Da sinistra Luigi Ninonà, Gabriele Brandoni, Alessandro Maccioni, Nadia Busciantella, Fabrizio Trobbiani, Giovanna Faccenda, Gianni Turchetti e Mara Buccolini
di Federica Nardi
Slittano le indagini geologiche sul terreno de La Pieve a Macerata dove sorgerà l’ospedale unico. Dopo che la conferenza dei sindaci di Area vasta 3 ha individuato l’area, adesso i tecnici dovranno dire se il terreno è adatto o meno. L’aggiudicazione è stata pubblicata oggi: le indagini geologiche sono affidate alla ditta Cam Perforazioni srl di Pesaro, che ha vinto l’asta al ribasso. «Ma la ditta potrà iniziare le indagini solo dopo che il terreno si sarà asciugato – ha spiegato il direttore di Av3 Alessandro Maccioni -. Adesso dopo la neve e la pioggia non è possibile effettuare perforazioni». Tra le novità annunciate oggi, durante la presentazione del nuovo servizio dell’ospedale di comunità di Recanati per la presa in carico dei pazienti diabetici (leggi l’articolo), anche il verdetto sull’ospedale di Tolentino, parzialmente inagibile dopo il terremoto: «Lo rifaremo ex novo – rivela Maccioni -. Una volta ricevuta la perizia partiremo con il bando per il progetto».
Gabriele Brandoni
Per quanto riguarda il centro di assistenza cardiometabolica di Recanati, oggi sono stati i responsabili del team multidisciplinare a prendere la parola per spiegare l’importanza della prevenzione in una malattia sempre più diffusa come il diabete. «Esami che richiedono tempo e lunghe liste di attesa adesso vengono gestiti da un unico team – spiega il responsabile territoriale della Cardiologia Luigi Ninonà -. Si prende in carico il paziente per ogni necessità». Perché la chiave, nel diabete, è la prevenzione. Sia per la salute di chi rischia complicanze come ictus, cecità e infarto, sia per il sistema sanitario che, evitando le complicazioni e quindi il ricovero in ospedale, ottiene un enorme risparmio economico. «Se si interviene per tempo – spiega Ninonà – infarto, ictus e cecità non si verificano». Gabriele Brandoni, responsabile della Diabetologia ha illustrato poi i risultati ottenuti in provincia nell’ultimo anno. «Siamo la regione con meno ricoveri per diabete: siamo quindi primi in prevenzione – spiega Brandoni -. Tra Macerata e gli ambulatori di Camerino-Matelica e civitanova gestiamo ogni anno circa 5mila e 500 pazienti. Nel 2017 sono aumentati del 25 percento, così come sono aumentate le visite del 30 percento. I turni a volte sono massacranti ma lavoriamo con il sorriso sulle labbra». Un lavoro ripagato anche dai dati: le liste d’attesa sono passate da una media di 2 mesi a 7 giorni, le consulenze specialistiche vengono effettuate in giornata e la riapertura del centro di Recanati ha avvicinato anche i pazienti da fuori provincia come quelli di Loreto e Castelfidardo. Il servizio prevede anche un percorso dedicato per le pazienti in gravidanza malate di diabete e un nuovo ecografo a disposizione, così da non gravare sulle liste d’attesa per gli esami. Presenti anche Nadia Busciantella, responsabile della Diabetologia di Camerino e Matelica, Fabrizio Trobbiani, responsabile del personale, Giovanna Faccenda, direttore del distretto di Macerata, Gianni Turchetti, direttore del distretto di Civitanova, e Mara Buccolini, direttore delle professioni sanitarie dell’area infermieristica-ostetrica.
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Ha visto Maccioni come si fa a risparmiare? Più le cose funzionano bene, e più si risparmia. Non certo con i tagli, quelli alla sanità pubblica dove tagliando di qua e di là se ne avvantaggia la sanità privata. Rivolgersi al privato deve essere una scelta, non un obbligo a cui spesso la mancanza di soldi costringe alle lunghissime, a volte anche annuali e più attese, magari per sentirsi dire: “ Ma perché non è venuto prima?”. Volete tagliare e cominciate a tagliare dove serve, da lei ad esempio e da tutti quei signori che con la sanità non c’azzeccano niente. Potrebbero oggi stare al suo posto e domani con la stessa tranquillità dirigere una fabbrica di mortadelle, cosa più che probabile se alle prossime elezioni regionali si cambia guida. La sanità lasciatela ai medici, agli impiegati che fanno i conti e agli utenti che ne devono giocoforza farne uso. Speriamo che il primo atto se andrà in porto qualcosa, non posso oggi spiegarmi meglio, sia di strappare una certa vergognosissima legge che vi dovrebbe cari dirigenti farvi vergognare. Questo non perché io creda anzi “ credo” così il congiuntivo è errato e a me non me ne frega una mazza, mi dispiace per i puristi che faranno gridolini d’orrore, che siete d’accordo con quello che siete obbligati a dire o a fare, sempre che non siate sulla stessa linea. Per inglobare lo stipendio che non deve essere tanto leggero, qualunque sia il vostro parere, dovete ubbidire alle castronerie che arrivano da chi non gli affiderei neanche il mio cane che per tutta la passeggiata gli morderebbe quelle stupende stecche sempre avvolte in jeans con giacca azzurra sopra che fanno tanto moda fiorentina. Eeeh le mode cambiano, cambiano i vestiti e soprattutto i modelli. Peccato che la cosa sia sempre piuttosto lenta e qualche bel vitalizio per acquistare qualche scampolo di stoffa non ce lo faremo mancare di certo. Adesso andiamo all’ospedale unico. E’ stato difficile spiegare perché per costruirlo sia stato scelto proprio quel posto e non certo a caso, infatti avete detto un mare di sciocchezze. Non ditelo, perché sennò mortificate solo voi stessi se veramente avete usato un software e il progettatore deve aver faticato non poco a cercare tutti i dati che per forza dovevano dare La Pieve come risultato. Adesso dovete scavare per sondare il terreno, ma voi sapete bene che il terreno, quello che normalmente si intende formato di terra, pietre, vene d’acqua ecc, si trova sotto dieci piani di mondezza pura in quanto mi dicono che li sotto, prima c’era una enorme discarica. Forse si potrebbe bypassare costruendo l’ospedale unico sotto la discarica e non sopra. Come idea non mi pare malvagia, un pensierino ce lo farei e se venisse accettato, lascio questo commento per dimostrare che l’idea è stata mia. Auguri,Sig. Maccione e continui a rinforzare gli ospedali esistenti e a ripensare a quelli con reparti già chiusi e non solo Tolentino andrebbe riparato ma anche Amandola ed altri. Mi piace pensare che siano state le grandi proteste delle persone e anche i commenti di CM ad avervi fatto dare quella svolta per cui per fortuana siam qui a parlare ancora dell’ospedale di Recanati.
Ragionando per assurdo: se costruissimo un “ospedale unico nazionale” (magari in Umbria) quanto si risparmierebbe. Avremmo un unico consiglio di amministrazione un unico amministratore (super pagato) e tanti, tanti italiani…. vabbè avete capito… ma questo non sarebbe un problema.
Purtroppo la geografia italiana non è la stessa di tante altre nazione che vogliamo “scimmiottare”. Il grosso della popolazione vive in paeselli spesso neanche facilmente raggiungibili e questo è un dato di fatto; gli amministratori ed i politici hanno il dovere morale di venire incontro alle esigenze di tutti i cittadini anche di quelli che vivono nelle località più sperdute. I servizi come la sanità, la sicurezza è la cultura non possono essere gestiti secondo logiche di mercato, sono “servizi in perdita” per definizione, si possono contenere le perdite con gestioni più attente. Credo che spesso un semplice ragioniere (senza togliere niente a nessuno) sia in grado di far quadrare meglio i conti.