione dei servizi in rete e rimette tutto in discussione. Tradotto: ok il danno della localizzazione alla Pieve ormai è fatto, Camerino resta, ora la Regione, su sollecitazione del sindaco, decida di lasciare anche il presidio di Civitanova così come è senza la riduzione a ospedale di base che di fatto sarebbe un pronto soccorso organizzato e niente più. La mozione che ha messo d’accordo tutti ha la paternità di Ghio che è riuscito a convincere anche tutta la maggioranza dopo opportune modifiche e perfino il sindaco che ha dichiarato: «la mozione presentata va nella direzione che io ho chiesto in conferenza dei sindaci, pur non essendo d’accordo con l’algoritmo volevo che Civitanova non fosse depotenziata, quindi quello che mi è stato confermato a voce dalla Regione ora diventa un impegno scritto affinchè le promesse fatte sul non depotenziamento vengano mantenute». In realtà il depotenziamento dell’ospedale era già deciso (le promesse della regione si riferivano al periodo necessario alla realizzazione dell’ospedale unico, poi Civitanova sarebbe stata declassata a ospedale di base) e se ci saranno margini operativi per modificare quanto siglato dalla conferenza dei sindaci si vedrà (la conferenza dei sindaci dà un parere non vincolante e a decidere è comunque la Regione, anche se sarà una battaglia ardua visto che comunque a Palazzo Raffaello si spinge per l’ospedale unico). Quel che resta dal consiglio di ieri sera è una vittoria politica dell’opposizione che di fatto è riuscita nell’intento di mostrare che le scelte operate da Ciarapica erano insoddisfacenti per la città e che qualche errore è stato fatto.
Tutto quello che è successo nelle 4 ore precedenti, nei numerosi interventi di consiglieri regionali, comunali, assessori e del presidente della conferenza dei sindaci Romano Carancini è praticamente inutile. I numerosi operatori del mondo della sanità, presenti anche in sala, rimangono insoddisfatti dal livello della discussione, arroccato sulle posizioni politiche e che non va a fondo delle questioni di chi vive le problematiche della sanità quotidianamente. Il mormorio in sala conferma l’insoddisfazione per una discussione superficiale e poco puntuale. Il consiglio comunale aperto era iniziato con le dichiarazioni del sindaco che ha spiegato i passaggi avvenuti e la sua scelta concludendo con «ho fatto gli interessi di Civitanova e non di Montecosaro». Poi si sono avvicendati numerosi interventi, quelli più tecnici di Alessandro Maccioni direttore di Area vasta 3, dei consiglieri regionali Elena Leonardi, Marzia Malaigia, Francesco Micucci, Piero Celani e poi Francesco Acquaroli, dei sindacati,dei consiglieri comunali. Come detto nulla di nuovo: algoritmo, scelte politiche dietro i parametri, Camerino dentro, Camerino fuori e responsabilità che la maggioranza addossa al Pd e che i democrat respingono continuando a sottolineare le scelte erronee operate in conferenza dei sindaci. A chiudere attorno a mezzanotte e mezzo il sindaco Romano Carancini che ha specificato che «non vi sono retroscena che facciano pensare a decisioni già stabilite da tempo (ipotesi emersa nel corso dell’assise)» e ha parlato di «scelta democratica e non fatta da lobby o dai partiti». Polemica con il presidente del consiglio per la conduzione del consiglio aperto che si è chiuso (con l’uscita degli ospiti e interlocutori esterni) dopo la relazione di Carancini senza che vi fosse un contraddittorio. Polemica anche per l’assenza del presidente Ceriscioli: il sindaco ha considerato grave l’assenza del Governatore delle Marche parlando di mancanza di rispetto. Replica il consigliere Silenzi: «Ciarapica continua a parlare come capo di Vince Civitanova e non come sindaco, nella sua veste istituzionale se si vuole invitare il presidente della Regione si concorda insieme la data, qui invece ci sono state 4 righe di invito e una telefonata, non è stato “tempestato” di telefonate come dice la maggioranza». E alla fine dopo quattro ore di chiacchiere la svolta: mozione approvata all’unanimità.
Ci mancava che non avessero votato !!! Dopo la decisione per l 'ospedale alla Pieve e il depotenziamento del nostro vorrei vedere chi avesse fatto una scelta diversa !!!!!
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Ma che sta a di Silenzi. Si sapeva benissimo che Ceriscioli non ci sarebbe stato. Se ci teneva tanto lo poteva chiamare lui che sono due renziani della prima ora.Da:
https://www.cronachemaceratesi.it/2017/11/24/ospedale-unico-doppia-seduta-del-consiglio/1036377/
. Un consiglio comunale inutile invece per il consigliere Sergio Marzetti vista l’indisponibilità a partecipare delle figure apicali della sanità regionale: «hanno dato forfait sia il governatore della Regione Ceriscioli sia l’assessore Sciapichetti. E’ un modo sprezzante di rapportarsi con una realtà importante di periferia, un eludere il confronto di fronte al tema dell’anno, e cioè quello di investire 300 milioni di euro per una nuova struttura, quando notoriamente l’Area Vasta 3 denuncia grossi problemi in materia di efficienza e di risposta alla domanda sanitaria dei cittadini.
Riguardo alla mozione del Ghio, rimango in attesa di sapere gli interessanti sviluppi.
Vogliamo riportare il dibattito sulla sanità verso il rispetto del diritto alla salute.
INVITIAMO I CONSIGLIERI E IL PRESIDENTE A DISCUTERE TALI QUESTIONI. NON ACCETTIAMO PIU’ L’ANNOSO DIBATTITO SULL’OSPEDALE UNICO CHE è “UN MEZZO DI DISTRAZIONE DI MASSA” UTILIZZATO PER SVIARE L’ATTENZIONE DAI VERI PROBLEMI.
Il coordinamento dei comitati porta avanti tre questioni fondamentali che sono, la prima, la mancanza di dati certi sulle patologie dei marchigiani a fronte della pianificazione in atto, la seconda, il mancato controllo della spesa pubblica sanitaria interno dell’ASUR e la terza, il non affrontare il tema della corruzione nello stesso ambito sanitario. Se a questi tre quesiti non vengono date risposte chiare e certe, la Regione deve obbligatoriamente tornare indietro e ridiscutere un piano sanitario nuovo condiviso e redatto con le comunità locali, e i cittadini.
Intendiamo dunque dare battaglia alla Regione difendendo i pazienti dai casi di malasanità subiti (che stanno avvenendo di continuo e che l’avanzamento dell’ospedale di comunità acuirà sicuramente) e ci costituiremo parte civile nei casi di corruzione nel mondo sanitario.
Vogliamo il coinvolgimento delle istituzioni locali (Sindaci e consigli comunali) a sostegno della linea apartitica dei comitati, da utilizzare al meglio come forza nel momento in cui le suddette azioni legali avranno luogo e su quelle da intraprendere per impedire l’eventuale costruzione dei cosiddetti ospedali unici provinciali, disegno malato, non voluto da nessun obbligo legislativo.
Organizzeremo incontri nel territorio a sostegno dell’attività, approvando l’ordine del giorno in materia di Sanità e tutela del diritto alla Salute proposto dai comitati stessi.
Ci aspettiamo che le istituzioni locali facciano propria la piattaforma dei comitati e dei cittadini, in questa difficile quanto essenziale battaglia in difesa del diritto alla salute.
Ci teniamo a ribadire che solo risolvendo le tre questioni fondamentali che pone il coordinamento si potranno avere cambiamenti radicali e risolutivi in materia sanitaria ed avere un servizio sanitario degno di questo nome e su misura per i cittadini.
La sanità è nata per un preciso scopo, quello di curare le persone, e di conseguenza il servizio sanitario nazionale pubblico. Il passaggio ad Aziende Sanitarie ha di fatto portato ad un disfacimento del servizio che oggi è sotto gli occhi di tutti e lo viviamo con mano tutti i giorni, in particolare nella nostra regione con l’ASUR la quale oltre tutto sono anni che non pianifica la Sanità in funzione delle patologie dei marchigiani.
Vogliamo riportare il dibattito sulla sanità nel binario giusto e far capire che la “carrozza” della campagna elettorale non può dare risposte utilizzando questi temi a tal fine citiamo gli articoli 32 e 28 per ricordare a tutti le responsabilità costituzionali.