Da sinistra: Angelo Foletto, Cinzia Maroni e Nicola Berloffa
Angelo Foletto
di Marco Ribechi
Madama Butterfly protagonista degli Aperitivi culturali in attesa del debutto di stasera allo Sferisterio. Dopo la prima della Turandot (leggi l’articolo) agli Antichi Forni si continua a parlare di Puccini insieme al giornalista Angelo Foletto e al regista Nicola Berloffa. Al centro del dibattito ritorna l’esotismo di cui, proprio ieri, aveva fatto una interessantissima lettura l’ospite Enrico Girardi, oggi seduto in prima fila tra il pubblico. «E’ un esotismo di tutt’altra natura rispetto a quello della Turandot – spiega Foletto – se per la principessa cinese si può parlare di dimensione fiabesca nella Butterfly ha una funzione di estremo realismo. E’ la storia di una donna che passa dall’adolescenza alla maturità, un personaggio che subisce una forte evoluzione psicologica e per questo serviva un’ambientazione forte e decisa. Tra l’altro siamo di fronte a un doppio esotismo: da un lato c’è il Giappone che in quegli anni era già molto presente in Europa e rappresentava un mondo lontando e diverso. Ma ci sono anche gli Stati Uniti d’America che sono l’esotico per la Butterly. Un esotico che si illude poter essere il suo mondo di felicità, in questo consiste tutto il suo dramma».
Il pubblico degli Antichi Forni
Proprio questa dimensione psicologica forte è una delle note che più aveva colpito Puccini. «E’ con il lavoro di David Belasco che c’è un’evoluzione nel ruolo del regista – continua Foletto – l’espressione del sentimento viene affidata alla luce e alle immagini e non alle parole. Anche Puccini, che assiste a questa rappresentazione e ne resta molto colpito, capisce che si può affidare tutta l’espressività alla musica creando anche una fusione tra lo stile occidentale e quello orientale. Non è però un tentativo di mostrare uno scontro di culture. Qui il dramma è solo della protagonista che perde sia le sue radici che il suo nuovo mondo e per questo decide di uccidersi. Si tratta di un’opera musicalmente molto di avanguardia e le sue parti vanno analizzate all’interno di una prospettiva narrativa».
Il regista della Madama Butterly Nicola Berloffa
Totalmente in sintonia con Foletto il regista Berloffa: «Visto la mia formazione come violoncellista tendo sempre a lasciarmi ispirare dalla drammaturgia musicale prima ancora che dal testo. La mia edizione è stata spostata nel 1945 per infrangere alcune leziosità che si sono create intorno al personaggio. Inoltre il teatro tradizionale è diventato un cinema in cui vengono proiettate delle scene del film “Perdutamente tua” con Bette Davis e alcuni frammenti di musical acquatici. La rappresentazione è in due atti e c’è un lungo momento di buio sul palco accompagnato dalla musica che abbiamo pensato proprio per rapire lo spettatore e dare un momento di riflessione. Il dramma psicologico è la parte più importante dell’opera e per questo abbiamo operato una semplificazione dei costumi pur mantenendoli tradizionali. Lo studio è stato fatto su foto d’epoca dell’occupazione di Nagasaki».
Il momento dell’aperitivo
Insieme all’aperitivo offerto da Centrale.Eat, a base di prodotti a chilometro zero accompagnati da un verdicchio di Matelica per celebrare i 50 anni dalla Doc, è possibile visitare anche l’esibizione curata da Paolo Trillini e Samuela Giustozzi dal titolo “Tramando Tremando”. Un tentivo di interiorizzare i dolori de sisma tramite la creatività delle produzioni di Maria Giovanna Varagona e Patrizia Ginesi del Museo La Tela di Macerata. Un percorso fatto di materiali, tessuti, intrecci davvero particolari e da scoprire. Il prossimo aperitivo culturale è in calendario per venerdì 28 luglio e vedrà la presenza di Marco Mellone che affronterà il tema dei matrimoni misti in un appuntamento dal titolo: “Mogli e buoi dei paesi tuoi?”. L’appuntamento sarà inoltre accreditato per la formazione forense.
Le creazioni dell’esibizione Tramare Tremare
Cinzia Maroni con Paolo Trillini, Samuela Giustozzi e Maria Giovanna Varagona
Tra il pubblico Enrico Girardi
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