di Fabrizio Cambriani
Ultimamente, del governatore Ceriscioli si era persa ogni traccia. Nel mentre la sua maggioranza si sbriciolava come un pavesino sotto i colpi del Movimento Stelle e della Lega, lui, tranquillo come un quarto di pollo, se ne stava dall’altra parte del globo terracqueo. Precisamente in Giappone. Terra di geishe e samurai. Non già a studiare terremoti e modelli di ricostruzione, ma per motivi strettamente personali. Tuttavia, appena rimesso piede sul suolo natio, si recava in un’affollatissima assemblea comunale in quel di Civitanova, per parlare di sanità. Ivi, tra lo stupore degli astanti, tracannava tutto di un fiato un litro e mezzo di sakè e saliva in piedi sul tavolo. Poi, circondato da un religioso silenzio, vestiva un kimono di seta nera con alle spalle l’effige piangente di Matteo Renzi. Successivamente si avvolgeva la fronte nell’hakhimaki, la fascetta simbolo di perseveranza. Quindi estraeva una katana lunga 180 centimetri, di platino massiccio, finemente intarsiata e pubblicamente faceva harakiri. Nel senso che rimetteva completamente in discussione l’ubicazione dell’ospedale unico provinciale. Con ciò buttando alle ortiche due anni e mezzo di faticoso e certosino lavoro di tutti i sindaci di area vasta. Ma anche dell’algoritmo che lo aveva individuato, con tanto di deliberazione e cerimonia ufficiale, in località la Pieve di Macerata. E infatti proprio alla Pieve i geologi, oggidì, stanno effettuando i sondaggi del sottosuolo.
Appresa questa notizia Carancini, il sindaco di Macerata – già duramente provato dai fatti di cronaca delle ultime settimane – ha avuto un mancamento. Trasportato d’urgenza nel locale nosocomio, è stato prontamente rianimato dai sanitari che hanno dovuto sedarlo ancora in quanto, appena risvegliatosi, bestemmiava e imprecava come un camionista armeno. Adesso sta meglio, ma pare che i medici gli abbiano prescritto tanto yoga e musica zen. Almeno fino a ferragosto. Le dichiarazioni di Ceriscioli hanno innescato subitaneamente la miccia per l’ennesima guerra di campanile, gettando nello sconcerto più totale amministratori e politici di ogni livello. Se perfino Ciarapica, il sindaco di Civitanova – a distanza di un anno e mezzo – ha finalmente capito che per la città sarebbe più vantaggioso una rinnovata e meglio attrezzata struttura a pochi chilometri che non un obsoleto e mediocre ospedale dentro le mura, si capisce la portata del danno arrecato dalle improvvide parole dell’imprudente governatore. Che per inciso è stato messo forzosamente a tacere. Per lui, attualmente, parla solo la portavoce. La quale ha affermato: «Noi andiamo avanti sulla Pieve perché così hanno scelto i sindaci». Che tradotto dal politichese sarebbe a dire: “Ceriscioli a Civitanova ha detto una gran ca**ata!” Ma ormai il danno è stato fatto e riparare appare molto difficile. Ci vorrebbe un attestato medico che certificasse le precarie condizioni di salute del governatore verosimilmente causate da disincronosi circadiana (jet-lag), che provoca – come autorevolmente afferma Wikipedia – sonnolenza, stanchezza e confusione. Ma la vedo dura e improbabile.
Però una via d’uscita ci sarebbe e sottovoce mi permetto di suggerirla alla portavoce del governatore. Poiché l’ospedale unico di area vasta è solo una Fata Morgana, un’illusione che non verrà mai realizzata, tanto vale fare le cose in grande. Propongo allora una mega struttura unica ambulante. Maxi padiglioni semoventi piazzati su giganteschi binari che procedono dalla montagna fino al mare e dal mare ritornano poi in montagna. Che nel viaggio di andata seguano il corso del fiume Chienti e nel ritorno quello del Potenza. O viceversa: saranno poi i sindaci a stabilirlo e Ceriscioli, puntualmente a contraddirli. Pensate che bello: gli ammalati d’inverno potranno godere del clima temperato della riviera, mentre nel caldo torrido dell’estate avranno la frescura ombrosa della montagna. In questa maniera ogni città, ogni paese e ogni piccolo sperduto villaggio dell’Appennino potrà avere il suo ospedale con tutti i migliori e più qualificati servizi. Senza contare, che per la sua realizzazione si creerebbero migliaia di posti di lavoro. Un bengodi che, in un batter d’occhio, potrebbe rilanciare l’azione politica di questa claudicante giunta regionale, fino a ribaltare l’ormai scontato risultato elettorale tutto a loro sfavore nel prossimo 2020. Daje Ceriscioli, non indugiare oltre. Proponilo subito alla prossima conferenza di area vasta. Noi della stampa siamo tutti con te!
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Ospedale unico qui o là che importanza c’ha? Si è capito da un pezzo che sarebbe stato un argomento da cantina tra un mezzo litro e na gazzosa e che con la chiusura di queste è stato elevato a barzelletta da piani alti dove dire sì o no, buongiorno o buonasera è la stessa cosa. Quello che non capisco è perché Carancini, Ceriscioli oramai sempre più assente dopo ” la BBotta ” e quando se ripiglia più, e soprattutto l’immancabile Sciabichetti con Corvatta e Silenzi ne fanno ancora argomento di conversazione ben sapendo che serve solo per tenere allenate le lingue in spericolate gare di oratoria e demagogia dove sono maestri. Maestri che vorrebbero insegnare senza però avere imparato prima. Insomma i soliti noti e instancabili verbivendoli. Però “I have a dream “, che un giorno Ceriscioli posi la prima pietra da qualche parte e dica ” Si farà qui!”E subito dopo una lapide scolpita nel marmo rosa a ricordo di questo giorno da appendere nel museo all’ aperto del Cavalier Prato. C’è rimasto qualcosa sì, o Macerata ha perso il Torneo ” Capitale per la Cultura ” proprio per il suo smantellamento che dava un po’ di colore ad una cittadina fredda, scura ed abbandonata a se stessa.
L’ospedale unico serve solo ai politici che non hanno né arte né parte. Ai cittadini serve che vengano potenziati gli ospedali territoriali già esistenti.
Basta fare pubblicità politica!!!. Non occorre costruire un ospedale unico . Già ci sono strutture ospedaliere valide, bastano potenziarle, perchè sprecare denaro pubblico quando non c’è bisogno…….Gia c’è un ospedale unico molto funzionale a Torrette di AN,penso che possa bastare.
Se gli ospedali già esistenti sul territorio non verranno potenziati in tutte le specialistiche, la colpa non è tutta dell’amministrazione regionale, anche se sta facendo del tutto per ridurre in modo osceno i costi della sanità, invece di azzerare i costi di una politica che non serve a nessuno. Io credo che la colpa sia anche dei cittadini che non si ribellano adeguatamente. Ma soprattutto è dei sindaci, che pur essendo stati eletti per garantire ai cittadini tutti i diritti istituzionali, con maggior ragione quelli sanitari: si comportano come se queste cose non siano di loro competenza.
Tranzocchi, proteste a macchia di leopardo da parte di cittadini e qualche sindaco ci sono state e gli esiti non mi pare siano stati sufficienti per definirli ospedali veramente completi, dal Pronto soccorso, quello vero e non quello dei Punti di primo intervento, con annesse tutte le specialità necessarie come medicina, chirurgia, cardiologia ecc. per curare le urgenze acute e in parte croniche. Naturalmente per alcuni tipi di malattie poi ci si può rivolgere ad ospedali con reparti specializzati. Qui si parla a vanvera di ospedale unico a cui le eventuali menomazioni agli ospedali dovevano seguire e non precedere la fantomatica costruzione. La vera protesta da fare e quella contro quest’ospedale unico oramai declinato a semplice argomento politico scollato però dalla sanità, quella vera, quella che serve, quella per cui paghiamo, quella che per uno stato deve essere un onore avere come voce in perdita anzi incrementandola con apparecchiature sempre più moderne e numerose per evitare di aspettare chissà quanto per mancanza di strutture e di personale. I letti tagliati, vanno rimessi per evitare di trasformare i Pronto soccorso in ospedali da guerra. Una volta stracciato definitivamente questo fantascientifico progetto che poi nella nostra provincia per la sua conformazione geografica dove lo metti lo metti male. Non può soddisfare le esigenze di chi sta a Visso e l’ospedale più vicino sta in Umbria, tanto per fare un esempio e di questi se ne potrebbero fare tanti. Diversi sindaci non disdegnano di trastullarsi in vacui discorsi sull’OU, più per non essere da meno rispetto ad altri che ne fanno una inutile rampa di lancio essendo il loro destino già segnato. Leggo sempre più commenti di persone che insistono nel dire che tutti i nostri ospedali devono tornare ad essere punti di riferimento essenziali a cui affidarsi con fiducia e questo da Amandola a San Ginesio, da Camerino Cingoli a Macerata e Civitanova, da Recanati a……ecc. ecc. ecc.. Su un’altra cosa che lei cita spesso sono perfettamente d’accordo, l’abolizione delle Regioni e la eliminazione totale della politica nell’amministrazione della sanità. Certo, sprechi, corruzione o che nell’ambiente sanitario devono essere duramente puniti perché non ci si può arricchire sulla pelle altrui. Ci sono tanti modi per farlo, ma questo della sanità deve essere un campo sacro e non un camposanto.